Critica Sociale - Anno XII - n. 22 - 16 novembre 1902

348 CRITICA SOCIALE 'fu ispecie quella llel contraente eco11omicame11te 1>iù ctebole, mediante la, roniraflazione J)er gruppi che agisconoin modo Viù o menomanifesto. Esso traduce in realtà questa tcndonz1t principal111cntc per tre vie, coi contratti stipulati dalle pubbliche amministra. zioni, coll'associazione, colh~ cooperazione. Quando la pubhlica 11mminh;trozionc, sia lo Stato, la Provincia, il Comune, concedo 11cscrcizio di un pubblico senrizio a un'hnprcsa, esso ne subordina. hl concessione a un complesso di norme, che dovranno fornrnrc il contenuto inflessibile dei singoli contratti col pubblico. La. grande omogcncifa della vita mo– derna fa sì che quel contratto gcnerolc possa. scen– dere anche a minuti particolari senza impacciarla; che tutti possano soddisfare i bisogni della loro vitn regolandosi sullo stam1>0 che quel contratto gener11lc fornisce. Così i cittadini possono provyedere ai bi• sogni elementari dcll 1 acqua 1 della. luce, della pulizia, elci trnsporto senza subire la tirannia dell'impresa che esercita quel servizio a guisi~ di monopolio. Anche nella concessione degli appalti, la pubblica nmministrilzione potrebbe compiere efficacemente <1uesta funzione di tutela a beneficio dei deboli, fis• sundo agli appaltatori le condizioni (\cl lavoro se• condo le esperienze che i sindac,1ti operai potreh• hero fornire. ln questi casi il rapporto giuridico che lega il cittadino all'lrnpresa è pur sempre un contratto, perchò ne ha gli elementi essenziali, cioè il consenso cli entrambi i contraenti a stringere il vincolo e a dotonninare la quantità del suo contenuto. :Ma. ò un contratto in cui l'Impresa non può sopraffare il cittadino con clausole più aspre di quello fissato dal contratto generale, perchè deve osservare le tariffe concordate, e penetrare negli strati piÌl poveri della cittndinanza compiendo gli affori più minuti, e meno lucrosi, che 1 se fosse libera di foro il proprio torna– conto, avrebbe a disdegno. L'omogeneità ò presentemente cos\ penetrata nellti vitit sociale che il mn:rgior numero dello grandi im– prese può prnpararc al pubblico dei contratti a. mo· dello fo;so o stampato senza che questo si dolga. della loro unif'ormith. Ma 1,oichè le Imprese non vincolate dai freni di una pubblica concessione p0S· sono adottare liberamente quelle clausole che g-io– vnno meglio tli loro interessi, così vi hanno esem1)i continui, come quelli che ho citato dianzi, di soper– chierie compiute sistematicamente e insidiosamente a. danno della clientela. impotente a difendersi. n raffronto tra la condiziono giuridica di chi spedisce le merci per ferrovia, sotto l'egida di una conces– sione governativa, e di chi lo spedisco per mare o,·e elevo provvedere da solo alla propria difesa, dimostra come l'inllh'iduo abbandonato allo solo sue forze e ai prcsiclii ingannevoli dolht libera concorrenza, cli• venga necessariamente la vittima dcl1 1 Impresa con cui contrnttfl.. Un'oltra. vir~ per cui il diritto porge un'arma offi. cace alla difesa degli umili è il riconoscimento dei gru1>pi professionali come persone giuridiche. In ogni momento storico, dovunque si è manifestato un biJ:40~110 collettivo di vantaggio sociale, il diritto lo ha rivestito della personalitiì giuridica 1>er sottrnrlo ulle caduche vicende della viti\ umana. Lo spirito di nssociazionc ha prodotto log-icnmo11te ne' suoi punti centrali la persona giuridict1, che ne difende gli scopi. Cos1 quando la Chiosa si soYrappose al mondo laico, ossa si prepat·ò una strntturn, di propaganda e cli difesa con una rigida gcrurchia di uffici e di enti. Quando l'ltalia consolò il suo tierYaggio nelle eleganze dell'arte, coprl il paese di un'organizzazione accademica. Quando, ridonata a libertà, sentì il bi– sogno cli rendere gagliarde le membra rimaste ne• ghittose nei luughi secoli del servaggio, si organizzò nelle società pel tiro a segno, per le ascensioni al• R b ot G 10 ~ n pinc, per le corse ciclistiche al piano. Ora pii1 gravo tema c'incombe! Si tratta di clnre un'organizzazione industrialo al nostro paese. [ padroni, ~li imprendi– tori, g-iit J'ayevauo da secoli e seppero completarht: 11ll0 Camorn di Commercio nell'intorno e nell'estero, nllo Bon1e, aggiunsero Musei, J,;sposizioni, Sindacati, tutto un sistema. cli organizzazione permanente o tcmpornnea. Ora ò urgente di claro alla classe 011e– rlliil il presidio di qucsbt orgnnizzazione giuridica. . .. L'operaio che contratta con una. grnnde impresa non è libero che a parole. ).lontre ogni altro vendi• toro può tener alto il prezzo della sua mercanzia coll'aiuto del credito, l'operaio che ,·endc il suo hl· Yoro non può tardare un'ora sohl a metterlo in 01>el'fl. senzll perderlo irreparabilmente, senza sentire gli stimoli della fame, senza scntirn i lamenti de' suoi fìgliuoli che piangono nel suo cuore. Penosa. situa• ziono, in cui si trova. proprio quando deYe stringere un contratto che cleterminnnclo il salario e la durata lici lavoro decide della esistenza fisica, intellottualo o morale di lui e della. sua famiglia. Contro i 1>ericoli cli questo isolamento l'operaio ha truvuto un rimedio nei Sindacati, nelle Leghe sempre meglio ordinate nei paesi industrialmente pilt pro– grediti. Si arruolarono per questa guerra di redenzione coll'insegna: " uno per tutti o tutti per uno 11 ; formarono il loro tesoro di guerra con tenui contri– buti periodici; e fu loro arme lo sciopero; arme disnstrosa che travolgo spesso nella stessa rovina Yincitori e vinti, stremati dal mancato hworo. Ma ù una gucrrn che migliora i combattcnt.i colla. clisci– JJli1w, col duro sacrificio cli sè; che trasforma il gretto egoismo iu una nobile solidariotit di classe. Così no descrivo uno recente, il Bureau (1). n,1 molti f\nni l'Unione degli Amalgcwwle(t Hnyineers nego· zia va per ottenere la ritluziono della giornata ad otto ore, ma le grandi imprese resistova110. Agli open1i meccanici parve giunto nel 1897 il buon momento economico per insistere in quella domnnda; la pa– rola d'ordine passò per 11arocchio città, cosicchù nlht fino lii Decembro l 10.000 meccanici avevano nlJbnn– donato i loro opifici. La Cassa dell'U11io110disponcnt di S milioni di lire e il suo credito crn così forte per la. certezza delle contribuzioni dei soci che potè 1>rc11der110 n. 1>restito nitri G, o /l\'Yenturar:Si illlo sciopero senza i cattiYi consigli llella. fame: nessuna defezione tra gli opcmi lii quel grup1>0 noi sette mesi che durò lo sciopcro 1 nessun tumulto: ncs una Yiolenzti contro gli operai non associati. I duo par• titi si schermivano come duo giuocatori di scacchi. Nessun canto rivoluzionario; nessun uomo politico f'u in\'itato o s'invitò da sò per eccitare il coraggio della. folla. Lo sciopero finì in tutti gli opifici nellt1 st.osso giorno; ciascuno elci due gruppi firmò il con• tratto sicuro della sua osscrYanza, poichè ognuno sapeva che cliJ:,•ontc a lui stava un sodalizio ))O· tento e permanente, capace cli imporne l'osservamm a tutti i suoi membri. Por mezzo di queste Leghe, governate sempre più eia uomini tecnici, le classi 0(>eraie, forti del loro numero, in Frnncia, in BolA'iO, o piì1 in Cnghiltorru, ottennero il rialzo progressiYo elci salari, la diminu• ziono delle ore di lavoro; allevinrono lo fatiche OJ)· pressi ve delle donne e dei fanciulli; promossero leggi o regolamenti a proteggere tu intogrith, la salute, la vecchiaia, l'abitazior1e; divc11ncro collaboratori del Governo nelle riformo legislative, nelltl sorvcglianziL degli opifici i; introdussero le ore elci riposo per hL prima e per la seconda colazione; acquistarono a~li operai di certi mestieri il diritto cli lavorare disgiun• ( 1) nu1u;,w, 1A eontrat de trar:au, I• rUle de, Sv11dk<lt, proft11l011• "'''· l'Art,, AICAnédlt., 1m, l)Aff. lt e ICfff·

RkJQdWJsaXNoZXIy