Critica Sociale - Anno XII - n. 23 - 1 dicembre 1902
CRITICA SOCIALE Impiegati nel hworo, e nel caso della rerezione scola– stica avrà modo di controllare la bontà dei generi ali– mentari. Nel secondo gruppo, invece, ti Montemartini comprende quelle munici1>allzzazioni, che sono vere e proprie im– prese Industriali e che vendono al J>Ubblico i loro pro– dotti. Quindi tre sottogruppi sarà possibile distinguere in questa classe. Primo: le municipalizzazioni di quelle industrie, nelle quali la libera concorrenza, pur essendo attin, non è surncienle a ridurre i prezzi vicino al costo (esempio: l'industrin. del pane). Secondo: la mu· nicipallzzazlone di quelle Industrie, nelle quali la con~ correnza non garantisce la qualità dei prodotti (esem1>io · lo farmacie, le latterie, ecc.). Terzo: la municipalizza· 1.lone di quelle industrie, che tendono ratalmentc a 1 monopolio (esempio: tr1unv11l 1 ncqun, gas, ecc.). Ma questa classiflcazlono del Montemartini, basata sui motlvl economici che possono consigliare la municipa– llzzadone, non ci avvicina ancora al nostro problema. li quale, es3endo un problema intoramente finanziario ossia mirando a ricercare, se o quando la municipaliz~ zazlone J>UÒ divenire una risOr8a finanziaria pel Comune, ba bisogno di un aggruJ)J>amento, che Indichi subito in quali casl la municipalizzazione patrebbe dare un pro. fitto. Ed ecco, a nostro vedere, quali sono i tre rami nel quali possono, secondo li nostro punto di vlsta, dividersi le vario produzioni dirotte del Comune: a) produzione rivolta a 80pperlre al bisogni obbli. galorii del Municipio. Questa produzione non è suscet– tibile di vendita i b) produzione venduta in regime di concorrenza; e) J>roduzione venduta in regime di monopolio. La prima classe corrisponde alla produzione diretta, aemplia o ad eco11omia :lei Montemartini. Ossia si tratta di quella esecuzione In economia del lavori e dei servizi gratuiti municipali, di cui cl hnnno dato larghi esempi i Munlclpll inglesi, con grande vantaggio dei contri– buenti e con grande sodd !Rfa:r.lono< !egli 01>erai impie– gati, i quali hanno SJ>8880 trovato nel Comune un m0<fel cm1,loyer ( 1). Qui evidentemonto il vantaggio che deriva al Comune consiste, o nel rl81>armlo di ciò che prece– dentemente lucrava l'imprenditore privato, o nel miglio. ramento, o. pari costo, del servizio assunto direttamente, o In ambedue questi vantaggi sostanzialmente di carat.– tere finanziario. La seconda delle nostre classi comprende tutte quelle produzioni che sono vendute in regime di concorrenza. A coloro che affermano doversi la municipalizz,1.zione adottare soltanto quando non può agire la libera con– correnza, pare illegittimo questo Intervento del Muni_ clplo che scende a concorrere aul mercato coi produt. tori privati. Ma l'intervento dell'impresa municipale può essere aempre conveniente ai consumatori anche quando In uua deU>rminata Industria la concorrenza agisce li– beramente. Infatti il lfunlclplo, o assicurando meglio la. bontà del prodotto, o vendendo a prezzo di costo o ma• garl al disotto del costo, patrà. provvedere o all'igiene o all 1 interesso economico del consumatori. Certo, il .Mu. nlclJ)io, vendendo al prezzo di costo, non fa alcun gua· dagno o si limita a risarcire i rischi dell'impresa. Quando poi vendo sotto al J>rezzo di costo, esso ò in perdita e distribuisco la differenza rra il prezzo e il costo sulla massa del contribuenti. In tutti <1uestlcasi, dunque 1 11011 si può parlare di una risorsa finanziaria da parte ciel (') Rl0(l.UlOO BA.CUI: l/uu,uWH• od eeo,u>Mh'I del ,acor, '"""~ ...... Municipio, perocchè, anchB realizzandosi qualche lievis· simo profitto, questo ò lmmrHclente a costituire unn nuova entrata degna di nota, e viene di solito assorbito dai miglioramenti richiesti dnl progredire dell'impresa. A ))roposlto cli questa seconda clnsse di municlpaliz zazionl, ò dn. richiamare un'aV\'ertcnza. Può darsi chr un Municipio, pure J)roctucencloe vendendo in regime di libera concorrenza, percepisca un profitto pari, o quasi, a <1uello del privato lnduc;triale suo concorrente Sarebbe 11 CMO di un Comune, che conducesse una fab IJrica in concorrenza con altre rabbriehe di pri\•ati. Si può pnrlare qui di una " municipalizzazione ,, nel senso moderno del vocabolo? •:videntomente no, perchè si trat– terebbe soltanto della gestione cli un demanio comunale. l•: veniamo alla terza dello nostre classi. Noi vi ab• biamo com11rese tutto quelle ))ro<luzloni, che souo ven• duto In regimo di monopolio. Qui, finalmente, il Comune può vendere Il servizio, o al prezzo di costo o ad un prezzo superiore. Nel primo caso non ricaverà alcun profitto, nel secondo J>Otrà realizzare un guadagno che si risolve In una impasta Indiretta sui consumatori. Ed eccoci finalmente davanti al termini J)recisi del nostro problema. . .. Cerchiamo anzitutto di chiarire bene i caratteri prin. cipall dei monoJ)olii municipali, nei quali - come ab– biamo testò visto - si pub affacciare la questiono se debbono, oppure no, costituire delle vere e proprie fonti tributarle. Questi monopolii dei Comuni sono veri e propri mono• polli da tenere ben distinti da quei monopolii croati dalla logge che, come I diritti di peso e di misura, eu– trano a rar parte delle risorse finanziarie dei nostri enti locali. li Montcmartini spiega la tendenza al monopolio di quel servizii non grt1.tult1, a cui i.I rivolgo di prererenzn l'a:done municipalizzatrico del Comuni, con questo tre condl:r.loni : anzitutto, si trntt1~ di consumi locali, cho non J>0rmettono la produzione por località diverse; poi, si tratta di una ctomnnda lhnitntn, che impedisce l'iutro• duziono di 11rodotti da centri esterni di produzione; fl. nalmente, si tratta di Industrie, che richiedono forti ca– pitali d'imJ>lanto e di esercizio. Queste tre condizioni 8ono necessarie e sufflclontl per eliminare ogni com•or– renza ( 1 ). Volendo pal fissare I caratteri salienti di questi mo– polli municipali, potremo col Ulcca-Salerno stabilire i tratti caratteristici ~eguentl ( 1 ): a) quantità grande di capitale occorrente per il 11.lro Impianto e la loro gcstltme; b) connessione con molta parte del suolo pubblico; e) Incremento naturale del reddito coll'aumento di popalazlone; d) unità d'impianto e d'esercizio. Questi caratteri si riscontrano in tutti i grandi servizi pubblici, I quali, apJmnto perchò debbono far uso delle vie pubbliche (tram,•ie, condutture d'acqua, di gas, ecr.) e perchè abbisognano cli grandi cn1>itnli, non 1>osso110 1:1vllu1>1>arsl in regime di libera concorrenza. Anche quand,1 1 In via eccezionale, si costituiscono due o pili Società co11. correnti (due o J>iù officine di gas, due o piì1 Società to• leronlche, ecc.), esse tendono a fondersi in una. sola J)er (') llOlC'tlUIARTISI: op. di., l)Afr, ffl-tfl. l') RICCA SAL&Rli'O; li ro11e1ur,,t1to IIIHHklp1lle (X11ora A•lologa, 1' noTembre Ut1). Vedi anche 0AlUUt0: I nM>HOjlOIU 11011,kipau, BO• lo,ualtN .
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