Critica Sociale - Anno XII - n. 17 - 1 settembre 1902
260 CRITICA SOCIALE li proletariato italiano si trova di fronte a uno stato di fatto, che non ò il prodotto della sua volonti\ ma ò il 1>ortatodi nccossifa storiche, ineluttabilmente connesso al rinascimento della patrii~ ad unità. di nazione indi• 1>cndente e libera. 11 regime rappresentativo da noi in– staurato ò n capo ereditario, ò a forma monarchica co– stituzionale JJarlamentare. I Jliebisciti riconobbero gih solennemente nel monarca, concorso alla liberazione della patrio, la legittimitìL del potere regale, come il monarca proclamò solennemente di subordinare il suo 1>otcrealla sovranità. nazionale, riconoscendo nella i·o– lonlù dell<i 11ozio11e la legittimità. della sua Ol'iginc. Ora, quale linea di condotta dC\'C assumere, nel pro– prio interesse e in armonia con le proprie nspirazio11i 1 il proletariato militante, di fronte alle istituzioni poli• tiche vigenti? Disconoscere senz'altro il risultato del• l'o}Jcra, che costò tanti eroici sacrifici ai padri nostri, appartarsi recisamente e ostilmente dnlla tradizione e dalla vita nazionale? Allora il proletariato dovrebbe farsi cospiratore o mette1·si in OJ)posizione, in contrasto violento col Governo. Invece le neco.1sitìl pratiche, lo rea.Ifa della ,·itn, Ilill forti della logica astratta e dei Jll'econcctti teorici, si sono imposte. 11 1>roletariato ita– liano ò entrato di fa.tto nella vita. politica della nazione e si avvale del regime rappresentativo e delle libertà. co– stituzionali vigenti, esigendone il rispetlo e proclamando di volersi valere dei mezzi legali di lotta per la sua ascensione ci,·ile. Ma che vuol dii· ciò? Ha. esso accettato por questo la fornui politica. del nostro regime rappresentativo? 11 pro– letariato, per lo spirito animatore del suo movimento, non potrà mai aderire a.Ila forma monarchica di Oo• vcrno, come non potrà mai aderire alla rorma capitali· stica di procluzione. I.'ereditarietì~ del comando, come ogni altro privilegio cosidetto di nascita. o di fortun11, urta cont1·0 la natura del socialismo, essenzialmente egualitaria, e perciò domocratic1i e rc1rnùblicana. nel senso piit ampio dell11.parola. f~ allora al }Jroletariato militanJC non rimangono che due vio da tenere di fronte alla monarchia. O il con– tegno oùliquo, subdolo, insidioso di coloro che, dopo a,,er sfrnttato l'opera della monarchia l)Cr il risorgimento n~zionale, gritlandole il famoso: fate l'lfalia, anelale a. Roma, siate con l<, libertà, e SW'lWIOcon 1:oi 1 se 110 1 tw - o~gi stanno spiando la prima. occasione pe1· poterla sbalzare, o mentre da ossa pretendono il rispetto delle libertà eostituzionali, "ogliono servirsi cli esse per me· glio 1>reparnrsi a colpirla a. tradimento. Ma questo me– todo illogico, sleale e settario non può essere il motodo del proletaria.io militante, il quale vuole essere cittadino e non intruso uella vita politica del suo paese, come gliene dà.uno diritto l'opera e il sangue spesi per la causa nazionale, oltre ehe da mille e mille oscuri !avo– rntori, da 1>recursori socialisti 1 quali li'ilippo Ul1onarroti e Carlo Pi,"acnne. J:: allora, qunle altra via rimane cla seguire al })rola– tariato? Accettare lealmente il regime ra1)presenlntivo, considerando la forma di Governo come una parte tran– sitoria e mutevole di es5o, la cui esistenza ò subordinata al volere della maggioranza della nazione. Repuùblicano di sentimenti e spoglio quindi o sdegnoso di qualsiasi servilismo clinastico, il prolet.triato non può certamente considerare il potere regale che come un potere delegato, e solo come una. magistratura politica, convinto che la sovranità risiede di diritto nella nazione e che il re ò fatto per sen•irc la nar.ione o non la na– r.ione per servire il re. Mentre lo condizioni morali, eco- 810 1 le ;:i 1.. n 01a o nomichc e sociali sono in continua t.ra ~rormazio11e,Ra– rebbe assurdo pretendere che l'avvenire di un popolo dovesse cristallizzarsi eternamente in una data forma politica, quasi essa costituisse le colonne <l'Ercole del progreiiSOumano. Un atto di volontà, per quanto riSJ)Ct– tabile, cli una. gene1•azione 1 non può impegnare illimita– tamente i figli et nati 11ato1·um et qui 11asce11t11r ab illis. La nazione ha incontrastahilmento il diritto di dorsi man mano quell'assetto politiao che è più richiesto clnl cambiamento dei bisogni, degli interessi e dal diverso grado di sviluJ>POdella sua coscienza 1 della sua civiltìl. Il proletariato quinci ii mentre, in os.~equio alle norme elci regime rappresentativo, rispetta le istituzioni vigcnti 1 perchò e flnchò possono dirsi volute dalla maggioranza della n.izione, ò perfettame11te in diritto cli aspirnre a. cambiamenti ehe vanno al di lÌi.dell'orbita. delle attuali istituzioni, ma che esso erede piìt in armonia col piì1 t)rogreclito assetto socia.le futuro, eia lui preconizzato o propugnato, come sarìL altresì nel suo pieno diritto di tradurli in atto domani, al\orchè, divenuto alftne forza politicamente proponclerante, il suo volere potr:'~ dirsi Jegittimnmente il volere cto!la maggioranza della na– zione. ... Questa è la via diritta, la via piana ed onesta, ed anche la via prnticamente J>ii1oppo1·tuna, che il prole– tariato militante, a nostro moclo cli vedere, dO\'rebbe seguire nel suo interesse. In siffatto modo il partito so– cialist,i acquista veramente il diritto di cittaclinanza nel presente regimo rappresentativo e doHà essere conside– rato un partito -novatore, ma non sovi:ersh·o 1 un partito rh'oluzio11ario 1 ma non estraleaale. Jl proletariato nel suo presente stadio di sviluppo ha bisogno di un lavoro ordinato e pacifico per crescere la sua forza e la sua educazione, distraendo il meno JJ03- si1Jile le sue energie in lotte ticcessoric, di esito incerto o cli risultati problematici, ma che possono compromet– tere seriamente le conquiste e i progressi fatti o la sua libertà di propaganda, di organizzazione e di azione politica. D'altra parte, l'attuale forma di regimo rappre– sentativo, per quanto ibrida o difettosa, gli consente bastevoli libertÌi. ccl ò inoltre per sò stessa suscettibile di miglioramento, a,'ell(\O l'elasticiti\ noccss{_lri.t1wr ri• forme democratiche anche radicali. Sempre che dunque la monarchia costituzionale serbi fede al patto <lililJcrtù, essa potrìi essere tollerabile come un meno male e com– patibile per qualche altro tempo ancora con la ci\'iltit della nazione o con le esigenze del movimento prole• tario. Noi anzi pensiamo che, con tutta probabi!Hìt, lunJi dal divenir temi1Jile 1 il, potere regale, col funzionamento normale del regime rappresentativo, man ma.no che il popolo crosceri\ cli potenza e di coscienza e dh·errà ,·er:1. for.ta. opel'(111le, andrà praticamente perclcnclo d'impor– ta111.ao cl'intluenza, mentre, con I.i pressione delle nuove idee, do,·rÌI. smettere, per necessitìi di aclattamento, le apparenze e le abitudini feudali, per assumere sempre pili quelle moclerne cli utili carica J)ubblica. H.imardi, iu ogni modo, in mezzo allo svituJ)po della democrazia 1 come una SO})ra\'\'ivenza storica, destinata ad atrofizzarsi e a scomparire nel 1Jlacido tramonto preconizzato da .Alberto Mario. ~fa si obbietta: la monarchia, istituzione che ha le suo radici nel passato, ò la raJ)presentante naturale clegli interessi delle classi conservatrici, e deve trovare in es.se l'appoggio o il presidio. T,a democrazia mina I.i csistcnz1~d'ogni pririlegio economico e politico; l'istinto
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