Critica Sociale - Anno XIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1903
CRITICA SOCIA!;E 119 ia pri ma lappa di questo cammino glorjoso e a consa- Gli Orrti delle Es perridi ero.re uno di quei ritomi storici che sono così frequenti ed istruttivi, Sampierdarena ebbe nuovamente il suo deputato operaio e questa volta in un operaio socialist-a, (Criticho allo studio su L' Itali<, e i tmttciti <li commercio di in Pietro Chiesa. A. CA»1AT1 o L. Ern.wn1). A questo punto il partito socialista samJ)ierdarenese s'accorse che, per qtianto l'organizzo.zione proletaria di resistenza ed elettorale, sulla base della lotta di classe, rosso stata la prima necessità cui aveva dovuto attendere, pure non poteva essa rimauere il solo suo campo di azione, tanto più che esistevano ancora le ,•ecchie Società. mutue e cooperat.ive, istituite dai repubblicani, a cui erano iscritti migliaia di operni, e che rappresenta,•ano ancora yere energie, le quali 1 per quanto so1>ite 1 potevano essere risvegliate e riordinate con intendimenti socialisti. .E cosl i socialisti furono condotti a lottare nel seno di queste Società. e a conquistnrle, il ch{'Inon può loro bastare, in quanto urge correggere ,•arii e gravi difetti che ne indeboliscono la vita; e d'altra parte conviene dare loro la schietta impronta di classe e riformarle per modo che gio,•iuo agli scopi ai quali i re1mbblicani non avevano certo pensnto e che si sono venuti chiarendo e specificando e coll'esempio delle associazioni straniere e col continuo evolversi della ,•ita e dei bisogni operai. A tnle intento ftl costituita. una Commissione per la riforma anzitutto delle Societù. mutue. Cosl i socialisti riprendono, a vent'anni di distanza, l'opera. dei repubblicani, integrnndoln col portato della esperienza e collo studio dei nuovi fenomeni sociali: così nella vicenda storica gli avvenimenti si incrociano, si inseguono, si ripetono, esempio ecl ammonimento a tutti coloro, i quali ,nell'evolversi della. vita operaia e socìnlista credono di proceclere rapidamente, senza volgersi a [consolidare il già. fa.tto 1 e di poter raggiun– gere così semplicemente, colla scorta. delle poche for– mule mandate a memoria, le più profonde e complete trasformazioni dell'ordine sociale. . .. ÙINO MURIALDI. L'angustia dello spazio e l'indole locale e tecnica del progetto, che segue a questo llroemio, non ci consentono di riprodurlo intero in queste colonne, malgrado il valore di esempio pmtico che potrebbe a,•ere anche per i socialisti di altre regioni. L'opu– scolo è, ad ogni modo, in composizione e potrà es– sere consultato fra breve da chiunque possa avervi interesse. 13asti accennare che la Commissione genovese in• tende a svecchiare le varie società. sampierdarenesi unificandole, e o ttenendo cos1 anzitutto un forte ri– sparmio di spese genera.li, e poi un 1>iùlargo riparto dei rischi e l'ugu agliamento delle condizioni dei soci. Il servizio di assistenza per le malattie (medico e medicinali) verrebbe notevolmente migliorato ed esteso, e al servizio delle pensioni - al quale le sole forze operaie si rivelano affatto insufficienti - sarebbe provveduto mercè una speciale convenzione, della quale furono già gettate le basi, colla Cassa nazionale cli previdenza. Al miglioramento matoriaJe si accoppia il rinno• vamento morale: lo spirito socialista pervade l'isti– tuto dellft mutualità e della previdenza, sostituendovi, ai gretti calcoli di un individualismo litigioso e pic– colo-borghese, il largo e fecondo sentimento della solidarietà proletaria. Il vecchio mutuo soccorso, come avviene nelle Casedel popolo belghe, al con· tatto della resistenza sapientemente organizzata, ri– trova una seconda e piil ferace giovinezza. ru. - Il mercnto mondiu.lo. Il contenuto della terza affermazione cli Cabii:,ti ed E;inaudi, che è quanto può esseni di più interes– sante dal punto di Yista del11csito della suggerita trasformazione delle colture, si raccoglie nella que• stionc degli sbocchi. Produrre è buona cosa i pro– durre molto ed a buon mercato è cosa migliore; produrre molto, bene, a buon mercato e scambiar sempre e con guadagno ò, poi 1 l'arte delle arti, cre– diamo anche secondo i dogmi della metafisica eco– nomica pii1 intransigente . Quando sul mercato intorno e sul mercato del mondo, contemporaueumentc e in concorrenza con tutta la produzione mondiale similare, le regioni vi• ticole, arboricole e orticole d'r.talia spargeranno, anno per anno, ceutinaia di milioni di ettolitri di vino e di olio ; miliardi di aranci, di cedri, di Ji. moni; centinaia di migliaia di tonnellate di ortaggi o di frutta.; e la. produzione di tutto ciò sarà inces– sante, ansiosa di smercio, formidabile vieppii1 di anno in anno, dove sono i nt('rcati, do,•e i consuma– tori per smaltire quei mari di vini e cli olii e quelle montagne di fr'utta e d'ortaggi ~ Ncll'[talia meridionale o nella. Sicilia, nel pe– riodo 1882-L888, da agricoltori intraprendenti e vo– lonterosi, si praticarono 1 su vasta scala, quelle tras– formazioni e quelle redenzioni che oggi nella Critica. si suggeriscono con tanto fervore. Quei coltivatori erano fatti audaci dai buoni prezzi dei 1>rodottie dalla nJlparente insaziabilità del mercato. Debiti grossi 1>ertrasformazioni permanenti e debiti piccoli 1>er trasformazioni e migliorie colturali si incontrarono con ent.usiasmo: e si fecero grandiosi impianti. ~rtl. presto, per uo complesso di circostanze funeste, principali fra esse la concorrenza. estera su] mercato mondiale e perfino su quello nazionale; chiusura. di mercati per saturazione o per ba.rriere di difensive dogane i rotture o modificazioni di trattati cli com– mercio; crisi cli sovraprocluziono; crisi consecutiva. di credito; malattie e flagelli sulle nuove colture; pletora insanabile anche sul mercato interno; e tutto un succedersi ed un alternarsi di condizioni favore– voli che aggravavano la situazione in luogo di alle– viarla, e di condizioni sfavorevoli che affrettavano e inacerbivano il disastro; condussero a. quella crisi economica ciel Mezzogiorno, che ridusse a ro,,ina piccoli, medi e grandi proprietari, ign,1vi ed audaci 1 pionieri e retrivi. La crisi agrumaria, non ostante una riduzione ,•olontaria nella produzione od un innegabile miglio– ramento nella coltura e noi commercio degli agrumi, dura eia un settennio con una acutezza iucredibile, contro cui si cercano, finorn con scarso successo, i pili disparati rimedi; la crisi dell'olivo è resa piì1 funesta dagli attacchi di nuovi e invincibili parassitl del frutto e dell'albero; e infine, quando i danni della filossera cominciavano ad essere ridotti, quelli della 1>eronospora vinti, le chiusure di alcuni mercati com– pensate dall'apertura di mercati nuovi, baslò una annR.tn di relativa abbondanza per creare quella di· sastrosa, mévente dei vini, che colpì tutta l'Italia, o che, neppure dalla vendita elci prodotto a prezzi sui– cidi, potò essere risolta. Gli autori della suggestione redentrice dell'Italia meridionale e della Sicilia riconoscono che solo tem– poranee furono, per 1>articolari ragioni, le nostre più grandi e fortunate esportazioni di vino; che tutte le nazioni vinicole d'Europa. si fanno un'aspra con-
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