Critica Sociale - Anno XIII - n. 7-8 - 1-16 aprile 1903
116 CJUTICA SOCIALE I mezzi Rnanzin.ri. a) ll contributo clelle operaie. A noi pare che sia possibile trovare quf'sta somma - semm eccessive difficolth - se non manchi il contributo cli tutti quelli che hanno - in qualche modo -- interesse e dovere di provvedervi. Lo operaie, per cui la leggo è fatta., che ripagano centuplicato - con diminuzione di vigore, di salute, con ma~gior frequenza di malattie - il risparmio di qualche giorno di riposo, hunno interesse a con– correre all'istituzione di questa Cassa. Ma - ben inteso - il loro contributo non può uscir fuori dei limiti segnati dalla loro reale potenzialità finan– ziaria. 18.480, non sarebbe turbato l'equilibrio dell1industria nostrana. Poi, questa somma verrebbe ripartita su così gran numero di industriali eia riuscire quasi insensibile. Le fabbriche e le imprese che -· nel Biellese•- oc• cupirno operaie sono 168. I;: evidente che a ciascuna toccherebbe una spesa punto forte. J 1 \Lcciamo qualche caso: La /)Wci Fndelli Rivetti occupa all'incirca 900 01>erai, cli questi 646 sono donne. A 1>plicando la pro– porzione che abbiamo stabilito da principio, tra queste dovrebbero trovarsi 360 donne maritate, che imporrebbero un sacrificio annuale cli lire 1080. E si tratta. di una delle dHte più importanti del Cir– condario. La Di.tfa F-ratelli Garlandri ha lnnificio a Croce• mosso con 145 operai: cli questi 80 sono donne. Se– condo la nostra proporzione, 45 Aarebbero maritate e porterebbero alla Ditta. unn. spesa annunle di 13.''J lire. [ 50 centesimi mensili che pagflno le socie della rassa di Maternitù di 'J'orino, i 48 1 i 41, i 33 cen· tcsimi la settimana che pagano lo socie cli alcune Cnsso tedesche (1) non corrispondono allo condizioni dei nostri salari ed allo abitudini di previdenza. delle nostro po1>olazioni. e) Il ronfributo dei Com1t11i. Uo contributo cli 26 centesimi al mese ci pare I possa essere accettato dalle nostre operaie e possa Col contributo dogli operai o dogli industriali si costituire per esse un aggravio non eccessivo. raggiungerebbe la somma di lire 36.960, molto pros· Da chi sarà pagata questa. quota di iscrizione? sima a quella che a noi pare conveniente pel retto Da tutte quante le operaio di una fabbrica o da una funzionamento della Cassa Ci1·coml<11'1ale per la. Ma- parto cli esso? Certo, se tutto indistintamente contri- ternitfl. buissero, il problenrn sarebbe mono arduo, Anzi sap Quello che manca potrebbe essere fornito dai Co rebbe senz'altro risolto. Mn, pur troppo, il senso cli muni in cui risiedono le operaie che hanno bisogno solidari età non ò c:osì diffuso e profondo eia far ac• di tutelo., e, quando i Comuni, complessivamente, cotta.re , con gioia, ciò che non si trasforma in ,·tul• corrispondessero la somma di u11ci lira per ciascuna taggio 1 >('rsonale. operaia assicurata, si sorpasserebbero le 43.000 lire Sarà giuocoforza limitare il contributo a. quello di entrate e si sarebbe raggiunto completamente lo opcrnie che sono in condizione cli aver bisogno del scopo. sussidio e - nel caso dell'industria biellese - allo Il Comune che - dalla leggo - ha l'obbligo drl– G/GO donne maritate che si clonel>bero trovare nel l'assistenza. sanitaria gratuita ni poveri, il Comune a nostro 1>roletariato femminile. cui la. prossima legge sui medici condotti a11argherà. Il contributo annuale dello operaie sarebbe, quindi, i doveri verso i dipendenti infermi, il Comune che questo: 6160 donne - tre lire all'anno - totale ò il centro pubblico, pHt vicino, pili vigile, più pronto, JR.480 lire. che ciascuno di noi sente e che po:isiamo trascinare h) ll contributo degli hulu,çfriali. J,a. legge obbliga già gli industriali - anche in lh:iliu - ad assicurare i loro clipenùeuti per i pos– sihili infortuni sul hLvoro. Fuori d'Italia - là do,•e esistono Casso di soccorso per le mah1ttie, compre– SAvi la maternith - una 1>arte del carico - e non è poca. cosa - spetta parimenti agli industriali. Da noi - nella mancanza cli leg~i speciali coat– tive - un certo numero di industriali ha fondato C11ssecli soccorso interne, alimentate dalle multe, dai contributi degli operai, dai contributi dei padroni. Queste C11ssespeciali sono certo di notevole giova• mento, ma sono ristrette a pochi gruppi cli grandi industrie. La maggior parto degli ope1·ai vi sfugge. La nuova Cassa avrebbe carattere generale·e prov• veclcrehlJe ad un periodo clclln. vita di estrema dcli· catezzn 1 che la legge - a difesa della società. intera - ha voluto tutelare. Come cittadini e come int• prenditori, gli industriali hanno do,•ere e interesse a far rispetrnre la legge ed a facilitfl!'e Alle loro ope• raie i mezzi di un ritemprante riposo. Noi pensiamo che, se ad essi si chiedesse contri– buto pari a quello che vien chiesto nlle operaie, non sarebbe loro addossato un t1ggrnvio insostenibile. L'industria biellese occupa oltre 20.000 operai, cli ambi i sessi. Calcolando una media cli rlue lire al giorno di paga, una media di 300 giornate cli lavoro all'anno, si IHLuna spesa per salari cli 12 milioni. Se questa spesa fosse aumentata di complessive lire ( 1) Yedl: IAJ q11tatUmt ddlll.(18JJJe11r(I.ZioHt dtllo Mt,ttl'Jlitil, In U11io11t ft1tmll11llt, )Ulano, novembre 1902. Es10 a u no ljlan o nelle correnti delle nostre aspirazioni ideali; non può rifiutarsi a quest'opern. di nssistcnza, che prepara - col conservare info.tte le forze generative - schiatta pill robust~, pili vigorosa agli immine11ti, migliori destini del nostro paese. Benchè i bilanci municipali siano stremati, pure il contrihuto che loro si chiede non è tale da. averne ripulsa, tanto più se si considera che l'aiuto alle puerpere si convertirà in minori prestazioni cli altro genere. , 0110 5:) i Comuni biellesi nei quali esistono indu– strio: sono circa 70 quelli che danno all'industria una parte della loro popolaziono femminile. Suddivi• clondo por essi la somma complessiva di GlGO lire che loro si chiqde, non si aggravano i Comuni piccoli che cli una nuova spesa cli ciuquanlct lire, rj Comuni maggiori di poco pili di cento, e Biella di qualche centinaio cli lire. Del resto i Comuni potrebbero essere aiutati, in quest'opera, dalle locali Congregazioni di carità, che si vedrebbero sottratta una parte dell'onere che su esse attualmente pesa. 'l'ra. lo altre, la grandiosa Operci Pi<i Jfe<lico Sella, ciel ,Mlmdamento cli Mosso '. ,,ra,.;a, che ha - nello spirito informatore delle sue tavole di fondazione - anche questo scopo, po· trcbbe p01·tare alla nuova istituzione un solido con· tributo materiale e morale. cl) La PQSS'ibilitèi llell'opera. Dalle nostre indagini su specificate risulta che, per provvedere all'assistenza delle puerpere nei 30 giorni di riJ>Osoche la legge impone, occorrerebbe Ja somma annua di 40.000 Jire.
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