Critica Sociale - Anno XII - n. 24 - 16 dicembre 1902
CRl'fICA SOCIALE di dominio, che della giovane generazione almeno la metà. è destinata all'analfabetismo; e tutto questo vuol dire che per altri trent'anni i tre quarti del proletariato meridionale saranno esclusi da.ll 'elettorato se non si muta, la legge n.ttuale, e In. vita politica sad monopolio della classe latifondista) e della piccola borghesia, che, non iwendo altri appoggi, deve gravitare politicamente intorno ai filibustieri della grnnde proprietà fondiaria. Il suffragio universale amministrativo, pertanto, varrebbe ad epurare lentamente In \'ita meridionale molto J)il1 che la cura governativi\ - impossibile e utOJ)istica - iuvocat1t da quasi tutti i democratici e socialisti: esso introdllrrebbe nella vit.a comunale il proletariato, che a poco a poco farebbo esperienza, comprcnderehbe i suoi interessi e offrirebbe le condizioni necessarie a un movimento legale davvero democratico, staccando dalla classe latifondista la piccola borghesia; renderebbe pili difflcile,.se non altro perchè pii1 costosa, la corruzione, dovendo essa su una massa grande di elettori assumere proporzioni troppo vaste per ispostare la maggioranza; ridurrebbe di :notto, per le medesime ragioni, la in– ttuenza politica dei prefetti e degli altri agenti dello Stato. La teoria della necessifa ciel componimcntino e del problemuccio per attestare l'attitudine poliUca, se ò assurda per sè stessa ed è nata solo dal de!liderio covato dai consenntori italiani di approfittare dell'analfabe– tismo proletario J)er impedire l'estendersi del diritto elettonile, è più che mai assurda quando si tratta di questioui amministrative, le quali sono vicine agli elet– tori e facilmente accessibili ·:t qualunque intelligemm; nè vale per l'Jtalia meridionale quella paum dell'in– Huenza clericale, che ra diventare reazionarii tanti de– mocratici e socialist-i, perchò nel .\lezzodì -- ecco un'af– fermazione che fari\ strabiliare le razze s111Jeriori del Nord - il prete, come prete, non ha nessuna influenza politica, e non esiste partito clericale, e con un botte– ghino di sale e tabacchi il più diabolico massone di questo mondo 1rnò comprare tutto un capitolo di cano– nici, compreso l'arcivescovo. Ma per il .Nord le cose vanno ben diversamente: qui l'istruzione è molto diffusa, e le scuole sono antiche, e bisogna essere davvero te– stoni e debosciati J)er non aver fatto le prime elemen– tari: J)erciò la proclama;-;ione <lei suffragio uni \'ersale sarebbe non solo inutile, ma fors'anche dannosa 1 perchè dnrebbe l'arma del voto ai rifiuti della scuolll., su cui ha tanto potere il partito clericale orgn.nizr.ato: ])rima istruitevi, poichò ne avete i mezzi, e poi sarete cit– tadini. Or è naturale che i pal'titi democratici del Nord, non sentendo 1>ersò la necessità di modificare la legge elet– to'rale, non comprendano neanche la necessità di mutarla per altri: faranno sem1>re delle affermazioni platoniche pel suffragio universale a.nche femminile - è il dottrina– rismo democratico, che vuol così - ma si guarderanno sempre bene dall'agitarsi sul serio per strappare la ri– forma.; e i socialisti ciel Sud grideranno le loro parole nl vento. Un altro esemt)iO lam))a.nte del dissidio, che dovrìl spesso nascere anche sul terreno politico fra socialisti del Nord e socialisti del Sud, ci è dato dalPatteggin– mcnto di Alessandro Tasca e dell'Arnnti! riguardo al t)rogetto meridionale del Sonnino; il quale ha lo scopo machiavellico di comprare con la riduzione dell'imposta. fondiaria i voti dei latifondisti, cioè di tutta la classe politica meridionale, ma ha anche il merito di metter in luce il 1nincipìo che occorrono leggi speciali pel Mezzodl, e•che queste leggi speciali cle\ 1 0110essere ri- mec-a u no ts1arco \tolte a rialzare la condir.ione dei 11roprietari. Nel Norcl, invece, i •proprietari, non hanno lo stesso urgente bi– sogno di sollievi tributari, e le classi operaie si agitano contro le imposte indirette decimatrici dei sala.rii: ed ecco che Zana.rdelli viene innanzi colla riduzione del prezzo del sale. Ebbene, Alessandro Tasca. scrive nel– l'Avanti! N. 2145 e 2148: 11 Mentl'e l'on. Sonnino con i suoi disegni di legge ha addimostrato di considerare la questione meridionale come quella alla quale tutti crediamo si debba accordare la. precedenza. e l'urgenza, il Ministero non ne ha pre– sentato neppure uno che possa realmente dirsi consa– crato ai bisogni specifici del Mezzogiorno. La riduzione ciel Jlrer.zo sul sale non giO\'erà nulla al1 1 Jtalia insulare. La esenzione di alcune industrie dalle imJJOste, se sal'Ìl di qualche giovamento ,d Settentrione, nulla muterìl al Sud, dO\'e il problema è essenzialmente agricolo. 1-: flmtl– mente, l'esenzione delle piccolissime quote dalPi11111osta. fondiaria non ò che una vera irrisione per il 1'1ezzo– giorno, dO\'C la. piccola J)roprietà esiste in prOJ)orzioni assai meschine di fronte alla grande proJ)riefa a 1·a11- lagyio (lell<t quale Uisor111a ce,.,, il co1·art!/ÌOa,ppare11teme11le autidcmotratico di i·enire s(Jl/t>citamente in (liuto. Quale dovl"tt essere la. condotta dei socialisti di fronte alla questione merirlionale ·~Sopratutto bisognerà astrarre la. questione meridionale dalle transitorie contingenze JJar– lamentari. Una ,·olta solo il Gruppo socialista. votò a favore della politica estera contro Sonnino; non si rin– novi ora per caritl't quell'errore: a meno che non si voglia ritenere utile albi democrazia e alla libertit la. coreo– grafia politicit interna che il signor Giolitti esercita nel :\Iezzogiorno; a nu:no che 11011 si ·i:O(Jlia, pe,· l'i11cremenlo <lef diriffo di associa.z-io11e (lei lacora!ori det Sefle11trione, lasci(lr crescere di p(o·i 1Jasso le flS80Ciaiioni <leimal((l/fori e le clientele uel.le Amministrazioni co111111wli del Meuo– (liorno. Se al momento della discussione il :Ministero (che considera la questione meridionale unicamente come un esJ)edicnte parlamentare) mettesse hi questione di fiducia contro una prOJ)osta di quelle dell'Opposizione che JJ0S· sano accettarsi, che faremo noi? Volendo agevolare la rigenerar.ione economica di un paese che nttra\•ersa an– cora la fase primordiale, barbarica dello sfruttamento caJ)italistico, non è possibile stabilire una linea <li demar– e<nione pi·ecisa fra i liiSO(/lli JHtrficolari <ii u,11n·olelarialo (al (JUale manca. lra. l'altro l 1 ed11cazio11e j)Cr olle111;,•e pei· tm'alfl·a ria, quella delt'orya11iz.wzio11e, dsultaU piit certi) e gl'interessi dei 1wo1)1'ietari (tVViliti ,fof. fisco. ,, E l'Arnnti ! 1 scritto da uomini del 1-\"ord, risponde: 11 Se le Yicende della. discussione ci mettessero al ])Unto in cui si dovesse scegliere ad es. fra la riduzione del l'imposta fondiaria e la riduzione del prezzo del sale, come dovremmo deciderci? L'amico '.l'nsca consiglia che in queste decisioni il Gruppo socialista si isJ)iri a criterii che non siano criteri i parlamentari. Come ciò ò mai J)OS· sibile? 1>osti a scegliere fra il beneficio diretto alla pro– prietà o il beneficio di cui fruirebbe la grande massa proletarin ('), i socialisti, pare a noi, non potrebbero esitare a favore di quest'ultimo. Lo sgra\'io del sale infatti rappresenterebbe un pàsso \'erso l'abolizione della imposta indiretta, ossia rientrerebbe nella grande lino:, cielnostro programma finanziario. Jl Tasca dice al Gruppo ~~~:t 1 ~si~i$ct 1 ;\~~:::~ 1 ~~? 0 ac~:z:;.~bi~ ?c l'1 :~?;, ( ~lI;\~l~( operaie del Nont abba11do11cmdo le po1Jolazio11i. clel Sud alle maffie e alle camorre. J~ noi aggiungiamo: bisogna che il Ornppo si guardi anche da un altro pericolo: di otte– nere (it1alche beneficio ai vroprietari del Sud lt 1n·ez:o <lelln libertà, delle masse v1·olefarie di tull<t Itali«(') ,,. In questa discussione l'Avanti I si tro\'a in una con– dizione privilegiata - son fortunati in tutto i setten– trionali! - perchè le JJl'OJ)oste del Sonnino, inquinate dalla preoccupazione J>arlameutnre ed clettoral_e, sono di scarsa. utili fa alla massa sofferente del Mezzogiorno e hanno la principale funzione di comprare i voti dei la- (1) l><;l ,\'orti! 12) l,C(l{/L \I(:\ l\onll
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy