Critica Sociale - Anno XIII - n. 6 - 16 marzo 1903

CRI'fICA SOCIALE 93 J)ih o meno 1·apidaìnenle la soprastante colossale Ue• berbau ,,: cosl esso adempie la funz:one di le<tdin(J force che traccia In traiettoria della storia. Questo il signifl. cato della formula marxiana, ed è evidente che non ha niente a che fare colla famosa derivazione genetica, sia pure in ultimissima istanza, di lutti. i fatti storici e cli tutte le variazioni dei fenomeni sociali da l'economia. }J qui, trà parentesi, ò neceBsario notare un 'all.ra cosa. Mentre s'andava cosl dissolvendo la formula, si ò andato, per dimostrarla, abbandonando anche quella spulciatura e quella casistica, che almeno aveva carattere storico e metteva innanzi dei ratti, e invece ci si è di l)il1 in J)il1 contentati cli ragionamenti, di argomenti logici e in• somma cli parole. Si è Yisto i! bel ragionamento, con cui il Kautsky e il OroppAli sostengono che ogni variazione delle formazioni sociali clerirn in ultima istanza da va– riazioni economiche. Ora poi il Loria s'è persuaso che " la storia è una materia troppo malleabile ad arbitrio dei dotti e fornisco armi poderose ugualmente ai cam– J>ionidei principii pitl opposti w D'oncle la conseguei1m che il materialismo non potrà essere dimostrato" se non a condizione di appoggiarsi sugli incrollabili fondamenti della logica.,, l•: il r,oria s'è lanciato in questo volume'a a ricerca dei " fondamenti razionali del materialismo storico ,,. Inutile discuterli. Qui importa solo notare che, dopo anni cli discussione intorno a quella famosa formola astratta e statica del materialismo, si è giunti a questo bel ri– sultato, del resto prevedibile fln da principio, poichò qual senso può avere una formula, da cui si è avuto cura. di levare ogni sostanza 0(1 ogni contenuto? Essa, questa la.conclusione, non hae no1ì J)UÒ a\•ere nessun significato più preciso di quello che si limita ad affermare l'in– fluenza. grande e, se vuolsi, dominante del sostrato econo– mico su la morale, sul diritto, su la religione, ecc, il che nessuno, da che mondo ò mondo, si è mai sognato di negare. Perciò han ragione i sociologi di andare a cercare il loro materialismo storico in... in Aristotele e <li dichiarar concordi, come han fatto a Parigi, che, ri– dotto a questo, il materialismo ò a.ccettabile da tutti. E ha ragione il Croce di dire che, con tutte queste limitazioni (cll'egli a torto attribuiva anche ad Antonio Labriola, schietto interprete, malgrado certe fòrmule, di tutto il materialismo marxista), il ma.terialisrno non può essere nè una costruzione a 1>riori della. storia, nò una organica concezione della storia, neppure un nuovo me– toclo del pensiero storico, ma solamente un canone, il quale consiglii~ di rivolger l'attenzione al cosicletto so– strato economico della sonietà. per intender meglio lo configurazioni e IE,vicende di questa; questo canone, che può esser utile in alcuni c1si, inutile in altri, non ))UÒ clare nessun appoggio nè al socialismo, nò a nessuu altro indirizzo pratico della vita ('). Tutto ciò è assolutamente e J)erfettamente gìusto: l'unico torto ciel Croce e di quelli che, dal :Merlino a.I Groppall e ad x y della Critica Sociale ( 2 ), hanno fatto od accettato questa bella trovata, come la chiama il Loria, della. riduzione del materialismo a metodo o canone, è di avere, come l'immortale CM•nliere della Mancia, preso i mulini a vento per i giganti, e di avere senz'1\ltro esteso a la dottrina dol Marx. ciò che giustissimamente (1) O noci::: .11c11eru,us1110 storico, ecc., 1, 11 o Il! saggio: sopratutto pag. 115 o 31. ( 2) -'U:Ruso: Pi-oe c<mtro ti sociali.smo, 1897, 1)ag. 17. 0110PPAL1: Saoui di- socwiou,,1, t89'J, Jlag. 129. - Socw1og1,aepsko– togia, 1902, pag. 78. xY: App1111U filosofici s11isocialismo, In Crmca Sorwte, tG settom• bro 1001. 10 t:; '1 uino B1arcc hanno eletto dolio pseudo-materialismo sociologico, il quale <lei materialismo storico òon è che la, caricatura. Questo, c'è bisogno di dirlo?, rimane sempre quel che ora prima o tutto quel che era 1n·im1,di tante bizantine logomachie. Che quella. caricatura sia stata possibile e che abbiano potuto }Jl'81Hlerlasul serio ,lei conoscitori del materialismo vero, quali sono gli accennati scrittori, si deve ancora e sempre a questo dominante indirizzo sociologico, che tiranneggia anche quelli che non lo seguono e ohe ò la diretta negazione dell'indirizzo, se– guendo il quale K. :Marx ò giunto alla sua concezione materialistica della storia. (Co11ti1ma). P!E1'RO FONTANA. ùA lVIEZZAOmA nel wisegno ,u legge siti cont1·cttti ag1·a,·U nr. rimedi i. (Gulinllill.t)- Abbiamo veduto come il contadino mezzadro sia. colpito cla molte prestazioni di carattere angarico, regalie, decime, appendizt, ecc., ecc. ed ecco il Go– verno apprestare un rimedio al male 1 scrivendo nel disegno di leg).!e iJ divieto che si stipulino in avve– nirn prestazioni non giustificate da un clistinfo cor– rispettivo pl'Oporzionale. Plaudile ci-ves, ma con molta. discrezione, perchò non vale fori3e la pena di scal– darsi le mani. Nel Governo è " così giustamente viva la preoccupazione cli non aggra\'ar troppo lo condizioni del proprietario ,, (pag. 6, 211. colonna del hi Relazione), che in realtà a quanto è scritto nel di– segno di legge, già con quella Relazione, çhc sarà fonte di interpretaiione autentica, si è tolto pr~– ventivamente ogni valore. ]~ angarica e quindi il– lecita - recita il progetto - qualsiasi prestazione che non abbia wi d·istinto corrispettivo 7Jroporzionale. Chiunque crederebbe con ciò fissato il principio che qualsiasi presta.ziono 1 sia in lavoro, sia in naturn 1 debba essere economicamente tetribuita. Invece non è così. u. Per rispetto ad inveterate consuetudini (e " li chiamano ministri riformatori!), a sentimenti " radicati negli animi delle popolazioni agri0olc in " qualche regione (rismn teneatis?), non si richiecle " che il corrispettivo sia 1'igo,·osamenée eronom'ico .i (ecco una poco onesta canzonatura); non si esclude " il corrispettivo pU,ramente morale, purchò una pro– " porzione ci sia tra la prestazione e il vantaggio " che il contadino ritrae da essa. cd egli non subisca " uno sfruttamento, una. ingiustizia, per un preteso " consenso strappato alla sua cieca volontà. ,, (Re– lazione, pag. 8, l '~ colonna). - Canzonatura, ripeto, canzonatura e non altro) tanto pill deplorevole cd amara e indegna, quanto maggiore è la pompa e la serietà con cui la si mette in iscena. PLlÒessere do– loroso per molti, per tutti noi, ma è così. Quel grande e paventato reazionario dell'on. Sonnino non ha mai sognato nò eletto nò Yoluto far credere, in quel suo disegno di legge di cui ho in principio parlato, che vi sieno contadini affezionati per inve– terata consuetudine alla corda che li strangola, e nemmeno ha pensato mai che questa corda possa Yenire santificata da corrispettivi morali. I patti angarici vanno tolti: ecco pura\flente o semplicemente quanto è richiesto dalla più urgente giustizia - e sono angarici tutti quei patti che iu• volgono una prestazione non rappresentata da un congruo corrispetiti vo materiale.

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