Critica Sociale - Anno XIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1903
l04 CRITICA SOCIALE sofia e l'arte di alcuni ingegni degenerati; i fautori di quella tl'iste aberrazione scientifica per cui si afferma., non solo, ma si inneggia ad una ferrea necessità che vuole il sacrificio delle moltitudini al– l'opulenza, al lusso, al capriccio di alcuni pochi pri– vilegiati; codesti naturalisti da burla, codesti scien• ziati eia strapazzo, i quali confondono la cultura scientifica., pazientemente formata al lume della osser,•azione e dell'esperienza, con un' nccozzaglirt inorganica di principi, di leggi, di assiomi raccattati, non alle fonti severe della scienza.,ma via pei gior– nali, per gli opuscoli, pei libri cli volgarizzazione e di critica, spesso incompleti ccl inesatti, principi, leggi, assiomi im1>osti come dogmi 1m0Pi, in sosti– tuzione dei dogmi t:ecchi; codesti signori oggi non meritano l'onoro cli una confutazione. Rileverò sol– tanto la grottesca contraddi'liione in cui sono caduti e cadono tuttavia 1 contraddizione così grossolana e colpevole per gli scopi immorali a cui mirava 1 che avrebbe dovuto subito aprire gli occhi ad una SO· cietii appena. mediocremente abituata al raziocinio. Mentre codesti difensori ad oltranza del privilegio sociale inorridiscono all'idea cli un'origine naturale lloll'uomo, 1>rotcstano offesa l'umana dignità da una dottrina che lega la specie umana a specie di mam• mif'eri ad essa immediata.mente. inferiori e vogliono per l'umana proi.;enio un genere zoologico a sè, separnto da un abisso dal re:;to dell'organizzazione animale; mentre infiorano cli retorica simili amenità, traspor– tano, ad un tratto, e allegramente, le leg-gi della lotta per la vita 1 dominanti nell'organizzazione animale, a spiegazione delle condizioni sociali, a giustificazione clcll 1 inumano sfruttamento operato dai pochi a danno dei molti. Nessuna differenza frn le leggi che rego– lano il destino delle uova del tenin. o del luccio e quelle che rogolnno il destino dei figli dell'uomo! esseri contraddistinti dalla coscienza e dal senso morale, premiati delle gigantesche lotte a traverso i secoli innumerevoli della preistori~ e della storia dal fulgore del genio e dalla santità del sacri– licio soccomberanno al fato che domina là ove la psiche è ridotta all'automatismo gangliare cd il so11timento allll. JJrirnorcliale sensazione del dolore o del piacere! Nessuna discontinuiU1, lo abbhono giù. detto, tra i fatti, i fenomeni della univC\rsale e\'oluzione; nrn nessuna gratuita confusione od arbitrnria sostitu– zione fra i fenomeni e le leggi s1>ecifiche delle sue fasi successive! Perciò il socialismo scientifico ò realmente l'tipplicazione dello dottrine evolutivo all'umano consorzio, ma consicl,erato questo nei suoi fenomeni e nelle sue leggi specifiche. Da questo punto di ,,istn Carlo Marx è veramente il Darwin della sociologia o, checchè siasi eletto e dicasi della teorici àel valore, essa non modifica il concetto fon– damentale del marxismo, la prevalenza, cioè, del fattore economico nella dinamica sociale, la dipen– denza dallo stesso di tutti gli altri fattori, i quali, peraltro, vengono mano mano smorzando ed attutendo la brutalità. della legge fondamentale. Questo lungo discorso era necessario come illu– strazione del fatto che il socialismo collettivista ò una conseguenza logica e necessaria del moderno movimento scientifico. Ora, è un fatto indiscutibile, come già. dicemmo, che Giusep1>e ~[azzini fu di questo movimento scien– tifico) eminentemente positi\'o, naturalistico, il più acerbo ed implacabile dispregiatore. Egl i, dun que, non poteva mai alludere, scientemente, col.le frasi comunemente citate, a quel socialismo c ol lettivista, che ò così intimamente connesso colle dottrine dal grande agitatore costantemente combattute e di– sprezzate. Qui 1 prima di recare le prove cli questa mia af– fermazione, sento il bisogno di dichiarare ch'io sono B1bhoteca GI 10 13Ianco un ammiratore convinto e devoto cli Mazzini e che lo fui fino ·cta.quando, giovinetto ancora, mi sforzai di organizzare i suoi nobili insegnamenti nella mia modesta cultura. Ecl oggi, rianchmclone le opere im– mortali in cerca delle pro\'e cli cui scrivo, sento cli respirare una Si>0Cic cli ossigeno morale, agitatore e 1>urificatore dell'anima; nè parmi, in tanto convulso esame di documenti dell'umano pensiero, che dura per me da un quarto cli secolo, cli aver mai ammirato pagine così costantemente illumi1rnte da una fulgida luce di ideale e nelle quali una severità, una so– lennitli quasi religiosa di stile si disposi ad una vi– brazione così commovente di entusiasmo! . . . La fede religiosa di Giuseppe Mazzini non si li– mita, come afferma taluno, ad ammettere l'esistenza cli Dio; ma accetta della Religione anche ht pa1'te più grossolana ed assurda cli fronte alla pili elemen• tare critica scientifica. Egli accetta, ad esempio, ed afferma la cosmogonia mosaica, colla creazione del mondo in sei giorni e col riposo del settimo giorno, riposo necessario al Creatore per rinrrancarlo delht immane fatica! (') Nò giova il dire che l'afferma– zione è un puro artificio letterario 1 atto a dar forza ad un paragone! La mente di MRz'liini non aveva proprio bisogno cli citare un maclonrnle e grossolRno errore, di cui non fosse stato convinto, per aggiun– gere efficacia. all1espressione de' suoi peusieri. Invece <1uesta s1>ecie di compiaèimento nel citare dogmi religiosi in così stridente 01>posizionecolle conquiste delle scienze fisiche e naturali è una prova del di– sprezzo che egli nutriva per un corpo cli dottrine che egli supponeva. generatrici del così detto mate– r-iaUsmo filosofico! I giudizi dl'I grande agitatore intorno a questa. scuola fìlosofica, che è pur una delle più serie che onorino l'umano pensiero e che conta fra i suoi seguaci uomini non meno eminenti per virtù che per ingegno, sono cli una parzialità veramente deplorevole. Le im1>recazioni contro il materialismo filosofico infiorn110 1 si può dire, ogni pagini~ delle opo1·e di Ma.zzini, il qmlle addita in quella dottrina la causa) od almeno una delle causo principali dei mali che affliggono uomini e popoli. Che cosa coutra1>pone Mazzini all'edificio colossale delle scienze e della. filosofia natmale? Quale ò la sua dottrina? Ecco qua: Noi crediamo in un Dio solo, autore cli quanto esiste. Pensiero \'i\'ente, assoluto, del quale il nostro mondo è raggio e l'unh'erso un'incttrnazione. Crediamo 'itt Wt'mrica,Legge generale, immutabile, che costituisce il nostro modo di esistere 1 abbraccia ogni serie cli fenomeni possibili, esercita continua un'azione sull'universo e su quanto vi si com1>rencle, così nel suo aspetto fisico come nel morale. E dacchè ogni leggo ha interpr etazione e verifica– zione nel proprio soggetto, noi endici.mo 1iell'Uma~ nità, ente collettivo e continuo, ucJla quale si com– pendia l'intera serie ascendente delle crenzioni organiche e si manifesta pili che altro\'e il pensiero cli Dio sulla terru, siccome unico interpnte della Legge. Crediamo nelJ'Associazioue che non è se non la credenza attiva in un soloDio, in una sola Legge ed in un solo fi'ine, come il solo mezzo posseduto da noi per tradurre il Vero in ReHltà, come il metodo ciel Progresso, come la sola via esistente di perfeziona- mento. .. Crediamo quindi nella santa alleanza dei Popofi., come quella che è la più vasta formola cl 1 associa– zione possibile nell'epoca nostra...... E come crediamo nell'U11umità, quale unico interprete della Legge di Dio, così crediamo neU'Associazione dei Popoli costi- ( 1) MAZZI~!: OJ)er,, VOI, I. - Daem editore, Milano, 1861.
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