Critica Sociale - XIII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1903
CRl'l'lCA SOCIALE 163 pavano lo sviluppo. [I bisogno di produrre, non pilt con scarsi e primitivi strumenti di lavoro per unr~ ristretta clientela. di parrocchiani, come clicesi in Si– cilia1 ma per un mercato molto più vasto quale è quello mondiale, non era compatibile con le restri– zioni privilegiate delle corporazioni e con i regola· menti proibitivi sulla produzione e sul commercio. Oggi, delle corporazioni non resta che il santo pa• trnno dell'arte con il relativo stendardo messo fuori nelle feste chiesastiche. · Con il trionfo della borghesia e dello. legisla,done sociale, la produzione si è trasformata sulle hasi uuove del capitalismo speculativo e del salariato oscillante tra. lo sfruttamento e la disoccupazione. L'artigianato non declina nei paesi, come il Mezzo– giorno d'[talia, dove non sorge la grande industria; o nei paesi industriali stessi consen•a in pilt ristretto àmbito una sua particolare clientela. IDsso,assieme alla piccola possidenza., dànno una particolare fiso– nomia al 1>roblcma sociale, ed assegnano un partico– htre còmpito all'azione socialista. 3. - [ perrezionamenti tecnici, cou Piutrocluzione llelle macchine e con l'applicazione delle scovcrte scientifiche, sono il portato del bisogno di speculare sopra strumenti sempre più perfetti di monopolio. L'artigiano antico abbandona i ,•occhi s!.rumenti della propria arte per rinchiudersi nclhl. grande industria. n salario sèguita a commisurarsi o colla giornata di l.tvoro o con la quantità di prodotto del lavoro, e forma la mercede. La libertà. cli lavoro ha condotto alla libertà. di 3fruttamento. Nella lotta tra capitalista. e la,·ora.tore, il primo, armato elci monopolio che gli deriva dal possesso degli strumenti della produzione, vince l'altro che possiedo solo le braccia e il cervello pcr J avorare. li capitale inoltre, che forma. oggetto di pro– prietà privata, J)Cl' grande che sia, ò mantenuto in– feriore ai bisogni del consumo, per ))Oter esercitare l'azione sua climonopolio; invece lo rorze di lavoro sono sem1>re in eccesso: un solo capitalista può asservire u11 numero immenso di lavoratori resi docili dalla. <'Oncorrenza affamatrice della immancabile riserva di disoccupati. L,apersona. Javorntrico diventa merce, ed il capitale, che ò cosa, piglia col capitalista i di– ritti di persona .. 11lavoro, che ò persona, viene 1>a• gato come cosa, conservando l'antica sorte dello schiavo; e la cosa prodotta dal lavoro umano o dalle rorze gratuite della. natura, per il fatto cli essere posseduta in pro1>rietà privata, conforisce al posses– sore diritti cli privilegio. Con la propl'ietà privata dei mozzi di produzione, l:l. ricchezza ò por gran parte llis1>crsaalla sua stessa. scaturigine. fl quoziente personale di tutta la ric– chezza prodotb~ diventa quindi scarso e insufficiente. Con lo svilu1>po delle industrie e del capitalismo, la concorrenza, che prima era sef\'ita a promoverlo, diventa un ostacolo grandissimo per la sicurezza clclhLproduzione. La produzione cogli schiavi era assai scarsa, e ool progresso della po1>olazione la schiavitlt non tornò più conto. La produzione feudale era. scarsa ancora, e dovette cedere al bìsogno cli aumentarla con la libera concorrenza. (I sistema regolamentare e i pri– vilegi delle corporazioni im1>edivano il libero sviluppo delle forze proclutti,·o. Ora la produzione capitalista non basta nemmeno a soddisfare i bisogni cli tutti: per sostenere la con• correnza deve essa pagare scarsamente il salariato, e deve tenero a sua disposizione una riserva innu– merevole di disoccupati, perchè i fortunati che tro• vano lavoro non possano pretendere trop1>0. Il pro– letario moderno è sala riato o disoccupato. Una classe socia.le nuova, la borghesia, conqui– stando il potere po litico, potò togliere, col mezzo della legislazione liberale, tutti i vincoli medievali della proprietà e ciel lavoro, ed accrebbe d'assai Ja ricchezzit; un 1 altra classe sociale nuova, il proleta– riato, conquistando alla sua volta il potere politico, deve rimuovere ogni ostacolo opposto all'aumento successivo della produzione dal limitato interesse personale del capitalista, e sostituire questo interesse personale con quello collettivo. L'azione politica del proletariato, organizzato in partito di classe, è una necessità, sto1·ica che ha la ragiono scientifica nella insufficienza e nella disparità della ricchezza clistri buib. dal capitalismo. Oggi molti prodotti, specialmente industriali, sono così abbondanti che soverchierebbero; ma, dovendo essere comperati solo da. chi ha venduto altri pro• dotti, non possono essere consumati da tutto l'irn menso numero di coloro che non possono produrre o elle vengono derubati del loro prodotto. Anche nel caso dell1abbondanziL il sistema capitalistico produco le stesse conseguenze della carestia. Visto che con la concorrenza si guadagna 1>ocoo si la,,ora a perdita, e si va incontro al fallimonto, gli industriali si coalizzano per evitare che si pro– duca in eccesso o po r mautener o alti i prezzi. Questo coalizioni o trusts si forma.no più numerose e po– tenti là dove il capitalismo è piit sviluppàto. Esse, in grazia del monopolio, possono assicurare la con– tinuità del lavoro ai 1>ropri operai; e, venendo in antagonismo con 1c Leghe operaio, possono facil– mente sostituire il mercato individuale del lavoro 1:011 quello collettivo. Le grandi industrie, mono1>olizzato con le coali– zioni, tendono a sfruttare e ad affamare intere po– polazioni, imponeudo salari bassi ai lavoratori e prezzi alti ai consumatori, finchò i consumatori e i lavoratori non organizzino la resistenza e la ribel· !ione. Sorge, cli conseguenza, in tutti il bisogno cli sottrarsi a tale tirannia, espro1>riando col potere del Comune o dello Stato le grandi industrie per con– vertirle in servizi' pubblici socializzati. La conver– sione è facilitata dalla migliore e meno costosa or– ganizzazione ciel lavoro nella grande industria. 11 aistema capita.lista si converte dunque eia sò · nella industria collettiva, e genera il socialismo che, al contrario di Saturno cLivoratore di figli, divora il proprio padre. 4-. - La grande industria ha dato le organizzazioni coatte del lavoro sotto la tirannid e capitalista. Le forze del lavoro vengono associn.te dal padrone o dal– l'imprenditoro, a ciascuna di esse assegnando una . funzione specifi ca, che con corre sapientemente al fine dell'impresa. L' industria .le del vino ma1'Sala, come l'ap1>altatore di un'opera pubblica, domina, non solo scegliendo i suoi operai e pagandoli mono che può, ma assegnando loro forzosamente il lavoro da com• piere; e si mantiene a rbitro di mutare tali assegni. Il lavoro organizz11.to 1 con la specializzazione delle funzioni, l'adozione dei grnncli mezzi meccanici e la concentrazione dei capitali, raggiunge un'altezza di produttività ben maggiore della somma cl~Ile singolo forze di hworo indipendenti l'una dall'altra. rn questo aumento cliproduzione la classe capitalista si fa la parte del Icone. .Ma,per garantirsela, sia dalle pretese dei lavoratori, sia dalla concorrenza tra i capitalisti stessi 1 sperpera molta. parte della produ– zione per lo spose di gendarmi, tribunali écl eserciti perma11enti, dopo averno sperperata un'altra grande pute per promuovere la stessa concon·enza con le menzogne della rédcime, con i fallimenti e le crisi. Bssa rialza artificittlmente i prezzi dei prodotti con lo coalizio ni e i da1 .f protettivi, e finisce, producendo di pili, ad afltlma.re intere i>Oi)Olazioni. L L clas-,e lavoratrice però, assochLta. forzosamente dal capitalismo nello grau1i imprese industriali e
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