Critica Sociale - Anno XII - n. 20 - 16 ottobre 1902

Bb CRITICA SOCIALE 317 mR c!Allll quantith piì1 che clallft qnRlità delle no– :doni cho essa lui fallo entrare nella testa, degli slunni. r quali non vengono mandati a. scuola. per essere educati nlln vita, ma perchè acquistino al pii1 presto uno dei titoli necessari aJla conquista d'un pane. D'itltro lato, i piì1 nep1mre considerano che la funzione educatrice delJa scuola è cosa troppo inti– mamente legata alle conrlizioni della società e che 11cclucazionc è opera troppo larga, diffusa, complessa, perchè l'aziono di un solo istituto, l'influenza del quale si esercita per un tempo affatto insufficiente, possa, avere ctncacia. preponderante e determinante. Ciò non ostante, di scuola e di maestri tutti vo– gliono parlare, e guai so una. sventura piomba sul Paese: ò colpa della scuoln! Lo vedemmo nel maggio funesto cli quattro anni fu. Chi non vq,do corno tutto ciò contl'ihuisca a ren• cloro pil't diflicilo l'opera dclhl. scuolu e piil misera la condiziono del nmoatro elementare? IV. L'Unione Nazionale e il Congresso di Bologna. Naturale, quindi, che fino a ieri mancasse anche l'ttccenno cli umt vera organizzazione della classe magistrale, 1>ur11gonabiloalle organizzazioni operaie, non dico poi metodi di lotta (in ciò mi accordo colle . idee elci Turati sulla organizzazione degli agenti dei servizi di Stato), ma J)er lo spirito e per il vigore. ~; i maestri stessi, non 1>er loro colpa, dispersi come sono nel paese, collo abitudini mentali e morali proprie all'impiegato, con grande prova.lenza deJl'e• lomento femminile, concorsero a consolidare l'opinione che esclude il maestro dalla vita pubblica, dai diritti di pensiero, cli paroht, cli associazione, cli difesa, comuni a tutti i cittnclini: 01>inio11e accettata persino eia ministri, che tentnrono di tradurJa in legge, e clomit11ìnto nclln. burocraziit scolastica e in molti Consigli dello Provincie o dei Comuni. La piì1 pnrtc dello 'ocieti\ 11rngistrali, aperte à qualunque vani ti\ volesse fi.true parte - dal deputato e dal sindnco al pnrroco e a.Ibarbiere - vegetavano, senzn eflicncin, fra una discussione accademica., lit paratit dello grnndi occasioni e la ricerca cli qualche vantaggio mat.eriulo ai singoli soci: nessuno spirito di difesa collettiva cli classe. J,'ortunntomente 11UnionoNazionale cli tutte le forze nrngistrali, che ebbe il suo battesimo l'anno scorso a Roma e la cresima. quest'anno a Bologna, ha loro tracciato tllh~ nuova via, ridestando le sopite energie, coopcrnnclo nlln formazione d'una vera coscienza cli classe, inoculando vigore di vita attiva che sa e deve tener conto delle condizioni politiche, sociali, intel– lettuali, morali, economiche del Paese e del mo– mento. Afa non si è che ai primi passi, e il cam• mino è lungo e aspro, tanto pilt lungo e aspro in <1uanto che dobbiamo staro in guardia contro le im– puJsività e la fretta e contro i falsi giudizi. r maestri si dovono convincere che i mezzi piìt efficaci per il migliommonto della misera loro con– diziono sbrnno sopratutto nella elevazione dei loro spiriti, nelht organizzazione cosciente delle loro forze, nel contatto continuo e disinteressato col popolo. Devono oonvincorr;i che le questioni loro e della scuola non vanno trattttte con i soli criteri della classe, mn. in rapporto a tutti gli altri fatti ccl iute• ressi della vita ciel J,acso; e non devono aver paura della "' politica ,, o s 1 i11tencla. questa, nel mig-lior senso, come arto cli Governo, o come lotta di gruppi d'interessi, dis1>11tantisi In prevRlenza nel Parlamento e nel paese. Al rr Congresso del1 1 Uuio11e Magistrale Nazionale, tenutosi nclht pasqua di qucst'!\nno a Bolognii, si Li n B dn notò un forte spirito ribelle, simpatizzante collo idee più avanzato o con chi di esse si fttceva portavoce. Hi– voluzionarismQ un po 1 primitivo e di vecchio stampo, che non ci autorizza a sentenziare che giì, la nrnssa dei maestri, straniandosi dai vecchi 1>artiti, sia per entrnr risolut.1 nelJa vin della democrazia sociale. Nelle parole del C::1brini, del Soglia, ciel Marchesano ()UCi rappresentanti della. scuola sentivano come l'eco della propria voce interiore, che eia tanti anni va chieclcnclo pili di pano e meno di medaglie, piiL di fatti e meno cli promesse, pii, di sicurezza e tran– <1nillità nell'utflcio che di campicelli e di circolari; senti\•ano la formulazione di un malcontento accu• mulato lln anni, fatto ora pii1 vivo ora dal confronto cli quanto gli -oltri hworntori hanno ottenuto con l'organ izznziono. La vittoria recente dei ferrovieri, frut.to anch 1 ess11 essenzialmente cli una organizza– z ione salda o non recontc, àveva persuaso molti che si potesse, dall'oggi al domani, ricorrere al mozzo estremo clnllo 8Ciopero (1)8nsate alla gioia dei IJeoli cl'Italiu.!) come fosso la cosa 1>iì1 semplice e pii', na– turale. Sì che toccò proprio a noi di buttare acqua sul fuoco per calnrnro i bollori anche di uomini no· toriarnente conservatori. So bene - questo scritto 11 1 è una pro,·a - che non è eia trascurare questo stato d'animo, nnzi la democrazia de,•e sapersene giovare il più pos– sibile; ma anche qui adelanfe con juicio. :8 a me parve un pnsso falso l'insistenza di Cabrini e di Soglia incitanti l'Unione 1Yazio11ale a far voti perchè le Sezioni uderiscano ulle Camere del lavoro. Se quel• l'ordine ciel giorno pas!mva, l'Unione Nazionale, opera laboriosa e f1tticosa - ben lo sanno !'on. Credaro e il prof. Friso - si sarebbe sfasciata 1 perchè le So– cietà. ~lagistrali non ancorn totalmente rinno,·ate, e sono lo pii1, si sarebbero staccate dal sodalizio mag– giore. Urge dunque pensuro anzitutto alla propagunda, svecchiare lo Società Magistrnli, portare le questioni della scuola in mozzo al popolo, dare insomma alht Unioue degli insegnanti quell'indirizzo che noi pen• si!uno essere più utile alla classe e al Paese. f~ questo ci trno a diro della politica scolastica. V. La politica scolastica e il còmpito della democrazia. Notai giò che i partiti - salYOforse il clericale - non hanno Ulhl.politica scolastica. :Son mancano nei vari settori della Cumera uomini che delle <1uestioni della scuola si occupino con competenza e con amore. :ì\fa è un'azione indh·icluale 1 nella <1uale il partito non è impeg-nato o che cli rado s'aderge alle grandi questioni generali che intcres ano tutto il Paese. 1;~ ciò spiega perchè l'opera - personalmente così be– nemerita - degli on. Credaro, Pinchia, Ciccotti, Ca• brini, Ram1>oldi, Oriundo, Morandi, ecc., sia stata così scarsa di risultati concreti. L'orgànizzazione della classe magistrale italiana, che si è om iniziutn sotto promettenti auspici, ò fatica purticolare clell'on. Credaro, il quale da ben due unni \"i cleclicn il meglio del suo tempo e delle sue energie. Ma so togliamo gli on. Pinchia e Ca• brini, qual 1dtro uomo politico s'ò interessato i~ Co• testo ris,•cglio, che pure racchiude in sò In forza primordh1lc senza cui ogni migliore intenzione è de• stinnta t~ last,ricnre J1iuforno dello delusioni? Lo stesso on. Fru.clcletto, pur tanto benemerito della cultura italiana, eletto nel Congresso di Roma del 1901 a r,,r parte della Commissione direttiva clcl– l' U11ione Nazionale <lei.maestri, non si è nrni fatto vivo. Così è che, finora, l'organizzazione nrngistralc, la quale, 1>orforztt di cose, non può essere una puri\

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