Critica Sociale - Anno XIII - n. 14 - 16 luglio 1903

CRITICA SOCIALE 217 additava le vie per una sua possibile trasformazione in– dustriale, il prof. Nitti, pubblica ora un libro di minor mole: NaJJOlie l<t questio11emeridio11ale (NaJ>oli, Pierro edi– tore, L. 2), che è come la sintesi })0polare delle sue pre– cedenti ricerche, e che studia il problema anche in rapporto .colle ultime proposte di sgravt. Non sarà male riassumerne qui le idee principali. La profonda differenza che passa tra le condizioni dell'I– talia settentrionale e dell'Italia meridionale si è rivolata anche nel diverso atteggiamento che il parlito socialista ha assunto di fronte, per esempio, alle recenti proposte Sonnino. I soeialisti meridionali le hanno e.~altate; i set– tentrionali lo hanno, senz'altro, respinte. Ora, indipen– dentemente dalle preoccupazioni politiche che i socia– listi del Norcl risentono dinanzi alla figura del Sonnino - preoccupazioni che non possono essere divise in egual modo, })er il diverso ambiente, dai socialisti <lei Sud - non si può negare che questi 0})postigiudizt non dipendano, in parte, dalla nozione imprecisa che si ha fra noi dei veri termini del problema meridionale. Poichè i rappresentanti delle nostre organizzazioni economiche sono destinati ad esercitare una parte sompre più im– portante nella vita pubblica di tutto il paese, è bene che la questione meridionale - divenuta ormai una questione nazionale - sia da essi più esattamente cono– sciut-a. ... :Nella seconda parte del suo nuovo libro, il prof. Nitti si occupa principalmente di Napoli. Data la enorme influenza che questa esercita su tutto il Sud i dato che essa ò il grande focolare della sua cultura e della sua tradizione, il problema di Napoli si confonde con quello stesso clel– l'Italia meridionale. li prof. Nitti riproduce qui, in gran parte, le idee già espresse in altri libri: idee le quali acquistano una })articolare attualità, oggi che stanno per pubblicarsi le conclusioni a cui ò giunta la f11.mosa Commissione di inchiesta per l'avvenire industriale di Napoli. Servendosi di un cumulo im1>ressionautedi ftltti 1 egli cosl riassume il suo studio sulle attuali condizioni della città: 1. Esiste un problema speciale della città di Na.poli, che dipende da cause molteplici. 13isogna sopratutto ri– conoscere che l'ordinamento unitario dopo ;1 1860, se relativamente ha depresso l'economia del Mezzogiorno, ha depresso piì1 particolarmente l'economia della città cli :Napoli. 2. Napoli è in una situazione economica assolutamente eccezionale: a) unica fra le grandi città. di Ruropa, vede la po– polazione crescere, e i consumi diminuire; b) ogni giorno la povertà aumenta, e aumenta il disquilibrio; e) i depositi delle Banche, la distribuzione della rendita Pubblica, le cifre degli affari denotano una si– tuazione peno~issinta i d) per industrie Nat)Oli è meno importante della piccola Como; per commercio marittimo è poco al cli sopra della piccola Savoni~; le risorse di cui <lispone sono tenuissime 1 e tendono ogni giorno a diminuire. Per quanto gravissime, queste conclusioni ci vengono, quasi nostro malgrado, imposte dalla copia dei dati e dal rigore del ra-gionamento che le suffraga.. Qualche riserva dovremmo solo fare di fronte alle cifre di cui il Nitti si serve per provare che i consumi popolari sono diminuiti. La mancanza di spazio e l'indole della Uivista non ci consentono di addentrarci in una dimostra:done che assumerebbe un carattere tro1)pO tecnico. Ci limi- B1b ,ate C no Bar o tia.mo ad osservare che il nostro autore avrebbe forse interpretate più esattamente le cifre che riporta, quando ne avesse semplicemente concluso che i consumi J)OJ)O– lari sono aumentati in una misura meno che proporzio– nale allo svilu1>podella popolazione. Quale il rimedio ad una situazione così tragica? ll Nitti riconferma qui 1 e rafforza. con nuovi dati ed argomenti, la sua notissìma tesi: che Napoli, per pro– greclire, può e <leve trasformarsi in un grande centro industriale. l~gli riconosco che una tale impresa è osta– colah\ dalle condizioni sociali (lell1ambiente. Mancano i ca.pitali, manca una borghesia industriale; manca nelle classi operaie una conveniente educazione tecnica. In compenso però esistono tutte lo condizioni materiali di trasformazione. Fra queste, })rincipalissime: la esistenza di una })Opolazione abbondante e capace di diventare industrialmente abile; la situazione <leiporto, vantaggio– sissima nelle forme attuali del commercio mediterraneo; la esistenza, sopra tutto, di grandi forze idrauliche, messe a breve distanza e facilmente utilizzabili. li Nìtti, appoggiandosi all'autorità. cli molti tecnici e di molti industria\i intelligenti, dimostra. come, particolarmente dal Volturno, si possono portare a Napoli a prezzi di assoluta convenienza ben 18 mila cavalli eleUrici. Ili– sogna dunque agire in tal modo che alla mancanza di condizioni sociali di sviluppo sia sostituito il vantaggio delle condizioni naturali. E poichè queste ultime sono tali da poter richiamare non solo i capitali nuovi in cerca di investimento, ma industriali già. esperti, NaJ)Oli risorgerà. sicuramente, se gli interessati lo vorranno, e se i })rimi passi non sara1wo artificialmente ostacolati. Riuscirà interessante vedere fino a che punto la Com• missione d'inchiesta per l'avvenire inclustria.le di Napoli avrà accolte le idee e le previsioni del Nitti. Certo, mal– grado qualche contraria apparenza, esse non ci sembrano affatto utopistiche. Se in un 1)aese la industria prospera, e nell'altro no, gli adoratori semplicisti delle leggi na– turali sogliono concludere, senz'altro, che il secondo non ò nato J)er le industrie. In fondo, il J)rincipio, in sò stesso giustissimo, delle leggi naturali, ha per base il concetto clel tornaconto indivkluale. Ora 1 le condizioni che agi– scono sul tomaconto individuale sono così numérose, e dipendono molte volte da circostanze cosl prevalente– mente sociali, che anche un lieve spostamento può ba– stare, perchè il tornaconto individuale agisca, dove prima era. inerte. Se dunque a Napoli esistono alcune condi– zioni naturali favorevolissime all'indu-,tria - e, fra le altre, una cosl importante come la esistenza di grandi forze idrauliche - non v'ha nulla di arbitrario nel di• mostrare come si possano combinare fra loro, e come si possano nello stesso tempo eliminare gli ostacoli che le attraversano. Rifacendo la storia delle grandi industrie e dei grandi centri commerciali, noi troviamo sempre alla radice alcuno di questi così detti mezzi artificiali (esenzioni da imposte, protezione, lavori JHLbblici,occ.), senza le quali le famoso condizioni di natura sarebbero state impotenti a stimolare l'iniziativa privata. . • * Ma la parte pilt interessante e di maggior attualità del libro, ò quella in cui il Nitti tratti~ <lella questione meridionale nel suo complesso. Secondo il nostro autore, la questione meridionale ii si basa JJarticolarmente sopra. una constatazione: fra l'Italia del Norcl e l'ltalia del Sud la. differenza. di con– dizioni economiche e sociali è assai maggiore che nel 1860. Vi sono ora duo Halie: una progredisce rapidamente,

RkJQdWJsaXNoZXIy