Critica Sociale - Anno XII - n. 13-14 - luglio 1902
CRITICA SOCIALE ID7 chiedevano protezione pel " lavoro nazionale n e pei loro prodotti 1 buttati sul marcato in couclizioni dilflcili pel ribasso dei prezzi e por l'aggravio dello imposte, sempre crescenti in qunntitft e qualità, come richicdcvflno le Yoro o supposte ueccssità. degli Stati. .I.e medesime vicende che si erano svolte nel 181:12 tornono cli nuovo a manifcstitrsi, e ci troviamo di fronte di nuovo agli stessi sofismi adoperati per rag– giungere gli identici scopi di mnntcnirnento & cli ac– crescimento della protezione doganale a favore cli pochi ~ruppi di interessati. L'impcn·ersarc passatoc1l odierno del protezionismo ha indotto molti a <liscorrcro in modo inconcludente delle. bancarotta delle dottrine economiche del lihcro scambio. Nulla di meno esatto. I prinoipii economici riman– gono quelli che erano. Himnne vero adesso, come per il piu1sato, che gli argomenti addotti dai protezionisti - corno IA- necessità. cli clifcnclcre l'industria o !'agri· coltura nAzionale gravate chi eccessive imposte, la difcsn del la"oro nazionale, la. barriera eia opporsi nll'inonch1zionc cli merci estere, ccc. - sono alt.rct– tanti sofismi, facilmente confutabili. E siccome questi sofismi sono confutati in tutti i manuali di economia politica, così noi non crediamo opportuno per ora di soffcrman·ici sopra. Vogliamo soltanto faro t111'ossenra1,ione di metodo, ht quale giova a. s1>io~ttrccome, nuilgrado la verità in– confutabile elci principii economici, il protezionismo trionfi in pratica all'est.ero cd in Jtalia. J/cconomia, per necessiti'~ scientifiche inerenti nd Ot?ni ramo del sapere, ha. studiato e studia il fatto economico sotto il punto cli vista dell'homo mconomicus, cioù dell'uomo animato unicamente da sentimenti cli lucro materiale, prescindondo da altri elementi, dalla natura della società e dal111reciproca influenza che sociotìl e iudiYicluo esercitano l'una. sull'altro. ln tal modo, studia come l'uomo procedo agli scambi, il movimento di essi, e risolve una serie cli problemi cli equilibrio. Suppone tutti gli uomini in condizioni pilri o tira. la conclusione della suporioritì~ ciel sistema della liborn concorrenza come 111oz1,opcr arrivare pili rapidamente all'equilibrio. Da qui si è indotti più facilmente a voler applicare lo stesso principio nllii viht sociale. E siccome, uell'ngitarsi di questa, lo stromento, nella teoria economica pura. così per– fetto, qui non giuoca. pili, gli economisti strillano, imprecando alla umana cocih\. :Kon si a,;veclono che nella. vita vissuta il 1mnto di vista è cambiato e che l'uomo sociale non ò più influenzato dai motivi eco– nomici, o per lo meno non ù pili influenzato da questi soli. J,a teoria forse pii, es11tta è quella che ra[}I>resent.a. lo Stato odierno come 1111 insieme di diversi gruppi di individui spinti in cli,•ersc direzioni, con velocità varie, da interessi disparati. Jl J>rincipio della parte– cipazione cli tutti al ÙO\'Crno fa sì che questi gruppi si contendano, si uniscano tempornnearnent-e in classi pii1 numerose, vcngauo a reciproche convenzioni per pnrtcciparo al potere, ossia alln. formazione della legge coercitiva. È evidente che, se un sol gruppo avesse forza di governare, tutta la legislazione sarebbe in– fornv1ta. a un unico indirizio. ~fa ò altresì evidente che in tal caso tutti gli altri gruppi si unirebbero in concordanza di sforzi contro l'avversario comune. t da queste circostanze che si earatteri1,za lo Stato moderno, così ricco di leggi, così incerto negli anda• menti così contraddittorio nella sua. legislazione, spo– oiahn~ntc economic:.1. Questa. rn1>prcsenta. proprio le convenzioni dei singoli grupp1 cli interessi cho si comt,flttono per il potere o, una volta giunti, vengono a 1>atti coi gru1>pi concorrenti, troppo deboli per ab– batterli, abbastanza. forti per Incepparne l'azione. f; cosl che in parte si spiegano l'estensione delle imposte indirette e la. relativi, rcnzione delle classi popolari eon la minaccia delle imposte dirette pro– gressh·e, il cla1.iosui cercali e la legislazione operaia, la tnssaziouo forte o la dog'ana protottr1cc, ccc. Uno dei motivi principali poi, perchò si preferisce Pim– post.t indiretta e specialmente il dazio di prot.ezionc n un premio diretto, è nppunto la. poca sincerità del primo. Av,·iene qui un fenomeno noto: Pindustriale protetto calcola. con grande Rp1>rossinrnzione il van• tnggio ciel dazio; il consnnrntorc, che lo paga alla spicciolata. sotto fot'ma di lic,•e aumento unitario sul prezzo, nou riesoe ad nfl'crraro qncwto calcolo. E dunque un principio egoistico che regola l'an• <lamento dello Stato: questo principio trionfa a lung-o, solo so l'egoismo ò intelligente. La borghesia italiana. che ci ha sgovernati non ebbe neppure qucst'abilit,\: perciò ora. vi, perdendo terreno e si sforza invano di rhtcquistnrlo. Una delle sue battflglie campali sarà. appunto data alla rinnora1,ione dei trattati di com– mercio. Quindi a noi ora il problema si present., sotto <1uesto vero aspetto: il sistema. doganale in Yigore ha prodotto determinati effetti e generato determinato forze; dato queste forze, qualo sarà la. probabile orientazione clell'ltalitt nllo scadere dei trattati in vigore? Pur trop1>0, il problema. non può risolrnrsi con evidenza geometrica: lo studieremo però og get– tirnmento e solo assumendo n. base i fatti pro,• A.ti, senzn. 1.>reconcettie prendendo come divisa. l'lleyeliano: " alles wirkliclw ist ven1ii11j'tiy n· A proposito di fatti provRt.i. 11 dotto che Parit– meticn. non ò un'opinione sembm talvoltn non vero, S!)OCialmente in questo argomonto. Ncll'intcrprotnro s1wiamento fo st.atistichc commerciali, ci si urta in grandi dirficoltì,: alcune di indole generale o che si riferiscono a tutti i dati statistici, altre cli carattere peculiare. Appartengono alla. prima s1>ccie,ad esempio quello analizzate con sl paziente dottrina. d,tl Oitren, nell,tl sua. classica .Menwria sull'uso delle statistiche tt'imfJOJ'latione il'e.;;porta.:ione. Tic altre, più comuni, sono state studiate, per l'Italia, dal Uoclio e dallo Strin,;hcr. Entrambi i generi di dif'fìcoltà. porbtno ad errori tli varie specie, fr,L cui predominano quelli dclii~ specie JXJsthoc 1 er(JO JJropfer fior. Cercheremo di evitare (lUCilti scogli con frequenti raf1'ro11tie vagliando op1>ort1111amonte le cifre. I. - l'Italia fino ai trattati del 1892. I.il nostra politica commerciale agli ini1,i del regno fu u n seguito di quella intrapresa eia Cavour nel 185l. ggll, convinto liberista e por di pit'1 inteso ad amionrsi Napoleone rrr, in (lUcll'anno cominciò le ,mc riforme con l'abolizione o l'ilhbussnment_o elci dazi sullo materie prime, la mitiguziono dei da1,isui cereali da L. 9 a L. 2,50 per ettolitro. Seguirono altro fa. cilitar.ioni: noi 1854, la com1>leb abolizione dei dazi sui cerCilli, poi, ribassi sulle materie prime industriali e, infine, la tariffa, 27 giugno 1801. Contem1>oranei a quci,te riforme furono i trattati stretti con l'fnghil– terra, gli Stati tedeschi dello 1/.oll,•erein 1 la Russia e, importantissimo fra tutti, il tn1ttato tipico del I 7 gen– naio 1863, concluso con la Francia per la durata di 12 anni. L'indirizzo lilJeralc trncciato dal Ca,·our non durò a lungo. GilL dal 1865 lo dogane nreYano sofferto ritocchi in senso di aumento, per far fronte a. quello che clo,•eva di\'eniro il malo organico delht finanza ih11iana: il deficit. .N'el 1870, ministro ciel commercio il Castagnola, fu ordinatn un'inchiesta sulle condizioni industriali e agricolo del regno, affi– dnndola ad una Commissione, presieduta dall'illustre Scialoja. Vinchiesta, accuratissima, ebbe il merito princi•
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