Critica Sociale - Anno XII - n. 22 - 16 novembre 1902

CRI1'1CA SOCIA Lf) 347 chiese all'lmprcsa i nomi degli operai che a,•c,·ano ottenuto l'aumento; o questi furono costretti, sotto la minaccia clcll'csclusionc 1 n restituire il di piì.1; e nessuno obbo il corn~gio di llisubbidire. Così, supe– rata la prima fase dell'antagonismo, sorge fra. i dno gruppi un nccordo, quasi un'associazione, suggerita da quella comunnnza. d'interessi che ò nel fondo dei loro rapporti. E la solidarietlt. si estende: i grup1>i JJrofessionali vanno oltre i limiti ~oografici dolht regione e cieli,\ nazione, ove sono sorti, o si fondono con grup1>i di altri paesi, sostituendo ni singoli mercati locali, spesso insufficienti o tirannici, un mercato mondiale, ove ogni individuo e Oi;lli cosa. trovano la remune– razione pii1 0<11111. Primo es1>erienze di una solida– riet,\ internazionale, qtwlo si va operando, per par– lare solo dei fenomeni economici, nell'assicurazione, che, sotto l'impulso della speculazione, va gettando dall'uno a.!11altro continente una rete cli sicurezza all'attività unmna, o chiama a rnccolta tutte le per– sone esr>oste ai medesimi rischi, per ri,·olgero il loro tenue contributo a sollio,·o di chi è colpito chdla sventura in qualunque terra sia nato o do– vunque rechi la SUtl opera. Ed ò verso questo ideale cli univer:mlitù. che si dirige <1uesta grande industriit riparatrice, sotto l'impulso o il ()rcsidio della legge statistica, per cui le previsioni tanto pilt sicur.unente si avverano quant.o piì, esteso ò il campo delle espc- ricnze. .·. Jia liberti\ e 1'cguaglianza, <1uestc grandi forze di redenzione sociale che i nostri padri posero sugli altari, portarnno seco i pericoli dolio. loro degenera– zione. La libero concorrenza, cho è la lii)erth appli– cata i:tlla lotta. economicn, cccihmdo tutte le energie, a"rcblJe ùovuto produrre, secondo la dottrina delle nrmonic ecouomiche, una ricchezza sufficiente per felicitare tuttit hl collettivit~. ila Petretto della libera concorrenza. fu dia111etral111ent.e contrario. JI suo idealo ern. il henessere por tutti; il suo risulbto fu Ja soppressione di ogni gar1:inzia por gli umilì. LtL liberi:, COllCOl'l'OllZ{t che do,•evit. condurre f:-1.tnl– mento por la sua. stessa mttura alla osa.ltazionc dei forti e alla. umiliazione elci deboli precipitò a. questo risultato, facondo ft milioni lo vitt.ime elci lavoro e della miseria, col favore cli un sistema. legislatirn che premeva col sospetto, colla diftiderlza e colle sanzioni ponnli su:;li umili che si associavano per migliorare le coucllzioni del liworo mortificate da tanti secoli di soperchierie. Per combattere questi effetti disastrosi dclltt concorrenza le vittime cerca– rono In pro1>ria salvezza nel diritto di associazione riconosciuto da lc:,:-g-i1>iì1libernli; ogni cittadino entrò in un grup1>0 per farsi pili forte; c1uasi direi, se lo ò inventato quando non ò riescito a. costituirlo. Questo sentimento di solidarietà vibra ormai siffat– tameuto nei cuori cho si nccet.t11.senza discuterlo; esso ò penetrato nella coscienza comune, e si avvia celerementc, sulle nli ,)ella simpati11, ad una diffu– sione trionfale. . .. Jn qual modo il diritto priv11to, questa grnndc forza orgnnizzatrice, difendo i progressi della solida.– rictù. soci11le, cho IHLper iscopo precipuo l'ttscesa degli 11111ili ! lm))erocchò non è vero, come disse di rocento <1ualcho economisti:, denigratore ciel diritto, cho esso eserciti la sua funzione di gt1rnnzia solo a difesa delle clilssi domin::rnti, delle posizioni arre– tr,tto e decadenti. Il diritto non ns))etta che una classe nbbia trionfato per assicurarlo un durevole presidio; esso l'ilccompagna nella sua salita, ed ac– coglie nel ·suo ordinilmeuto anche lo norme che ne segnano lo primo, incerte, parziali vittorie, esplican- dolo colla forza lo~ica che U inerente ad ogni sistema giuridico. Xci nostri reggimenti democratici il diritto si odcg-ua rttpidomonto nllo csi,!;(•nze del movimento sociale e prcst11. alle nuo,•o rlnssi che salgono la stessa funziono cli gnrnnzia che ha prestato ulle classi che salirono precedentemente. .Sella presento fase sociale il contratto agisco an– cora come un·agilo spola che forma il tessuto con– nettivo dell'organismo sociale, o agisce liberamente per virtù di iniziati"e per3onali e di liberi accordi, poichè domina nncom la con'1inzione che questa cooperazione volontarht favorisca il benessere "One– rale, e compia cfficaccmonto quell'opera. di cont'inuo ricambio che ò nccossaria. alh~ vita sociale come a quella degli individui. Ln. 1>aroln.impcrrttiva del legislatoro dovrebbe li– mitare più sensibilmente la libertà. dei contratti, per impedire gli abusi che il contraente pil1 forte eser– cita spesso sul contraente pili debole. La concentra– zione dei capitali 1 liL costituzione delle grandi im– prese industrioli, le loro coalizioni, ora. tacite, ora polesi, per premore sulla follil inorganici\. dei elienti son tali che l'incli"icluo isolato è costretto a contare s11lhLdiscrezione dell'impresa con cui contrntt.i piì1 che sullo nrne difese della sua libertà. )li 1>assarono sotto gli occhi certe clausole vessatorio, cui il nrng-i– strato, pur sentendosi bruciare lo dita che stendono ltL.s01.1t?nza, dc,•c dare libero corso in omag!;i0 al pr111C1JJI0 gcncrnlc che consacra la libertà delle con– venzioni. Ho ,·isto contratti ove l'[m1>res:1. si riser– rn,•a il diritto di liccnzinrc in tronco i proJ)ri com– messi per qualsiasi motivo, anzi senza darne i motivi, affrancirndosi da ogni obbligo di risarcimento. Ho visto contr11tti ove uu'impresa cli navigazione si affrancava da ogni responsabilità. per l'esecuzione rcgolnre di quel trnsporto per cui riscuoteva il romr,onso e dicliinrnva di non rispondere della resti– tuzione dC>llemerci, nemmeno dei furti de' suoi im– piegati. Ilo visto contr11tti in cui si crea.nino delle competenze convenzionali per comodo dell'impresa; J)Cr restare ciel tutto in casa nostra, ho visto hL po– lizza di una. societÌI. di nssicnrnzione contro le ma– lattio del bostiumc residente nolPUmùria, che rin– viava la decisione di tutte Io contro"ersic nascenti dal contratto i11nanzi al tribunale di Cnltanissetto, e cosl metteva l'assicurato nell'impossibilità di eserci– tare il proprio diritto per esigere l'indennità. IJ magistrato cui la legge dico che le nonne di com– petenza territ.orialc sono mutR.bili per l'accorcio dei contraenti f\\ll'Cbbe do\'uto lasciar passare queste clausole "essittoric. Se i codici vigenti fossero stati elaborati con quello spirito sociale che oggi è 1>ene– trato ncll 1 011ima.del legislatore, queste so1>erchierio non avrebbero aYuto un'om sola di legittimitì1. . .. i\fo non mi propongo richiamare la vostra atten– zione su questi abusi 1mrticolari, cui il legislatore seguendo rcsempio che ci viene dai paesi stranieri r•iù progrediti cli noi flOtrà riparare con provvedi– menti speciali. nesidoro piuttosto ricercare con Voi quali siano lo istituzioni giuridiche in cui le nostre classi più deboli, pii1 o meno consciamente, quasi dirci per un istinto di conservazione, ,,anno tro– rnndo la loro difesa contro gli abusi della libertà e lo illusorio promosse di un'eguaglianza form ale. J~ un pensiero del mio capo che espongo alla vost.ra critica sapiente. Il contralto non ha. modifìcnto nemmeno oggidì il suo tipo quale ci fu tro.111a11dato dal diritto romano, perchè lo figure e.:1scnziali di un sistema giuridico sono le primo fLcog-liersi 1 le ultime a modificarsi. Il movimento riformistit 11011 tende, a. mio avviso, a modificfire la struttura elementare del contratto, ma <t. rinfor~are l<i 1nsii-ione reciproca (lei coutrae11ti 1 e

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