Critica Sociale - Anno XII - n. 23 - 1 dicembre 1902
B CRITICA SOCIALE 365 inizieranno in Ttalia, noi non intendiamo affatto giusti• fica.re il sistema dei J>rofttti. Vogliamo soltanto dimo- 11,trare- come crediamo d'aver dimostrato - che c'è sempre un forte motivo economico a municipalizzare anche quando il prezzo del servizio non ribassa fino a identificarsi col costo; e ohe quindi non sono da riguar– darsi come eresie quei tentativi, che, su11'esempio in– glese, si iniziano anche in Jtalia per rare della munici. palizzazione una fonte tributaria.· Certo, il tributo, il quale si preleva con la munici– palizzazione che rende un profitto (o che per ciascun consumatore ò misurato dalla differenza fra il prezzo o il costo ciel servizio), appartiene alla classe delle im J)Oste indirette, o devo quindi soggiacere a tutte le cri tlcho ohe si usano muovere n. questa speciale classe di 1mp11ste. Nò \'Aie dire che, 1>oichòi proventi di questa nuo"a imposta Indiretta vanno a profitto di tutti i con tribuenti, il problema. viene spostato. lnfatti I 1>roventi 1 che si incnssano, derivano dai sol consumatori, e sono commisurati all'intensità del consumo di questi s1>ccialicontribuenti, mentre, quando si redi– stribuiscono a profitto di tutti i contribuenti 1 il vantaggio che cil\Scuno risente ò - dove Il sistema tributario ò fondato sulla CApACità contributiva - proporzionale alla ricchezza di ciascuno. Cosl un modesto cittadino 1 che ra molto uso di una tram via municipalizzata, crea un pro– fttto, che gioverà pili a obi più paga d'imposto dirette, ossia ai più ricchi. Perb qui bisogna rare alcune distinzioni d'indole prn– ticn. Sup1>oniamo un paese <love le imposte dirette sono il rondamento della finanza. comunale. Qui i profitti ricnvntl dalla municipalizzazione del servizio pubblico essendo una vera e propria imposta indiretta, vengon0 n. poco a poco a sostituire una rorma di ta$iìsazione odiosa e antiquata ad una forma più equa e più mo– derna. È questo Il caso dell'lnghllterra 1 do"e appunto cominciano a farai nJtl i lamenti per il risorgere, sotto forma d 1 iln1>ostasull'uso dei servizi pubblici, della tas· snzione indiretta., e do"o si tenta di commisurare questa. imposto. alla grandezza del reddito, come, per esempio, si cerca. di faro a Olasgow, "endendo l'acqua a prezzi proporzionali al valor locati\'O. In un paese, invece, dove In tassazione indiretta è - specie nelle grandi città - la sorgente più produtti, 1 a dei tributi Iocali 1 e dove I generi alimentari subiscono per questa tassazione un rincaro eccessivo, non può essere condannabile, per un tempa non troppo lungo, sostituire alla tassazione indiretta del dazio quella che si esercita mediante la vendita di un servizio pubblico ad un prezzo più alto del costo. Qui in sostanza non si ra cito spostare l'imposta dal consumo dei generi di prima necessità al consumo dei servizi pubblici, i quali sono certamente di utilità generalo, ma però cli tal na– tura da permettere alle classi più povere un'esenzione parziale o totale. E come noi non siamo [riluttanti, in un primo periodo di rirorme, alla permanenza dei dazi sul vino e sulle carni, pur di potere abolire tutti gli altri, cosl noi non possiamo condannare un sistema di muni– cipalizzazione cho permetta di devolvere i suoi profttti alla abolizione di quei dazi che gravano sui generi di prima necessità e inceppano la.circolazione delle merci. A questa nostra conclusione pare venga anche il Montemartinl, il quale, pur combattendo ogni forma di fiscalismo nelle imprese municipali, scriYe queste parole. " Il sistema della municlpa.llzznzione 1 come strument~ di imposta, si potrebbe solo difendere da un punto di vista fiscale, come sistema su1>eriore di riscossione. In- vece del medie\'ale, ,·essatorio, costoso sistema delle barriere dn1.iarie, si potrebbe ricorrere alla produzione diretta, come ra lo Stato nelle imprese fiscali. 11 ( 1 ) l(a. noi non possiamo fermarci a questa conclusione, se prima non abbiamo rtlscussa un'obbiezione che, qua– lora risultasse "era, donebbe consigliare di non ricor– rere, neppure sui primi lnizii della municipa1izza.zione, al sistema del profltti. Si dice: le imprese monopolistiche sono le meno 1>rO– grossl"e, perchò chiamate a scegliere fra l'introduzione d 1 un progresso tecnico o il rincaro dei 1>rezzidi vendita, esso samnno sem1>re inclinate a scegliere quest 1 ultimo come il 1>iùracile e il pii1 sicuro. I Municipii specula– tori, sostituendosi ai monopolizzatori privati, non po– tranno sottrarsi a questa loro abitudine, e quindi il servizio municipale non risentirà i benefici effetti dei futuri progressi tecnici ( 1 ), Ju verità, questo. obbiezione coinvolge tutte le imprese monopolistiche, o non le sole imprese municipali. Anr.he se l'obbiezione fosse vera, resterebbe da dimostrare che si può togliere al grandi servizii pubblici il loro carat– tere di monopolio o ristabilire la libera concorrenza, il che anche agli economisti liberali pare impossibile. Ora, se ò vera.mento legge delle imprese monopolistiche l'essere antlprogrcssive. che cosa im1>0rta che il Muni– cipio speculi oppure no sopra queste imprese~ È evi• dente che, se nnohe non percepisse alcun profitto, esso non snrebbe spinto a lnnovAZioni tecniche dall'interesse proJ>rio, ma lo sarebbe dalPinteresso dei consumatori. Ora, la manifestazione di questo interesse dei consu– matori si avrebbe anche nel caso che il servizio rendesse un profitto. rnratll, o Il Municipio non si decide ad adot• tare metodi di produzione più economici e si accontenta dei suoi guaclagni, e allora saranno i consumatori che lo costringeranno a realizzare un risparmio, che andrà. a loro beneficio; o il i\funicipio vorrà. lucrare cli più, senzn la fatica di migliorare i processi della produzione, o allora saranno ancora i consumatori che, riflutanclosl n pagare un prezzo 1>iì1 nito, lo costringeranno a cercare altro "ie per l'aumento dei suoi guadagni. Anzi, a questo proposito, vogliamo ricordare ancora che l'impresa munlcipnle, con o senza profitto, ò la pili adatta a risentire la pressione dei consumatori, poichè in fondo essa ò diretta nnche dai consumatori che sono coloro che cooperano all'elezione degli amministratori ciel Comune. Se quindi le Imprese monopolistiche sono in generale antiprogressive, le imprese municipali, per la loro composizione, sono le sole adatte a seguire I bisogni collettivi e quindi a introdurre I nuovi progressi della. tecnica. J senizii municipali delle grandi città. inglesi sono molto 1>lùprogrediti di quelli gestiti da. imprese private nelle città. del continente, sebbene le finanze locnll dell'Inghilterra continuino a trarre da questL servizi lauti profitti. lVA..XOE Boxo111. (1) :\losn:xARTINI: op. cli,, JJAg. ~12•41S. (') \'cdl IUI (IIU!IIO argomento le !ntcre88fUlll J)01Cnlléb8 tra .ARTURO l,AIIRIOl,A o .\IUNICll'Al,18 nella c, •111.ca Socu,1, (\Cll'anno 1900 {J)ag. 170 e 21D). FILIPPO TURATI Leriforme urgenti delprocesso penale !11terJ>elltmw svoltti alla Ctm,eraclei deputati -il 20 maggio 1901. Prezzo centesimi 10 - o richiesta mediante cartolina doppia.
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