Critica Sociale - Anno XIII - n. 1 - 1 gennaio 1903

CRITICASOCIALE contratto con uno o piìt padroni f'ttcendosi rap1>re– sc11bue tlulla. propria Associnzionc. Ossia questo g-rupr>o di la.vorntori continua ad essere il soggetto del contrntto, e la loro Associa;,;ione acquista soltanto - come chiarisc e la Hela zione 1>recedente il disegno di legge - ~ la parzia.le capacitil ~iuriclica di assu– mere il ma11Chtto dei pr opri membri nella stipula– zione del contr11tto di lavoro e nella procedura di conciliazione 11• .Ma <1ucsto, come og-nun vedo, non è ancorn. il contratt.o di lavoro stipulato fra padroni e Associa– zioni cli linoratori. Qui 11Associazionc non è ancora og-gctto del contrutto, ma è soltanto una manclabtrii1, che contratta per i lavoratori addetti ad una deter– minata opera e 1>crquelli soltanto. L'Associazione è soggetto di un contratto soltanto in una fase prece– dente, cioè quando riceve il nrnndato (articolo 1737 Cocl. ciY.). J•: come lo riC0YCquesto mandato? L't1rt. 10 <lei disegno di leggo dice che quando l'Associazione lut hisogno di prendere deliberazioni collcttiYe, queste " sono obbli~atoric, purchò prose a maggioranza. asso• Iuta di voti e nei modi e nello forme che saranno stahilite dal regolament.o ,,.. 11 che significa cllL', quando l'Associazione ha ricevuto un mandato dalla 111a:;rgior1rnza 1 ossa ha il diritto di impegnare anche In minoranza .. I~ non la minornnza soltanto, ma, poichè PAssociiizione è un organismo in continuo moto, anche i soci che entrassero od uscissero dopo il ,·oto cleliherath•o. 'l'utto questo dimostra che l'Associazione non si può considerare come un:1. vera e propria manda– taria, ma dove piì1 legittimamente considerarsi come una entit.'1 a sè, nclh, quale si riassumono le volontfl. p1·cvalcnti dei suoi soci, ma che ha però una vo– lontà sua propriu, che dura oltre il momento noi quale assume il mandato . .E allora ne deriva logica• mente la necessit:\ di introdurre l'Associazione come soggetto elci controtto di lavoro, concedendo ad essa la ,,arziale capacità giuridica di contrattare e di staro in giudizio per le controversie inerenti al con– tratto stesso. Nò si creda che questa correiione al disegno di legge sia poco sostanziale. Con la dizione pro1>osta 11lla. Camera. si potrà sempre discutere sulla legitti– mità e sui limiti del mandato; si potrà, ad escm1>io, negare che In. deliberazione presa da tutta una As– sociaziono sia im1>egnatin1. 1>erquel ristret to gruppo di soci in nomo del quale l' Associa:1.ione ha contrat– tato per un determinato lav o ro, come si potrà ne• gare che i patt.i, stipulati eh~ u1111. Associazione ne lift sua Yesto di mandataria, siano validi anche per i soci nuovi ch'essa cventualmento potrà sostituire a quelli da cui ha ricevuto il mandato. E c1uesta poa– sibilità di infinito contro,·ersie non può giovare ad alcuno. Innalzando invece le Associazioni opernie a soggetto del contratto di lavoro, non solo si toglie ogni dubbio, ma si crea il vero contratto colletti,•o quale è sorto in seguito al grande fenomeno storico dcll'organizzaziono J)roletaria .. Jl carattere saliente di questo contratto collettivo è questo: che l'Asso– ciazione dei lavoratori assorbe t.utto lo volontà indi• viduali non solo dei soci presenti, ma di quelli fu. turi, in modo che le sue conquiste sono anche le conquiste cli c1uolli che verranno piì1 tnrdi, riunendo così in una solidarietà meravigliosa tutti gli sforzi sincroni e successiYi per le vit,torie immancabili del l'a" venire. Di~ questo contratto colletti\'0 si deve quindi svi• lu1)pare spontaneamente In piena. capacità giuridica dello Assoch1zioni. Questa capacitò, limitata dapprima. 1tlla facoltà cli contrattare o di adire la conciliazione e l'ttrbitrato, deve 1>oiallargarsi a permettere l'a• zione di riparnzione ai Sindacati operai contro l'im• prenditore che licenzia. l'operaio perohè organizzato, come proponovn. Millerand noi progetto 14 novem– bre 189!1, por giungere infine n concedere al Sinchi– cato la f1rnoltìt di costringere il padrone a licenziare il krumiro, come pre,·edeva il prof. Yh•ante nel suo dotto discorso ali' niversità di Homa. Ma tutto ciò non può essere se non il prodotto di una elaborazione lenta. Quello che importa stabilire ora è che l'Associ11:1.ione operaia possa essere sog– ,-rctto ciel contratto di lavoro e non semplice man– dataria cli quel gruppo ristretto cli operai che si impegna in quella determinata opem e in quel de• terminato momento. . .. Esaminiamo brevemente le disposizioni relative alle controYersie collettive. Il disegno cli leggo che, con molta larghczzR. di idee, affida tanto allo magistrature urficiu,li c1uanto nlle libere la. risoluzione cli c1ueste controYersie, stabi– lisce che " si deve promuoverne 1ft concitazione e si 1mò chiederne la risoluzione arbitrale 71 , Ossia che il tentativo clcllr, conciliazione ò obbligatoriQ, mentre l'nrbitri\to ò volontario e facoltati,·o. Se non che, urge sapere in qual modo il tentath·o della conciliazione di\'enta obbligatorio. La legge a <1uesto proposito tace, m& h, Relazione che la pre– cede chiarisco il punto oscuro così : 11 i~ obbliga.torlo alle par li tenta re In conciliazione. La domanda può essere pro1>osta.da una o da tutt'e due. Qualora una •li osse abbia promossa tale domanda, l'altra non può rìflutarsl. " (1>ag. 61). Ora, se questa deve essere l'interpretazione della logge, essa, ci pnre insufficiente e inadeguata allo scopo. Qui ci si possono presentare due casi. Primo caso: un11,parte propone la conciliazione o l'altra vi si rifiuta. Che cosa farà la magistratura incaricata cli conciliare? Evidentemente, essa non potrà che 11pplicare l'art. 60 del disegno di legge, secondo il qu1lle l'inadempimento delle prescrizioni contenute nella legge costituisce, contro l'inadem– piente, giusto moti vo di risoluzione del contratto. Ma è questa una san:1.ione rapida e sufficiente? J', certo che ad un padrone, che si rifiuta di tentare la conciliazione con i suoi operai in isciopero, non re– cherit. alcuna sorpresa il sapere che il contratto coi suoi dipendenti è stato sciolto dalla Oiurìa. L'unica sanzione gli potrà derivare dall'applicazione dell'ar– ticolo 42, il quale chiama a risarcire i danni la parte che, senzf\ giusti motiYi, risolvo il contratto. Ma. ò evidente che c1uesta azione per danni dovrii proporsi dopo la clichh1razione della Giuria, ossia avrà.bisogno cli una procedura lunga, complicata? non certo adatta a far sentire subito l'obbligatorieta della concilia• zionc. Secondo caso: nessuna delle parti chiede la con– ciliazione. Che fare? 11 disegno di legge non dà alla magistratura competente (e 1 data la grande varietà. e scioltezza di questa Giuria, sarebbe difficile indi– care la competente) il diritto d'intervenire d'ufficio. [n un solo caso la Giuria interviene senza attendere la volontà. di una o delle due parti, ed è quando si tratta di servizt pubblici assunti da imprese J>rivate, e di lavori in cui la interruzione della mano d'opera cagioni perdita irreparabile di animali, di prodotti, ecc. Qui ò il Prefetto che richiede la magistratura com· )letente perchò inte rvenga d'ufficio. Ma l'avere ap– punto contcmpla.to questo caso, vuol dire che Jn tutti gli altri, nei quali nessuna delle parti chiede la conciliazione, questa non può tentarsi e la sua obbligatorietà rimane lettera morta. Il legislatore si ò invece preoccupato cli dare al– cune sanzioni al giudizio arbitrale e a quei provve– dimenti interinali che devono essere diretti eviden-

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