Critica Sociale - Anno XII - n. 22 - 16 novembre 1902

CRITICA SOCIALE 349 tament.e, a loro scelta, nello ore antimeridiane o in quelle pomeridiane; il diritto di imputare nelle ore di lavoro quelle necessnric per recarsi al luogo del lavoro e d'imputare nel salario la spesa ciel Yiaggio; di scegliere come garzoni i propri figliuoli; ho letto in uno di questi capitolati che seppero perfino im– porre ai padroni l'obbligo di somministrare l'acqua calda per preparare il thè ( 1). Ponendo la virtlL del contratto stipulato in nome del loro gruppo agli estremi cimenti, costrinsero il padrone colle azioni giudiziarie e colla minaccia di sciopero a licenziare l'operaio che lavorava a una mercede pili bassa oppure per una durata maggiore di quella pattuita; di piì:1, misero all'indice l'operaio che si rifìuhtva di entrare nel Sindacato o cli chugli il suo contributo, minacciando lo sciopero al padrone che lo arruolnva; e sebbene sia viva la disputa, la g·iurispruclenza inglese e francese hanno piì:1volte respinta l'a;1,ione di risarcimento promossa contro il Sindacato dall'operaio che subì l'ostracismo ( 2 ). J>er risolvere la delicata controversia si elevo sup– porre che il Sindacato agisca senza. violenze e senza mìnaccie, non per odio e per vendetta., ma per la difesa del gruppo rispettando i termini del contrntto. l] allora. si dovrà riconoscere che l'interdizione lan– ciata contro l'opernio che non vuole entro.re nel Sin– dacato ò un'armc indispensabile all'esistenza del Sin– dacato stesso. Jmpcrocchè questi è nella imprescin– dibile necessità di arruolare il numero maggiore possibile di operai, onde costringere il padrone a capitolnre dinanzi alla minaccia dello sciopero; e la minaccia non può l'iescire efficace se non quando, poi numero o per l'abilità. tecnica degli operai, il padrone non può sostituirli. Se il Sindacato tollera che il padrone introduca negli opificii degli operni non sindacati e li addestri nell'uso delle macchine, dopo pochi mesi il padrone li metterà al posto degli operai sindacati, che saranno messi alla porta. Quindi il Sindacato deve espellere senza misericordia gli operai non Rindacati per non essere a. sua volta espulso dall'opificio; con quell'armo dell'ostracismo esso lotta per la sua esistenza. Ohi considera il fondo cl elle cose elevo riconoscere che il Sindacato, costringendo il padrone a licenzi~ue l'opornio ribelle alla disciplina del Sindacatoi agisce nella sfera contrattuale; che si vale di un diritto che spetterebbe ad ogni openlio, cli abbandonare il lavoro quando il contratto è finito; e chi USlt ciel proprio diritto, a difesa dei propri interessi, non commette una colpa. Il diritto irriducibile che 8petta al padrone di accettare la sfida del Sinclaca:o licen– ziando tutti gli operai che ne fanno parte, sarà nel maggior numero dei casi un mezzo sufl:iciente per debellare la sua tirannia. Come vedete, assai grande è l'autorità che il Sin– <lAcato può esercitare, anche rol mettere in opera lo sole armi che il contratto collettivo gli porge. ·J\fo un grande numero cli socialisti in fb1lia respinge il riconoscimento giuridico delle Leghe o dei Sindacai i, per cui tanto progredì l1ordiname11to industriale fuori ciel nostro paese, e nell'animo dei più si agita· una atavica, psicologica diffidenza JlCI' il diritto che h:t fìnorn consncrato le vittorie della classe borghese prernlente 11elle funzioni legislative. Si rifiuta il clono per cliflìdcnza del donatore; ma la diflidenza è fuori di posto. La classe borghese può concedere ai Sindacati ( 1) Il. C s. w,:1m, l111f118frla/ Dt/JIOCJ'(ICV, \'O\, 11, CnJ). u, 7'//e mt/Q(l or co11ectke Bm·gai11i.11u. - HA\'~AUJ), l,e collfral collectlf tic t1·111;nlf, l)ng. 9G o segg. ,~, l!AYSAUO, I.e COlt(l'(ft oo/lecHf (le t1"(tt(II/, J)lllf. !i>2, 2:;9, 261. - P.\UI, IJOSCOUR, l,e 1'"édtl'(tUsme éco11omlf111e. l'flrlll 1001, 11ng. 2:GGC segg., 2:SG. -cn~s- Frnnccsc 22 !llugno tsn; sun:Y, IS~IJ, 1, ◄I, co11u nofn di J,\Y, 1no n1arco operai la. personalità giuridica, senza il preconceft.o insidioso di farne scontare il beneficio con improv– vide restrizioni o con ingiuriose vigilanze, lealmente, nel proprio tornaconto, per amore di pace sociale. ·Essa ha un effettivo interesse che la classe operain si raccolga., si educhi e si ordini intorno ai suoi Sindacati per combattere le proprie battaglie coi cont.ratti collettivi, coi tentativi cli concilia.1,ione, coi giudizi arhitrali, sostituendo un regime cli pace ar• mata alle rivolte, agli scioperi tumultuosi che impo– veriscono entrambi i combattenti a scapito ùella rie• chezza genernlc ('). rntanto lo stato legale dei Sindacati è questo: se riescono coi faticati contrihuti dei soci a comporsi qualche peculio, non possono impiegarlo ad acqui– starsi una casa 1 nemmeno per far.sene una. residenza: non possono intestarlo nl proprio nome nè al Gran Libro del debito pubblico, nè presso una Banca, nè presso una C:tssa di Risparmio, perchè il Sindacato non esiste; non possono int.est,l!'lo al nome di tutti i loro membri pcrchè sarebbe ncccssftrio il concorso di tutti per ot.tcnerne il rimborso. Donanno metterlo nl nome cli un segretario 1 ccl è noto che quando questi si mettono in viaggio non lasciano il proprio indirizzo. Di pit'1 essi non possono ricevere direttn– montc nò lasciti, nè donazioni; non possono costi– tuirsi in giudizio civile o penale nè contro i padroni nè contro gli operai che violarono il contratto col– lettivo; non possono concorrere alla formazione elci giudizi nrhitrali; sono iu fine in continuo pr.ricolo di sfasciar.si. Si dirà con furbesca compiacenza: vi– vendo fuori della legge, il Sindacato ha però il be· neficio cli sfuggire alle suo sanzioni ed alle sue re– sponsa.bilit.ÌL Ma. è un t.riste e illusorio beneficio, triste perchò la responsabilità educa coloro che bt subiscono a, vivere nelle vie del diritto e della !HO· raie, illusorio perchè in ogni consorzio civile, che non ,·uole precipitare nell'anarchia, ò necessario che ogni colpevole risponda. delle s1w colpe, e, se i Sin– d:1cati inesistenti possono sottrn.rscne, la responsahi· lifa ricaclrft personalmente sugli uomini che li di- rigono. . .. Un nitro istituto che rafforza la posizione dei contraenti più umili cli fronte ai detentori ciel capi· tnle ò ht Societiì. cooperativa. Essa non sta come lo Leghe di resistenzfl. al fianco di uno dei combattenti per sorreggerlo colla forza del gruppo, ma costituisce un onte giuridico che prende parte clirettamonte alla lotta economica con una propria azienda. industriale. l~asa è sorbt fra gli umili, dalla coscienza. di un bisogno e di una difesa comune, per libcrarJi dalla grave usura che clovernno pagare alla numerosa fomiglii~ parnssitaria degli intermediari. J~ssa resti– t.uiscc ai cittadini isolati, vittime cloll'appaU;atore, del bottegaio, dell 1 11suraio, In effottivtt libert:ì di contrat- (1) In 11ucetoSNJ60concl1Hh}1·nrci1Hl,•amc11!0 ullti Camero cli 11n-oro la 1tclnzloncdell'on.1'1•:T110Cm•:SA o df:ll'nn·. (liso Ml.im,,1.01 nl Congresso nru.lonnlo d'lmoln nel 1~02; Critica &Jcj(1lt, 1002, 1rng. 217. ì-: notevoh, 11crò che nel Congresso nntcl'clicnrc del 1900 s1 or11 1,roclr1n11lfo Il d\1·1itO lllllUralo delle Cnmcro dl hworo (l\1 1 CSl8hH1Zll lé!{RIC, \!Crchè enti collcttll'l, rormntl dli it1(ll1'ldu\ l\\'Clltl ])Cr;;onallti, ~lurldlC1\, Il l)Crchò ru11zlo111u10 n11ui1rcstnmente come organi di 1mbbl\cn utllltì1, e elio <1uestn dcl!bcrrizlono cri\ l)rcsn dopo mm BC!11z1011c tic! dottor a~occ1t1-\"1As1 che concludc,·n co~l: • l,n legge dc,·c tener conto della nostra lslltuz\0110 011crn111, vcrehò composfll di cltbdlnl d11lh1leggo stcsgn riconosciuti coscienti 111ornl– mcntc, res11011snblll g!urldlcnmc11ic ed 1,t111 e 11ecess11rl nl consorzio Cll'IIO per h1 loro prorcsslono o 1•011crn loro. Xc don~ tener conto 11,>11 già 11cr riconrcrmaro o legnllzznre offese, SOJH'USI o m11tlln1.1on1 lii diritti; 11011 già l)0r 11romull,'nre pron'c<l\11101111 s11ccln\l <I\ sos11e1tos11 e ln!(lur\osn vigilanza, ma solo l)Cr riconoscerne 1rnrnrne11to e soru- 1101osnmcntc la 11ersoun111à g\url(llcn come In si riconosce in nitri 11011, che com.e le nostre <.:11mcre lrnnno carntlerc dl utilità pubbllcn . .,

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