Critica Sociale - Anno XII - n. 21 - 1 novembre 1902

CRITJCA SOCJALE 33:l 11 li dooentramento sostanziale, cui noi miriamo, ò tutt"nltra cosa, o signori. Esso osige che tutti gli indi,·idui sinno cittn• dini, noi pieno senso della pnrolil, che ciascuoo es<:r{>iii,ossin 11bbin i mezzi di cscrcitnrc, sulln cosn pubblica, la sun pnrto di poso o ùi controllo; questo ò il 111idollo del concetto dcco11- trnfo1tn,<1uosto i:J il dcco11trnmontoche noi ,·nghogg-iamo. ~ i\111, pcrchò fJuosto iji ottongu, voi dovete duro II pie110mnni it1truzionoo liborti'1 . ., (JX1fe u, ll~l'IIÌ a/1(1 si.emo !) A dnro istruzione e libertà nl Mezzogiorno d'Halia non gio,•a molto l'attuale Governo, che si rcigc in parto (e pnrlnmcntnrmente gli sarebbe difltcile faro altrimenti) sui dc1lUtati delle camorre, cho non V0J!li0no nè uuu co.~nnò l'altra; ma. dubitiamo se, oggi come oggi, gio– ,,erebbo di piì, un'assoluta autonomia comunale. E pcn• siamo che il precipuo còmpito, sin puro transitorio, cli un Ooverno unitario dovrebbe essere J)er l'appunto quello; o che questo, attualmente, sin il del>ito maggiore del- j~t!!~~r~~:~eni::~~~;;~~T~ ))e:~, i;•,~i;,:.~~\~ tp~~\'a l~~l~;~tu~f~-s~ noi, del Xord e del Centro 1 rii crenro tale una Cnmern, che consenta nl Governo di svincolarsi dnl ,·assnllll~gio "er~o i deputati del 11eclioEvo e cli introdurre riformo ardite senza. temere per la propria vita. Quanto nlla revivisceuzn. dello vocchic Regioni, 110n ,·i crediamo affatto. llnnno perduto oramai le ragioni sto– riche; nmministrath•nmcnte si ridurrebbero a Consorzi di pro,·incio - comunque questo vole<i.serochiamarsi - nou sempre rogginti su esigenze razionali e reali; e, in complesso, ad una complicazione di più, ingombrante e costosa, nel già troppo intricato congegno amministrativo del pnose. [~A CntTICA. LA'l'BNDENZA MKl'AFISICA o,,vci·osia,, Jn fh,bba·icn. dello <.:08cien:r.e Risposta all'on. Ferri. I.a risposta - che ò rit11rdato per una sola e hen dolorosa ragione (I) - s11rcbbc ndesso un po' Yecchi..i so l'on l·'erri non pensasse a render sempre nuo,·~ l'argomento che le servo di bnse. Ap1·itc infatti uno degli ultimi fascicoli clolla Hivista. fe rl'iana " Il So– cialismo ,, e precisamente il fuscicolo x.vr, e Yoi tro– ,·crctc, ai piedi d'un articolo di Bossi-Daria, rctcnw ht monotona, 1·assillanto affonna:dono dell'illus!r~ direttore cho "' la coscienza i;ocialistu, formata. e di• scipiinata nel proletariato, ò In condizione essenziale di ogni utilità pratica ed efficace ,,. 001>0 ciò, io non capisco dnvvcro le ire clell'ono• re,•olo .Ferri. Il quale nel numero X r del &,c,ialismo predetto, chiosando lungamente uno studio di Aroldo Norlenghi, se la prese eia principio n fondo con me e mi scngliò In ormai trita accns!"t di trucco, sempli– cemente perchè, nella mia polemica con Luigi )fogrq ('!), avevo osato scrivere che, secondo l'on. Ferri, fH.'r a.vere il sociaJismo, " prima si fa la coscienza, e, fnttA. la coscienza, tutto il resto nasce da sò ,,. Veramente quello parole, so il lettore si ricord11, si tro,,ano, nè una più nè urrn meno, nel lungo scritto clell'on. ~·erri che io ebbi lo scru1>olo di riportare, ma di cui l'on. Ferri t:1ce prudentemente nella sua nota in parola. Sicchè, pii'1 che cli trucco da parto mia, si tratta, ad esser bcnigui 1 cli traveggole da parte del mio illustre contrn<littore, il quale stampa in sardonico g-rassetto ed at.tribuiscc n me quello che che gli appartiene, per darsi poi il discutibile guslo cli polemizzare colla sua. stessa persona. ( 1) l,R morie- lici 1;adre Il \'UIOrO&Ol\lvlOifO J)fl)(. l'OIICilrJIO l'C· trocclll - J,tr IR <1uale. eome gli& 1>rlv11tn111cnte,111\"lumo nnche da ,,ueste colonne I\I nosrro g10,·1u1eeolhtboratore le 11lù 11treiiuo~e w11. dOM'llllll~('. (Xof11 ,1,-/f(, ('l:ITII A). f) Crllo.C(I SOci<llt, I" e IG IUlfllO 190'.:. V I Di fronte a un tal fenomeno ottico, dico la. verità, io non potei trattenermi dallo scriYero all'on. Ferri o dal forgli notare, in linea tutta privata e confiden– ziale, il grnnchio che a,·e,·a preso. Ma l'on. Ferri -· sempre in linea prirnta - non si clct.te per vinto, e, dopo aver affermato che io so ndoperarc Parto avYocatesca (e f!Uesto, trn pnrcntcsi, sulla. bocca di un nvvocato principe, ò unn lode non disprezzabile), mi rispose che " il dare olle parole di uno scrittoro un significato contorto o in op1>osizione con tutta In oriontazio11e del suo pensiero, esposto in una cliccina di volumi irti di cifro e cli ricerche !)'>sitive, si chinma frurco ,,. Infine, avendolo io incidentnlmente e sfac– cil,tamentc accusato di metafisica, mi suggerì, con tutta In sua olimpica serenit~, d"tmclare a leggere, prima di toccare un similo tosto, "quel capitolo di Bain dovo si distingue la metafisica, dalle yeneraliz• ::azioni, dell'indag-ino positiva ,,. Confesso la mia ignor1111zae la mia presunzione: io quel capitolo <li Baiu non l'ò mai lotto nò sono anduto a leggerlo. Anzi oso credere che pochi dei miei 1>ochissimi lettori sinuo iu condizioni migliori dello mie. Ma che per f!Uesto 11011 sapremo davvero elle cosa sia la mcta6sica. ~ No, 011. Ferri, rassictll'll· tc,·i puro, e dall'indagine che forò ora. della m<'ta– fìsica vostra, spero ,,i nccorg-erete che, senza ricor– rere a Buin, il buon senso iu certi casi può scr\"irc ubbastanza. ... Vcrnmont.e, prima cli p11ssn1·0 nlle prove, 11011 ò male ei,aminar di sfugg-ita. ht g"Oncsi della. metafisica f'crriann. Si sa, la medicina biologicn, dall1on. Ferri fonto in\'ocata,cura i sintomi ris11lcndo olle cause; risa,. liamo dtm(luo alle cause del bel fenomeno patologico che ci troYiamo davanti: il fenomeno cioè d"una gra,•o infezione metafisica nclPorgnnismo che nlht mct11fìsica si creclcrn e si crcclc il piì:1refn,ttario. Ora, la causa principale di detto fenomeno sono ap- 1n111to (luclle generalizzazioni di cui l'on. Ferri si vonbt; generalizzazioni utili, necessarie anzi, pcrchò non \'i è vera scienzn. se non vi è sintesi, ma gcnc– rulizznzioni che finiscono anche, se troppo ustlte, ud Hllontanare il cervello dalla benefica visiono della rcalt:\. ro l'ù sempre detto tnt mc: il Ferri propagandh;bt guastcrì1 il Ferri socialisht; NI infatti Pabbandonaro la quiete e la serenità del t11,•olino e dello studio per correre su tutte le piazze ,nt11lia a handire il vcrho alle turbe, Yuol dire clisabitunre il pensiero dull"indng'ine e clalln critica costante cli cui abbisogna lo. scienza, 1>er cristallizzarlo in poche teoriche 1>iì1 o meno es,ttte e più o mono scientificamente accer– htte. Così doveva an·eniro o così purtroppo è avve– nuto. Ed invano l'on. Ferri si nppelht adesso alla cli:iti11zione tra. metafisic<t o yeneralizzazioni, dell'in– dugino positiva. Perchè toli genernlizzazioni resbrno appunto nel campo del positivismo o non sconfinano nella. metafisica, solo al patto di mantenersi in re– laziono costante coi fatti dai quflli devono scat.urirc, o 11011 quando, fermate nella mente o nei libri, la– sciano che la fiumana dei fotti scorra libera e indi– sturbata per conto suo. Jn <1uest'ultimo caso, le gc– nernlizzttzioni diventano semplicismo o su1>crfìcialiti'L o sentono il bisogno di reggersi sui trampoli dello im11111gi11i p ì1 o meno g-cniali e piit o meno fantu– sticllc, viziando h,lmente il )Jensiero, che esso perdo ogni facoltà di ripiegnrsi sopra sè stesso e finisce J)er scambiare le astrazioni e lo metafore per realt1't. 1:: ollora che il Progresso, la l.iberH1, l'Evoluzione, la Jiotta <li clas8e, il Collettivismo, colle lettere nwiu– scole, cessano di essere 111complicllta risultante di mille futii e di mille forze, per divenire forzo opc– rnnti di per i,,.ì_, ste::-s<', l'Om('- A"lidèi d<'lr0Iimpo pa– gano o i santi del l'arndiso nìstiano; cd è nllora

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