Critica Sociale - XIII - n.18-19 - 16 set.-1 ott. 1903
CRITICA SOCIALE 293 nllc vivacissime dispute rrn i segunci del Liceo elnssico I Noi non disculinmo quali ris1,oste debbano darsi a o del Liceo moderno, la Cnmera sentl il bisogno di pro- queste domande, perchò non intendiamo sconfinare dal muovere una completa e sistematica inchiesta, che ha condotto bensì alla. riforma del 1!.102 1 ma non ha ratto che suscitare nuove discussioni e scminat·e maggioro turlrnmento negli spiriti; possiamo uoi credere in Italia - dovo non esistono Rivisto specialmente dedicate nl problemi pedagogici, porcllò gl'insegnanti che do– noUbero comprarle non hanno il necessario per com– prare il pane, dove manca ancoro. una ,•era e propria OJ>inìonescolastica preJ)nmlrice o aiutatrice di riforme, perchè gl'inseguanti che soli potrebbero crearla hanno altro da fare, stretti come sono dalle angustie materiali della vita, dove la coutinua sovversione degli ordina– menti scolastici, sotto le mani ,•ariabili dei vari.tbili o uon :--cm))re com))etenti ministri, ha impedito ogni s'i– stcmntic:l e concludente raccolta di esperienze, dovo ne:,suna ordinata e organici~ o pul.Jb!ica inchiesta sul funziouamcnto delle scuoio o sullo idee degl'insegnnuti e delle rarniglie è stata mai ratt.i - possiamo noi cre– dere che UIHlgenerale rirorma delle scuole medie 1>os-;a esser iniziata subito e !;011:1.a gra,•o sospetto di cattiva riuscita, in modo che non vi sia nessun inconveniente a com))licare con essa il problema urgentissimo, ronr!n– mentalissimo, improrogabilis~imo dello condizioni giuri– di<:ho cd ecouomiche degl'insegnanti ? Nò si dica che ora.mai l'idea della scuola unica - ò questa infatti, la rifonnn che da molti indizi pare voglia esser presentata finalmente dal .Ministero - ha ratto in ltnlia, come in tutti ,:rii altri paesi, specialmente in questi ultimi anni, cosl grandi progres~i fra gli studiosi, cho ad essa è a~sieurata fin da ora senzn alcun dubbio una grossa maggioranza. Ammetto che ciò sia vero e por 11011 complicare con iuutili divergenze la presento discussione e J)crchè ade– risco anch'io all'idea della scuola unica e mi sorride nnturalmente il pensiero che la mia opinione abliia con sò il suffragio della nrnggiornnzi1. Ma ciò non toglio che esista. semJ)re fra gli studiosi unn minornmm molto ro1·to e autornvole o influente, la quale combatterà, nella stampa, nella Camera <lei Deputati, nel Senato, nel Con- 5iglio Superiore, contro il nostro sistema per la conser– vazione dell'antico e cercherà di prolungare, per quanto sarà in lei, le incertezze o le discussioni; nè si può pro– toncloro che anenga altri111enti 1 perchè ognuno ha il dovere, massime quando si tratti di problemi gravi come questi, da cui dipendo la vita intellettuale e morale dello giovani generazioni, di sostenere con ogni energia il proprio modo di ))ensaro. Inoltre, questa benaugurata maggioranza per la scuola uniCl\ 1 anche ammesso che sin grossa o magari straboc– chevole, uon ò nient'affatto compatta. - La scuola. media dev'essere unica noi primo grado degli studi o in entrambi i gradi? - Ammesso che <lebba esson•i solo una scuola. media unica di primo grado, dev'es<:a durare tre anni, o quattro anni, o nientemeno sci anni, como Yogliono alcuni per non obbligare gli alunni a sce– gliere In loro strada prima che nbbia110messo fuori tutti i denti <lei giudizio ? - La scuol11 unica dO\'e avere per base l'insegmimento delle scienze o quello delle lettore? - Ammesso che debba avere pe1· ua~o \!insegnamento delle lettere, queste devono essere cln..ssiche, in modo da imJ)orre il latino anche a coloro, che oggi vanno alle scuoio tecniche appunto J)er J>aurn del latino, op– pure devono essere moderne, in modo da rimandare il latino al secondo grado della scuoln, facendolo studiare solo da ehi lo proferisce agli altri studì? l n nostro tema o un grosso volume non basterebbe a trat– tare con serietà tante questioni: ossenìnmo solo che lo questioni esistono, o che esse dh•iclouo gli uni dagli altl'i i ))rOJ)ugnatori della scuola. unìca altrettanto pro– fondamente quanto tutti insieme sono dh•isi dai <lifcnsol'i della scuola secondaria plurima: uoi, per esempio, mentre saremmo diSJlOSti a sacrificare la noslrn scuola unica. cli quattro anni alla scuola di tre, non accetteremmo mai o poi mai quella di sci, o peggio ancora 1 di otto; e, J)iuttosto che ,·edere inllitto il latino ai maestri clo– mentari o ngli ngrimensori, con grave jattura dell·insc• gnamonto clnssico medesimo, diserteremo, in caso di pericolo, il J)artito degli unitari o andremo a rafforzare, por quanlo la nostra diserzione potesse scn'ire, l'esercito dello 8/aln quo. E \'icc,·crsa farcblicro gli aJtri; e i di– fo11soridel presente regime, incuuenndosi fra le schiero indisciplinate elci no,,ntori, riporterebbero alla fine al– lc>gra vittoria; e insieme con h, Cl\usa della scuola unica snrebbe liquidata per un pezzo, do1>0t-ante sterili discus– sioni o vani conati, la causa degl'insognanti. E que::,ledifficoltà :-i 01>J>Orr1mno sempre al!n istituzione della scuola unica, flnchò i seguaci di questa non l\\'ranno compre.30 che la riforma da essi ,•1\gheggiata non si devo impiantare a un tratto, facendo strage spietata cli tutto lo scuole d'oggi e fondendone i frantumi secondo un modello precoucettoi contro cui non ))Olranno 11011 in– sorgere insormontabili opposiiioni; ma la via pili sicul'a e~spedita per arri\'are alla scuola medi:l unica ò - ))01' quanto l'affermazione possa sembrar parados~alo - quella di moltiplicare i tipi delle scuole attuali: nelle grandi ciLt:'i,in cui vi sono numerosi l~icei-ginnasi o Scuole tecniche e non manca. l'Jstitulo tecnico, bisognerebbe stralcil\re dall'Istituto tecnico la Sezione fisico-matema– tica, riunirla ad una delle Scuole tecniche o trasrormnrc questi istituti - con pochissima spesa - in una Scuola mc(lin. modornn. di otto anni, simile :~Ile Scuole reali <lolla Pru.-1sia; in uno dei Licei-ginuasi bisogncro! llo sopprimere il greco, sostituendolo col tedesco e con l'in– irlese e crear così un secondo tipo di Scuola media mista, simile al Ginnasio reale prussia110 i 'lnalmente gli altri Licei-gimlllsi resterebbero immutati o rappresentereb– bero il tipo tradizionalo della cuoia media classica, il Oinnasio J>ru.ssiano. Quando lo licenze delle tre scuoio fOs'ìero equiparate in tutto e pel' tutto fra loro per 11am– missione alle scuole unirnrsitario o rosse facilitato, per via di OJJJ)Ortuni esami com))lernentari, il passaggio da unn. scuola all'altra anche durante gli otto anni di corso, e f;Jl!\rissoro così le ragioui artiflch~li che ollbligano oggi I;~ scolaresca ad accalcarsi tutta noi l.,iceo-ginnasio clas– !lico - che è desso JHlr troppo la sola nostra Scuola media un po' degna di questo nome! - allor:t si po– trebbe dopo qualche anno arguire dalla )•ia 1 che JJrcn– dorelJl.,o la maggioranza dei giovani, quale dei tipi di scuola veramente corriSJ)Onda allo tendenze e alle esi– gonzc del nostro paese, e questo tipo sarebbe la rutura Scuola unica e si cstenclcrobbo a. poco a poco alle cittì~ minori, lluiciando magari sussistere nelle grandi città qualcuno degli altri tipi di i.-;tituti mono fa\'oriH <hll pul.Jb!ico 1 flnchò \'i fosse tlll 1uunero suflicionte di a.lunni a frequentarlo. Così nessuno potrebbe opporsi all'inizio. della riforma, e nessuno, dinanzi alla luce dell'espe– rienza, potrebbe i11 seguito ,•ittMiosnmente opporsi alll\. continuazione di essa. Ma, ridotta la riforma a queste per ora circoscritte. J>roporzioni e riconosciut:l ltt necessità di 110111>orrc t\.
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