Critica Sociale - Anno XIII - n. 13 - 1 luglio 1903

CRITICA SOCIAUJ 203 finisce per avversare lo sciopero. Invece la soluzione vera e sola ciel problema dei lavoranti fornai è ri• posta uelJa fobbricaziono municipale del pane, con la quale si assicura. ad un tempo il consumo a tutti o il rispetto ai diritti del lavoro. • Lo sciopero qualche volta può fare il giuoco dei capitalisti stessi, quando una merce per eccesso di produzione rimano ingombrante e deprezzata. Laces• saziono del ,liworo, provocata da qualche inaspri– mento a danno degli operai, fa rialzare il prezzo delJa merce invenduta ( 1 ). Lo sciopero, per conchiudere su questo tema., rac– chiudo una contraddizione insanabile; mentre l'ordì· namento capitalistico lascia innumeri disoccupati, lo sciopero, che è protesta. contro tale stato di cose, per sostenere lungamente la resistenza padronale e vin– cere, deve assicurare la vita di tutti gli scioperanti ed imp eclil'0 il " krumiraggio; elevo, in una parola, opera.re come se l'orclinamonto economico contro il qualo c ombatto fosso già mutato. Ma, come l'evan– gelica predicazione dell'amore fra gli uomini ha dato 1 attraverso l'orrore del soprannaturale, i primi linea– menti della solidarietà sociale, così lo sciopero 1 non sempre possibile e sempre mezzo primith·o di lotta, dà. un solido punto di ilppoggio por sollevare h~ disse la.voratrico sul terreno dell'azione rivoluzionaria degli ordinamenti economici esistenti. l l. - La cooperazione, che è forma più evoluta cli organizzazione economica, presenta anch'essa aspetti diversi. i;!ssfl, pii'.1che la semplice Lega, elimina gli inter– meclinri e il padrone. Elimina il bisogno cli sciopero. Riconoscendo che gli strumenti della produ;r,ioue e i capitali non possono essere ugualmente divisibili a. tutti i lavoratori, e che i consumatori non possono ciascuno per sò assicur11rsi i ,mezzi di vita, la coope– razione vuol dare ai lavoratori e ai consumatori asso– ciati i mezzi che Rfuggono all'individuo isolato. La Cooperativa cli lavoro, quella cioò che più cEL l'immagine della orgnnizznzionc futura del lavoro, non può estendersi a. tutta un'arte, ma si limita sempre a un gru1)J>0 ristretto di lavoratori. Hssa riesce diflicile a costituirsi e a durare 1 a causa della incompatibilità. di caratteri o di vedute 1 perchè vuole associare individui 1 secondo le vecchie utopie, piut– tosto che semplici interessi di persone libere. Ciascuno stima variamente i sacrifici richiesti e le utilità date da u1l't1ssociaziono cooperativa. La riuscita dipende dalla scelta dei soci e dall'adattamento all'ambiento; alle quali condizioni non può riuscire la cooperazione che debole strumento di rivoluzione sociale. Le Coo– perative di lavoro sono organismi "chiusi, che nei rapporti esterni operano con le leggi della concor• ( 1) Lo sclo11ero negli 1t11blllmenU enologici del mfll"8<1l« sarebbe prima rlntu:,.:,.ntocon ogni meuo, le1nendo gli lndmurlall l'lnge– rcmm degli operai nrgll aff'Rrlcondotu con geloso segreto, e temendo soi)f11tutto 111. co11trntla1.lo110eollettlvn del lavoro, anzlchè quella Yecehta conirnil11zlono Alla il111oclolata,buona 11er COn\·ertlre l'ope– ralo dello Slablllmento lu servo della CMR, ~IRIl \'lno m1o·snfa gode 11\'IIIIIUS'glodi unll. llmlto.tR ZOllft(118Utl11at11ratel)roduzlono C del \'R8to mercato mqndlRIC, (IO\"O 111 cs1111nde richiesto dall'uso genera– lizzato o dalla 111edlcl1rn. t:uo, 11ornooosslti\ della sua rnbbrleazlone, trO\'llSI In grAlHII stoc~·, net ll\Rfl'RZzlnl.Oli lndustr!all, se 111 seguito n scto1,ero si coi1\1zz1tssoro,trovando som1)ro I M krumlrl " necessari al \tn·oro di s11C(l1zlono Yondentlo plì1 cnro Il \"lno, guad:lg-noreù• boro molt1 mlllonl elio ora uou l)OSBonogundngnaro In CRusndelln coneorronw. lo perolù rltcugo eho l'orga11lzz11zlo110di re111stonz1\degli operai del m11l"s111a sin 11rlnel11nlme11to avversato. do.I grossi Industriali, elle hanno nsslcurnto un rno1101)01top11.rtlco1arc ano smercio del loro vino, mentre , piccoli lndtt&lrlRII <IC8l<\ercrebùeroche por togliere hl concorrenza commorelRIO81coa111.zassero tutti, grossi e 11lccoll.imeho sotto 111 pres111011c ili uno sclo11cro i;enerale. )In se lo m'inganno su ciò, (llrÌ1mei'IIO J'nYvenlrc. ronza capitalistica; sono garanzia della buona esecu– zione delle opere, avendo ciascuno dei soci uno scarso interesse a frodare, ma sono deboli contro la specu– lazione e le frodi delle persone esterne con cui trt\t– tano di compra e vendita. 'frovano una grande difficoltà a stabilire le l>aghe di ogni associato, che credesi sempre migliore degli altri, e non riescono a convincersi del principio equo che il dividendo oltre le paghe e le spese va diviso non in propor• zione alle paghe stesse, ma in proporzione aHe ore lii lavoro da ciascuno impiegate durante l'anno. l~e false Cooperativo sono società di piccoJi capi· talisti, che ri1>artiscono fra loro tutti gli utili, impie– gando operai estranoi ai riuali non dànno che il semplice salario. Le Ùoopcra.tive cli lavoro, quando ricsconq, tendono a monopolizzare i vantaggi acqui– stati, sfruttando anch'esse i consumatori. Le Coope– rative di produzione, se non vogliono perpetuare sotto altra forma il salari1tto, deYono slargare il loro campo d'tizione, associando tutti i vecchi mestieri coi quali un! prodotto può essere incominciato e finito. La Cooperativa, p. e., di muratori deve trasformarsi in quella cli tutte le arti fo.bbrili, a incominciare dai cavatori cli pietra per finire ai decoratori. 0.ggi i proletari non possono coi loro scarsi salari, risparmiando, accumulare i capitali necessari alla cooperazione. Solo le pubbliche Amministrazioni, co– strette dall'azione politica del proletariato, possono fornire tnli ca1>itali, fra cui principalissimo la terra da coltivare. Il pericolo di u11 cassiere infedele si evita. agevolmente col senizio di cassa affidato ad una Banca popolare, che si fa un merito <li accettare tale incarico. Quando i cooJ}eratori non sanno strap– pare i capitali sociali tli poteri pubblici, nei periodi che la Cooperativa non dà lavoro ai suoi associati, costoro fanno cli tutto per mangiarsi quel po' cli ca– pitale intangibiJo che poterono a stento accumulare. La continuità cli lavoro ò una delle fondamentali condizioni cli riuscita. e di durata cli una Cooperativa cli produzione ( 1). Gli operai si associano in Cooperativa di hworo, piuttosto quando sono disoccupati, che per il prin– cipio di conquistare l'intero prodotto della propria fatica.. La disoccupazione fii cercare lavoro nella Coo– perativa, e la disoccupazione fa dividere il capitale sociale. Quando fiorisce una Cooperativa cli lavoro, l'operaio vi ricorre in mancanza di lavoro proprio; esso, pur mantenendosi socio, non resta dal ricercare commissioni 1>ersò. Le Cooperative di lavoro, quando riescono, oltre ai vantaggi che per sò stesse procurano, possono adem– piere a còmpiti maggiori. Esse, rinunziando ad una parte dei 1>rofitti divisibili ogni anno, possono com– piere opere cli pili completa solidarietà. con il fondo di riserva destinato anche alla previdenza, alla mu– tualità, alla. educazione. Una Cooperativa di la,·oro tra piccoli proprietari agricoltori ò impossibile. Essa non forma, come da qualcuno si pretende, una grande proprietà, con tante case, tanti muri, tante siepi di tanti piccoli fondi di ineguale ferncità 1 con diversa coltura e distanti l'uno dall'altro. Non si formerebbe una. Cooperativa di la– voro tra l'ortolano, il giardiniere, il viticultore, il gninicultore, il pastore; come non si è mai fatta. una Cooperativa di lavoro tra calzolai, sarti, ferrai, mu– ratori, ecc., insieme. Può concepirsi una cantina o una lntteria socii~le, come una Cooperativa di sarti o cli mura.tori; ma fra. i diversi piccoli proprietari può costituirsi una cooperazione di acquisto, di ven• dita e di c1·cclito, non mai di lavoro. La cooperazione cli lavoro agricolo è solo possibile con la. socializzazione della terra; e a questa socia- (1) Q11estnconlll:donc rort111111ta 11anno1 both11 di lfRrsalR,

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