Critica Sociale - Anno XII - n. 18 - 16 settembre 1902

284 CRITICA SOCIALE ideale <!istruttivo: il voler colletti, 1 izznre la produzione, il JJretendere di sostituire all'imprenditore prirnto lo Stato produttore, equivale a. sopprimere il piì1 grande stimolo ai miglioramenti produttivi, l'iniziativa dovuta all'interesse individuale ,,. Ma, se ben si osserva la, genesi del sogno collettivi– stico, nppa1·e e,•idente che 11inten'ento dello Stato si è richiesto solo d0!J0 aver con~t.atato che la concorrcnzn non n.Yeva potuto fugare il monopolio. Si ò richiesto dapprima iu quei paesi ed in quei tempi in cui, col trionfo del capitalismo, era reso possibile lo sfruttamento del lavoratore L'analisi scientifica ha dimostrato che In causa dei sopraredcliti sta nella posizione privilegiata <li qualche fattore p1·od11ttivodi fronte rigli altri - il soprareddito è mriggiore per il possessore di quel fattore produttivo che pili lentamente si aumenta. J.la , se si ammette l'appropriazione nrtiftciale di unn, condizione produttirn nnturalmento monopolistica 1 allorn si crea per il posses.~ore la possibilità <li uno sfruttamento su tutti gli altri J)roduttori cooperanti. Lo sfruttamento nasce tosto quando cessa l'equilibrio frn travaglio o ri• munerazione. Qunndo, ini?.iando u1Ht produzione, si J)UÒ impedire la concorrenza. di altri produttori, per il solo ratto tli potersi appropriare tutte le quantità clisponil.,ili di un elemento produttivo complementare, non si riesce che ad una negazione delln libertà, non si riesce che a dar ,•ita al monopolio, dal quale discende necessariamente lo sfruttamento. ~~d allora, datn la libera. ed individlm· listica distlOnibilità. dei fattori 1>roduttivi limito.ti , può nascere In dispersione di molte forze che si potrebbero utilizzare. Per impedire il monopolio e lo sfruttamento non ci resta altro mezzo che negare l'appropriazione dei fattori monopolistici natura.li. Non ci rest,a che reclamn.re le condizioni di liberth per tutto il sistema. f.,iberare un fattore produttivo, vuol dire restituire l'elasticità. all'or– ganismo economico. Liberare vuol dire consegnare alla collettività. il fattore monopolistico, vuol <lire invocare necessariamente l'intervento dello Stato. .Nella genesi del collettivismo noi vecliamo i limiti del collettivismo stesso. JI collettivismo non ò lo scopo, è il mezzo - il sogno ultimo da raggiungere ò ancora il conseguimento delln libertà. Dove fa.talmente abbiamo l'imprenditore privato monoJ)Olista, là. deve intervenire lo Stato - il collettivismo sopprime lo sfruttnmento e reintegra la libertà. Dove l'impresa J>rivata. degenern nell'annrchia e vegeta rachiticamente e costo~amente, l'impresa colletth•a allarga il processo produttivo, ed i prodotti sono ottenuti nd un costo minore. DO\'e i mo– nopolii imperano, si ritorna allo stato di libertà, cd i prodotti si rivendono nl prezzo di costo. La genesi del collettivismo non solo indica i limiti del sistema, fissandone lo scopo e la funzione, ma giu– stifica l'intervento dello Stato, sotto la forma novelln di Stnto produttore, scngionandolo dallo obbiezioni che si fanno, non contro ad un legittimo ed ecouomico inter– vento, ma contro ad una generalizzazione aprioristicn del sistema.. Se l'intervento dello Stato produttore cren la libertà. e le condizioni della libera concorrenza, se l'intervento ò sistema pili economico della libertà asso– luta, anche la. J)roduzione collettiva deve essere riguar• data come fattore della J)roduzione. ~In allora anche questo nuO\'Ofattore sarà. soggetto alla le~ge dei com– pensi decl'escenti; a\•remo limiti fisici e limiti economici che determineranno, n. un momento dato, l'estensione dell'im1)resa collettiva. Come il sistema della libertà. assolutn non potrà mai definitivamente imperare, così. il collettivismo non potd1, mai essere l'unica impresa B1b1otecaC,1noB1arco prorluttivri. L'indh 1 icl11a\ismoe il colleth\'ismo sono prin– cipii complerncnt:iri, non autonomi; ambedue i sistemi do\·ranno sussistere, uno di fianco all'altro. La coesistenza delle due forme di produzione costituirà un controllo per l'efficacia di ciascuna. Datn la libertà di pn.-,s:iggio dall'una all'altra organizzazione, ad ogni momento le due imprese dovrnnno a\'ere gli stessi !!radi !inali di produttività. La concorrenza si farà vi\'a tra imprese JH'Ì\'ate e pubbliche impre-:e, si avranno tra. le due im– prese sempre nuovi punti di equilibrio, rinnovantisi piì1 o meno rapidamente a seconda della piì1 o meno rapida variazione dell':unbiente e delle condizioni J)rodutth•e. Lo Stato lascerìi per via quelle produzioni, i cui pro• dotti pos.-,onoessere ottenuti dai cittadini ad un costo minore ricorrendo all'impresa. privata. La concorrenza non è morta, ma agisce sempre come forza sovrana, ò l'espressione della gra11de legge di sostituzione. L'interveuto dello Stato riesce co;:;ì economicamente efficace in due mocli i provoca innanzi tutto tra i privo.ti lo stato di libertà nei momenti di stasi liberistica, nei momenti in cui i liberisti di ieri sono dh•entati i mono– ))Olisti dell'oggi i - crea in secondo luogo mm forza nO\ 1 ella di concorrenzn tra imprcsr~ privrita e impresa. collettiva. . .. 'l'ale è la concezione delle <iue gmn<li forze econo– miche che possono servit·e di strnmento per la conquista dclii~ libert-à. Probabilmente il ritmo eterno dell'industria è dato da un'alternntiva tra. stnti parziali di libertà e stati di mo– nopolio1 e il progresso J)Otri'traffigurarsi non col trionfo assoluto della. libert/ì., ma in tanti urti della libertà contro la fatalità. sempre rinnovellantesi del monopolio, che 1 no\'ello Anteo, risorgerà sempre con nuo,·e forze. L 'idea.le dell'intervento dello Stato J>roduttore tenta la vita pratica, si sforza di trovare le condizioni pili favorevoli 1>erl'applicazione del collettivismo, e in questo sforzo crea nuove energie di concorrenza, nuove forme di libertà. L'estrinsecazione ultima e piì1 moderna dell'ideale di intervento si ha in quel 1>oderosoe grandioso movimento economico sociale, che fu detto cil"ica ri11asce11zri negli Stati Uniti d'America, e che da noi è conosciuto sotto il nome di municipalismo. Si ha la ricercn affa.nnosa cli un'adeguata. estensione dell'impresa collettiva, tale da presentare la maggiore economicitii. Riconosciuto che un'unica impresa collettiva colossale 1>otrebbediventare mostruosa, antieconomica, nnscono e fioriscono imprese collettive minori, che si frnppongono fra lo Stato e l'in– dividuo. Tra le grnndi imprese di Stato e le piccole imt)rese munici1mli si impegnerò. una. lotta ed unn con• correnza efficace, e trionferà. l'impresa. più economica. Postulnn<lo la piena libertà. di concorrenza, ad ogni momento le ,tue imprese avranno le stesse produttività mnrginnli. ?Ila la libertà di concorrenza de\'e essere af– fermata e conquistata.; - l'agitazione odierna. dei Co• muni contro l'attuale legislazione sugli enti locali pro– clama l'erroneità. del pregiudizio che lo Stato debba nvere un diritto di preminenza sulle im)lrese locali. Questa conquista c\elle libertà municipali è essenziale, perchò trattasi di fissare il metodo migliore 1>er In ri– cerca, la. determinazione e il controllo delle imprese politiche. 11 trionfo del municipalismo segna il trionfo del sistema piì1 perfetto per la registrazione dei costi di produzione delle val'ie imprese politiche, registrazione necessaria per l)Oter scegliere PimJ)r<'i-a.meno costosn. In un Governo democratico ò indispensabile una diretta.

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