Critica Sociale - Anno XIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1903

120 CRITICA SOCIALE éorrenia sugli orailial scarei mercati del vino; c:he le maggiori consuma~rici di Vino, cli frutte, cli legumi, come la Germania, la li'rancia, la Svizzera. cd ortt allchc l'Austria, pongono gli ostacoli delle più vessatorio tariffe a tutte ecl a ciascuna delle derrate delle no– stre colture speciali - e le tariffe volute dagli egrart contro lo esportazioni nostre in Germania e la recentissima JJroclnmaziono mLreferendum elcipro– tezionismo in Svizzera non clovrelJbero lasciaro illu– sioni - che, anche dove vi è un trattamento di parltì~ o, di favore poi prodotti nostti coi prodotti sirnilnri Vinlcoli d'altro ptdvehienzej i ne1stri non resistono al prezzo dei vini concorrenti - caso del ,ino spa– gnuolo che, « ovunque ... concorreco11quello italiano, lo scaccia dal mercato ,,. Però, riconoscendo ed illu– strando queste ed altre difficoltà, cli cui la qualità, l'origine_ o gli scopi ne assicurano, piuttosto, il rin– g-agliardimeilto e Il tuoltiplioarsl, che l'attenuazione o il diminuirsi, questi scrittori prom~tto110 alla viti– coltura, alla frutticoltura ed all'orticoltura del 110- stro paese, ma specialmente della Sicilia e del .Mez– zogiorno cl'rtalia, il più libero, il pili in~ordo, il più osteso, il pill insaziabile mercato interno e mondiale, pltrchè i frutticultori o gli orticultori si uniscano ai liberisti per combattete ti. n1oi-tc il sistema doga1rnle cl1oggi, specialmente per finirla per s01rtpr'e e radi– calmente col dazio di L. 7,50 il quintale sul gnuio. Per vedere che nllucina.ziono si voglia creare nclln Hieliie dei flltdri gregari nell'e1>ica ,lotta contro il dazio sul grano, basta qui domandare; " Ma ò crédibile che la Russia e le Americhe, dove già si produce vino, eia dove se ne esporta anche e dovo di vino per speciali condizioni etniche e climateriche so ne beve relativamente 1>oco,o dove, ad ogni modo, altre proclu,-;ioni cli vino cercano, hanno e si 111antengono sl>occhi, possano assorbire tutta 13: im– mensa quantità di viao che si produrrebbe in Italia, <lati i criteri di trasformazione fin qui illustrati, che condurrebbero almeno al quintuplo l'attuale proclu– ~lone totale del vino in Ualia, nelle annate medie? Si scrive sul serio, Clsi fa dell'umorismo, quando si seri ve che, abolendo il dazio sul grano - il che, vogliamo ammetterlo, condurrebbe a dedicare, od ò augurabile, la stessa somma, spesa oggi per unu quantità minoro, a comprare una quantità maggiore di pane - si aumenterebbe il consumo del vino, che ora in ftalia, specie nei Comuni agricoli - e ciò è vero - ò irrisorio? lit rtalia attualmente si producono in media 32 mi– lioni cli ettolitri cli vino all'anno: precisamente un ettolitro di vino per persona. Cioè, dedotte, per se• rietì1 1 le persone che non bevono vino per età, per nvversione - ve n'ha. anche di queste - perchò usano altre bevande, e quelle che, come le donne, bevono pochissimo, si può valutare che il vino at– tualmente prodotto, se fosse consumato tutto in paese, si distribuirebbe proprio nella ragione, igie– nicamente consi~lia.bile, di 9 / 4 di litro ad un litro per giorno e per persona. Ora, i viticultori italiani perdono danaro quando vendono il loro vino a. meno di 20 lire l'ettolitro; cioè cli L. 0 1 20 il litro; e un litro cli vino, anche del piil generoso, non ha tanta oa1>acitàcli alimenta,-;ione da equivalere a 200 grammi di pane di frumento; sicchè, dato che nel 1898, nei più tetri giorni del caro del pane, questo non superò, nei limiti medi pili alti, il prezzo cli 0 1 45 il chg.; ne verrebbe che, por gli interessi dei viticultori, il con– sumatore dovrebbe pagare i suoi 1 ¼ di litro cli vino almeno L. 0,15, mentre - sempre prendendo il pano al prezzo medio cli L. 0,45 il chg. - essi non var– rebbero J>er la sun fisiologia nutritizia che L. 0,08; cioò il prezzo dei corrisponrlenti 180 grammi cli pane! E se il pane lo si vendesse per es. a 20 cen– tesimi il chg., come in certe città. ciel Belgio?! Ma lasciamo stare queste incerte supputazioni ! Bo tee Piuttosto si può domandare, dove ed a <1ualprezzo si esiterebbero; saturato, come abbiamo visto, Il mCJ·· cato interno, quel cent'inaio e pili di milioni di ot.– tolitd di vino, elio la. nuova estensione ciel vigneto intensivo e la migliorata coltivazione del vitigno promettono, nelle stesse suggestioni degli_ scrittori nostri. Nel mercato mondiale! Quest'aggettivo magniloquente, con cui ci si ri– isponde, ci 1>0rtorebbo ben lontano a vedere &e pro· prlo Il mercato mondiale si trova oggi, e si trovo .. rebbe da, qui a BO anni, od anche entro un pili breve periodo - dato l'estendersi della viticoltura In ogni !>arte del mondo e date le condizioni pili favorevo i por essa in tante regioni meglio fortunate che il nostro paese -- in condizioni tali da. consu– mare di preferenza il vino italiano; e quasi, si ))O· trebbe dire, da consumare tutto il vino che potrà prochlrsi allom. U trattare tale questione - a. parto il dubbio della sua importanza. - ci condul'rchbo fuori di strada. o trop1>0 Jontano. Vi è, aecenna\'amo, da fare i conti, 1>er il futuro, e, pur troppo, anche pel presente della. frutticoltura, italiana, colla concorrenza estera. L'altro dì, acl es., in un negozio di frutta di qui, era esposta una belhi cassetta cli pesche secche cli California; vicino~ un'altra cassetta conteneva pere secche di California; un'altra, susine secche di Cnli– fornia; una quarta, albicocche secche di California. ; tutt'intorno, nella ,,etrina, erano vasi cl.i cristallo e scatole di latta contenenti frutta o legumi in com- 1,osta o conservati, di cui soltanto alcune erano di provenienza e cli fahbrica nostra, mentre la parte maggiore proveniva dall'America e dall'India in– glese. Una scusabile golosità mi eccitò ad assaggiare le pesche e le susine californiane. Le une e le altre eccellenti! Ora, quelle frutte e, in particolare, quelle prugno, che, maturate e seccate al dOlo ciel Pacifico sulle costiere profumate della " di perle altrice Cali(onri<, estremct ,,, vengono a procurare un attimo di voluttà del gusto all'nbitante dell'Italia settentrionale, hanno, commercialmente od economicamente, una storia in– teressantissima. Nella contea di S. Chiara, in California, si impian– tarono, quasi tutti nell'annata l 85-1886, 4.34-0.000 alberi di 1>rugne; fra essi due milioni di piante sono cli varietà francesi. n primo raccolto si ò ve– rificato nel 1890 e corrispose 16 milioni di libbre da. 453 grammi; 11el 1899 si giunse a 96 milioni; o il raccolto del 1900 1 mentre fmcora ern pendente, si valutava a L20 milioni di libbre. Prugne si producono nell'Oregon e nel "'ashington sulla scala piì1 vasta; prugne, pere, pesche, albi– cocche si producono nella Florida, nella. California, a Cuba e negli Stati del Sud. Vista la grande produzione di frutta e special– mente di prugne, si è costituita, con la forma,, gli scopi e la organizza,-;ione cli trust e con un capitalo di cinque milioni, la " California Cured llntit Asso– ciation ,,, per monopolizzaro le prugne - e ogni altra frutta da. s eccarsi - prepararle e spedirle, sa– turati i mercati loca.li, in ·Europa; o la Associazione si iaterdice, sui mercati esteri, ogni beneficio fino a che non abbia schiar,cictta sui, mercati. d 1 Europa, e spe.cialmente su quelli di Genncrnfrt e d'Inghilterra, la concorrenza elette 11rugne cli Bosnia, di .Ji'rcmcict e cl'ltalia e di ogni altra, frutt<i secr<tdi altrettale pro– venienza. Al 1° gennaio 1900, 1150 vagoni completi di prugne secche erano spediti ai porti dell'Atlantico per imbar– carle per V Eto-OP<t ! Ora, quelle frutta secche siJ vcndonoJ sui nost:·i mercati pH1 buone ecl a miglior prezzo delle no-

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