Critica Sociale - Anno XII - n. 21 - 1 novembre 1902
32G CRITICASOCIALE scuole medie entrano solo i flgli dello clnssi benestnnti. Jn Hnlia la scuola media ò un 110' la scuola di tutti, o la licenza. liceale ò necessaria tanto a chi si propone di andare all'Università, quanto a chi aspira a un impiego allo ferrovie o magari a un J>Osto di guardia municipale. i~ un male, ma è cos\; e flno a quando sarà così, la scuola media sarà la scuola di tutte le frazioni del modio ceto, dallo piì1 grnsse alle piil magre; e nuche questo inconvonicnto anà i suoi g-raudi vantaggi, perohò la scuola media schiudertL la via a molti ingegni, i quall nltrirnent-i rimarrebbero inattivi o ignoti nelle tenebro dcll'ignoranzn. Or come potete voi imporre un maggior carico tributarlo a quella piccola borghesia, anemica e llolorante, che dà la maggior qunntità di alunni nllo nostre scuole, come dÌL le mnggiori forze 1>oliticho al J)acse? - Si dil'I\ che i povel'i 1 i qunli hanno ingegno, 11otranno studiare egualmente, ottenendo l'esonero dallo tasse. Ma perchò rra i poveri del.il.tono studiare solo quelli che hanno ingegno, mentre i ricchi studiano tutti? Dobbiamo noi, proprio noi, contribuire a. raffor– iaro il privilegio ciel sapore a r,wore di una classe so– ciale e a danno dolio nitre? Alla 1mrte pili numerosa dei nostri alunni dobbiamo proprio nol interdir l'accesso alla scuola, respingendoli perchò non hanno danari da pagare? Dobbiamo proprio noi closldorare che il J)olline fecondatore del 11enslero non si sparga su ione sempre J)il1vaste, tradendo la nostra stessa missione, contrad• dicendo alla nostra runzione altamente, nltissimamente ldcnle: la diffusione del sapere? (Appl<1wti). - Se dav~ \'Oro il ,·ostro miglioramento economico non potesse aY• \'oniro se non con l'aiuto dì nuovo tnsso scolastiche, YOI dovreste rinunziarA ad esso, pcrchò sarebbe dannoso nlln scuola, perchò voi non dovete tJCr vivere 11crdero le cauM dclln vita stessa. (Applausi). Altro rimedio: Pnbbinnmento sistematico delle cnt– tectrc arttni. 1 dirensori di questo metodo si possono di– videre in due parti: quelli che ranno dipendere <1uesta riforma. da una rirorma generale dell'istruzione media, o quelli che si contentano di innestarla sul tronco degli ordinamenti attuali. Alle proposte do! primi, che, por scoprire la. pietra fllosorale del nostro miglioramento senza aggravio dello Stato, rirormano da cima a fondo la scuola, sopprimendo llclle materie, aggiungendone altre, allargando gli orari i di alcune, rìcluceudo gli orarii di nitre, noi dobbiamo energicamente OJ>porreuna pregiudizlaJo, attinta al sen– timento incrollabile della nostra dignità. Non è digni– toso, non ò giusto rar diptmclerc da una' rirorma. scola– stica il miglioramento economico <legl'lnsegnanti: se li greco si dovrà sOJ)primere, se la scuola unica si donà introdurre in ltalin, questo deve avvenire per ragioni scientiflche, didattiche e sociali e non 1>er aumentare gli stipencli degl'insognanti senza aggravio dello Stato. Se una riforma scolastica dovesse, fra gli nitri effetti, ricscire anche utile al bilancio, tnnto meglio per tutti; ma il mo,•ente di ossa. non deve essere un movento fl– nnnziario. 11 riconoscimento dei diritti degrinsegnanti 11011 ha nulla da ,•edere con nessuna rirorma scolnsticn: si lasci pure intatto l'ordinamento nttuale - e sarebbe forse la miglior cosa che per ora si J)Otesse raro - op- 11ure si modiflchl In qualunque scuso si voglia; una condizione dovrì~ essere sempre rispettata dal legisla– tore, perchè ò ronclamcntale nel }lroblemn, il ris1>etto cioò dei diritti dcgrinsegnnnti, senza la cui solerte ed efflcace coOJ)Orazione: nò il sistema attuale nè alcun nitro sistema potr1mno mai adeguatamente funzionnre. Del resto, a mo sembra una strnna Illusione quella di sperare un sensibile miglioramenlo economico senza aggravio dello Stato d:L un sistematico abbinamento di materie piì1 o meno affini. Le economie così ottenute ammonterebbero appena, secondo i calcoli JJil1ottimisti, n due milioni e mezzo, laddove il rabbisogno è per Io meno doppio. Ep1>ol, quest'abbinamento richieclerebbe che rossero messi in })ensione, d'urftcio, circa un migliaio di colleghi anziani; aumento, quindi, sensibilissimo nel• l'onero delle 1>onslo11i e nuova mnggiore s1>esada parto dello Stato. lla, oltre a questi argomenti estrinseci, un argomento Intrinseco perentorio io credo si debba opporre a sitrtltta proposta. Alcuni colleghi dei Oinnasi inferiori di )filano, nel rarsi sostenitori del sistema degli nbbinnmenti, sono stati e\'identemente consigliati dnllo s})eciali condizhml in cui essi si tro\'ano: nel Ginnasio inferiore, infatti, l'insegnamento dell'italiano e del latino è impartito dnllo stesso proressore, ccl ò bene che sia così, rlati i moderni metodi di pedagogia scientifica i come è beno che la meclesima persona insegni latino e greco 'nel Ginnasio superiora e nel Liceo; come sarà bene in n,·– \'enire, quando grette ragioni ftnanzinrie non imJ)edl– ranno pilt la indispensabile fondnzione cli Facoltù. di filologia modornn, che, nelle Scuoio o negl1Istitutl tec– nici, l'insegnamento dell'italiano sin nbbinato con Pin– segnamento delle lingue moderne, sottratto al deplore– vole empirismo dei giorni nostri. ]ifa, all'inruori di questi pochi casi e di qualche altro, che per brevità eviterò di sviluppare, a me sembra che un pii1 largo abbinamento di cattedre sarebbe rovinosissimo per In istruzione. Esso contrasterebbe a quel principio di cliffo. renziazione scientifica, che è una dolio piì1 importanti conquiste della pedagogia moderna; aggraverebbe sullo spalle della stess1LJ)ersona due insegnamenti, laddove ò già cosl dirflcile impartirne uno solo i sacrificherebbe necessariamente una delle due materie a vantaggio ,di quella, per la quale l'insegnante ha maggiore simpatia. E la prova di quanto affermo si può ricavare dallo stesso insegnamento letterario del Oinnasio inferiore, In cui lo studio dell'ltallnno e del latino procede bene, ma la geografia non si studia affatto, Jlcrchò è impossibile che lo stcs'lo uomo abbia eguale competeuza didattica cd eguale aftètto alla. filologia e insieme alla geografia. fn questo campo bisogna, perciò, dichiarare rrnncamente che, se <Lualche nuOYOabbinamento potrì~ fnrsi, questo dovrà essere compensato da nuovi sdoppiamenti e dalla. creazione di nuovi insegnamenti speciali, per esemt)lo quello della geografia. Si aggiunga che tale rirorma. richiederebbe un pre– \'enti,•o riordinamento <li tutti gli studi su1>eriori, per mettere i lnureati in grado d'insegnnre due materio dl– ,·erse: laddove gli studi universitari tendono a specia• lizzarsi o gli stessi nuovi regolamenti del ministro .Nnsl hnnno secondato questa tendenza alla specializznzionc. Accettando quindi il concetto rtell'abbinamento, o si In• sciano intatti gli attuali sistemi universitari, e ne ,•leno grave danno alla scuola; o gli insegnanti vogliono rar })recedere al loro miglioramento economico la rirorma uni\•ersitaria, o allora debbono nsJ)ettnro chi sa per quanto temJ)O l'urgente riconoscimento dei loro diritti. Altro rimedio: artldnre l'insegnamento della mecleslmn mllteria alla stessa persona. in due Istituti diversi flno 1tlla concorrenza di un dato numero di ore. - .A. questa giusta rirorma noi non abbiamo il diritto d'opporci, seb– bene essa aumenti lo ore di lavoro di moltissimi rra uoi, _perchè contro di essa nessuna ragione scientifica o di– dattica si può addurre. Gl'insegnnntl 110110 pro:1ti a la-
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