Critica Sociale - Anno XIII - n. 4 - 16 febbraio 1903

CRITICASOCIALE 55 conseguenza. Vogliamo ottenere trasporti a buon mercato: dobbiamo ridurre uno degli elementi del loro costo, cioè quello dei dazi. Vogliamo la nostra marina mercantile forte ed estesa: dohbiamo inten– sificare i commerci, ossia togliere loro la barriera piÌI formidabile, cioè i clazt. Vogliamo migliorare Je condizioni delle nostro classi lavoratrici e consuma– trici in Italia: dobbiamo abolire i clazt. Nè, se consideriamo la cosa dal punto di vista. della co,wcnienza e clell'equità, la risposta ci suona divcrsn. r nostri precedenti articoli hanno dimostrato che In lunga protezione conccs~a olle nostre industrie manu fattrici ha raggiunto piC'nnmentc il suo scopo: quindi inutile il conservarla. )fa in questo momento un altl'O problema di equità, non meno grave, urge al pensiero degli italiani: e questo ò il problema ml"'riclionale. Orbene, come ha dimostrato il prof. Dc Viti Dc llforco alla Cnmcra.e 1101 suo denso discorso di Lecco, la questione elci llezzogiomo non ò fJUestionc di lavori pubblici; 11u , è essenzialmentequestione tV imposte, di libertù.com – merciale e di tari//'e clogm,ali. li Mezzo giorno, privo d'indwJtrie o travagliato da una terribile crisi, ha bisogno per vivere di vendcl'O i suoi prodotti: e per vendere ha bisogno che cessi questa tutela. degli in– teressi dei pochi, che orn, per Je indirette dichiara– zioni dei più intelligenti fra quei pochi stessi, non avrebbe piì:t nessuna ragione cli essere, a meno che non si ritenga dovere de llo Stato di stringere con– tratti per la garanzia di elevn.tì profitti a favore degli industriali. Del rest o, questi stessi riconoscono che ò per essi questione di prima importanza l'avere un Meziogiorno ricco, che continui a. comprare i loro prodotti. Ed ò per ciò che i cotonieri presenta• rono o sostennero un ordino del g-iorno favorevole a pili equi trattati al Congresso delle Società. eco· nomichc, tenutosi a 'l'orino lo scorso settembre. . .. Non ò quindi tanto alla rinnovn:done o meno dei trattati che oramai bisogna mirare, quanto a colpire dirottamente l'albero deliri protezione nelle sue ra– dici: noi dobbiamo volere la riduzione della tariffa riel 1887. La misura, entro cui questa riduzione può effet– tuarsi, l'abbiamo abbozzata, trattando delle singole industrio. Ma 1 siccome essa ci portcrlL a lunghe e ostinate lotto, così noi dobbiamo 1 se pur ·yogliamo ottenere qualche cosa di concreto, convergere tutti gli sforzi verso un punto immediato ; e questo non può essere che la graduale riduzione del dazio più iniquo, piÌl inutile, piì1 dannoso per tutte le classi: Yogliamo dire, il da,do sul grano. J!:sso abolito, si diminuisco il costo della vita delle classi industriali e quindi si apre una via per com– pensal"le <lei danno momentaneo che risentiranno dalla diminuzione dei dazi sui loro prodotti. Esso a1Jolito 1 ci si a1>rono di colpo gli splendidi mercati dell'Argentina, dove noi, assieme ai prodotti, meglio assicuriamo la nostra vigorosa emigrazione di uo• mini. Esso abolito infine, si ò fatto un passo immenso verso la liquidazione della crisi agraria, che grava su non meno cli 15 milioni di cittadini itaJiani. Ora. o non piì1 bisogna che i constima.tori si scuotano a questo appello, che giungo nel momento meglio op· portuno ! . .. Noi Cl'ecleremmocli aver fatto opera oziosa 1 se non chiudessimo questo nostro studio con una proposta concretn alla Direzione di questa reputata Hivista. Giìl.ria molti indizi si va dimostrando come la pro 4 teziono in Italia abbia compiuto oramai la sua fase ascendente e per essa incominci l'altro ramo de1la l tE C-3 Gino B1ar o 1>arnbola.I cotonieri non si mostrano così accaniti nelle loro richieste come noi 1892: l'Associazione dei sericultori, per opera dell'instancabile Giretti, ha pubblicato il suo proclama di libertà. E libertà do 4 mandano le Camere di commercio di Palermo e di Bari, dietro cui sta la mente vigile di Angelo ller– tolini; e questo grido cli libertà risuona fra i depu– tati meridionali pill intelligenti, nei loro ColJegi e alla Camera. Proposte per costituire una intesa fra i consunrn.• tori itftliani in questo momento solenne si sono fatt.c o sul Giornale deyli 11.A..·onomislì o sulla. Riforma Sociale. Noi però crediamo che l'o1>era rimarrà sterile, se essa 11011 viene assunta dal pA.rtito, che attualmente ha in [talia il potere di trascinare le masse e con hL persuasione e con l'autorità: vogliamo dire, il partito socialista. Se questo si assume l'incarico di for penetrare nelhL coscienza delle mass~ che una trasformazione dei dazi avrà por eRse risultati di– retti o indiretti così mera,·igliosi, che non vi ò ri– forma tributaria che possa paragonarvisi, la vittoria ò sicura. In questo momento, il partito sociaHsta su questa questione può tirare a. sò il gruppo radicale, il popolo, tutti gli agricoltori italiani, eccettuati i grnndi ccrealicultori, gli industriali della. seta, i rap– presentanti delle inclustl'ie dei trasporti e la Lega Navale, tutti interessati al libero commercio e alla vib1 a buon mercato. B con tali energie può creare un tal fascio di in· toressi 1 che, sapientemente diretto, nessuna forza di inclustrinli varrà a spezznrc. Unn. Associazione di tale ~enere deve sorgere, a parer nostro, proprio in quella Milano, da cui nel 1878 e nel 1887 parth•a la voce della. protezione a oHranzn. Questa Associazione si può proporre cli riunire tutti i consumatori italiani sotto una ban– diera dl libertà, indipendentemente dai partiti e dai principii per cui essi aderiscono. Mezzi di propa– ganda sarebbero i giornali liberisti, non minimi nè deboli, le conferenze, le E'cdernzioni di lavoratori, gli opuscoli gratuiti o a minimo prezzo. Suo primo scopo: ottenere, pel 190,l, In riduzione del dazio sul grano a. L. G il quintale, cifra riconosciuta sufficiente 1>er gli scopi protettivi dai proprietari del1 1 Italia meridionale; riduzione che reca allo Stato un danno cli dieci milioni, a cui può riparare con l'avanzo, e ai consumatori un utile di 40 milioni. Dopo, di anno in anno, il dazio dovrà. ridursi di una lira al quintale, finchò sarà divenuto un dazio economico di L. t,50. Accanto a questo sco1>0 1>rimo e immediato, la Associazione dovrà proseguire la sua 01>era per la ri<luzione di tutti i dazi, pel miglioramento dei prezzi di trasporto, 1>er l'incremento del credito a{!rnrio e fondiario, per l 'estensione clclla coltura commerciale: sopratutto, 1 >crillumina.re e tener desta la. coscienza del popolo su questi quesit i, che riguar– dano la sua fortuna e il suo innalzamento materiale. A bituanelo le masse a rendersi esatto conto degli interessi che attorno ad esse si agitano ardenti e a valutarne In. portata, l'Associazione avrà il vanto immenso cli aver illuminato le coscienze e di aver preparato all'Italia una strada, il cui fine sfugge 1>crla. sua stessa. grandiosità. Quanto proponiamo non ò nuovo: Pinghilterra è n. 1111 piccolo Club che deve la sua odierna. politica, fonte precipua di una smisurata ricchezza. Perchò non l>atterebbe l'Italia lo stesso cammino, raggiun· gendo Pideale esposto dall'illustre De Johannis : l'Jtftlia porto franco clell'.~:uropa? li premio è così grande, che pel partito socialista metto conto tentarne l'alea. Riesce, e le conseguenze mostl'eranno la grandezza dell'opera: cade fra l'in– differenza. generale, e allora si vedrà che il popolo italiano non è, maturo a certe question.i, che il suo

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