Critica Sociale - Anno XIII - n. 3 - 1 febbraio 1903

42 CRITICA SOCIALE viene ild nvcr sempre pii1 bisogno di braccio.; quindi, quanto pÌl1 nito è il prezzo del grano, tanto pitt ele– Yati sono i salari degli operili. E strano che siffatta prnposizione si sostenga. an– cora. dopo che, sin dalla metà dello scorso secolo, Ricardo e Stuart :i\lill hanno dimostrato proprio il contrario: e cioò che, caeteris J)aribus, con una di– minuzione nei prezzi dei grani, le rendite sce– mano, i salari crescono e, invcrsamrnte, con un au– mento nei prezzi salgono le rendite e si abbassano i salarì. Una conispondcnza. univoca fra. rendite e salari si aHobhe solo se, a un mutamento nei prezzi del grano, corrispondesse immediatamente un muta– mento nella popolazione. Quindi la proposizione degli agmrì si muta nella seguente: col salire della pro· dut.th ·ità. si nbbassa la renditn, snle il s~,lario. Ques_to, del resto, è il fenomeno che si verifica in t.utta Pfa1- ropa occidentale: decrescono le rendite, migliorano i salari'. ·~: siccome, col crescere della Jll'Odutt.ivibì, diminuiscono anche i prezzi, così si ha la proposi– ;done: quanto JJih lxisso è 1l prezzo del grano, la11to JJilÌ allo è il Salario. 3° Si sostiene che il dazio permette il migliora– mento dclln. coltura. naziorn,lc. Invece, quanto pili è alto il dazio, tanto pii1 dif– ficile riesco al grauo estero di superHl'C la mu1·aglii\ dogonale o quindi all'intorno si scendo alla. coltura di terre di qualit:ì sempre peggiori, ossia. tanto più costosi diventano i mezzi por innalzare il reddito netto. J~ ciò dimostra. ancora meglio che il garantire a ogni coi;to il reddito porta con sè un abbassamento nelht potenza proclutl'iva: questo è vero oggi per le rendite dei proprietari, lo sarebbe donurni per i salari se si tentasse cli garantire un minimo di essi ai lavo• ratori. ·Ma siccome il decrescere della produttivifa in un paese progressivo non può amh1re all'infinito, ne consegue che col tempo, malgrado tuttrl h\ prote– zione, il prezzo del grano ribassa. Questo si è veri– ficato in }'rnncia, questo è avve1rnto in Germania. Come ricorda. il Dietzel, nel periodo 1887-\l00, in cui il dazio sul grano è stato a. 3,50 e a. 5 marchi, si sono avuti prezzi mcdt piLL bassi che nel periodo .1879·87, in cui quel prodotto paga.ni. un solo marco alla do– gana. Ciò in parte anche perchè il dazio non è, e non può essere, che un solo elemento cielprezzo del grano: esso non ha nessuna influenza sulle varia– zioni di tutti gli altri. 4° Dicono i sostenitori del dazio, che, nella peg– giore ipotesi, il dazio non fa. che trasferire una certa somma di danaro da.Ile mani cli consumatori oziosi a quelle di proprietari Jitvora.tori. Jnvece, a parte tutte le considerazioni morali e giuridiche, dal punto di vista economico, il dazio non costituif:1ce solamente uno spostamento, ma bensì una vera e propria distruzione cli ricchezza. Ecco Pc– sempio tipico che ne chì il Brentano (Das Freihandels<tr• gument, Berlino, U)0l): La:Russia. fino ad ora. ha im– portato in Germania. della segale per un ,·nlore irnnuale cli 60-70 milioni cli marchi. Ora, hl Germania non pa.– gav11. la Russia. in oro, ma.bensì importando in quel vi1sto Impero per altrettanto rnlore in porcelhrnc, acciai, stoffe, ecc. Inoltre, con la segala hi Russia pag,Ha una parte degli interessi del prestito avanzatole di1lla Germania, perchè continuasse a comperflre cannoni e locomotive tedesche. Naturalmente col cessare del commercio della segala 1 si troncherà tutto questo duplice movimento commerciale cli importazione e di esportazione, e invece avremo un movimento unico da part.c della Oerinania: quello cli 1·irnlgerc quella somma clicapitale e lavoro che prima impiegavaallar,roduzionc in condizioni favorevoli cli quei GOo 70 milioni di prodotti alla lavorazione costosa cli terre poco rimu– neratrici. Il che costituisce una perdita. secca per la nazione: e questa viene ancor pili nggravata dal fatto, che quelle famiglie, lo quali ora spenderanno, per il nuovo dazio, 20 marchi cli piì1, ad esempio, per il consumo del pane, toglieranno la stessa somma alla richiesta cli altri oggetti cli consumo. Quindi danno doppio e di gran lunga superiore al vantaggio degli agricoltori. 5° J~ finalmente veniamo all'ultimo punto. Di– cono gli agricoltol'i che il dazio sul grano deve servire a proteggerli dalla concorrenza dei paesi di olt.re mare. Ora noi osserviamo che, so un dazio dovesse se,·– vire a questo scopo, dovrebbe e::1ser spint.o ad altezze incalcolabili 1 grottesche per gli stessi cerealicultori. I.o studio è stato fatto per la Oerrnonia dnllo stesso prof. .Brcntano. Il costo delht coltum dei cercali è costituito: dagli interessi del valore clell,Lt.crra, ch,i salar'ì e dalle imposto. Oru, lo scarto fra il valore dei terreni tedeschi e quello dei torroni concorrenti russi e mnorica11i è immenso, insanabile con qual– siasi clnzio ragionevole. l.,n t.erm in Russia vale og– gidì cht 28 a 240 marciti l'ettaro, nell'America ciel Korcl da 7:! marchi nel Dakota r~ 38-1 nelrfllinois; nell'Argentina un buon terreno, post.o nelle Yicinanze cliuna ferrovia, costn GO marchi all'cttiuo. Ora i la ste::,sa estensione cli terreno in Germania rnlewi in media 5GO nnnchi nel 188t\ marchi 648 nel l8!lG 1 marchi 776 noi !8!)8 1 marchi 774 nel 18!:>S, marchi S'H nel L899; in Baviera. il prezzo medio doll'ettaroò di noo marchi! Con poca clifferenzn, lo stesso ragionamento può farsi per l'Italia. Ora, date questi enorini dislivelli, come può l'ag-ricolt,ura europea. pretendere di rendere re– munerativa la coltuni elci cereali, tanto piì1 quando si consideri che i 7 / 8 elci suolo dell'Argentina giac• ciono inoperosi? . .. l•:d ora veniamo all'Ualia. :Nel nostro paese si ripe– terono t.utt.i i sofismi generali sopra indicati a. sostegno cli un aumento continuo del dazio sui cereali. Si portò per oltro un nuovo argomento speciale, ad Jiominem. Si disse cioè che il movimento in favore di una ri– forma doganale protezionista, che poi fluì con la ta– riffa generale del 1887 1 fu opem esclusiva del Set– tentrione, e che gli interessi dell'agricoltura ne usci– rono sacrificati: quindi il dazio sul grano rappresenta come una specie clicompenso di una. ingiustizia. Ora, premettiamo che è stn:rna questa mania dei cereali– colturi di confondere gli interessi loro con quelli di tutbi. l'agricoltma ib,Iiana: invece abbiamo visto, trattando ciel vino, degli agrumi e degli ortaggi, che gli interessi cli tutti i proprietari di terre non coltivate a cercali sono precisamente opposti a quelli elci cc– realicoltmi stessi. E cioè: 1° perchè essi non temono la concorrenza strnniera, ma anzi hanno tutto l'in– teresse cli esportare; 2° pel'chò, se all'interno dimi– nuisce il prezzo dei cercali, aumenterebbero i consumi degli altri generi e specialmente ciel vino e della. frutta. )Ja, inoltre, quella ragione che si continua. a. ri– petere in Italia, che nelli\ tariffa ciel 1887 gli inte– ressi dell'agricoltum vennero sacrificati, ò precisR• mente e completmncnte contraria alla verità. Ed è bene che lo si rilevi, perchè 01·amai 1 a ful'ia. di sen• tirselo dire, anche coloro che parteciparono alla formazione cli quella tariffa hanno finito per re::1tarne convinti. Ebbene, se consultiamo i volumi della Com· missione reale per l'inchiesti, doganale ciel lSSG, ve– diamo chi uua parte l'on. Elleu11 1 relatore per il ramo " industrie ,, che esortava alla protrzione di vario industrio nascenti e cli altre poco evolute, ritenendo che 111m difesa momentnnea potesse Hiutarne lo svi• luppo. Ma. clall'altra, In relazione Lampcrtico e }.li– raglia. suona decisamente avversa n qualsiasi prote– zione all'agricoltura italiana e specialmente all'agri– coltura elci cereali.

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