Critica Sociale - Anno XIII - n. 17 - 1 settembre 1903
CRITICASOCIALE 269 Nelle loro filo, che pur in breve corso di tempo si sono deste con insperata vigoria e moderni ti\ abbondano J>Crniciosnmente - come osservaYO in queste medesime colonne un anno addietro, di questi giorni ( 1 ) - gli indifferenti. Sono, J)Cr lo pili, privilegiati; ravorìti; vec– C.hi , che ai bei tempi del nx~lulamento... patriottico sono saliti sulla cattedra senza fatiche e senza studii e ormai sono vicini alla pensione; incoscienti o pu~illi, la cui ftlrberia è lo starsene zitti, ap1,a.rtati, !unge dai romori e che, in mancanza d'ingegno, mirano a fare carriera con la loro sommcssione esemplare e pretesca. Con siffatta gente non c'è nulla da fare. Per debito di coscienza e.... d'apostolato, la si catechizza anch'essa; ma poi la si lascia da parte. La refrattarietà l)iì, inespu– gnabile è quella degli egoisti e degli imbelli. Non mescersi con costoro non basta. Entrati nelPor– ganizzazione, occorre lavorarvi. Levarsi, pili o meno cor– dialmente, dal taschino lo poche lire della quota d'in– scri:dono è il meno. ]I ph't e il meglio, che ogni gregario organizzato dove dare alla sua causa e al suo ideale, è il pensiero, la solerzia operosa e appassionata di tutti · i giorni. Questa - non la tabella dei soci 1 per quanto folta - è il testimonio miglioro della floridezza di una consociazione. Ora, si ò tale solerzia, che, pur dopo il Congresso cos\ simpaticamente vivace e virile· dell'autunno scorso, ò mancata in troppe sezioni della Federazione; le quali sono cresciute di numero o ora costituiscono una rete fitta e compatta, che abbrac◊ia larga parte dell'Italia scolastica, ma non sono forse cresciute proporzionata– mente di attività. Molte, se non le più, si sono limitate a essere organi burocratici e flnanziarii e a muoversi - quando si sono mosse - sulla falsariga e dietro le iniziative e le pro– poste della sede centrale e delle poche sezioni ,·eramente operose, rispondendo qualche volta sì e qualche volta no ai re{ei·endmn e mandando via qualche telegramma, qualche plauso 1 qualche protesta. Un po'.... come i Cir– coli socialisti! Con che - si badi bene - non intendiamo discono– sce1·O i progressi dell'organizzazione degli insegnanti medii: saremmo in contraddizione con noi stessi. Solo avvertiamo il pericolo, a che essa, incamminatasi con passo così promettente, non ristagni nel picciolo e vacuo verbalismo e nei piccioli Jlerditempi e ripicchi forma– listici; lo avvertiamo tanto più nell'imminenza del se– condo Congresso della Federazione, che ha cla essere principahnentc un incitamento al lavoro instancato, schietto, fiducioso, di tutti. . * * Ma le difficoltà enumerate non sono tutte. Ye ne, ha un'altra, che J>ar connaturata saldamente alla lotta, che i lffOfessori combattono, e tiene molti di essi pensosi e scettici. Un mezzo efficace, risolutivo - si clice - a cui ricor– rere, come ad extrnmaratio, il giorno, in cui i mezzi degni e sereni della propaganda e della per,suasione - stampa, comizii, elezioni, cronaca e denuncia coraggiosa e in– flessibile di ogni sopruso e ingiustizia - siano apparsi insufficienti a fn.rtradurre le promosse ministeriali e J)ar• lamentari in fatti, i professori pare che non ce l'abbiano. Dell'arme delicata e formidabile dello sciopero non pos S')JIO far USO, Infatti, lasciamo stare che uno sciopero di professori ( 1) La Sc110/a mt4kl in ltMkl. - A proposUo (IL 1111 m·l~OIO di F. Cc– t·amko/tl In OrUka SOcklle, 1° agosto 1ooz. '3 sarebbe discretamente ameno, se non altro perchè le– tificherebbe molto giocondamente i ragazzi e impauri– rebbe e scandalizzerebbe terribilmente le famiglie. Ma, oltre che ameno, sarebbe impossibile e, anche se possi– bile - por troppe ragioni, le più valide delle quali furono enunciate già dal 'l'urati in un lucidissimo ar– ticolo della scorsa annata (I) - almeno come mezzo normale ài- lotta, da sconsigliarsi. E allora? - chiedono gli scettici e gli impazienti. Al• lora - rispondiamo - occorro guardarsi dal formulare innanzi tem1>0delle pessimistiche questioni di lana ca– prina come la suddetta, e fortificare invece l'organizza– zione, fugandone l'accidia e l'impazienza.; e non pensare che possano essere insufficienti le armi, che si hanno a disposizione, anzi adOJ)erarle con sempre maggior Iena o accortezza; e interessare e apJ)assionare incessante– mente l'OJ)inione pubblica, e agitare e porre il pl'oblema della scuola sopra tutto nelle elezioni, cosl da potere premere sem1>re più sul Parlamento, e, di rimbalzo, sul Governo. La parola, la stampa, il Yoto, lo spettacolo sopra tutto cli un fflscio sereno e serrato di forze fra le pili culte e intellettuali <lella nazione sono armi - a t)arer no– stro - fornite di tale virtualità da dovere, purchè non uno dei gregarii dell'organizzazione si rifiuti al lavoro comune, bastarej anche so i professori non possano even• tualmente permettersi il lusso di urtare i nervi all'on. Nasi o a chi per lui con uno sciopero e anche - aggiun– giamo - se non si costituisca e funzioni quel tal Partito della scuola che a noi pare sempre più - pur dopo il magnifico discorso detto recentemente a :Messina dal Salvemini f) - un'utopia o un errore e di cui speriamo sia per fa.re giustizia, malgrado l'eloquenza. e la fede schiettissima del suo fautore, il Congresso cremonese del mese venturo ( 3 ). ll qual Congresso ci auguriamo ehe sia per riuscire numeroso, vivace e proficuo e, in ))eculiar modo, che sappia dire concretamente e specificamente, con norme e criterii quanto pili omogenei e determinati, quale ha da essere la. linea. di conclotta, il J)rogra.mma di lavoro della. lièclerazio11e nell'anno che si approssima; così che - superato il periodo iniziale - questa abbia da essere (') OH auwu dello staio e le <:o.meredel tovo,·o, 1n Crttic,1 Socklfe, 1° ttgosto 1002. (fJ Riportato nel N. 11-12, <lei lr> giugno 1903, <lo\ Bolletli.uo della F'etle1·0.zlo11e Sazi.onale frn qti J11$tq11a11U delle $tuo/e medie, no1ognl\, :t.amoranl e Albertazzl. Crr. Il nostro art!eolo La poHUc<1 tfeqU Jn$C• u11a11U, In c,·Uica Sociale, 16 gennaio 1903. (3J Avrà luogo nell'ultlmo. - meglio rorse sarebbe stato nella sc– eon<la - lleoade di aettembre. I temi, sul quali è olllamato ti. pro• nunet11rsl o a sentir riferire, sono I seguenti: 1° Se ora Sia 1)088\blle rlsol\'ero contemporaneamente, con u11 unico (!!segno di legge, tutto Il vasto e comJ)lesso problenHI. <lell'lnsegnnrnento medio. - 20 Del 80\"rflecarlco lntenett1111lenelle scuole mCdle: quali no sono lo cause e qunll 1 possibili rimedi. - 3° Sul mo<lo <I! contemperare l'a11tonoml11 <lellcSezioni colla necessar\11.uniti• <lell'azlone redernle, ossia (I.elle relazioni tra 10 Sezioni o Il Con81gllo fe<lorale. - 4° Del modo mt– gl!or<l di organlzn,ro tutto le forze seolastlohe por ottenere, nello CIEW.!onl J)Oiltlche ed flmmlnlstrative, le giuste rlvon<l!oazlonl comuni. - r, 0 Del modo mlglloro di organlzzaro 1n propaganda 1ier mez1.o della stampn seo1ast1ea e po11t1ea.- 6° Se la Federazione debba 111- slsicre J)Or ottenere la riformi\ <legu organici tutta In una volta sola, tale che per ossu sh1no setolt! tutti I \·ari probleml Ohela riguardano; oppure, ove lo cousli:rllno ragioni di opportunità 11arlamontaro, debba promuo,·ero del m1g11oramcnt1 l)arzlall, senza trascurare per (Juesto !I suo Uno generale Immediato. - 7° Sulle speelall eenrtlzloul morali e materiali rtel giovani olio Iniziano la oarrlora comn lncarlCAtl " comun <lo.tl . - s 0 DI una pcroquazlono flJll)ross!mRtl\'ll tra Il com– JJenso o li Iavoi-o, da connettersi con l'aumento Ilei b11anclo <lolla l'. l, - 9° Della l8lltuzlo110di 1111 orfe.notro8o per 1 llgll degli Inse– gnanti di scuole medie. - 10° Del rapporti della Federazlono colla Sooiotà dl mutuo soccorso fra Impiegati della l'. 1.,con Belle In Verona.
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