Critica Sociale - Anno XII - n. 20 - 16 ottobre 1902

308 CRITICA SOCIALE Engel esaminando i libri dei conti di parec– chie famiglie operaie - ha constatato che nelle famiglie povere il G5 % del guaclflgno è risen·ato al \'itto 1 il 13 % a!Pabbigliamento, U 16 11 / 0 all 1 a1loygio, il G 0 /n al1 1 illumi1rnzione e al riscaldamento. :\ Parigi una delle ultime inchieste - quella del 1890 - ha constat.al: o che, su 80,l.012 alloggi, 500.000 non avevano un prezzo d'affitto superiore a 300 lire annue. :r. conviene ricordare che a Parigi il salario è piì:1 che il doppio di quello che si per– cepisce in .ltnliu. Una ltelnzione del 1895 della Commissione del la– ,·oro degli Stati Uniti stabilisce al 20 % il mi11imo di 1>roporziono tra il guadagno dell'operaio! e il prezzo di affitto delle abitazioni opcrnic. Lo studio di ·willoughb_v sili costo di vita di una. famiglia-tipo di 6 persone ad Anzin in ]<'rancia, nel periodo dal 1830 fll .1887, stabilisce una cifra scn– sibilmente inferiore. [n Italia mancano, quasi completamente, gli studi di questo genere. Jn un'inchiesta, che ho fntta a. Torino nel .1898 1 ho trovllto che l'affitto delle abitR– zioni operaie si estendeva da un minimo cli L. 3G a un massimo di L. 300 pel' alloggio, dando una media di 78 lire per cnmera., corrispondente a '/io del sa• lario annuale. Ques"te citRzioni, scelte qua e là, indicano che la. propor:done fra la spesa. di aifitto e il guadagno di ogni famiglia operaiu ò tra il ·10 e il 20 °fo. Da.to che ogni famiglia operaia, in [talia - cosa inverosimile - abbia un guadagno medio cli L. 800 all'anno, è evidente che i nove decimi si troveranno nelh1. im– possibilitò di contribuire con 200-!J00 lire di aftitto, come porterebbe il progetto Lu,-;zatti. :lla lo mie conclusioni sono confortate da.altre te i;timoni,11w:e 1 dall'esperienza di 50 anni di tentath·i in tutto 1c nazioni del mondo. DA.ppertutto - in .Ln g-hitorra come in Francia, h1 nelgio corno in ùc1·– mania - si è fotto un largo e~pcrimento di ahitnzioni di proprietìt delFoperaio, e il sistema si è dimostrato assolutamente inadatto n. risolvere la questione delle Abitazioni operaie. 1,:, quasi dappertutto, si sono a.,•uti duo fatti favo– revoli: i sa \a.ri più alti e le quote proporzionata– mente più basse di quelle oflerte in Italia. Se si osservit, che, in condizioni migliori, il sistema non hR. servito 1 che an;r,i lrn. lasciato irresoluto il pro– blema, che - come osserva umaramente un igienif.lht frnncese - lo case operaie in breve tempo sono pus•. sa.te in proprietà. di chi non è operaio, che gli Inglesi - che in questo senso hanno htvornto pili di tutti - '' non hanno fatto che buttare un secchio d'acqua so,,ra un incendio ,, e che " tutte le Società riunite non hanno potuto dare un tetto a.I decimo della po– pola;,;ionc J)Overa cli Londra ,, (J. Rodi.arei), si dovrà. concludere che si fa male a riaJfacciarc qui un'Hlu• sìone sfatata, rivolgendo verso di essa non solo le speranze, ma una parte delle poche forze finanziarie disponibili nel nostro paese. La vera soluzione. Una inehicsta recente sulle abitazioni di ~l'uri110, compiutasi nell'occasione dcll'ulti1110 censimento, lm conchiuso rilevando elle il 70 % deg·li abitant.i Yivu in una vora fame di aria. A simili conclusioni sono giunto pur io 1 nel mio lavoro di inchiesta, determi– nando quanti metri cubi cli spazio siano riservati a. ciascun operoio a Torino. I:: la Cflpitale del Piemonte è certo una dolio mi– gliori per· il riguardo edilizio. Questo accenno dà un'idea della Yastità ciel pro– blema, strettamente connesso col problema della mi– seria .economica e morale elci h1voratori. A mitig1ìl'C il male non vi può essere che una stradn: l'inter- B101ote n u,no ti1arcc vento diretto del Comune; e questo deve avere a sua disposizione cavi.tali. ct basso interesse, lti libertù lli utilizzare le aree comwwl·i e demaniali per costnt zioui cli, abitazioni operaie, la JJossibilUà. ll'i fm· en– trare, 11ellespese generai-i cli manutenzione di stabili pubblici, ecc., quelle cli manutenzione di cmw operaie, la massh;ut esenzione cU -itnvoste. Con tutte queste r~,cilitazioni, non costruendo caserme operaie (e1Tore igienico), uò cottar1es(n-rore economfoo), ma accettando qualcuno dei tipi intermedii cli abitflzioni che rispet– tono i consigli della scienza e tengono conto della potenzialifa contributiva operaia, sarebbe possibile portare un contributo alla risoluzione del problema. La legge Luzzatti, invece, non solo non si preoc– cupa dì questa soluzione - la sola seria - ma l'osteggia apertamente, imponendo ai Comuni un'infi– nità. di legami, di restrizioni, costringendoli a deter– minare dei prezzi tali di ntfitto, che saranno inRCcos sibili alle piccole borse. Concludendo, si può dire che la imminente lcg~e sul1e abitar.ioni popolari è una illustrazione dell'afo– risma popolare: " il mondo ò di chi se lo piglia ,,, che ebbe conferma, schial'imcnto e spiegazione nella. dottrina socialisb1, quando ha dimostrato che la le– gista.zione non è ùi dfretto 1·av1)orto coi bisogni delle singole classi o sotto-classi, 111a col loro 1xd.01·e econo~ mico e colla loro iufluenzct t)olilica. La nuova legge è piccolo-borghese, creata. per quello classi medio e per gli strati piì1 alti del proletariato, che hanno aquistato, in questi ultimi tempi, una po– sizione così decisa di combattimento, costituendo la parte pili irrequieta e batta.gliera. del movimento sociale moderno .. ~Jssa pretende portnre un contributo alla risoluzione del problema delle CHse operaie, e inveùe non fa che offrire un mezzo ;tl!e classi medie, che possono trovare altrimenti case saue e decenti, di migliorare le loro attua.li abitazioni. Ma non tocca il prohlema, che è il solo reale f'tl 1l solo Ul'{lente, rli milioni di 01>erai, che si debbono !l.mmouticchiare come bestie in pochi metri di spaiio, nella JH'omi– scuitll dei sessi e delle età, nel sudiciume, in violfl– zione di ogni regola mornle ed igienica. Jlrima bisogna disinfettare i quartieri operni at– tuali, sostituendoli con altri sfl.ni , ampii e a buon J>l'ezzo; prima bisogna abolire - come 1tbitazioni - le cantine, i soppalchi, le sollìtto, i sotterranei -· ri• chiamando alla luce ed fili 1 :1ria lavoratori che Yi bevono lentamente l'elisir di breve vita, poi si potrl1 pensare a dare il lusso della casetta particolare ai felici mortali che vogliono diventare proprietnri. I denari dello Opere pie e dello Casse di risparmio affluiscano ai Comuni che si propongano un tale scopo, ma non si adoperino a risuscitare un'illusione morta) rimandando alle calende greche la soluzione di uno dei pili gravi problemi sociali moderni. Bltffa, oflobre 190:!, Oott. G1u1,1u CA:5ALIX1. È t1~cito,cou 11n!tbel/a. 1wefazio11e di Enrico Bigna.mi 1 il 3° nww,·o <léflci '- /Jibliolec<i110ci<tlisl<t 11 : BENOIT MALON QUESTIONI ARDENTI Son1n11,rio: I.li 11ro1Jrloti1- 11, religione - ltt fam1gl!a lu i-tuto. - J,'uto11l11 llòllR Slorla. - I connuentl del 80Clflll8!l\O, - L1C\'O• luzlono moritle e Il aoc1a!lsrno. - (;11 ultlllll morn.:mtl di Il. ~hllon. Un volume cli pag. 192con t"itrallo Prezzo L. .2 Pi·esso la JJifJliotecct <letta CrHica Sociale. Agli abbonati della Critica lo -inviamo (rauco 1Jer sole L. 1,50,

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