Critica Sociale - Anno XII - n. 18 - 16 settembre 1902
CRITICA SOCIALE 285 conoscenzn 1 da parte del popolo, delle spese collettive di produzione - e lo S\'iluppo del municipalismo ha. contribuito nel massimo grado ad educare il popolo al calcolo ed al controllo di ,lette spese, perchè il calcolo edonistico appare, nella vita municipale, più semplice e facile, riflettendo rapporti evidenti, alla portata di tutti. L'educazione politica di ml popolo deve cominciare dal basso, da q 11ei rap1,orti conrnni che tutti possono com• prendere e valutare, da quelle questioni economiche della vita quotidinnn, che si risolvono con un riferimento ad interessi immediati e locali. Epperò il municipalismo è uno dei pili grandi problemi di politica economica di questo iniziarsi do! secolo XX, problema che ha innanzi a sè l'avvenire. La soluzione del problema dimostra che il colletth•ismo non sarà solamente di Stato, ma sarà anche municipale. L'antica obbiezione della esagerata grandezza dell'impresa unica, adoperata per combattere il collettivismo, si spunta contro questo fiorire di medie e di piccole imprese politiche. La contes,t tra liberimuo e colletth·ismo si il.llarga, ma il J>roblema del colletti– vismo si risoh'e ancora e sempre in un 1>roblema di libertà. V. J~d eccoci giunti all'ultimo anatema scagliato dai libe· 1 risti ai collettivisti: ~ il vostro - si dice - è un ideale di classe - voi non volete l'armonia uni\•ersale 1 cercate solamente il vostro interesso - tra \'Oied i protezionisti non esiste differenzi\ alcuna - voi non riuscirete mai a I SOJ)primere gli srruttati, voi volete diventare sfruttatori alla vostra volta 11• Come per tutti gli altri movimenti, anche per il mo– vimento idealistico odierno si tenta di dimostrare che l'ascendere del proletariato, lungi rlall'essere va11h1ggioso alla classe sola dei lavoratol'i, a,·rebbe come effetto benefico un piì1 elevato tenore di vita di tutta la collet• tività. Questa dimostrazione del beneficio collettivo in ogni movimento cli classe, s'impone come necessità per ogni sognatore, per ogni utopista, per ogni riformatore. l<'utentata dai teorici del capitalismo, fu tentata dai li– beristi e dagli stessi corifei della clnsse lavoratt'ice . .\la nell'odierno movimento idealistico In dimostrazione di• scendo spontanea o limpida dalle premesse. JI rinnovarsi e l'ascendere del proletariato, creando un tenore di vita pili elevato per l'immensa falange dei lavoratori, crea per ciò stesso un grandioso mercato di consumo per le energie produttrici. li'in che durasse lo stato presente di cose, i capitalisti troverebbero un enorme sbocco ai loro prodotti senza dover ricorrere alla rice1·ca affannosa ed alla creazione dispendiosa di lontani mercati col metodo costosissimo dell'imperialisn1O 1 al quale \'Celiamo, sulla fine del secolo Xl X, abbandonarsi fatalmente i Jlopoli industriali. E, se l'intervento dello Stato dovesse, in un avvenire piì1 o meno remoto, accentuarsi, allora gli im• J)renditori futuri, e cioè le forze intellettuali e morali della produzione, troverebbero il loro valore altamente aumentato, J)er la grande dimanda dei prodotti ratta da una. falange sterminata di democratici consumatori. i\la la giustificazione economica dell'ascensione del J)ro– letariato non deve sostituirsi alla giustiftcaziono logica e morale. Il proletariato ascende e si rigenera portando scritto sulla sua bandiera.: " lotta di classe, ma maggiore armonia finale tra le classi sociali ,,. Contraddizione apparente di termini, perchè il motto siguiflca che la lotta di classe è legge ineluttabile, :~ cui non può sfug• gire l'umanità nella successione delle fasi economiche c4e attraversa, che dalla lotta di class~ si deve sperare 8 o ote i n ti13r o l'anento delle progressive organizzazioni future, che la maggiore armonia si potrà solo ottenere dove e quando tutte le classi a\'ranno Mslcurate eguali condizioni per la libera estrinsecazione della. propria attività, per l'a.f• fermazione dei propri interessi. L'argomento odioso della lotta. egoistica. di classe si può allora ritorcere contro i liberisti. Anche la. libertà può essere domandata da interessati. Svelare gli inte– ressi del liberismo ò malagevole, perchè essi celansi dietro lo stesso princiJliO del progresso. i\la In critica acerba di Pro1ulho1t ha.già messo a nudo i riposti egoismi di certi liberismi parziali; gl'interessi antagonici dei liberisti i11dustriali e dei liberisti agrari. IJisognerebbe sommare tutti questi liberismi JJarticolari per a,•ere il liberismo totale; ma questa somnHt non si trova che nei libri, nei fllosofl, negli immacolati 1 quali furono llnstiat 1 ìllazzini, Verrara. li J,'errarn stesso trovava che sempre, dove si era im 1 ocata la libertù, questa consisteva nell'opposizione di una casta ad un altra, perchè a vicenda. si distrug– gessero, generando un 1 altalena continua di divorati e di\•oratori. Per cui il cli1·e che i collettivisti vogliono rifare, JJer rendere possibile l'attuazione del loro sogno - le passioni, i bisogni, le tendenze eterne dell'uma– nità - è un dimenticare che si ripete lo stesso errore se si pretendo che gli uomini dinmtìno tutti assoluti liberisti, se si pretende che ,·i sia. una tlasse d'uomini così ratti, da non cercare mai l'intervento dello Stato per uno sfruttamento diretto o indiretto cli altro economie, di altre classi. ... La concezione economica. clella. lotta di classe si riper– cuote nella concezione politica. Con Adamo Smith e coi liberisti il trionfo della libertà consiste\'a nella possi– bilità giuridica per l'indi\'iduo di rom)lel'C i prh•ilegi ed i mono1)olì della cla.,;se dominante, l'ingresso della quale poteva. forzarsi per i merit.i eccezioua.li del cittarlino. Era ancora la concezione democratiM dell'organismo cristiano, che pe1·metteva ad un porcaro di elevarsi sino alla somma <ligniti~di pontefice. JI metodo riesce utile alla collettivitÌl 1 perchè provoca la concorrenza nell'in– terno della classe dominante, e la concorrenza può por– tare benéflci o generosi effetti. )la il metodo non impe– disce la costituzione del mo11O1>olio, non impedisce che l'indh•iduo, raggiunto l'impe1·io 1 si trasformi in tiranno, in assassino della libe1-tà, diventi un Cola di menzi o un J\lastrniello o un Robespierre. Per impedire la costi– tuzione del monopolio 1>olitico,non basta democratizza.re gli insigniti della dignità, convien democratizzare la. istituzione stessa; conviene forzare l'ammissione e la. partecipazione al monopolio politico a classi organiz– zate, non a semplici individui. Dopo la assunzione degli individui si domanda. l'assunzione delle classi alla dignità 1>olitica ed economica. Dove non si rico– nosce la lotta di classe e non "i si fa posto, là si vuole legittimare il ùove1·mo o meglio il dispotismo di una classe sulle altre. Se tutte le classi potranno sperare in una giusta affermazione dei propri interessi, se ogni classe parteciperì~ all'imJ)resa IJOlitica, ogni classe sentirà che lo Stato è guardiano di tutti gli interessi, e da questa convinzione si sprigioneranno i ,·eri sentimenti patriottici che tenderanno all1~effettuazione di un be– nessere generale o non alla costituzione di egoistici privilegi. Nella concezione dell'evoluzione politica i liberisti no11 hanno trovato nuove , 1 ie, non sono usciti dalle line!:J tracciate dai primitivi programmi. Alcuni si fermano alla rase dell'indipendenza e pensaµo alla liberazion@
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