Critica Sociale - Anno XIII - n. 14 - 16 luglio 1903
6 220 CRITICA SOCIALE delle nazionalità che abbiano dato, nei tre ultimi anni, una media di analfabeti maggiore del 10 °/ 00 È però utile vedere in proposito, al lume delle stesse statistiche americane, come gli italiani tutti, anche se fosse stato accolto il proposto temperamento, sarebbero caduti lo stesso sotto il rigore del nuovo progetto di legge. EmigranU agU Stati Uniti che it11110 una medici à 1 a11al(a• beli maggiore del -LO 9 / 0 (I). Turchi. . . . 54. 0 / 0 Dalmati, 13osniaci Jtaliant del Sud 48,2 ,, Rutcni. 46,7 .,, Portoghesi 40,8 ,, Uron.ti e Sloveni . 34,0 ,, Bulgari, Serbi e Montenegrini 33,5 n Lituani 33,3 n Rumeni 30,S 11 ed Erzegovini 28 1 9 °lo Polacchi . 28 1 7 ,, Slovacchi 26,1 n Greci 20,2 11 Russi 17,0 ,, Ebrei 16 1 8 ,, italiani del Nord . 11,s ,, Magiari . . 10,3 11 Emigranti che à11110 una media minore del 10 °lo• Spagnu~li . 7,9 ¼ Gallesi . 2,5 ¾ Olandesi e Fiam- 13oemie Moravi J 1 8 11 minghi Oin.pponesi Tedeschi Francesi . Irlandesi . 6,2 11 Finni . 1,5 11 5,0 ,, Inglesi . 1 1 2 ,, 3 1 4 ,, Scozzesi 1 1 0 ,, 3,2 n Scandinavi e Da- 3,1 11 nesi 0 1 4 ,, Basta ora riflettere che nel solo anno fiscale 1901-902 arrivarono agli Stati Uniti 27.620 italiani del Nord e ben 152.~15 italiani del Sud, per comprendere che razza di decimar.ione verrebbe a subire la nostra emigrazione ove passasse, attraverso il vaglio della politica americana, la disposi:done restrittiva in parola. Fortunatamente essa è naufragata ancora una volta, non più per l'opposizione presidenziale ('), ma per l'opposizione del Senato, fo cui momentaneamente si affermano e trionfano gl'interessi dell'alto capitale e della grande industria. li disegno di legge approvato dalla Camera dei Rappresentanti il 27 maggio ln02 è divenuto legge cli Stato il 3 marzo p. p. Ma in esso i1 Senato à ra– dicalmente soppresso la parte che riguardava l'esclu– sione degli analfabeti. E noi possiamo adesso dormire fra due guanciali? Possiamo noi stare sicuri che, picchia e ripicchia, gli implacabili nemici della nostra emigrazione non rie– scano a vincere? Pur troppo tale sicurezza non c'è, e il pericolo, per ora scampato, ci pende sempre sul capo come la spada cli Damocle. Sarebbe dunque neccssal'io, nel breve respiro accordatoci, non perdere tempo e correre possibilmente ai ripari. VI. Annlfallotismo o miseria. Ma qui casca l'asino. Molti, :inzì i più, di fronte aJla. guerra bandita contro l'analfabetismo dei nostri lavora.tod, ànno escogitato un rimedio che sembra tanto semplice quanto efficace: diffondere l'alfabeto. ( 1) SI noti etio queste porcontuall sono dclorm!nato 111baso o.Ilo scm11Hc1 d1c111o.raz1on1 rutto dagli stessi emigranti; st dovono perciò presumere Inferiori n q11ellc cl1e 11otrobbcro risultare In seguito ad un osmno simile a quello 1Jro1,osto dal disegno di leggo In 11aro1n. t'J Boosovolt si ò dimostrato contrnrto nll'!n11nlgruz\one dogll anal• rabctl. Noi suo ultimo m11ssa1:glo 1\ dtch!nr11to: " Il secondo sco110 di Ullil. leggo sull'lmmlgrnz!onc dOHCbbo os~oro quello ctl accertarsi, medùmte 111tesame acc11n1(0 t non sempti.ceu1wtt a bllst ,u Uf/10-ll t (U sc,-1,tt111"«1 se l'lrnmlgrnnto J)038ioda la ca1)nottà 1ntellottualc por J)Otcr agire sano.mento (11mlooltradlno nmcrloano ~· Ult: J IU d Già. il prof. Sergi, in un suo articolo sulla '1.'ribuna, suggeriva di sparpagliare un migliaio di maestri am– bulanti per l'Italia :Met°idionale. Spendendo un paio cli milioni all'anno per una diecina d'anni dì seguito, la mala pianta dell'analfabetismo - così almeno ri– tiene il prof. Sergi - potrebbe essere totalmente estirpata da noi. E che si debba e si possa far qualche cosa in questo senso è cli parere ancl_ie l'on. Credaro. Egli, nella re– lazione sul Bilancio della Pubblica Istruzione per l'esercizio finanziario 1903-904, scrive (pag. 23): Di fronte alle nuove leggi restrittive della immigra– iione, che Stati stranieri hanno fatto o stanno per fare, qualche provvedimento immediato deve essere preso. Noi non possiamo limitarci a combattere l'analfabe– tismo tra i ranciulli dai sei ai nove anni, obbligati alla. scuola. L'emigrazione italiana dovrebbe attenderne i frutti per lunghi anni ancora. L'opera nostra deve com– piersi efficace e sollecita tra gli adulti. Infine il Giornale d'Italia, scriveva nel n. 359: ]'..: illusione s1leraro che l'azione sola della nostra diplo– mazia possa arrivare ad impedire l'attuazione della legge contro l'aualfa.betismo in America, più che non l'abbia Jlotuta impedire in Australia, nella Columbia inglese o nella Colonia del Capo. DalPaltro lato è dovere dello Stato italiano di provvedere energicamente all'istruzione delle masse proletarie del Mezzogiorno, alla quale non possono bastare lo Amministrazioni locali, prive di ri sorse ed oppresse dai debiti e dallo tasse. Nel Mezzogiorno è dovere dello Stato di prendere in mano prOJ>ria,almeno nei Comuni minori, l'istruzione elementare, facendo contribuire i Comuni soltanto nella misura delle loro forze, ossia senza aggravare per nulla le loro condizioni attuali. Come diceva l'on. Sonnino nel suo discorso della Sala Maddaloni a Napoli, l'Italia risorta ha pur troppo man· cato fin qui deplorevolmente al primo dei suoi doveri di civiltà.: quello di <lare i primi elementi dell'istruzione allo masse povere delle sue provincie più infelici. È tempo di risolversi ad una azione energica per to– gliere di dosso alla metà. del Regno questa onta. del 1n·imatodell'analfabetismo nell'Europa cristiana. A ciò consigliano ormai considerazioni di prudenza non meno che di umanità. Ora, tutte le proposte surriferite che rispecchiano del resto l'opinione della generalit~ sull'attuale com– plicato problema, riposano su due pregiudiz1. Jl primo è che basti aprire scuole e mandare maestri nell'Italia meridionale per guarirvi la piaga dell'analfabetismo. I1 secondo è che gli Stati Uniti, l'Australia, la Co– lumbia) ecc., combattano l'analfabetismo per l'anal• fabetismo e non per qualche altra, e più sostanziale, ragione. . . . Che non basti aumentare il bilancio dell'istruzione pubblica per rendere istruito un paese lo climostrò eloquentemente Gina. Lombroso in un :mo articolo suJla Riforma Sociale del 15 marzo 1898 (!). Ripor– tiamo da quell'articolo alcune cifre relative all'alfa. betismo (brutto nome di bella cosa) dì varì paesi d 1 Europa confrontato con quanto spende ciascun paese per la pubblica istl'uzione (!). Il lettore rile- ( 1) Srllle cause e suL l'LmedL delt'a11alfabetts1110 lii Italia. (-) B1tUtti11 de l' J11stUut h1leniaU011ai flt 11tllHstique, IS1>2, tom. ,•r, 1>ag. 111s.
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