Critica Sociale - Anno XIII - n. 3 - 1 febbraio 1903
ùHJTJCA SOCIAU: 39 zionc delle anime timorate e con la connh•enza del giure coniugRle, l'anarchia e la tristizia di trop))o così dette famiglie j ma il fare da profeti - peggio, <InCas– sandre - non ò il nostro mestiere, e non vogliamo nc– garn do\ tutto la possibilifa cho cou volubiliHL femminile la Camcl'!l. sia una..terza volta J)Cr stimare utile di cnm– Uinr di parere. Comunque, qunnd'nnco questa tenue, lieta lusinga sia, oltre lo nostre pre,,isioni, per Yerifl– cnrsi, la ,·otazione nv,·enula il 2 dicembre negli Uffici non cessa di a,•cre una notevolissima importanza; nò 5:0lo per risJ>etto alla fortuna parlamentare della leggo cosl prov,•ida e così combattutu, quanto, e specialmente, per ciò che essa è un segno non trascuraliile della 1>0- tcnza sempre Yitali:r,:simndella Chiei,:a o del guelfismo fi11corncosì diffuso in grfin JJArte del popolo italiano: g-uolflsmo, su cui 11011 è un ruor d'opera il richianrnro l'nttcnzione e la medit.nzione ciel pArtito socialistA, il quale ha combAttuto e comlmtte un po· dnppertuUo, o nncho ha vinto, dello strenue o belle bnttnglie contro rn ... :-.cni111r11toe il pregiudizio religioso, mtl non ha fi– nora saputo interamente db\ilupparsi da quel superft– cialo nniiclcricalismo di con\'enzionc, a che accennfl\'a, ad nitro proposito e rircrendo;;i ni democratici, in un recente articolo il Snl\'èmini, nò formarsi un adeguato concetto delhi vastit:'l e della complessità del problema. ln\'0.-0 1 non basta, per dobolh1ro e fugare il nero ini– mico, compincorsi settimanalmente, con JJuntu,\le dili– genza o giocondiHL, delle gaio ,;iy11ette o dello erudito e snlaci ri\•olnzioni dell'Asino, nò giorn credere sommn– riamonto o semplicisticamento che i preti \'Oluttunrii, nasuti e JH\nciuti, effigiali da ll(tfal<mya, costituiscano e rappresentino da soli il follo stuolo dei così detti mi– nistri di Dio, fra i quali, per contro, non mancano - e sono i più temibili - gli intelletti cotti e operosi o lo anime ))ie ed oneste; bensl occorro della Chiesa e del JJ.'.lrtitoche la sorregge - e pill di quella che di questo - acquistare una nozione non J)a"sionata nò unilaterale, mn oi,tgettivnmente equa; studiamo analiticamente gli istituti; seguirne, additarne, tagliarne le infinito pro- 1rnggini diranrnntisi, non sempre ,,lsibilmente, in tutti i mcnnclri della vita privata o socinle 1 economica o J>si– chica, o dar opera infine a sradicare non puro il guel– tlsmo patente, che ci st.a.contro, ma ancora quello, che, inconi;aJ>e\'Ole, si annida in tanti dei nostri abiti mentali e in parte cosl cospicua della nostra condotta incli\'i– dualo o famigliare. A tale condizione solamente, il par– tito socialista potrà presumere di raro una 11olitica fran– camente o clecisamente anticlericnlo. ... E llovrù. incominciare col contrapporsi risoluto e so– lerte, non tanto con l'astrntta propaganda satura delle frru;i ~tereotipate ciel verl>alismo demngogico, quanto, o massimamente, con dello ideo ben nette e dei propositi tecnicamente attuabili, alla Chiesa nel campo dell'edu– cazione o dcll 1 istruzione, e a tal uopo amorosamente e irnzicntemente s,•iscerare, in tutti i suoi aspetti ed elo• menti - delegando a ciò, con Op))ortuna suddivisione di lavoro, quelli, che nel suo seno sono i piì1 atti - la questione scolastica, così da esserne a pieno informnto o da 11011 avventurarsi a trattarne Sll per i g~ornali, nei comi:t.ii o nei Consigli scnzf\ la dO\'llta 11reparazione. Porchò - sin detto di pas~ata - non vi ha nulla. di pili 11ernicioso, di pili scio1>ernto o di meno probo del disin• ,•olto improHisarsi, a cui tutto,ll assistiamo, cli tanti, del resto brnvi, nostri II compagni , a oratori e riror– matori enciclopedici, pronti con irl\'idiabile lestezza a illuminare il pubblico dei proletari circa qualsi\·oglin argomento, per diftlcile e complesso che sia, e a fargli indifferentemente la critica di tutti quanti gli instituti l>orghesi; come se la redo socialii1tn, 11er non essere dn meno delle altre, a,•esso la taumaturgica virtl1 di in– sufflare a un tratto nell'intelletto dei suoi ndeJ)ti il do110 del l'onniscienza! Urgo, dunque, che il J>artit.o nostro, se \'uol dare un contenuto pratico e sostanziale al suo anticlericalismo, promuova innanzi tutto la effettiva ed integra lllici.:.:a– :io11e della scuola, in modo da proscri\'ere i residui con• fessionali, che, piìt o meno Innati, ancora parzialmente 11ermangono nell'insegnamento stesso impartito a cura dello Stato e dei Comuni, e da impedire che una co~ì ingente folla di giovani arri\•! &iuo alla soglia del\ 1 l·ni• vcrsitil sott.o In immedintn direziono dei preti. Souo infatti legione gli istituti eeclosinstici, maschili e femminili, nel nostro paese. Ln JJii, parto sono nfllclaii ai gesuiti, agli scoloJ)ii, ai salc.,inni e - i femminili - nllo monache del Sacro Cuorc>.Dispongono, in generai<-, ma.li, ;ime quelli dei gesuiti, di mezzi cospicui; so110 nl– log-nti in sedi non disadotte <', alcuni, magnifiche: hanno 1111 11ersonale insegnante, nel quale l\l,bontlano i sa.r('r– doti laureati nelle fcgio l'niver~iti\ o che non t.• 1 in comt>lesi;o, ror;;e inforioro a quello delle scuole laiche; si accontentano - s11ecie quelli dei salesiani, che sono l'ordine pili povcro o meno politicante - cli rètto mo– diche, e sono affollnU di giovinetti {chi sa quanti appar– tenenti n famiglie mMsoniche o - n parole - anlicle• ricali!), dei quali molti Yi percorrono l'intero corso secondario, nou uscendone - quelli, che ne escono! - se non por iscriversi nello FncolHL universitarie, nllora quando, circa Yentenni 1 hnnno Panimo e l'intelletto JJlai;mati così come ai loro chercuti maestri è piaciuto, con ra111ica, sottile, iwsinuante accortezza ))edagogica tradizionale nella Chiesa, di plasmarli. Ke escono, dico, non 1ligiuni - a parto gli aforismi grossolanamente metafisici, di che hanno pieno il caJ)o, e le lacune o gli SJH"O))O.'Jiti spesscggianti - dove In "erità. ò eretica ed eterodossa! - nelle loro cognizioni di storia politica e letteraria. - di coltura; ma - la piì1 parte - rimmin• chioniti o smascolinati. Quelli, specinlmcntc, clic sono stnti sei, otto anni sotto i gesuiti, recano e recheranno indelebile, insopprimibile il crisma della furbesca e, nel rispetto etico, innaturale o,lucnziono rice\'llta. Buon numero di tali istituti ò pareggiato e conscn•n, indisturbnto 1 il pareggiamento pur dopo la magna 1>ero– razione anticlericalegginnte di un npplaudito discorso, pronunciato nel giugno scorso alla Camera dal ministro Nasi. ..lit Mtl la solerzia pedagogica della Chiesa, piì1 lnrgn• mento che nell'ordine degli sludii sccondnrii 1 si es))licn. nell'àmbito dell'educazione infantile. lvi essa tien te;;ta aHedutamente e ,•ittorioso.mente alla scarsa iniziativa laica; hi ha conservato l'antico primato. Kon vi ha quasi l>orgo infatti - si può dire - dO\'e non sia un asilo tenuto da suore e rrequcntato da. centinaia di t,nm• bini, che trovano, in genorale, nello religiose - a parte il flno confessionale 1 a cui esso hanno immancnbilmente e costantemente la mira. - un trattamento sufficiente• mente amorevole e, anche nel rispetto materiale, non inaclegunto. I~,pur ,lo\·e esiste un asilo laico, è ben ro.ro che, o in un modo o nell'1lltro, o direttamente o indi• rettamente, l'arciprete o il curato non vi si inframmet– tano, sorretti e sospinti, oltre che dalla loro sistematica in\ 1 adenza, dalle famiglie dei rng,uzi, che, per lo Ili~, !ò!iJOcie nei 1>iccolicentri, malvolentieri sì accn1ci 1110-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy