Critica Sociale - Anno XIII - n. 14 - 16 luglio 1903
CRITICA. SOCIA.LE 221 verà. facilmente come a uguale spesa non corrisponda il presumere circondati da una numerosa scolaresca identico risultato. i rari maestri esistenti. Tnvece, sempre secondo le SJICSO. jlOr Percentuale Kazlonl ogni u111ovo doll'RltalJetlsmo Inghilterra L. 42 SGiO Scozia 45 91,6 llaesi Bassi 53 92,7 Belgio 44 8410 Francia 39 90,6 Prussia 39 99,6 Sassonia 40 100,0 Baden 25 100,0 Svizzera 40 99,2 Ungheria 18 64,0 Italia 30 58,0 Norvegia JJ 91\8 Lo stesso si dica confrontando tra loro Je varie regioni d'Italia (Stctti-stica delf-istruzione elementare del L894-95 1 Roma, 1897, pag. 76 1 tav. XXIX). ncg1on1 Sposa per alunno Analfo.bct! Piemonte L. 19,92 8,9 °lo Veneto 21,04. 31,0 ,, Lombardia 21,so 15,6 ,, Abruzzi 22,03 38,4 ' Toscana 23,49 36,5 ,, Sardegna 24,77 82,6 ,, Emilia 24,91 31,0 ,, Umbria " 25,97 62,9 71 Basilicata 26,04 75,7 Marche 27,54 60,1 " Calabria 28,80 77,1 Puglie 29)37 (W,7 Campania 29,32 60,1 Liguria 30,12 18,8 ,, Sicilia 31,48 67,0 ,, Lar.io 42,82 88,1 E, se dalla spesa per ogni a1lievo vogliamo pas– sare a quanto riguarda la condizione dei locali e la qualit.'1. dei maestri, abbiamo, secondo la relazione Torraca al Ministro dell'istruzione nel 1897 (ripor– tata. anche questa dalla Lombroso): 1tcg1ont Analfo.betl Maestri buoni Locali buoni Piemonte 8,9 °lo 34,6 °lo 38,7 °lu Lombardia 15,6 11 35,7 ,, 51,9 ,, Liguria 18,8 n 30,8 n 56i6 n Veneto 31,0 n 42,t 56,8 ll Emilia 31,0 ,, 24,7 26 1 5 Il Toscana 36,5 n 51,9 ,, 39,5 Il Lazio 38,4 11 42,4 ,, 49,9 " Abruzzi 60,1 ,, 30,4 ,, Hl,3,, Marche 60,1 31,0 " 34,0 11 Puglie 62,9 ,, 40,8 11 39,2 ,, Umbria 67,0 ,, 42,6 ,, 39,5 11 Sicilia 69,7 43,0 n 34,2 ,, Campania 60,1 42,4 ,, 32,2 ,, Basilicata 75,7 ,, 22,5 ,, 1911 ' Calabria 77 1 1 21,1 82,2 Il Sardegna 82JG 11 51,!) " 39)5 Sicchè, puL· essendo considerevoli i mezzi usati da11'ltalia in generale e dall'Italia meridionale in ispecie per diffondere ristruzione (essi reggono - l'abbiamo visto - a qualunque confronto), l'igno– ranza regoa da noi, e specialmente nel Mezzogiorno, indist.urbata signora. Del resto, se l'analfabetismo italiano dipendesse rcalmcutc da scari:sità di m.acatri 1 sarebbe naturale CO cifre della Lombroso, tolte dal Bulletùi de l'Jnstitut internationat de staUstique (anno 1892), abbiamo che in Inghilterra ogni maestro insegna a 95 scolari Scozia 86 Paesi Bassi 42 I)russia. 66 Sassonia 54 lladen 74 Baviera 3c, Austria 66 Ungheria 03 Italia 41 Svezia 52 Norvegia 59 Infine, consu.ltando un'altra statistica, troviamo, per quanto riguarda esclusivamente casa nostra, che ad eguale aumento cli maestri nello vario parti d'Italia non è corrisposto uguale diminuzione di analfabetismo. Ecco infatti il numero dei maestri ( 1): Italia insulare meridionale 2.!)64 nel 1876 e 4.876 noi 1894 7.103 10.027 centrale 8.314 settentrionale 19.321 11.531 22.195 La diminuzione dell'analfabetismo è stata invece la seguente: 1861 1871 1881 Jtalia settentrionale 45 °lo 3!) °lo 27 °lo centrale 77 ' 68 , 58 , meridionale 86 , 82 " 77 insulare 88 , 84 ' 78 , 'l'utto ciò può sembrare inverosimile qurtndo non si pensi che la miseria è nemica dell1istruzione, A-nchc se impartita gratuitamente, e che, clrLvantial bisogno di mangiare, ogni altro bisogno vien meno. I geni• tori poveri mandano i loro figlioli, fin dalla, pii1 te– nera età, al lavoro o all'elemosina, non alla scuola, infischiandosi delJa legge che prescrive l'istruzione olJhligatoria e non il pano obbligatorio; se poi a scuola li mandano, i ragazzi ci vanno a stomaco vuoto, nè ànno per ciò la forza di nutrire il cer– vello; e, se qualche cosa alla meglio imparano, dopo passano immediat1unente dal sillabario e dall'abbnco alla pialla o alla vanga, e, con dicci e più oro di lavoro al giorno, non avendo nò tempo nè vogliri cli prendere in mano un Jihro o un giornale) dimen– ticano in breve quel poco che avevano assimihito · con grande fatica. È naturale per ciò che, mentre nei paesi ricchi il popolo pensa ad istruirsi da sè anche quando non vi provveda il Governo o il Co– mune; da noi, nell'Italia ·meridionale, il popolo do serti le scuole di cui non sente, non può sentire il bisogno (non occorre ness1111a scienza particolare per morire d'inedia), e proclami per bocca dei suoi rap• presentanti più prossimi che l'istruzione obbligatoria è una istituzione di lusso. Non è dunque l'a.lfa.boto che va diffuso nel Mezzo. giorno d'Italia per vedervi scomparir la miseria; ma. è la miseria che bisogna fugarvi per vedervi trionfar l'alfabeto; il che è quanto dire che per molto tempo ancora dobbiamo rassegnarci a vedere in tanta parte di casa nostra il pieno trionfo dell'ignoranza. (Continua,). Dott. CAIU,O Pi;:Tuocc111. (1) SUill.$/tca tleU'làlt,·11::i<meeltme11tare t11 ll<llkt, 1891, imi;. xx.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy