Critica Sociale - Anno XII - n. 19 - 1 ottobre 1902
292 CRITICA SOCIALE :Mache il signor D.S. si appelli, come un estensore qual• siasi di articolesse di fondo di un giornale dinastico, alla " solennità dei plebisciti ,,, è, per lo meno, storica• mente ingenuo; ancorchè, nel seguito dell'articolo, egli stesso riconosca che il voto di una. generazione non vincola punto le generazioni posteriori. Quanto all'indole e all'origine della potestà monar– chica nella r.ostituzione italiana, ò strano che D. S. ne additi solrunente il lato moderno, dimenticandone il lato teocratico e feudale, che, se non ò pi1'11 o non ò presen– temente, il prevalente, sopravvive però e, in dati mo– menti, può avere la velleità di preponderare. r..'autorità regia, nella formula sacramentale dei nostri re, ò desi– gnata infatti come derivante non solo dalla volo11tcì (lella 1wzio11e - da un potere oioò libero, collettivo e inve– stito del diritto di rivedere e di rettificare un suo voto precedente - bensì anche dalla u1·azia, lli Dio - da un }JOterecioò trascendente, assoluto o insindacabile. . .. Ma uno stu))ore ))iù vivo suscita nel discreto lettore il periodo ohe segue: 11 ••••• quale linea di condotta. deve assumere, nel " proprio interesse e in armonia con le proprie a.spira– " zioni, il proletariato militante, di fronte alle istituzioni " politiche vigenti? Disconoscere senz'altro il risultato u dell'opera, ohe costò tanti eroici sacrifici ai padri u nostri, appartarsi recisamente e ostilmente dalla tradi• " zione e dalla vita na,zionale? Allora il proletariato u dovrebbe farsi cospiratore e mettersi in opposizione, " io contrasto violento col Governo. 11 Espressioni così ratte non sono nuove per noi. Salvo ohe le abbiamo lette mille volte non nelle colonne della Oritica,Sociale, ma. nella. prosa cesarea delle gazzette conservatrici. 1nvero noi abbiamo sempre rivendicato al paese il diritto e il dovere, non cli <liscQnoscere, ma di continuare e di integrare l'opera dei nostri avi e dei nostri padri, e non ci siamo mai sognati di affermare ohe il 1iroseguire sin d'ora e sia pure, ch~I1rnnto di ve– duta odierno dell'interesse ))roletario, inopportunamente l'ideale re))ubblicano rosse ti un appartarsì dalla tradi– zione e dalla vita socia.lo, ,. E ci siamo, anzi, sforzati instancabilmente cli svi ~cer:1.reo di lumeggiare le men– zogne convenzionali, che si annidano in queste frasi così largamente usitate. L'autore dell'articolo seguita notando come la pres– sione delle " necessità pratiche .... pi1'1forti della logica astratta e dei preconcetti teorici n abbia fatto entrare il proletariato italiano II nella vita politica della na– zione ,,, senza ohe ))erciò esso cessi di essere ideai mente re1rnbblioano e cli scorgere nella ereditarietà del co– mando un ))rivilegio II urtante contro la natura, essen– zialmente egualitaria, del socialismo ,,. Ma di poi soggiunge: 11 J<: allora al 11roletariato militante non rimangono 11 cho duo vie da tenere cli fronte alla monarchia. O il 11 contegno obliquo, subdolo, insidioso di coloro che - " clopoaver sfruttato l'O))em della monarchia per il riso1·- 11 gimento nazionale, gridandolo il famoso: fate l'Jtalia, ti amlate (t noma, siate co11la libertù, e sa1·cmoco11 voi, "se no, no - oggi stanno S})iando la prima occasione ti per poterla sbalzare, e mentre da essa preteodouo il ti rispetto dolio libertà costituzionali, vogliono sen'irsi "cli esse J)0r meglio prepararsi a colpirla a tradimento. "i\la questo metodo illogico, sleale e settario non può u essere il metodo ciel proletario militante, il qualo vuole 11 essere cittadino e non intruso nella vita politica ciel 11 suo 11aese,come gliene dùnno diritto l'opera o il san~ue Bib 1oteca Gino B1arco "spo.~i per la causa nazionale, oltre ohe da mille e mille " oscuri lavora.tori, eia precursori socialisti, ci.uniiFilippo 11 Buonarroti e Carlo Pisacane. " E allora, quale altra via rimane da seguire al pro– " letaria.to? Accettare lealmente il regime rn))presenta– • tivo 1 considerando la forma di Governo come una parto " transitoria e mutevole cli esso, la cui esistenza ò su– " bordinata al volere della maggioranza della nazione. 11 Le sedici pagine della O,·itica non basterebbero all'a• degnata confutazione delle eresie - enormemente strane in un socialista - contenute in queste poche righe. A me basta di rilevare quanto segue: I) Alla stregua della morale .... ufficiale ed ortodossa del signor D. S. 1 " obliquo, subdolo, insidioso ,, sarebbe, pit1 ancora forse del contegno dei repubblicani, quello dei socialisti, ohe lavorano, sh pure senza fretta ecces– siva, alla instaurazione della repubblica collettivistica. O non ò intimamente, se anche non patontemente, re– pubblicana, sin d'ora, l'azione del partito socialista? Ed è per questo degna cli essere qualificata con gli agget– tivi surriferiti? 2) Nelle lotte per il risorgimento nazionale non i repubblicani e i democratici - come novella l'istoria ad usnm det1Jhi11i ohe si insegna nelle soolette - hanno sfruttato l'opera della monarchia; ma ... viceversa. Sfogli il signor D. S. le annate della. Critica Sociale e potrà. leggere alcuni articoli cli Rerum scriptor, da. cui appren• clero molte utili verità. in proposito. .3) JI proletariato italiano ora crede bene, in servizio del proprio ideale, di badare a. rinforzare la. JJrOJJria. organizzazione senza, pel momento, tentare di rimuovere e di scalzare certi ostacoli, ohe presentemente non sono i piì1 urgenti. Questo ~uo contegno però trae la sua. ra– gion d'essere non da nitro ohe dalle condizioni di fatto, in cui attua.Imente si trova. la. vita politica ecl economica ciel nostro paese. Comunque, anche da.te que9te condi– zioni di ratto, il proletariato non sarebbe nè sleale nò settario, se stima.sse opportuno cli comportarsi diversa– mente; sarebbe semplicemente inabile ed ingenuo. La 11 lealtà., a cui si riferisce il signor D. S., non c'entra affatto. Altra, o ben pit1 latit. e umana, ò la lealtà pro– letaria. Non è il II lealismo 11 dinastico! L'ultima parte del1 1 a.rticolo di D. S. si presterebbe a una ancor piì1 lunga confutazione. :Ma.,nella Critic<i So– ciale, sarebbe un ripetersi. Ba.sti rilevare che il monarca non è 1 qua.le 10 foggia. 1 giusta la vieta concezione del diritto costituzionale classico sfatata dal determinismo marxista, il signor D. S. il summus mode1·ator, posto tt s0JJra le conteso delle classi ,, 1 elci conflitti sociali, ma il ra.ppre'sentante della casta, che economicamente pre– valo: casta, ai cui interessi esso ò cosl strettamente le– gato, da non avere ohe limitatissima la. sua personale libertà d'azione. Esso potrà, fino a un certo punto, per " ca1·ozzare e ingraziarsi il prolebuiato ,,, non mostrarsi ostile alln sua ascensione. Ma, J>Cr la. sua natura e per la sua origine 1 non potr:ì. ma.i ))Orsi decisamente contro li~classe padronale, abbandonato dalla. quale non potriì. certamente confidare di reggersi sul proletariato. Per il ohe vengono meno le ottimistiche e rosee previsioni, a cui l'autore si abbandona nella chiusa del suo art-icolo. . . . Come abbiamo dichiarato sul principio, noi erodiamo tuttavia 1 non meno di D. S. che, pel momento o fino a che durino le presenti condizioni cli fatto, sia saggia la. politica del JJroletaria.to italiano 1 il quale non iStlegna
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