Critica Sociale - Anno XII - n. 22 - 16 novembre 1902

CRITICA SOCIALE ritengo giusti, ma dnnneggio i diritti miei: faccio in– somma come i professori consen•atori, che votano per i candidat.i militaristi, perchè ritengono giusto l'aumento delle spese militari, o intanto si lamentano giustamente cli esser ))agati meno <lei portinai; se gli voto contro, difendo i diritlì miei, ma danneggio quelli degli operai, che non sono meno sacrosanti dei miei; so non voto, manco ai miei dorcri di cittadino e posso dcterrnin.irc con la mia sola astensione la vittoria dell'uno o dell'altro. Chi diJ)ana questa matassa?,., l<'inchò questo dilemma si IJrescntassc per una volta s.oln, a pochi professori socialisti, in una sola città, il partito socialista non ci perderebbe un gran che: eppoi un partito o- un uomo han sempre modo di riparo.re un passo falso, 1rnb1Jli– cando delle rettifiche, essendo larghi di spiegazioni, ri– conoscendo cli aver errato, sostituendo magari come canclidato una pcrson:~ a un'altra e stringendo cosl me– glio a sò quelle forze che semUrarn.no ribellarsi. :Ma se il giochetto dorcssc co11tinunre troppo a lungo ed essei· proprio generale; se gl'i11scgnanti socinlisti-11011potessero aprire un giornale del loro J)artito senza leggcr\'i male parole contro la, propria classe, so non riescissero a trovare nel loro partito un enne di de1rntnto, elio rosse 11isposto n direnclerc gl'iutcrcs1<i della ìoro classe, pe1: dio, a lungo andare smettere1Jl>ero di esser socialisti, oppure rimarrebbero socialisti così tanto per dire, di– ce1ulo corna dei socinlisti, cd entrerC'UIJero nella confra– ternita dell'on. Sonnino .... a patto che l'on. Sonnino di• rendesse sul sel'i0 e non a chiacchiere la loro classe. Ora 1 è innegabile che in questo momento la grandis– sima maggiornnza dcliii stampa consen·atrice e dei così detti amici della scuoln ha preso contro la Federazione nazionale degli insegnanti, seu~a essel'e in alcun moclo proi:ocala, e sol perchò la L,'ederazionc ha dichiarato che non intencle far da cameriera a nessun partito, ha preso una posizione di fiera osti!it.ì1; o non ci sono stato ca– lunnie, insulti, mino.ccc, che ci abbiano risparmiato. Questo ,-tesso articolo nessuna Ri,•ista conservatrice avrebbe Pabilità di pulJUlicarlo. 11IJrutto e noioso dilemma si pone, quindi, oggi dinanzi alla coscienza non clegli insegnanti democratici, ma degli insegnanti conservatori, 1ntcnclono essi (mUordinaro la difesa dei diritti della scuola, della loro dignità, dei loro interessi, a conside– razioni J)Olitiche estranee alla ,•ita della scuola, 01>pure son pronti a sacrificare queste considerazioni alla scuola? Siete voi pronti a ricavare i corollari naturali delle de– lilJera,doni di flrenze, tenendo nota di quel deputati che nello p1·ossimo discussioni parlamentari si dimostre– ranno nvrorsi o solo indifferenti allo \'Ostro domande, e preparando,·i a dare la YOStra adesione alla Federa– zione, quando essn. intervenga nelle elezioni Jlolitichc generali a combattere i nemici della scuolu 1 anche se questi nemici appartenessero al vostro part.ito politico? Ecco la questione oramai vitale pc1· la Federazione degli insegnanti; ed essa è stata Jlcrfhlamcnte fomentala dalla stampa consel'Yatrice, paurosa della nostrn organiz– zazione professionale e desiderosa di scinderla e distrug .. gerla. 1•: la questione - ne siamo convinti - sarà af– frontata dagli insegnanti senza pregiudizi e senza paure, e sarà decisa con quella. formidabile nnanìmitlt 1 che nel Congresso di J:.'irenze disturbò lo digestioni a tanti.... amici della scuola. " .)I,,;, Ma nclPaffroutare e nel risoh•erc il problema, sar,\ bene che i colleghi di tutti i partiti non J)erdano mai di vista la circostanza essenzialissima che, quand'anche la Federazione dovesse oggi, appena nata, far coincidere la sua azione con quella dei pal'titi democratici a causa della tremenda idiozìa. dei partili conservatori, quest'in– contro 11011 ))0trìLcsse1·e nicnt'affiltt.o un incontro defini• ti\·o e proclune un matrimonio indissolubile conchiuso con tutto lo formo di legge. In questa 0J)inione io non sono punto d'accordo col collega p. f., il quale 1 in un nrlicolo - del l'osto Uellissimo - Jlubblicato sull'Arnnfi ! lici 2:1ottobl'0 1902, scri\·e,,a: "Qualunque siano le in– lcnzioni, è certo cho il con 11essu110 e coufronessuno non può osse1·0 che una posizione iniziale, e già ad allon - tauarn da essa la. Federazione de,,e avere contribuito l'atteggiamento della stampa conservatrice e anche della liUcralc: di spingerla oltre verso i soli partiti 1 che IJOS– s1no veramente far J)l'0prio il suo programma, s'incari– cherli la forza stessn. delle cose "' Noi pensiamo, ill\'ece, che sia vero quasi quasi il con• tr,trio. L'atteggiamento, dicin.m cosl, democratoide, che la Federazione dern oggi prendere - data In stupiditi\ della. stampa conservatrice - se esSA non vuole ridurre la sua opera al ridi<'olo ahbaiamcnt-o di cani che non mordono, quest'attpggiamento non può essere che una. posiziono inizialo, che duren\ 11011sappiamo quanto a. lungo, ma 11011 può essere eterna. Chi vi dice che i con– servatori sarn.nno sempre tutti scimuniti e che non si avvodano o prima o ))0i della necessità di camuiare tattica. di fronte a noi? Oiù, }Jer esempio, il Giornale ci'Italia del 25 settembre, ebbe per il Congresso di Fi– renze e per il Partito della. scuola parole di schietta. simpatia e di sincera lode, di cui qualche socialista. un po' corto di mente si meravigliò e quasi quasi si dis– piacque, ladclo,•e era il caso cli rallegrarsene e di augu– rarsi che non rimanesse un fatto isolato. E (l'altra parie non ò detto in modo da.vvero sicuro elle i partiti democratici debbano J)er sempre " far pro– Jlrio il nostro programma ,,. Se, per esempio, nella que– stione del nostro miglioramento economico i partiti de– mocratici sono oggi a noi larghi di simpatie o di ap– JJ0ggio, lo ranno non JJerchè abbiano una J)Oliticn scola– stica propria - questa. politica nessun partito l'ha al- 1·i11fuoridel partito clericale, e noi insegnanti dobbiamo crearla o suggerirla e imporla ai partiti laici - ; mn fanno all'amore con noi, perchè sperano di a\'erci seco 1101chiedere la riduzione delle spese superflue. Domani, ottenuto questo scopo, della scuola non si occuperanno ft.>rsepili e ci Uutternnno Yia come limoni spremuti e riesciranno a burlarci, se noi intanto ci saremo stretti troppo fortemente ad essi, intercettandoci la ,,ia ad al– learci con altri IH\rtiti. Chi ci dice che, ottenute col no• sl.ro aiuto nei bilanci dello Stato le economie, ch'essi desiderano, i partili democratici non preferiranno rnl– gerle verso im))ieghi a lor parere pili urgenti e pili utili, che non sia quello del miglioramento della scuola me– dia? Nè doUbiam dissimulare a noi e ai partiti demo– cratici medesimi che, se in questo momento, su questo terreno, che ci tro, 1 iamo per ora ad attraversare, ci siamo incontrati con essi, in avvenire potremo essere costretti n disunirci su parecchie altre questioni: per esempio un certo anticlericalismo facilone e JJcttcgolo e bottegaio, di cui i partiti democrntici ranno troppo SJ)CssopomJ>a nei loro giornali e cho coreano, quando possono, intro .. durre nelle scuoio municiJlali, ci troverfi sempre restii o pronti a lottare J)e1·difeudcro da certe suggestioni In. rlignit:\ nostra o la dignit:\ <lolla. scuola. ... Ed eccoci così arriYnti a rispondere al 7'empo, il qualn domanda: "11 Partito della scuola? Qu'est ce que c'esf que (O? Qunl è quel villnn diventato Marrello JHtl'lt>g•

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