Critica Sociale - Anno XIII - n. 1 - 1 gennaio 1903

14 CRITICA SOCIALE Boston) per dimostrare che non è vero che la fabbrica abbia. prodotto effetti d.cletcrii sulla vita moderna, e che è un errore credere che essa crei dei mali e delle per– sone con p1·edisposizioni ai mali, sibbeue ò vero che nella fabbrica si raccolgono persone già J>redestinatc ai mali, per modo che sembra si verifichi un fenomeno che già preesisteva. E in prova cita le popolazioni degli Stati del Sud, lo quali, un tempo povere, dedite a un lavoro degrada11tc, in lotta sempre colla popolazioue di colore, dopo che sono entrate nelle fabbriche non hanno chi le superi in abilità, sono diventate industri ed eco• nome 1 ed cclucano i loro fanciulli come non avevano mai ratto per lo ìnnanzi. A contestare questi II SJ)lcndidi ,. risultati della fab– brica - la qua.lo , per altro, rn))))resenta naturalmente una. fase J>rogressiva. di fronte nl lavoro disorganizzato e rozzo, cos\ rome il proletariato ò qualcosa. di meglio della folla - vengono alcune note sul!' 11 operaio negli Stati Uniti II fatte dalla signora B. van Vorst in varie fabbriche americane e J>UbUlicatesulla Revue des cleu.v Mo11des (JO dicembre). Vestita da O))eraia, la scrittrice scende a Pittsburg e trova subito lavoro in una fa.bUrica di conserve. L'officina ò aerata, igienica, spaziosa. Alle sette le dit1Lsono già. in movimento. Si tratta di a))plicare le ca))sule aì tappi, o cli chiudere le scatole. A mezzogiorno si va a pranzo in una vasta sala ca– pace di 500 convitati. I pacchetti involtati noi giornali vengono aperti o si J)rnnza. 11 pa.,to ò mediocre e poco va.rio: )lane, conserve di frutta, dolci e cetrioli; tal– ,,oita, ma di rado, una salsiccia o un cattivo pezzo di carne stoppacciosai il tutto inafflato da un caffè ese– crabile, fornito dalla fabbrica a un soldo la tazza. Le operaie più stanche rimettono nella carta il pranzo mangiato per metà. Una fatica ecces!lliva toglio l'appe• tito, crea un gusto disordinato per l'aceto e Jlei dolci 11ertutto ciò che eccita. 1 Alle 14,30 si riprende il lavoro, continuo, eterno. " Ogni altra impressione è attutita dallo stordimento in cui mi getta questo enorme meccanismo, inflessibile che delle povere ragazze mantengono in moviment~ 11erpetuo 1 e la. monotonia stupefacente di questa vita di opiflcio, di questo lavoro automatico cui l'intelligenza non JHtrtecipa affatto. "lntimamente io mi ribello contro una società le cui esigenze materiali non possano esser soddisratte che a prezzo del sacriflcio dello spirito e del corpo. La. mia. fatica ti.sica mi fa esagerare la compassione che sento !~!~ 1 !e;~g ~ft;f~Yi 1 ~ 8 ·u~~ fn°:ui:e;ee:~op!~!i:~t~:~~i:~e~ egualmente degne di pietà. li lavoro mi appare sotto la. forma di un mostro, nutrito di esistenz.e umane. u J)ì quando in quando avviene uu infortunio, un dito tagliato, una scheggia che penetra. nella carne. Una ra– gazza rimane scottata. da. un'esplosione di vapore· sviene e la portano fuori. E il laYoro continua ininterrÒtto. r,o orecchi~ ~i marte~lano come stessero per 11coppiare, la testa m1 gira, e m1 fermo un momento, esaurita. Subito qualcuno mi sussurra: " - F'aresto meglio a non indugiarvi. Se vi coglie la SOl'\'egliante, guai! i. In dieci oro ho aggiustati trecento ta.ppi 1 ho chiuse quattromila. scatole di consern ed ho guadagnato 70 soldi. n Noi giorni successivi durante il pasto ossa attacca discorso con le compa~ue. Una lo dice: " - Scommetto che non indovinate la mia età. .i La guardo: ha il viso e il collo rugosi; le suo larghe mani sono callose e screpolate; essa ò grande nelle 1-1ue gonne corte. A giudicare dal piacere che e11saha potuto provare nella vita 1 sarei tentata di rispondere che deve aneora nascere. So penso a.Ilo sforzo compiuto, direi vo• lontieri: Mille anni. 11 Prendo una via di mezzo: 11 - Yenti? " - Ne ho quattordici, risponde. Non mi piaco di sta.re a easa. I piccini mi seccano. La mamma ha <1ualcosa. lo lavoro per mio gusto. 11 •- Yorrei poter dire altrettanto, re1,lica un'altra. Noi siamo in tre sorelle a mantenere la mamma: tredici dollari di affitto, einque di carbone tutti i mesi, non c'è da scherzare! 11 Col tempo la scrittrice superò gli incon,,enienti della spdiceria dell'alloggio, del paglia.riccio senza lenzuoli, del nutrimento insufficiente e della fatica di un rude lavoro manuale, e quindi ria.ssume co~l le sue osserva– zioni: 11 .Nella categoria degli operai maschi non ho incon– trato che una classe di concorrenti: quelli che si gua• dagn:1110 il pane. 'l'ra le operaie ho notato invece varie classi: quella che si guadagna il pane, queilla che la– \'Ora per procurarsi un po' di superfluo, quella che aspira a Jlrocnrarsi del lusso. Questi\ differenza di scopi complica la lotta ed abbassa iue,·italJilmente il tasso dei salari. 11 La. donna che dove bastare a sò stessa deYe sostenere la concorrenza dei fanciulli e delle ragazze che vivono in famiglia, mantenute dai genitori, e che spendono il loto guadagno nella toilette. ,, La donna nel laYoro ò inferiore all'uomo, e quando ha un marito, un padre, dei fratelii che gtiadagnano non lavora all'opiflcio o è spesata in parte. Jn altri opiflcii di sartoria la scrittrice nota. che le ragazzo sono gaie, e che le solo preoccupazioni loro sono l'amore e la toilette. Parecchie vanno all'opificio per godere un po' dì indipendenza assoluta almeno fino ai 2a anni; llopo penseranno n. sposarsi per diventare e restare mogli fedeli. La scrittrice conclude lamentando in tutta la. vita delle operaie americane l'assenza totale di bellezza estetica in quanto le circonda e la natura delle loro occupazioni che non possono contribuire allo sviluppo delle racoltò. intellettuali, e consiglia che si impiantino scuole gratuito di arto industriale per tutte quelle ra• gazzo che non lavorano per Uisogno assoluto. A parte quanto c'ò di sentimentale, di estetico o di utopistico in queste conclusioni, resta il ratto della Yita orribile di quelle ragnzzo che, }ler necessitò., per vivere, debbono e dovranno lavorare pur sem))re, anche se pri• vate della concorrenza delle future frequentatrici delle scuole d'arte indu,;triale, e che il lavoro della faUbrica. invecchia prima. del tempo, intisichisce ed imbestia 1 no– nostante gli inni del Commissario del Ja\'Oro. Sncus. ... C,\llll,LO Sup1xo: L'i11divi'1ualis1110 ecouomico (concetto, origine, sviluppo, degenerazione, critica). - Fratelli Bocca. 1 1902. Anche il Supino s'orienta verso il socialismo della cattedra. Dopo una diligente rassegna storica del succe– dersi degli stadi e delle teorie economiche, l'A. ricerca. nelle condizioni stesse dello scambio, che è la sintesi clell'indi\•idualismo nell'economia. sociale, le ragioni di de!!adenza dell'individualismo medesimo. li valore di scambio tende bensl verso il costo di produzione i ma non esiste un costo unico por ogni specie di merce; esistono invece parecchi costi, di cui il più elevato, che però ò necessario per soddisrare la domanda, determina il valore, concedendo un extrareddito ai produttori a. costo più basso, extra.reddito spesso dovuto non a mag– giore abilità di questi, ma a. trascuratezza, negligenza, ignoranza degli altri o alla particolare natura dei mezzi produttivi, a limitazione naturali di quPsti, ecc. Questa ingiustizia si :iggra.va ad ogni variazione dei prezzi. L'aumento di prezzo fa crescere l'extra.guadagno dei produttori che sono in grado di produrre a meno, e ne1lo stesso tempo, mentre si ripercuote assai debolmente sui consuma.tori ricchi, che possono mantenere inalterata o ridurre di poco la loro domanda, colpisce sensibilmente i produttori poveri, costretti a rinunziare in tutto o in gran parte all'acquisto di quel dato prodotto. Quando poi il prezzo accenni a ribassare, perchò sia diminuita la domanda da. parte dei consumatori meno abbienti, la. inevitabile riduzione dell'offerta. colpirà. i produttori che già si trovavano in peggior situazione e li rovinerò. del tutto. Tante volte però questi extraredditi sono provo– cati volontariamente do.Ile stesse varie categorie di pro– duttori, e ciò per l'antitesi già anticamente denunziata. tra. l'interesse sociale, che bada unicamente a.I valore d'uso dei bimi, e l'interesse indiYiduate, che bada solo nl valore di scambio, o pel tatto che la concorrenza. perretta. è ben lungi dall'essere attuata, e, dove ci si avvicina., ogni 1>roduttore agisce all'insaputa d'ogni altro, sicchè si hanno oscillazioni e crisi. Di qui la necessità. e l'inconveniente del pari degli intermediari, che sono

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