Critica Sociale - XIII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1903
158 CRITICA SOCIALE affermazione, che il socialismo in Francia va sempre più diventando 1tn movimento operaio in 1ma, democraziu: ,: Dacchè queste pagine furono scritte, la verità òi questa formula ò divenuta di pili in più evidente; at– tualmente in lfrancia le associazioni operaie sembrano disJ)oste a non dar più tanta importanza al socialismo 1 . per cercar di trarre dei vantaggi immediati dalla loro influenza sul Governo democratico; esse potrebbero per _tal modo divenire le vittime d 1 una politica demagogica. I te&rici del socialismo non avevano nulla preveduto di quanto avviene ora, e non comprendono nulla del mo– vimento attuale; ripetono formule vuote di senso e in– tanto sono abbandonati dai loro aderenti. Uisognerebbe 1 per rigenerare il ·socialismo, emanciparili dall'ortodossia marxista e fare un severo esame di coscienza.; disgra• ;datamente i marxisti ufficiali nulla sembrano temere quJ\nto lo spirito di Marx. ,, Chi oserebbe negare che, quantunque in minor grado, lo stesso non avvenga in Italia? Il movimento econo– mico va sempre più manifestamente affermando la sua autonomia di fronte al movimento politico, e chi consideri la crescente attenzione posta dalle classi lavoratrici agli affari municipali avrà un motivo di pi1'1 per misurare il crescente loro rlisinteressamento per la cosidetta 1>0- litica centrale e parla.menta.re . Ora, se, come sopra si disse, la crisi del marxismo è in questa ribellione di menti libere contro una poesia sociale irrigiditasi in dogma, e se questi Saggi. del Sorel non a torto si pos– sono clire la demolizione di tutta l'ortodossia marxista compiuta da colui che in questo momento è forse il pili profondo intenditore ed erede clello spirito di Marx, qual ò la nuova ideologia socialista, la nuova poesia sociale che appare sull'orizzonte per sostituirlesi? li Racca, nella citata prefazione, dice d'aver posta al Sorel la dc.manda: che cosa egli conservasse del socia– lismo; e di averne avuto per risposta un silenzio che denotava un grande imbarazzo, e la dichiarazione, che non ci aveva mai pensato, E noi non esitiamo a cre– derlo. Forse sta accadendo al socialismo iu parte quel che già accadde al Cristianesimo; che, a mano a mano che la poesia sua si diffondeva e si irrigidiva in dogma, perdeva il fascino e diveniva vana decorazione, sorge– vano le istituzioni cristiane 1 le chiese, il diritto cano• nico, ecc. Ma in parte non può negarsi che l'attuale disagio non tradisca anche il bisogno d'un'interpreta– zione e d'un ideale sociale J)iù soddisfacente. Non è cli questo che ora ci vogliamo occupare i d'al– t1·onde è còm1>itoche supera qualsiasi individuale re– sponsabilità, all'infuori forse di quella del genio, che, a sua volta, riconosce ed annunzia il già pronto 1 e non crea. Noi 1>ossiamo invece vedere in quale direzione ci conduca la critica demolitrice clell'ortodossia socialista. Jl nuovo ideale apparirà di per sè stesso completo, quando la coscienza di questa direzione, da stato d 1 a– nimo di pochi, attraverso ad una sintesi geniale, sarà diventata la direttiva mentale clei pili. . . . Per chi conosca quell'aureo e densissimopamplilet del Sorel, che ha per titolo I/aveni1· socialiste des Sy11dicats, le note caratteristiche del socialismo da. lui vagheggiato possono cosl riassumersi: Il socialismo è tutto nello sviluppo autonomo dei Sin– dacati, acquistanti la capacità di dirigere la produzione; esso non è il prodotto fatale clell'evoluzione industriale; ma ò anzi un fine volontariamente perseguito e rag– giunto; le trasformazioni economiche in cui esso con• siste non possono realizzarsi se i lavoratori non acqui- 610 10 t: ~ J no t11arco stano un grado superiore di cultura morale. Egli ,ìon vuol saperne di conquista dei :Municipt o dello Sta.to o di leggi sociali e dice agli operai: "occupatevi dei vostri affari, organizzate i vostri Sindacati e le vostro Coope– rative; federatevi tra. operai dello stesso paese per di– scutere delle questioni pratiche e lasciate i politicanti ingiuriarsi tra loro. Voi farete così clel buon socialismo. ,, ,Lo Stato è l'eterno nemico, e quello dell'avvenire non })0t1·eb1Je essere migliore di quello d'oggi. Le forme della proprietà, che il Marx vede in ordine successivo di tempo come privata, collettiva e comunistica, in realtà coesistono in ogni tempo, e solo "ariano i loro rapport.i quantitativi di estensione; e sempre la loro efficienza è subordinata al valore mora.le del soggetto umano. li fatto, che oggi esistono pochi operai scelti, capaci di es– sere abili direttori in una piccola fabbrica, gli fa clire che noi camminiamo, anzichè verso l'emancipazione dei lavoratori, verso uno Stato demagogico. J; noto poi che il Sorel per l'educazione morale fa gran conto sulla donna. Un periodo basterà a dar l'idea dell'importanza che il problema dell'educazione domestica assume nella mente del nostro sociologo: " Non bisogna dimenticare, che li~ donna è la grande regolatrice della natività, e che, da1lpertutto, essa ri– vendica il diritto di non essere trasformata in bestia. riJlro<luttrice, dacchè essa non è piì1 allevata nel ri• spetto superstizioso della fvrza <lel maschio ...... È per questo che l'uomo di Stato deve sempre domandarsi 1 quando ~tudia una riforma legislativa concernente, in qualche modo, l'istituto della famiglia, quale influenza essa avrP, sulla condotta dell'l1omo e sul suo rispetto per la donna. Noi possiamo affermare che U mondo cli• veuterèi tanto più giusto quanto Viìt divente1·à casto e io non credo vi sia. verità t)iì1 evidente . ., Cosicchè il succo della trasrormazione, che il Sorel vagheggicrebbe di vedei' iniziata nel socialismo, sta essenzi1tlmente in questo: nel comprendere che il pro– gresso ~ociale è essenzialmente il prodotto volontario dell'uomo: l'emancipazione dei la,,oratori dalla obbiet• tiva. schiavitì1 del salariato non può ,•enire })er fatalità di cose 1 ed obbiettivamente non avviene certo come l'ortodossia marxistica vuole, ma non può che realizzarsi progress\vamente nella misura in cui una crescente pnrte del proletariato arriva ad eguaglinre o a superare la. media capacità intcllettunle, morale e tecnica e la media potenza economica e politica delle altre classi. In questo modo di intendere l'eyoluzione vi è bensì azione e reazione tra uomo ed ambiente, ma non soltanto la parte di quest'ultiino diventa sempre più secondaria i i;ibbene ancora, diviene, per dir così, superstizioso l'at– tribuire a questa o a quella forma d'ordinamento poli• tico ocl economico la responsabilità cli date miserie o il merito cl'una sperata ed ipotetica loro eliminazione; giacchè, in sè stesse, queste forme non sono che l'ordì• namento migliore che le classi })revalenti, ossia quelle in cui la percezione dei propri interessi è pilt limpida e vasta, dànno alle imprese mercè cui si propongono di ricavare un reddito differenziale oltre i costi da esse sopportate, se costi ci sono. E quindi la causa ultima di ogni data mi.seria sociale è imputabile alle differenze organiche e flsio-psichiche tra i va.rii individui e all'ag• gruppamento di questi spontaneo, secondo la legge delle massime somiglianze e affinità di bisogni e di gusti, o clelle minime differenze. Le di\•erse forme d'imprese si vanno continuamente trnsrormando col trasformarsi di questi aggruppamenti e della natura dei ~oro membri, e la loro efficacia non è se non conseriakice delle cause che le hanno rese
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