Critica Sociale - Anno XII - n. 20 - 16 ottobre 1902
318 CRLTICA SOCIALE organizzazione economica, sembra estranea alla vita del Paese. Egli è che la politica scolastica - se ne persuada l'on Credaro - non si può fare all'infuori dei par– titi. .Anche Pl/nio11e clei maestri, checchè se ne 1>ensi, diventerft un vero organismo vivente, solo quando sarà agitata da quelle idee sociali e scolastiche che pos• sono essere patrimonio comune di tutta la democrazia. L'Unione 11nyistrale non 1>uòrestringere l'opera alla sola difesa degli interessi dei soci, ma. deve esten– derla alla " santa crociata ,, per l'istruzione popolare 1 della quale non può mettersi a capo senza avere sentito l'odierno movimento del proletariato, senza averne com1>rcsole finaliti\ o assunto il còmpito di aiutarne efficacemente la superba asctmsione. ( 1 ) C clericali, nello cui numi fu per tanto tempo la. cultura c l'cclucaziono nei diversi Stati, si occupano della acuohi. con ardore. l:sai 1 che ben conoscono il valore di quest 1 arme, mentre circondano gli ist,ituti pubblici di nssidua vigihrnztt, ne aprono continua• mente di JH'Oi>ri, e nulla trascurano per attirare i giovanetti; i colle~i, le scuole sernli o autunnali, i ricreator'ì 1 le cosidette custodie ne :sono una. prova elo(luente. La scuoht ò 1 per essi 1 i11strm11entmn regni, mezzo 11IPimJ)osizione ciel dogma; chiusa al soffio della scienza posilivtt, an1.ichè educare le menti alla. libertà ed 1llla vita, retaggio cli Satanasso, le im– pinza cli coso stantìc, sforzandole alla passività docile e inoperosa. Kelle scuole cli campa.gna il par– roco è re. Nel 1897-98 (~pigolo dalla citata Relazione) si ehbcro in lhllia 37;!2 scuole od istituti privati di educazione elemeufare, elci quali circa la meli1 con carattere strettamente religioso; però su 7600 inso– gnanti ben a-600 appartenevano al clero. Xota il eomm. Btwlì cho la concorrenza delle scuole private alle pubbliche non ò sensibile se non in alcune loca• (') ncnh1slmo ! '.\Il\ clù 1101111uturt1.i:a, Il scn10 no1tro, 11dire cho 111 110\lllen &co1>1stlcn" non 1)0~~11 rnrsl nt\"lnfnorl dCI ·11arlltl ~, Il cho slgn111c11 - potchù I i,nrlltl s11u1110In contrusto rrn loro - o c11e (lebba, <11111~1 oggetto (\I mo110110Ho,r11r111 <111 un ~010 11urt1to, sotto una 8011\l.Hllldlcrn, 111111 CUI ombra debbllrtO l)Or81 I maestri O gll 11mlol dCIIII scuo\11, Oche thibbllllU fMill fonto !)Oill!ollc 8COl11st1cho qunnn sono I pnrt!tl, e I mncstrl o g\1 11mlet1lclla scuoln dcbtiano fr11i:lou11r8Io c\lstrllrnlrsl, I\ socondn dellfl ,·11rlo redi 1101ltlche, o coml.mltor&I gll uni 1111 altri 11C1h11ue111ono 1co111silca per !tlnore dolio rlSJ)OIHVO tUcMllt. xon (\lmcnllel1111mo CIIO pal'llto ,·tene dR pa,·ttrt, tHl"ltltrt, o cho la dL,·tslono non è cs11th11ne11te 1a ste,uia cosa llell'unlone. Questo dol reato è 11nche, crtdl111110, Il eon,·lnelmento del nostro collaborntore; Il 111111le nota tnhmto come I l)llrilU, ohe mlllla110 111 !ti,lla, all'lnruorl del preti, 11011 abbiano mostrato nuora la ca11acltà, nonchò di rormru-e una J)ro1)rlA1l0lltlca 1c0Jast1ca, neanche di su• sellare 111111 JJOlltlea 1eolullea 1111111c 1 a111.Sol 11011 pe113\amo che Il bravo Slcthlrollo vflghegi:rt lii ,n·ero 111111. scuola monarchica, una scuola reai:louarl11, una acuola N.'l)Ubbllcana, una scuola anarchica, o l)Uta c1110, 101111\11llu1a, o 7.llnudentana ..... t:1>11ure 111 l)Ollllca di µ11.r11to condurrebbe a questo. Sol, tuuoct1è loclallsil, 11011 ,·orremrno ne1)purc ..... 111111, scuola 1ocl11ll1h1. J•erchè - catechismo J)er cate• ehl1n10 • • e<1u1varrebbo n legllllmMC lo 1ouole confessionali e con– gregazlon\ue. l,a 10110111 avrl&.abba&t1rnza d"' rare ad enere la &CUOIA: Ulll\ ICUOIII1110(\Crun,elio 11011 ICIUJJI I cervelll; una buona SCIIOIII. 1.•egreg1o Skel1lrollo, che ealtlc1t1rh1 l)IÌI In là ciò che 111 è con,·o– nuto 111ohl11m11re ~ l'unione del l)Rrllll l)OpOlarl ~• vuol certo 11lgnltl• caru ohe I 1mrt111,Che mirano all'Clev11mento <ICIIO masse, do,·0110 d11rodella loro ronll - o sia 1rnro g11,rarra cui - al problemi (lell11 11cuo111; e che, ,·1eovor1n, coloro, elio 81)eel11lmento si Jm,ioocupano di lntcre11111 ~COIHijl\el,11011 J)OUOIIOJ)rCIIOlnt\oredalle eau~e politiche {rl<luz\0110dello 81,ceo lnq)rotluttlvo, llber11'1 d'o11tnlonc, ecc.), olio 11010 COIIIIClltOILO d1 n,·cro \Il, bUOll!I 8011011•, O (IQVrR11110 fplllld\ att111- gero nl 11111r1monlo lde1110dél 111u·t1tl (ICmocrattcl e tro,·11r111, In p111•– t1co1t1rl flgllai:lonl, l)Ordoterml1111t1BOOJJI, 8ull118tC888 loro dlret11,·a: clic tnsomnu1 In <111estlono ijCOlllo~llcnnou ù 101t1mto J)C(h1goglc11. L'11ccostnme11to, 111 eotncldcnla anche, 11ari, di cose, dcrh·erà d1\llo coso: 1111, 111111r1llnmoot ,1111, corno nelle org11nlzz1tzlonl cconomtche, da tnnll>crare b11ndlcro 1101\tlcnmeule esclus1,·1ste. t-: co&\ ohe l'Intenti,. Il nof!tro egregio eollabor11torr ~ ('re11111modi e\, e c11(llamocon 1111 )(>rre1tfrn1rntc(\'11ccordo. tSo/11 !ldlCI t"ltlTIC.\). lità; ma anche osserva che oggi, mentre vediamo diminuire le scuole private tenute da laici, si con• stata un progredire lento e costante delle scuole tenute da ecclesiastici. Quale altro partito, in Italia, ha fatto altrettanto? l conservatori, che più potrebbero, s'è visto alla prova: hanno paura del sa1>ere diffuso, concepiscono la souoln. come avulsa dalla vita sociale, salvo poi chiederle dei miracoli, e, quando le plebi, per cui la i3Cnolafu irrisione, vittime ciel malgoverno, muggono e minacciano, gridare r.'est lt, (aule <Ì Voltaire, cer– care dei capri cspiatorii nei poveri maestri 1 che hanno fa.llito al loro cOmpito! C'è bisogno di ricor– dare i discorKi inaugurali, anche recenti, di certi Procuratori ciel Ho? o la brutta campagna combat– tuta contro la scuola. clil certa stampa reazionaria dopo i tristi giorni del maggio 'DS? 1~: logico, del resto, ohe un partito 1 che vede la salvczzi~ nell'11umento dei corpi d 1 armata e sogna co11(luisto militnri 1 non si senta di sacrificare qualche reggimento nlhi. prosperità. della scuola, la (ltu1le,aiu• tando l'evoluzione sociale dul tipo militaresco al tipo industriftlc, porrebbe sempro pili in pericolo i pri· vilcgi che quel pnrtito difende. Ba.clicnli e repubblicani non sono certamente ne– mici della scuola, voterebbero per lei dei milioni; ma il loro è un amore straordinariamente platonico, tant'è che non sapremmo precisare <1uale sia il loro · pensiero sull11funziono sociale liella scuola e sulle agitazioni dei maestri. Scconderanno le riforme, ma con,·errcbbc clnrgliclo belle e fotte; nessuna inizia• tiva. in 1>ro1>osito fu da essi ngitattt, per formare (lucila. coscienza scolastica che in Jnghilterra, ad esempio, ò tanto vigile e sa. imporre al Governo leggi sempre mig-liori. Qualche cosa di pili ha fatto il partito socialista, con la stnmpa 1 con la J)ropaganda per la refezione scolastica e per la scuola popolare professionale, con la partecipazione di parecchi dc 1 suoi uomini ai Con– gressi elci maestri; ma neppur esso ha fatto quanto doveva. ccl era nel suo interesse. Un partito, che tutht la sua forza dove trarre dalla rinnovata coscienza delle masso popolari, o che con opera assidua mira alla gradualo trasformnziono degli istituti sociali 1 dorcva meglio comprendere la propria funzione ri· guardo alla scuola e RI nlf\estro, u dedicarvi maggior parte dello suo meravigliose e feconde energie 1 CCI"• cando cli diffondere nel .Paese la coscienza della scuola, ch'ò la coscienza della guerra pacifica e ci• vile contro l'ignoranza e contro la violenza sotto tutte le forme ('). Tanto piì1 lo doveva, daochè alcuni dei suoi uo– mini maggiori, nelle loro pubblicazioni scientifiche, si sono occu1>ati d'educazione e cli scuola con nuovi criteri perfettamente in armonia. col pensiero politico e sociale del partito. Ricordo 1 fra gli altri, Enrico Ferri, Ettore Ciccotti, Agostino Berenini, Antonio L-abriola 1 e sopra tutti Filippo Turati che, nel suo Delitto e Questionesociale, ne ha discorso in modo chiaro, preciso, positiYo. Pa!3qunle \.illari, nelle sue (') Son vcr (llrcnllere Il 1111rtllo,nu, 81111110 giusti; voi p11rl11tedelle 1111e ~ uwrnvtgllose e r,.H:on11eonOr!JIC •. t·aeehuno pure la tars &I oom1)\lme1110,chC'cos11 ,·uol dire f Che, ue\111 moria t:Oru. del 11art111 ltilllilnl, Il IIOClll\18111 Ì} 11ncor 1111111\0 che a•ò nglt11to (Il lllÌI, elle Ila r,u10 cli 011onut0 111111\cho 0011\ 11er lo mosse JlOJJOlarl.Che eo~a hn r11ttoC'd ottenuto~ 1111 otlonutu un 110•di 11bertù, ha ratto un 110'<Il orgnnlz1.ni: louo e un 1)0'di C08clenzc: ossia tm fatto.ed ottc1111tociò che ern 11rellmlnnro 11 1111nlslH8I 11llrn coen. ,·01ctc che Il \Jlsoguo dclln ~euolu 1•recot111 u sia 11111erloro 11 11ucllo dCI 1)1111e f \"oleto cam- 111\noro colhl tci111 111gl11o lé 1111rnbo per Aria~ Ed è I)<rcllè 11ucl , 1 ua10110COii111 s•ò rnno etl oucrrnto, c11eorn si J)uò com1nelaro a 1ien- 11aro a q1111lcllo "o&'allro, CIU} Il bisogno dolln scuo1t1 vuò essere un po• meglio senllto, e etio itll 11r1lcolldello Slechlrollo 11011sono dl\'eu• tare (JIIIIICO~ll JIIÌ! di 111111 ro..- t/(111/(tl!/i~hl tltttrlo. 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