Critica Sociale - Anno XIII - n. 20 - 16 ottobre 1903

306 CRITICA SOCIALE stenza., urtando violontemente gli interessi della borghesia, fugando tutte lo simpatie che una predi• cazione astratta aveva potuto rnccogliero nella folln dei malcontent.i, ngisce come un crivello sopra le nostre antiche masse elettorali. 'l'utto ciò che v'era cli genuinamente socialìstR rimane e si rafforza, tutto quello che vi era di estraneo, di artificioso, di ille• gittimo viene escluso di colpo. Certo, il distacco non si paJesa apertamente nelle parole. Anche i Circoli più avversi alla politica ope– nliu, alla " politica imbecille del contadiname n, protestano il loro amore alla organizzazione econo– mica, al movimento di classe dei lavoratori. Soltanto intendono che Ja Lega perda il suo carattere, per fl.ccogliere esclusivamente i " coscienti ,, ; abbandoni i suoi fini speciali - i vilissimi " interessi imme– <.lìati ,, - per fare la tòro politica; si riduca ad essere niente più cli una Sezione proletnria in mezzo agli elementi etel'Ogenei del Circolo. ·1~ssiinghirlan– dano la vittima per condurla meglio al sacrificio. . • * Di questo distacco - che è il fenomeno pili im portante dell'attuale crisi del socinlismo italiano ~ sonvi certo altri indici rivehttori, ccl altre ragioni profonde. Un indice, fin qui non abbastanza avvertito, è nella improvvisa tenerezza di alcuni socialisti per le dottrine libol'iste. Questa tenerezza, che si spinge sino a sognare un neo-liberismo sociaJista, IHt mm importanza pratica molto più grande che non si pensi ( 1 ). [I socialismo odierno non ha pili per la scuola liberista la prol'ondit avversione che nrn ,nifesta.va Engels nei primi anni della sua attività scientifica ( 2 ). Il libol'ismo, come dottrina politica, opponendosi a tutte le forme di parrissitismo dolio Shtto, clenun– eianclo l'esosa politica di classe del capitalismo al potcre 1 può coincidel'C con molta parte della politica socialista. Ma il lihcrismo ha anche un'altra faccia: nel suo odio implncabile per quella - usiamo le parole del Pantaleoni - " politica turpe che è la, politica di classe, ili qualuuque classe ,,, esso con– danna fieramente ogni protezione accordata dallo Stato allo classi oporitie, o quindi ogni tentativo di queste classi per penetrare nello Stato e farne uno strnmento cli liberazione. Ora, i socialisti noo-lihoristi, dovendo ripetere pa– pagallescamente il verbo liberista., sono costretti ad immaginare una organizzazio11e economica dei lavo– ratori che rinunci ad agire sullo Stato per la.difesa dei propri interessi. Ma una simile org~rnizzazione è, nell'attuale assetto sociale, una pura astrazione. Le nostre organizzazioni economiche, per In legge del minimo mozzo, cercheranno di far prevalere i loro interessi nello Stato e di volgerlo così a loro favore (1 1 ). l~d allora ecco i neo-liberisti socialisti insorgere contro queste organiz,mzioni, o l'ipetere contro di esse i vecchi anatemi già scagliati contro la. legislazione di classe del capitalismo. Piì, meschine sono le ragioni di coloro che avver sano il movimento economico in nome di un nuovo orientamento politico del partito. Costoro - esempio tipico è il li'erri - hanno a lor Yolta subìta quella che oggi chiamano la " infritua:.done delle Leghe .,; hanno al pari cli noi riconosciuta l'utilità cli una nostra penetrazione nello Sti~to, anzi all'onnipotenza dolio Stato mostrano di CL'Cderecosì ingenuamente (') \'(l((I l'nrllMIO di llO!llCO SOi(\\ nel G/-01·11a1e dlUli. econo1111/J//, (\01 giugno 8001·20, \:) ~:s<a:1,s: c,·ltka tfell'uo11omta polllk<1. (') 1,•n1nlco Fmncetieo Coletll ha, nel Otonl{l/e deglt eco1wmt~U (VOI. xxv, Serio 2"), I.Jr1lll\nlom<:nto 11Uaee!l.t(l le aecuso elie ll 111.JC · .-ismo muore alla lcgl8lnzlono cli classe. B1b1otecaCJ1no B1arco da invocarlo a risolvere tutte le grandi questioni economiche nazionali. Ma per costoro Porganizza– zionc economica ha la imperdonabile colpa di avere consigliato quella politica che ricevette la sua. con– sacrazione nel Congresso socialista di Imola. I. bat– tuti cli [mola hanno dovuto quindi vcllicare 11anima piccolo-borghese dei Circoli per contrapporli alle Leghe; hanno dovuto opporre, alla politica consi– gliata dal proletariato organizzato nel campo eco– nomico, hi politica delle nostre organizzazioni elet– torali; hanno dovuto prnvocare fra i due movimenti, di cui è fatto il complesso movimento socialista., un distacco profflndo. Le due tendenze - spogliate di tutti gli orpelli di cui vanno ricoperte - corrispondono a due di– verse concezioni del movimento socialista, che cer• cheremo cli illustrare il pii} brO\•omente possibile. IL Teoria e pratica del rivoluzionarismo . All'indomani ciel Congresso d'[mobi, la logica. delle cose volle che il teol'izza.tore cli quella minoranza, che aveva dimostrata tanta diffiùenza verso l'orga– nizzazione economica del proletariato, non fosse un " rivoluzionario ,, esercitato a foggia(· frasi focose per i Comizi, ma uno scrittore e un pensatore oscil– lante fra le audacie del proletariato e gli istinti della borghesia, uno studioso pilt vicino a Spencer che i, Marx, molto pili nemico dello Stato che della classe ca,pitalista, un uomo infine che interpreta, con certo maggioro modernità di pensiero, quella piccola borghesiit mezzo conserYatrice e mezzo rivoluzionaria che ha nel Secolo il suo organo magno. Quel teoriz– zatore fu Guglielmo ~'crrero. Nel Social-ismo del 25 settembre clcll 1 anno scorso egli scrisse la. conda1111.i del movimento di resistenza, suscibtto eia noi nel proletariato delle città e delle campa.gane, e del corrispondente a,tteggiarnento poli– tico del nostro partito. li Ferrero non risparmiò i suoi strali a. tutta l'opera. nostra di due anni di or– ganizzazione e cli educazione, e dichiarò, con molto sussiego professorale, che quell'opera era destinata 0,ll'insucccsso. La ragione però di questa fatale rovi nit il Ferrero non l:i desumeva eia riuella. vacua asserzione che le Leghe non possono vivere perchè non h,rnno abba– stanza "coscienza socia.\igta ,,, laonde basta insuftiar loro un poco di questo spil'ito miracoloso per vederle arzillo e vivaci. _ggli ò troppo colto per aggrnpparsi a questa metafisica spiritualistica. La ragione dell1in– succcsso egli la scorgeva nelle condi-zioni economiche ciel paesfl, che non permettono alcun durevole rialzo del salario e che hanno bisogno di una profonda trasformazione prima.. di generare un proletariato n,utentico e rendere possibile un movimento rigida– mente socialista.. " .Affluchò un movimento di organizzazione economica riesca - sc1·iveva il Fcrrero - a.fflnchè gli scioperi non falliscano, le Camere di layoro o le Leghe o i Sinda• cati prosperino e l)Ossano reuclero utili servigi alle classi operaie, è necessario che cor1w10 tempi <li 1'ftpi<lo au– mento della ricchezza, e che gli operai già possiedano un certo benessere o uua ce1·ta coltura . ., i:; pii1 lungi, dopo aver -invoc0,to l'esempio del 'l'radunionismo inglese, conclude che a,ncho quel mo~ vimento, così meravigliosamente fortunato, " non fu che un pallhlo 1·iflesso de/la. 1Jotenza dellli bo1y1hesia, inglese, un effetto ciel meraviglioso accrescimento di ricchezza che avvenne dopo il 1850 ,,. Ounq11e 1 per il li'errero e per i suoi amici rivolu– ziona,rl, il nostro lavoro di organizzazione, la nostra

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