Critica Sociale - Anno XII - n. 24 - 16 dicembre 1902

3i0 CRITICA SOCIALE contraddizione intestina, come iJlustra Rerum Scrivtor pili oltre - avevano pure per sò il nrntaggio che deriva, a chi parlo alle masse, clol sem1>licismodelle fornrnlc, da un a1>parente conformismo alla tradizione, diti favore della lusin~ata passione popolare. La missione che ci siamo Yolontariamente imposta (' 0,!:gi com1>iutat Se lo fosse, nulla più ci allette– rebbe che cli deporre fa penna. Il sogno di tranquilli studi, lullft'C dal rumore o dal dispcrclimento irritante d<'lla battttglia quotidiana, sorrit.lc lusingheYohncnte 1lll't1nimo nostro. )la l'ora non peranco ò scoccata. .\I contrario, non mai corno adesso ci pano ne– cessario persistere su questa brccria. Oggimai il movimento proletario non ha tanto da temere dei pericoli, che SQn fuori di esso, quanto cli quelli, che annida. nel proprio seno. Vinte le resistenze che gli contrnstavano l'essere, esso è come un adolescente, cho deve provnrsi al difficile mestiere della vita at– th•a e indi1>enclente. 'J.'utto gli sorride intorno, ma il nemico ò in lui; esso dovrà or11 cominciare a vincere sù stesso cd a correggersi da sò. Nel campo dell'organizzazione o della resistenza - sul terreno politico o legislativo - nell'arringo dei conquistati 1J:unicipii - esso ha tutto da nppren– dcre o tutto da iniziare. Ecco il diritto opcrnio che comincitl a sor~ero. Ecco il cosicletto, con frase in– felice, " programma minimo,,, che si stacca dalla carta, o nssumc movenze cli vita, Questo mutamento di cose si riflette nel mobile Sl)Ccchio della Critica,S<>ciale o - mentre l'anima rimano la stessa - no modifica l'aspetto esteriore. )rodollandosi sullo nuovo esigenze, la Hivista diventn monoyrafica; chi scorro l'indice dell'annata, allegato a questo fascicolo, YÌ riscontra elencato una quantifa di questioni concrete, lo quali non noi suscitammo dai fati.i, ma i fatti proposero n noi: vari i metodi e tltteggiiuncnti della resistemm, sciOJ>er i economic i, sciopero generule, organizzazione degli impiega.ti e degli insegnanti 1 riforma, della scuola, p roblomii f er– roviario, trattati di commercio, ecc., ccc. Questioni positive, dal cui succedersi frnmment1nio o movi– mentato sembra appannata. h\ superficie unita e lucicht del sociolismo, e la fosforesccnz;:, delle pole• miche filosofico•letterarie d'un tempo sembra dimi– trnita j ma che pure sono i temi cui cli preferenza 8i volgo .l'indagine delle giovani e forti intelli~cnzc onde s'arricchisco il partito, come a quelli cli cui già ò materiata, e sari\ sempre pH1, l'attività. del partito medesimo, so non voglia stagnare ed invei yersi in una J)Cl'petua infantile ingenuità ccl impo– tenza. Dallo dichiarazioni generiche noi passiamo insen– sibilmente al periodo delle applicazioni. Al contatto rude della pratica, cli fronte allo necessità doll'at– brnzionc, ogni cosa muta aspetto, Je semplici diven– tano complesse, clifficoltìL imprc,•eclut.o spuntano a ogni passo e invoprano il cammino. Da un lato la compiacenza delle sudate conquiste invesca al ri- 1>oso;dall'altro sospinge a corse pazze l'imp:1zienza cli conquiste nrnggiori. E il terreno è seminato di insidie, e fra questo secche e queste sirti convien nnvignre, e non dare in Scilla per evitare Cariddi. Questi problemi quotidiani, minuziosi e imperiosi, non esistono poi' due razze di uomini. Coloro che del partito fanno scopo a se stessi e, purchè si vada, pocu importa il corno cd il dovo; e i filosofi della !'Storia,che guardano lo coso dallo zcnit/1, e pensano che le grandi incOercihili tendenze della storia si ridono dell'anfanare degli individui. Noi non viviamo nò così in basso, nè così in alto. [ntendiamo il partito come la chiara coscienzn di un movimento, e stimiamo ufficio ciel partito quel.lo cli illuminare - sia pur modesta la fiaccola - al movimento la via, di scemargli le resistenze, di evi• ano targli, quanto ò possibile, le dure lezioni dell'espe– rienza. Partorire un mondo non è cosa agevole; eppure è a questo che intende il proletariato mili– tante, cli c1ua e cli Il\.dalle frontiere. Noi non ine– briano i fumi della mosca leggendaria posata sul collo del bo,·o; non ci illudiamo cli partorire un mondo; ma l'opera attenta delle levatrici non ci pare spregevole e vana. };eco porchò la Critica,Sociale - lieta del crescente fervore cli simpatie e cli forze operose che si volgono n. lei - entra, fidente, nel tredicesimo anno della SUI\ Yita. LA CRITICASOC'I,\ I.K Al cousueto abbonamento ctwwlalii:o coll'Avanti! ag– gi1myiamo q_Hest',111110 l'abbonamento c1,mulatico col Tempo <li Jfilano, il q11otidia110 socialista diretto da Claudio 'J'i•eves. Come i /elfuri rilevenomo dall'wmw1cio 11ell'ulU111aco– Jo1111ft, coloro che si associll110alla combi1wzio11e Tempo– Critica Sociale risparmiauo, sul comples:10dei due ab• bo11a111e11ti, J., .5 iu i!Iilww, J~. i net resto cl'Jtalia. NORD E SUD nel Partito Socialista Italiano Chi si sforzi di analizzare senza J>asslone i -l&G o i 2iO ,·oti, iu cui si divise il Congresso d'Jmola nella memo– rabile discussione sullo due tendenze, quando abbia sottratto e dalla maggioranza e dalla minoranza tutti i si e i 110 J)ro11unziatisotto la suggestiono di pettegolezzi personr,li, che col problema messo in discussione non avevano nulla da fare; quando abbia depurate le due correnti dalle simpatie personali, che il Ferri si ò con– quistate ovunque con In sua meravigliosa attività, di oratore forense e di propagandista, o clall'atretto pel Turati o dalla legittima reazione verso certi ignobili metodi polemici adoJ)erati contro di lui nello dolorose disputo dell'anno passato; e sia giunto con I.asua analisi ad investire i nuclei delle clue frazioni, che si contesero la prevnlenza, de,•e riconoscere che, nel Congresso,contro una maggioranza com1>attao concorde nell'approvare in blocco, salvo le immancabili deplorazioni parziali, tutto quanto il Partito aveva fatto durante gli ultimi due anni e nel riaffermare l'autonomia tattica delle Sezioni, c'e– rano tre minoranze, quale per una, quale per nitra ra– gione, avverse alla maggioranza e perciò associate ma• terialmente nella battoglia; ma attraversate da correnti contraddittorie, paurose non tanto di ciò che avrebbero detto gli oratori a.vnrsart, quanto delle probabili im• JJrudenr.odegli oratori pro1>rt; tre minoranze, insomma, vinte J>rimadi combattere e pronto a sbandarsi appena a\'essero riconosciuta impossibile la vittoria e inutile la unione .. La prima minoranza, rappresentata dal Higola, com- 1,rencleva i socialisti, che, senza sconfessare l'opera fe– conda di questi due anni 1>assati 1 sono J>reoccupati dei pericoli, che incorre la J>urità dell'idea mescolandosi con tanta audacia alle nequizie di questo basso mondo, e temono che il Partito abbandoni la visione delle suo flna.litÌI.su1>remo sperdendosi dietro a vane illusioni e ad eccessive speranze nelle ritorme immediate, che il proletariato può conquistare nella società presente. Chiamandosi rii:oluzio1u1rio, il Higoll\-dava nlln paroll~ il significato s1)eciflcodi '"socialista che pensa il prole– tariato non doversi contentare di riforme 1mrziali fin che non abbia elci tutto trasformata e conquistata. la

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