Critica Sociale - XIII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1903

CRITICA SOCIALE 159 possibili, e a lungo and;ire esse divengono d 1 impaccio all'ulteriore sviluppo del soggetto umano medesimo. (1) In ogni caso, psicologicamente non è esatto il dire elle una data condizione ambiente o un dato istituto, che per l'itHlividuo fa parte di questo ambiente, è più forte dell 1 individuo stesso. Si dovrebbe invece dire che l'in– dividuo ~ o la classe -· è più debole dell'ambiente o dell'istituto. Obbiettivamente le cose non sono nè deboli nè forti; sono forti solo in relazione a sforzi umani de• boli i sono deboli solo in relazione a sforzi umani piì1 sapientemente coordinati e diretti. Anche socialmente si va. dal di dentro al di fuori e non viceversa, o, per ,lir meglio, l'assoggettamento delle forze sociali all'uomo e l'ordinamento progressivamente razionale della società non procedono se non da. sforzi che vanno dal di dentro al di fuori dell'individuo. Il 1>roblema quindi dell'emancipazione del proletariato, nella misura in cui umanamente è risolubile, consiste sopratutto nell'eliminare ogni dìsquilibrio tra la poteuza intellettuale, morale e tecnica del!' operaio e quella dei membri delle altre classi. Le forme delle imprese sociali dipenderanno dalla caJ)acità nei lavoratori dì dare uu assetto più rispondente agl'istituti destinati a difen– derli o a servir da strumenti di conquista. Fino a che gli manchi la capaciti~ del self-govermnent, il proletariato sarà sempre sfruttato, sì in regime collettivista che in regime individualistai anzi più in quello che in questo, perchè l'ordinamento necessariamente burocratico, uon controllato dalla concorrenza di altri possibili regimi, sarebbe strumento assai più potente in mano dei furbi contro i minchioni. E cosi le organizzazioni operaie non hanno un sem– plice scopo elettorale o quattrinaio del momento in attesa che sia maturo il millennio per la fantastica catastrofe j esse sono i veri embrioni della società flttura e sono gli organi in cui il self-government operaio si prepara. Lungi dall'esser nulla, come spesso si disse dai volgarizzatori a un soldo dell'ortodossia marxista, esse sono tutto. Non so!Oj ma la società futura, lungi dal derivare dalla so– stituzione a tutte le classì d'una sola classe di lavoratori, J)Or una specie di repentina rinuncia della storia ai me– todi seguiti fln qui, si va preparando ogni giorno mercè la scomparsa delle posizioni privilegiate sotto i colpi delle crescenti moltitudini affacciantisi alla vita, e, mercè un tal ritmico processo di azione e reazione tra le fun– zioni di que:,te e quelle delle altre classi, esce ogni giorno una nuova forma di equilibrio pii'.1vasta e più stabile. In complesso adunque, se ben intendiamo l'importanza attribuita dal Sorel alla morale, la trasformazione eco– nomica egualitaria, in cui il socialismo consiste, non ha per oggetto alcuna fatalità misticamente inerente al re– gime capitalistico; bensì è condizionata, })romossa e ne· cessi tata solo dall'elevazi•qnp psicologica del proletariato stesso o cl'una crescente sua parte. Certo, cosl esposta, la direttiva. della nuova poesia sociale non può diventar popola.re ; ma, se questa convinzione si diffonderà, essa non tarderà ad originare la. 1,oesia sociale che le darà tutto il fascino d'un nuovo ide' a.le. A questo punto - però che oggi questa convinzione non è condivisa se non da '.una esiguissima minoranza di studiosi del socialismo - il socialismo stesso, inteso {') l,a dimostrazione di questa 11roposlzlone reputiamo perrotta• mente ngglunta 11erquonto rlguuaa la eoo11eraz1one, come Il ICt• tore può vedere nel 2° volume dell'opera (IO\ LORENZONI su\h\ Coo11e• razt1111t"graria in Gtn1w11,a; ma è on•lo che la sul\ ,·erllà ha uni\ portata ben Jl1ùgenerale, ( e o come dottrina mercè la quale i I proletariato spiega a sè stesso la propria esistenza e tenta coglierne le leggi evolut.ive, appare esser soggiaciuto alla stessa. legge, che ha governato lo svolgimento della fllosofla e della reli– gione, e ciò conferma che esso è un fenomeno essenzial– mente volontario e subbiettivo, che le condizioni esterne solo age\'Olano od ostacolano; col che non s'intende dire arbitrario od esente dalla logica e da.Ila continuità na– turale. Come la speculazione soggettiva di Socrate venne solo dopo il materialismo delle prime scuole ioniche ed eleatiche; come il realismo cristiano delle prime gene– razionii aspettanti la materiale discesa e ricomparsa del Cristo apportatore del regno dei cieli, dovea cedere i! terreno al subbiettivismo di certe odierne sette religiose americane, per cui la religione, e il suo mondo, e la salute delll'uomo, ecc., non son.o che fenomeni della coscienza del credente; così ancora il socialismo diventa e.-i!.em:ialmente lo sforzo dei luoratori per colmare la. l:tcuna che c'è tra essi e le altre classi socia.li , ossia, in ultima. istanza, per accrescere il valore sociale della propria personalità ... rn fondo, da altro punto di vista, V1u-1u:oo PARETO non viene a diverse conclusioni; anzi è la rassomiglianza di queste conclusioni che era nostro scopo di mettere in e,•idenza. Anzitutto non vogliamo tralasciar di nota.re una affi– nità di temperamento intellettivo tra i due scrittori. ~Ja. tcn1atici entramUi 1 menti cnframl>e sopratutto speculative e critiche, provviste di straordinaria. cultura storica. e di non poca conoscenza degli uomini, non sono neanche lontani nel possesso d'un ironico e scettico sentimenlo della vita e delle sue vicende; il divino gaudio del comprendere li rende fentrambi sovranamente e giusta– mente refrattari alla tentazione di scendere dai tempia serena della scienza, da cui applicano il lucreziano ufficio dell'omnia mentepacata tueri., alle meschine gare delle agitazioni sociali e alle assordanti lamentar.ioni dell'eterno Sisifo che secolarmente tenta. dar la scalata al potere e... semper victus tristisque recedit. For:1e il Sorel conserva qualche illusione ancora., o qualche illusione cli pil,, ed è meno sistematico e bril– lante oppositore; Sorel non dimostra; enuncia, procede per associazioni di idee; i suoi scritti sono spra.,,;i;i di luce, faville geniali, il loro valore è tutto in ciò che fanno pensa.re pili che in ciò che contengono; e forse il Pareto sa meglio, a volte, dissimula.re , sotto I'ol>biettiviti~ della forma studi'àtamcnte piana e serena, la violenza~ i-anisflima del resto - dell'uomo che ha pur forti senti– menti che lo fanno pendere da una parte piuttosto che dall'altra, e che l'autore d'altronde non dissimula nella introduzione alla sua opera, Ma, ad es. 1 è in entrambi lo stesso istintivo aborrimento dall'eticismo sdilinquito dei sentimenti e lo stesso rude riconoscimento della sovranità, in ultima istanza, delta forza. L'uno vi è predisposto dal suo temperamento finemente ma sicuramente ari– stocratico, e potrebbe sottoscrivere a molti punti della Herr<:nmoral del Nietzsche; l'altro vi è portato dal– l'amore e dall'ammirazione che egli ha })roruncJa per le folle brute che il socialismo trasforma in energie coscienti e rinno,·atrici della. società. l•'orse è per omag– gio a quel po' di filosofia della forza. sparsa qua e là in tutte le opere di Marx, che il Pareto assegna nel– l'ultimo volume del suo libro un posto 1nivilegiato al marxismo e si trattiene su di esso, non solo con pre• dilezione, ma con evidente indulgenza. Dicevamo sopra che in fondo il Pareto non giunge a

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