Critica Sociale - Anno XIII - n. 4 - 16 febbraio 1903

CRITICA SOCIALE 59 dello Stato moderatore, nel supremo interesse del– l'igiene e della civiltà. (I) Tocca al proletario organizzato di sorvegliare eà esigere in ogni angolo à'ItaUa, l'esecuzione piena ed ìntie1·a della nuova legge. Senonchè, non è qui tutta l'opera legislativa fatta e da farsi contro la malaria. Abbiamo cioè anche le III. - Leggi sulle bonifiche. Al proletario e a chi ne tutela gli interessi ò bene rkordare che la legge 22 marzo 1900, N. 193 (testo unico), per gli anni U)00-Hl24, assegna alle bonifiche idrauliche delle paludi e dei terreni paludosi L. 250.087.500) e la legge suppletiva del 7 lu– glio Hl02 ha stanziato altri 63 milioni ; ai quali ag• giungendo altri 11.750.000 destinati con le leggi 2 agosto 1897 e 28 luglio 1902 per la Sirclegna, si ha un totale cli L. 324.837.500) cioè quas-i,3;t5 mi– lioni, (la .'!'pendere in un venticinquennio ver le boni,. fiche cli tante lande ora pestifere. Questa somma però, che in media all'anno dà. circa 13 milioni eia impiegare per opere così utilì, è troppo scarsa in confronto così dell'urgenza ed estensione deJle tante plaghe da redimere, come della necessitÀ. di fare contemporaneamente le bonifiche idrauliche in pianura e in montagna, e coordillarle bene fra loro e completarle coi rimboschimenti. Ad ogni modo, questi, sono i lavori pubblici JJiù necessa1·1 nell'Italia insulare, inferiore e media j da essi molte regioni aspettano l'impulso per la risur– rezione. :Maa tanta mole di lavoro si è mostrato e si mo– stra. im1>arie impreparato il Ministero dei lavori pubblici. Manca tuttora l'organizzazione tecnica e amministrativa: occorre d.i ricostituire coi migliori ingegneri specialisti gli uffici idraulici regionali; e se così non si ;provvede con la massima urgei17,a, molte opere rimarranno arretrate, molte saranno mal fatte o mal eseguite, e resteranno molte disillusioni e molti rimpianti dei milioni sprecati! Se lo ricordino bene coloro che invocano - e con ragione - le bonifiche e ne attendono i benefizi pro– messi! Oltre a ciò, se si vuole che ne rfaentano vantaggio le regioni che più ne abbisognano, occorre che lo Stato, per tutta l'Italia del latifondo, e in ispecie per tutta l'Italia meridionale e insulare, aumenti il suo contributo e diminuisca l'eccessivo peso che graviterebbe sulle spalle degli esausti enti locali. Ora 1 così qual è, la ripartizione degli oneri produrrà, come per lo passato, questo effetto ingiusto: che più lautamente ne profitteranno le regioni piìl ricche. E poi c'è da calcolare se tutto il denaro, che le bonifiche esigono, è bene impiegato, tenendo conto che nessuna maniera di bonificare può senz'altro ri– sanare una landa. In ogni caso, fra le varie ma– niere, bisogna sempre scegliere quella che più sol– lecitamente conduce a raggiungere anche un benefizio economico, cioè il miglioramento agricolo. La vecchia distinzione (ch'è pur troppo la base delle nostre leggi) fra bonifiche igieniche e agrarie non può reggersi, come non si regge più, igienicamente par• lancio, la dh'isione. delle bonifiche in l" e 2" cate– goria, cioè nelle grandi e piccole bonifiche. Le grandi e piccole paludi posson essere ugualmente causa di malaria. Una bonifica completa d'un grande territorio non 1>uòessere l'opera nè del solo idrau– lico, nè del solo agricoltore, nè del solo igienista, ma cli tutti e tre insieme, alleati e concordi. · Bisogna ad es. non dimenticare che, per combattere la malaria e ricavare dalla vittoria il massimo profitto (') v. M. Runa: La 1eoi-sl«zlo11e ""ova, rase. 1,a11110 1°, t1IOS. economico pel proletario come pel padrone, bisogna integrare le precedenti leggi con ogni altro mezzo per fai' costruire IV. - Abitazioni in località tli mnhtria. li latifondo inospitale era pur troppo una delle tante e così deleterie conseguenze cle1lamalaria. Spezzare il latifondo equivaleva prima a portare al macello le vit– time innocenti dei lavoratori. Oggi però, ch'è risoluto il problema sanitario della malaria) non c'ù più scusa all'inerzia dei signori, e all'abbandono di tante ric– chezze. Oggi questa grnncle proprietà diventa un abuso intollerabile se i pochi che la detengono segui– tino a tenerla secondo il loro egoistico interesse, che, data la vastità. dell'estensione, permette rica– varne un frutto sufficiente per far vita signorile, senza rischf, senza. pensieri e coll'assenteismo dalla terrn. Oggi le nostre regioni più belle, e in potenza più ricche, potrebhero diventare anche le più feraci neJl'interesse collettivo, a patto di dare a chi sa e può lavorarle il riparo dagli assalti dei nemici della sua preziosa salute, e, con la casa protetta. e con l'aiuto della cura gratuita pronta ed assidua col chi– nino a scopo preventivç> e curativo, permettergli di vivere tutto l'anno e prosperare ove ora ammala e muore. Le abitazioni nei luoghidi mala,-.ia sonooggiùtmque nna necessitàigienicanon meno cheeconomico-agraria j e, date le abitazioni, la colonizzazionedelle terre ma– lariche,JJeropera d·i un contadinocome il nostrn,che fa miracoli ài lavo,·o ùi tutto U mondo, non potrà tardare, e in ogni caso il credito agricolo ed altre leggi agrarie dovrebbero fare il resto. A questi principt s'informava una proposta <li legge presentatil già. due volte e per iniziativa del sottoscritto e dei colleghi Fortunato, Majno, Co– lajanni, ecc.; agli stessi principt s'informa un arti– colo, messo là. in un disegno di legge sull'assistenza medica e sulla. vigilanza igienica, presentato dal mi– nistro dell'Interno. L'articolo dice: Quando si tratti di casa rurale adibita per abitazione di coloro che sono addetti alla coltivazione di fondi ap– J)artenenti al proprietario della casa stessa, questi è obbligato a mantenere IO stabile 'in condizione di abita– bilità dal punto di vista igienico, e, dove tali condizioni manchino, a provv.edervi mediante le opportune ripara– zioni od aggiunte. Nel caso di inadempimento, il sindaco o l'ufficiale sanitario ne rireriscoilo al Consiglio provin– ciale di sanità, il quale, sentito il proprietario, può ordi– nare cbe il sindaco provveda di ufficio alle ripar·azioni ed aggiunte nei modi e termini di cui all'art. 151della legge comunale e provinciale, ecl entro un limite cli spesa non eccedente Pimporto di due annate dell'im– posta fondiaria erariale, gravante su i fondi anzidetti. I proprietari di fondi coltivati mediante l'opera tem– poranea di operai avventizi non aventi abitazione sta– bile nel Comune o nei Comuni dove i fondi sono posti, hanno l'obbligo di provvedere gli operai di ricoveri not– turni rispondenti alle necessità igieniche e sanitarie, tenuto conto delle condizioni e natura delle località. Nel caso di ina.dempimento, si potrà, previo cliffidamento, provvedere d'ufficio, come nel comma precedente. Quando il Sindaco ometta o si rifiuti di adempiere alle attribuzioni conferitegli dal presente articolo, potrà il prefetto provvedère d'ufficio. Qùesto articolo è fa.tto anche per molte delle più sane e ubertose terre d'Italia; ma, oltre a ciò 1 merita lode, sia perchè fa omaggio alla scienza della salute, sia perchè tende a colpire il latifondo, e a toglier via uno spettacolo - triste e vergognoso ovunque e più

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