Critica Sociale - XIII - n.18-19 - 16 set.-1 ott. 1903

CRl'l'ICA SOCIALB 291 della mèta 1 che avrebbero 1>otuto raggiungere, svigoriti per mancanza di stimoli e cli lotta, av\•ezzi ai racill trionfi, Inclini alla presunzione, senza essersi mai J)rO– ,•Rti alle serie difficoltà, al forti combattimenti, che affi– nano l'ingegno o temprano Il carattere. ,, Non quest'ibridismo pensava d'istituire la legge Ca• satl quando con l'art. 272 definiva che u l'istruzione tecnica ha per fino di dare ai giovani, che intendono dedicarsi a determinato carriere del pubblico senizio, alle lnduslrlc, ai commerci ed alla condotta delle coso ngrnrlo, la conveniente cultura generale e speciale n, distinguendola nettamente dalla istruzione secondaria classica, che ha a por fino di ammaestrare i giovani in quegli studt, mediante i qm\11 si acquista una cultura Jettornrla o fllosoflca, cho apre l'adito ngli studt speciali che menano al consegulmonto doi gradi accademici nello università ,10110Stato,, {art. 188); e ,teterminava por maggioro ohiarozza cho "questi insegnamenti (dello scuoio tecniche) saranno dati sotto l'aspetto dei loro risultamenti pratici o particolarmente sotto quelli dello applicazioni di cui 1>ossonoessere suscettibili nello con– dizioni naturnll ed economiche dello Stato ,, (art. 278); e, di,•ldendo In sezioni l'Istituto tecnico, stabili,•a che a Il numero di esse e gl' lnsegnamenli propri di ciascuna di esse saranno determinati secondo le condizioni eco– nomiche delle pro,•incie, a \'Rntaggio delle quali sarà eretto un simile stat,llimento r (art. 283). Ma ai cer\'elli geometrici o contromaui, che hanno retta l'Istruzione ita.llaua, 1>ar,·ebella impresa a\'er rra Sondrio o Oirgenti oO Istituti tecnici identici, regolati con identici 1>rogrnmmi, mnnonnti con identiche cir– colari; o non si capl cho la geogrnfta dell'agrimensore non ò la geografia. del commercla'lte, e il commerciante lombardo ha bisogno di preparazione ben di\'ersa da quolla dol comm~rciante siciliano. F: poichè In leggo Casati, 11011 ammettenllO nitra Istruzione media che la olnssicn, 11011 a,•eva prov\'lsto a crear scuole medie di tipo moderno, quando fu neces11nrio soddisfare questa nuo\'n nocessiU~ dei tempi, non si lstitul, come avevano fatto gli !\-Itri paesi, una \'Ora e propria scuola moderna, ma si Innestò nell'Istituto tecnico senza tanti scrupoli la Sezione flsico-matematlca o se ne reco anche una scuola media di cultura. Quanto poi alle scuole tecniche, esse, come diceva col suo solito buon Rcnso Quintino Sella, non hanno di tee· nico che Il nome; e solo noi 189bsi pensò a indirizzarne alcuna " ai bi.sogni dell'agricoltura, del commercio e dei pubblici servizi d'indolo tecnica n (H. Decreto 25 otto– bre I O , n. 488), osi Istituirono scuoio tecniche a indirizzo agrario, commerciale, Industriale: ma anche in questa riforma quanta centromanln e quanta geometria e quanta - diciamola pure cos\ - Ingenuità! Si credò che una scuola tecnica potesse dhentnro agraria, stivando in un minor numero d'ore l'italiano, la storia e la computi– steria, e aggiungendo due ore di scienze naturali e tre di agraria; altre scuole tecniche diventarono commer– ciali con qualche ora di meno di matematica, disegno, italiano o storia, o un po' pili dl scienze naturali e com. putlsterla e sopratutto con, nientemeno, due ore setti– manali, per due anni, di teclosco o d'inglese; le scuole industriali non ebbero t,lsogno 1>ordiventar tali che di un po' meno di oro per l'Insegnamento d'italiano 1 di storia, di francese, di computisteria, di calligrafia, un J)O'più di scienze naturali e di disegno, e un supple– mento speciale di meccanica elementare (4 ore) e tec– nologia Industriale (5 ore); e, naturalmente, i programmi furono eguali per tutta 11ltalla,gli esercizi sperimentali 1>ernon sciupar quattrini furono un mito, del materiale didattico non si parlò nemmeno: e solo a Uoma, per dare un indirizzo veramente pratico alla scuola tecnica in– dustriale, si pensò di metterla noi medesimo locale del• l'ospizio di San Michele, come so ))Or rar diventar le\'a– tricl le alunne di una scuola. normalo bastasse metter la scuola nella stessa strada dO\'O e' ò un ospedale di maternità. Mentre J>Oida un lato si tcnta"a, bene o male e più male che bene, di s1>ociallzzare lo scuole tecniche per una via più nettamente professionale, dall'altro se no conservava con gelosia il carattere cli scuole medie, pn• riftcando la licenza dello nuovo scuole speciali a quella dolle vecchie scuole a tipo comune per l'ammissione alPh1tituto tecnico. Onde ò continuato l'eterno esercizio di u torturare - come scri\'e\'lL il Coppino nel 1877 a 'J'oremdo :Mamiaoi - la stessa scuola per s1>remorno due sosta.nzo tro1>J)O diflòront1 1 In luogo di rìsol\'orci, se duo sono gli intendimenti, a.conseguirli con due scuole. n Ln scuola medio. un.ica. La necessità di rlsol\•ere questo problema dell'insegna– mento complementare e proressionale per diminuire il numero degli spostati o per Impedire che le scuole medie sleno lnvnse e turbate da una nwltitudine s\'ogliata e refrattaria, non J)er difetto proprio, ma. a causa di un lnsufllclente o assurdo sistema scolastico, che la co– stringe a camminare J>Oruna ,•la non fatta. per lei, non isruggl alla Commissiono parlamentare, che nel dicembre del 1888 riferì sul riordinamento delle scuole secondarie, proponendo anch'essa, come oggi da molti si propone, la scuola media unica. di primo grado. • Se nella scuola unica - scri\'O\•a il relatore, Ferdi– nando Martin i - do\'essero per forza entrare tutti quanti gli alunni del ginnasio e della tecnica, rolla ce ne sn• robbe, come tutte le folle, diversa, confusa, difficile a governare . .Ma ciò non avverrà. di sicuro, o per molte ragioni, a senso nostro, l'una pili chiara dell'altra. Jn primo luogo, quattro anni di corso J>Ormolti son lunghi; o unn volta vi s'insegni Il latino, nessuno sarà più in– dotto in inganno circa l'indole o il fine della scuola; quel titolo, sebl>eno \'&no, di tecnica nttrae\'a parecchi, che ti nome di gi1111a$iO sgomenta\'a e sgomenterà (!). Jnoltre, lo abbiamo già detto e COn\'iene a questo punto ripeterlo, m,a scuola 11011. basta; bisogna istituirne un'altra nella. quale si ammaestri quella specie di alunni, che frequentb sin qui la tecnica senza intenzione di acce• dero all'Istituto. Aggilmgiamo a,i:i elle, oce qllesta 110,isi JJOltsse o 1,011 si roltsse istituh·t, meglio rorrebbe lasciart le cose come slaimoi ma istituire si der:e, si può, tà è ci spemre cl«Jsi r:0<Jlia. Quando In ossa si radunino coloro che ora sono d'Impaccio alla tocnlca stessa. o coloro che la frequentano perchò non satmo dovo battere il capo; quando, finalmente, gli osami di passaggio nelle scuoio secondarie Italiane saranno regolati con minore ferocia in astratto e con minoro Indulgenza in realtà, la scola– resca del nuo\'o ginnasio (la scuola unica proposta) si comporrà per la più gran parte di alunni, i quali si prepA.roranno adeguatamente al corsi superiori dell'Isti– tuto e del liceo; la temuta confusione non ci sarà. 11 E parlando dell'indirizzo, olle avrebbero doYuto a\'ere le scuole professionali, esprime\'a Il desiderio " che per trop))o amore di euritmia non si roggiuo sem1>ree dap• pertutto SO))rf\uno stampo i ò l>eno che sopperiscano o.i bisogni particolari doi diversi luoghi e possano a\'ero un numero maggiore o minoro di corsi e non tutte tutti gl'insegnamonti medesimi ,,. Dopo di che il buon senso vorrebbe che si sospendesse ogni rirorma. a base di scuola media unica fl.nchè non rosse 1>ronto lo srogatoio delle scuole pratiche; ma la Commis~ione, I cui pensieri già cl erano balenati altra-

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