Critica Sociale - Anno XII - n. 16 - 16 agosto 1902

CRITICA SOCIALE 249 della borghesia si disputano il suo nppoggio e procurano o di ai-sori.,irlo o di allearselo. La Iegislaiione sociale sorge da questa gara., e viene gettata sul mercato poli– tico come prezzo della forza. elettorale dei lavoratori. Il famoso Socialismo di. Stato dei parrucconi tedeschi ha, come quasi tutti i fatti della storia, questa prosaica origine mercantile. Quale l'ufficio del Partito Socialista? Quello di mer– canteggiare con prudenza e di concludere affari lucrosi. E il lucro por noi consiste ncll'accrcsccre la forza del proletariato, perchò cammini pili SJ>cclitoe gagliardo verso la meta prefissa. Arturo Labriola ha accusato il Partito Socialista ita– lifrno di essersi sbagliato in questi difficili affari, e di (Were acquistato della merce che non giova allo spirito rh•oluzionario delle masse. Veramente, se anche l'nccusa fosse vern, e se il J)artito nostro non avesse in una ma– teria cosl complessa veduto con molta chia.rc1.za la propria convenienza, ciò non deporrebbe contro l'una piuttosto che contro l'altra corrente del socialismo ita– liano. Vorrebbe dire soltanto che noi non abbiamo an– cora la maturità e l'esperienza per intuire subito il nostro interesse. )fa noi crediamo che l'accusa non regga. .Il Partito Socialista ha ottenuto, nel campo della legislazione so• ciale 1 due leggi ancora embrionali e insufficienti: per l'Ufficio del lavoro e per il lavoro delle donne e dei fanciulli. Ora, non è ehi non veda come queste due leggi non scemino affatto lo spirito rivoluzionario elci prole• tariato. La prima ò qlmsi un complemento all'opera. di organizzazione compiuto.dalle Camere del !:~"oro o dallo Leghe contadine; la seconda ò sopratutto uiui legge d'igiene, che, senza relegare la donna fra le pareti do• mestiche, la difende noi periodo della maternità, come difende il fanciullo nel primo periodo del suo sviluppo. E impe<lìre così le degenerazioni della razza vuol dire consenare nei lavoratori quel vigore fisico senza cui rimane inerte ogni lievito cli redenzione. Ma ben più importante di queste leggi sociali è qm;il non ancora intero risJJetto alla libertà. di propaganda o di organizzazione, che il partito socialista ha pot'uto ot– tenere con una lotta lunga, abile, paziente. Jnfatti, se la libertà. non ha i caratteri di una riforma legislativa, ò però il fonrlamento di tutte lo ascensioni proletarie. Con la lihertà. il nostro proletariato ha potuto con– quistare sulle sue mercedi molti milioni di aumento. l\lilioni, diceva Arturo Labriola 1 che si potevano ottenere più agevolmente con una ben congegnata riforma tri– butaria. Più agevolmente certo, ma meno rivoluziona– riamente. Però che solo le sudate conquiste, solo il quotidiano esercizio della lotta di classe, solo i sacriftzi della soli– darietà affinano, temprano, rinvigoriscono l'anima rivo– luzionaria del proletariato. Ed ò quest'anima che noi non dobbiamo nò comprimere, nò esaltare, ma educa.re e arrobustire con un esercizio incessante. La tattica elettorale. Quello, che abbiamo detto dianzi intorno alla moderna natura dello Stato e cleipoteri pubblici, illumina il con– cetto che noi abbiamo delle alleanze elettorali. Poichè 1 J>Crla conquista del potere, pii'1frazioni della borghesia si contendono il passo, e poiehò il proletariato non è sempre forte a sufficienza per conquista.re da solo il potere, oppure non ò ancora ma.turo per esercitarlo oppure ò riluttante ad assumere una.responsabilità. grave e delicata, può essere conveniente per esso cooperare alla vittoria di quella frazione cli borghesia che affida di tradurre in atto alcuni dei postulati del suo programma minimo. Ora, se questa è la ragion vera delle alleanze elettorali, non è ehi non veda la necessità di lasciare che ogni singola localifa decida liberamente l'atteggia– mento che le ])are J)il1OJ)portuuo.Solo coloro, che cono– scono da vicino le condi:doni del proprio partito, la flsonomia. dei partiti affini ed avversari, le necessità. J)O· litiche od amministratiYe del paese in cui ,•i\'ono, possono decidere se o come debbano farsi le allea11zeelettorali. Prima del Congresso di Roma, che stabill l'autonomia locale in fatto di tattica, non esiste\'a, 0 1 se esisteva, or.1 tollerata eccezione, una vera e propria. t,ittica. del partito socialista italiano. Una norma unica e rigida, buona per tutti i tempi e 1>ertutti i JJaesi,può essere per un !Jre\'O periodo di anni un grido di guerra che chiami 1~ raccolta le schiere ancora e.•ili o separate, e le differenzii dall,l folla in cui erano ancora confuse. Ala la \'era tattica, cioè la mauovra abile o complessa. che ci porta da,•anti al nemico nella posiziono pili favorevole, non incomincia se non quando ciascuna schiera 11libera di muornrsì secondo le accidenhllità. del terreno, le circoSttrnze del momento, le mosse varie, imt)revedute clell'nv,•ersal'io. Del re5to il compagno Ferri ha, senza Yolerlo,dat:~ la pili inconfutabile giustificazione di questa tattica, vari(~ nello spazio, mute,,ole nel tem))o.Egli,pcrcorrendo l'Italia, ha ratto questa" scoperta sociologica,,, che c'è do\'unquc " un ambiente speciale ,,. Ora, so questa è la roaltit in• sopprimibile, come potremmo pretendere, senza ,,enir meno al positivismo delle nostre dottrine, di imporre una regola unica M unirorme a tL1ttiquesti influiti " am– bienti speciali ,, ? Coloro, che vorrebbero - in nome ciel metodo rivolu• ziona.rio - distruggere il deliberato di Roma,e bandire una intransigenza più o meno temperata, assalgono vio• lentemente le recenti esperienze della tattica autonoma, chiamandole saggi di " confusionismo OJ>portunista "' " incongrue transazioni , 1 , lotte " esiziali ,, perchò " af. roganti nell'ibridismo ph'1arlecchinesco la visione del– l'ideale socialista,,. Ora tutte queste accuse hanno origine da due abitudini mentali che, per quanto molto comuni, non sono meno false ed erronee. L'una consiste nel credere che le alleanze si debbano stringere soltanto con i partiti che hanno fama cli rivo– luzionari. Le tradizioni della nostra democrazia e la lotta ostruzionista. hanno fatto credere che soltanto tre J)artitì possano procedere insieme: il socialista., il re1>ubblìcano e il radicale. Quindi, tutte le volte che i socinlii;ti, nelle loro alleanze, escono, come è avvenuto a. Brescia, da questa nomenclatura tradizionale, si parla di scandalo o dl opportunismo ro\'inosi. Ala questo do,;;ma elettorale non ha alcun valore. Le alleanze non si debbono fare per una specie di affinifa occulta di sangue o di razza, ma si debbono concludere iu vista di uno scopo preciso. L'unico problema. da pro– porsi ò quello di vedere se, per lo scopo che - in quel ,lato luogo e in quel dato tempo - si reputa utile di raggiungere nell'interesse (let 1Jroletariato, ò opportuno aiutare una. determinata frazione della borghesia. Ogui altra considerazione è superflua, bastando la esatta vi– sione degli interessi proletari per tenere lontane quelle coalizioni veramente ibride in cui la nostra fisionomia si attenua o si perdo. Il secondo errore, in cui ca.dono gli a1>ologisti della intransigenza universale, è quello di confondere la. lotta per il potere con l'opera di propaganda. La fraseologia delle " affermazioni socialiste ,,, l'abitudine dannosa di

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