Critica Sociale - Anno XII - n. 22 - 16 novembre 1902

342 CRITICA SOCIALE casa e a scuola! fal ecco anche In ragione, per cui la scuoli\. non ò, come dovrebbe, cducati\•n. I giovnni non si aVYezzano al com)limento del dovere colle volate re-– toriche, con gli entusiasmi a freddo e con le la\'atc di cnpo; ma coll'esempio, solo coll'esempio. f,'alunno, qmrndo vede che il maestro non sfugge in modo alcuno all'adem– pimento del suo do1•erc 1 che corregge i còmpiti con puntualità. e <liligcnza, che è giusto fino allo scrupolo e primo sempre al lavoro, si avvezza a I)0C0 a }loco a fl\re altrettanto anche lui; impara senza bisoguo di. chiacchiere e di concioni n fare il galantuomo . .Ma quanti.o l'insegnante, fiaccato dalla fatica e dni dispia– ceri, non mostrn fervore alcuno nel 1iworo 1 a,·ctc un bel raccontare all'alunno la fandonia di .Muzio Scerola 1 che metto la mano sul fuoco, o la storia Yera di Pietro :Micca, che sacrifica la propria vita al dovere! L'alunno ,•i ascolterìt sorridendo e intanto darh un piuieotto o una pedata al compogno vicino. E o. questo punto intenenite solenni voi altri amici tlella scuola - tutti idealisti - e ci dite che abbiamo cedo " mille volte ragiono li a lamentarci delle nostre miserie - e allora? - ma cho faremmo meglio a" 11011 trascurare gl'interessi della scuola li; quando !)Uro non si degna cli interloquire qualche "su1)cruomo ,,,comme– diografo e romanziere e insegnante abortito, il q_ualc •- parla con conoscenza di causa! - ci dice:" Jll'Ìma di fondare il Partito della scuoln, scegliete il partito di far lezione bene!,, J: pross'a poco il disi11terossato con– siglio che si è com1)iaciuto di largirci un giornalista, ufficioso di Roma, i cui 1>arenti ebbero t.roppi fasori dal compiacente Ministero in questi ultimi tempi, percliò sin. n. lui lecito insolentire un Cong1·esso, in cui si chiesta ad alta. voce appunto la. fine dei ravori ! . . . g veniamo alla grnxe questione dei ra1,porti fra la. l<'ederazione e i p!lrtiti politici, che anche nell'Arn11li! • ra trattata dal collega p. f. con opinioni che io non po3so del tutto approyaro. La ·Federazione nazionale degl'Insegnantì, noi dicemmo nl Congresso di Firenze, non deve aderire a. nessun par– tito politico, mn deve tenersi prouta a<l associarsi, qunndo lo circostanze lo richiedano, a quei partit.i politici, i qu :i.li dei diritti della scuola si dimostrino validi e non platonici dirensori. :Ma. poichò gPinscgnnnti confedernti si dividono politicamente in mille partiti - cd è questa la ragione, per cui essa 11011 può aclel'irc stabilmente a nessun partito - ue nascerà che, quando sia olJbligata, 11011 a confondere l'azione propria con quella di un de– terminato partito politico, ma ad incontrarsi con esso, s:11\'0 tornare a di\'idersi subito dopo, scop}licrà. in sif– fatte condizioni non di rado nella coscienza di molti un dissidio strano e doloroso fra lo lol'O con\'inzioni come cittadini e l'opera della. l!'edernzione, a cui essi nppal'• torrnnno come insegna11ti, perchè l'o11era della Federa– t'.ionc si tro\·er1\ in cont.rasto con PoJ)era. del loro J)artito politico. Ma, aggiungevo, l'opera. individualo degl'inso• i;nnnti snrà sempre pienamente autonoma e non rimarrà in alcun modo vincolab, so essi non vorranno, all'indi• rizzo dell'azione federale, e ad ogni ·modo sentiremo noi stessi il lJisogno di sotJil'o il dissidio, adoperandoci nelle !Ile del nostro partito polìtieo, affinchò esso non si op– ponga ai desidcrii della nostra ('lasse, op1>urc- questo mi dimenticai di dirlo, ma ~gorga. logicamente da tutte lo l)remesse - piantando una buona ,•olta il nostro partito politico, qunndo non ci sia possibile indurlo a cambiar strada, e ricordandoci di essere solo insegnanti o addetti al partito delll\ scuola. - Qucsbl llOi ò bella! B1b1oteca I.J1not-11arco gridano smascellnndosi dalle risa gli runici della scuola: " so egli stesso riconosce che non di rn<Io questo dissidio sorgerò, come 1rnò sostenere che l'azione politica. della Federazione non vincole1·lLin nulla l'azione individuale cl<'gl'insegnanti? E ciel resto, se questo fosso ammissibile, dovremmo ammettere anche che un Circolo repubblicano fosse composto di elettori monarchici! Se la. l?ederazione clegPinsegnnnti si associcrfL in qunlche caso ad un pnrt.ito politico, \'Ordì. dire <'he i suoi aderenti lo sosterranno, indipendentemente dalle J)r0Jlrie opinioni, e così, nmmcsso che questo partito fosse un giorno il conscrrntore, noi doHemmo veaoro 'Tre Str:Uc sostenere e difendere l'ono• revolc Sonnino! Potrà al prof. Salvèmini sembrilrC questa conclusione strana, questo rat.to impossibile; ma la colpa non ò min mrt.... di quello che egli ha detto r,• - Xiento strana, niente impossibile! o cari e disinte• rcssati amici. J\ quella. conclusione ci arrivo anch'io; o quel fntto è tutt'altro che impossibile, anzi è giiL nccn– duto. A ]Jessinn nei giorni J)assati, essendo scoppiati deg\lignobili tumulti contro alcuni ottimi insegnanti, che fl.\"c,·:mo il torto di essere rigidi 1,egli esami, tutti i giornali messinesi lian preso lo parti degli studenti, o tre deputa.ti - due dei qunli non si commossero affatto per l'eccidio di Giarra.tana.- telegrafarono al .Ministero in\'ocando mùnchiesta contro i professori! 'l'auto i gior• nati, quanto i de1rnta.ti sono .... amici della scuola. e hanno sempre dichiarato al1 1 Associnzione di Messina di voler difendere la. classe insegnante, o l'hanno difesn 1 a1>pena so n'ò Jlresentn.ta l'occasione, nella nrnniern. che ho detto. 'l'ra quei deputati c·cra un socialista. El)IJene, io ho con• sigliilto ai colleghi di :Messina di iscrirersi tutti nel Collegio elettorale di quel deput:lto - sono un lJuon ccntioaio - e votargli contro nelle elezioni politiche. - Dunque vuol dire che voi siete antisocialista; perchè, se roi foste socialista o votaste contro il de1)Utato del vo– stro partito JJOlitico 1 fareste come quell'elettore monar– chico che entrasse n. far parto di un Circolo repub– blicano. - Un monarchico, il quale per dispetto entrasse in un Circolo repuhblìcn.uo , sarelJlJe un porrettissimo imbe– cille. ~la di monarchici, i quali, stomacati ,lei candidati monarchici, votano per candidati repubblicaui, ce n'è migliaia e migliaia, e sono tutt'altro che imbecilli: sono 1>ersone che, Yedendo mal rappresentati i loro interessi materiali e morali chtl candidato ciel loro part.ito, votano pel candidato contrario ali-Oloro idee politiche astratte, ma 1iil1vicino ai loro interessi concreti, nella SJ)eranza di poter presto ritrovare un candidato monarchico meno odioso. Che se fra i rappresentanti delle prOJH'ieastratte idee monarchiche non trovasse sempre se non gente discreditata. o dannosa, a furia di votare per i 1cpublJli• cani per dis1>etto, finirebbe col divenire l'epubblicano sul scrio ccl entrare finalmente nel Circolo rosso, non per dispetto, ma per convinzione. Certo, un monarchico obbligato n. votare 1>orun re1rnbblieano devo sentire nel cuore una gran brutta di.sperazione ! E io non nego che il giorno, in cui dovessi a Messina. andar a ,·otare contro il candidato socialistn, sarebbe J)Cr mc una. gran brutta giornata; e sono ben lieto di essere elettore di 1111 nllro Collegio che non 11ossodisertare. Porchò in flue! giorno antipatico io dovrei imporro a me stesso il seguente dilemma: " Io sono insieme socialista, cioè aderente al partito che raJlpresenta grinteressi degli operai, o inse• gnante olJbligato n clifondere gl'interessi della mia classe. Ora il candidato socialista in una occasione recente ha mo.sfrato di clisconoscero g\'interessi della mia classe. Se voto per lui, difendo ::l'interessi degli operai, che

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