Critica Sociale - Anno XII - n. 13-14 - luglio 1902
Clll'l'JCA SOCIALE 21!) E J>Oichòparliamo di scio1lcri americani è interessante quanto ci raccontava di recente un socialista di Chicago di pa.ssnJ,!'gio per l'Italia. I.e Unioni nmericrme, nella scelta ciel momento dì cli– <'hiororc t,attnglia collo scio1loro, ton~ono conto, piì1 eh<' clol malcssol'0 degli operai, dello <'0ndizioni degli i11du– strl1tll, npprol\ttando do\ rnomonto in cui sono piì1 deboli cd è quindi pili facile vincerli, e ,·alcndosi nella lotta tli tutti i mezzi, anche di quelli iipparcntcmentc ))iì1 lontani. l::ssc arrivano a J)rctenùcrc di ilgìrc sul cor,,;o del denaro, o sul mo,,imento del c1unbio. Così qurrndo 1'i rormò il famoso trust da\1 1 accinio 1 o la Società ~ettò sul mercato le azioni in attea:a the il caJ)itnle pri\'ato e l,ancnrio le acquistasse, i le<ule1·s dolle Unioni consiglia– vano agli operai di ritirare <liLIIOBancho i loro risparmi per rendere pii, scarso lo .~tock di moneta circolante e di;;ponibilo e creare dirtlco\tà, al lrusf. Data la piccolezza. dei i-isparmi, la misura era souza J)OS.1tibilltù. di effetto, ma essa 111\ un ~rande n\lOre come Indice del progredito metodo di loUI\ degli operai ame– ricani. Inoltre essi tengono iu gran conto l'OJ)iuione pub– blica, cercando di impostare i conflitti in modo da aver110 tutto l'appoggio morale, che fi:J)f'!l!IO !lignifica la ,·ittoria. E siccome J°OJ)iuionepubblica americana è costituita da una massa di lmsi11e11Sme11 1 non divisa in due camJ)i da criteri politici come tra noi 1 pro-lavoro o pro-capitale, ne viene che nei conflitti giudica a seconda del maggioro interesse che ad essa ne può venire, e secondo questo criterio lo sciopero è simJXtliro o no. E pur troppo, i Ja,•orntori, e.,;::,endocatti\•i capitalisti, :~i~n~~l~~i~~e~~e cfic~fff~~~~I ,:~t;1:~~, 0 u~~:t~~ 0 ò 0 ;t~~~P~iiì: un grande sciopero simpatico. Le Uni've1·l'ità JJopolw·i. Tre anni ra l'affare Dreyru;;, che per la Francia fu una grande lezione di critica, mostrò come i francc,i siano tro1>1>0 creduli, trOJ)j)OdisJ)O.;;tiad accettare l'>Cuzu. riflettere le leggende pii'1grossolane. Oli spiriti pili ilht• minati si proposero allora di inseµnare a questa demo– crazia credenzoua un po' di diffidenza, un po' di rifles– sione, di eccitarne lo spirito critico. t a tutt'uomo si dettero ad aJ)rire Uni\•ersilà- popolari, per diftònclere in mezzo al popolo la scienza o per iui,e:;naro il metodo. Nei primi tempi il successo rii piano, lo sale furono rigurgitnnti, la soddisfazione fu g"Onerale. Ma ora pare che un senso di stanchozz:\ ablJin preso l,.l'li animi dei frequentatori abituali delle lezioni, o lo ,mie sono semi– vuote. Perchè? si domanda Emilio K.ahn nella Uerne So– cialiste (giugno). Una delle cause, egli dice, sta nel diretto di metodo nella scelta dei temi dello lezioni. Con l'automobile, Fouché, Paria liquida, la luce, Xapoleone, e così ,•in, lm•ece di dare agli operai lo spirito scientifico, li hanno disgustati con una scienza in parcelle. Della scienza una 1 essi non hanno intravisto che I riflessi, i barlumi. Jnvece, secondo l'autore, si dovrebbe dare il primo posto alla fllosofta morale e sociale, all'economia J)Oli• tica e del diritto, n!la storin economica, alla storia dello classi e dei partiti. L'insegnamento letterario ed artistico verrà poi. Ma sopratutto converrà. J>Ortarenelle questioni vitali il metodo e lo spirito scientifico. Eppoi occorre allargare l'azione delle Università J>O· 1>olarl, associandole ai Sindn.cati e alle Cooperative, per modo che gli U<litori siano in maggioranza nei Comitati direttivi e siano liberi di scegliersi Finsegnnmento che loro conviene. F'orse in Jtalia le Univer.:1ità.poJ>Olarisoffrono un po' il male cli quelle rrnncesi, dallo quali derivano diretta– mente. Questi consigli non sono quindi inutili. ... I/logyla <l'oro. Leroy Uea.ulieu (.Be-0,wmistc J,',·am;ais, 21 giugno) cal– cola a 50 mili:~rdi lo stocl.• d'oro esistente nel mondo, o calcola a 2 milìardi la produzione dell'oro previ.sta d'orn Innanzi. Quali le con-se,uuenzc, si domanda., di questo flumo d'oro nella prima. decade cielsecolo? Jugorgo dello JJancho e delle Borse, quindi ribMso del prezzo dei ca– pitali fluttuanti, cioè del tasso dolio sconto e dei riporti, rialzo dei prezzi dei valori mobili. 11 grande afflusso u d'oro i,,timolerà gli affari, sveglierà. lo spirito d"intra– J)rendenza; della prosperib\ reale o apparente profttte– rn.nno le industrie di ogE,rettidi lu<i:10e le grandi città. Anche gli Stati in cattive condizioni potranno anan– tag-q-iar~idell'aumento dol vnlor<' dei loro fondi, por ~ottrarsi alle Ua.11cho.per· nl>olit·o i1 corso forzo,;0 1 A. patio porò che mettano le llunnzo pulJlJliche in una fli– tun1.io11econ,,enicnte. E come otte11er ciò so aumoutano le SJ>esoim))rodut– ti \'O? t: un po' un circolo , h;io::.o. ... I.A, 11,ctcchim, dlf. cvmpo;·;•e e {(, tlbmccu.pa.zione, J.,a rormidabile concorrente dei com1>0.;itori tipografi, li\ maechina da comporre, dcli.a quale recentemente si inveutò iu America anche un tipo più semplice etl eco– nomico delle nostre l,y11olypr, ndatto l)er le piccole tipo– grafie di pro,•incin, ha già. 1tcquistato una rapida dill"u• sione, cd hi~ quindi spinto questa cntogoritL dì operai, cho drwvero erano lontani dal pensare a un concorrente così come erano lontani dal pensare ni caratteri mobili gli amanuensi del medio evo, a J>ronedere ai casi propri. In tutti i JJae;;i, tlove la stampa ò ritenuta un prezioso strume11to di civiltà, si discuto da 1urni uella classe tiJ)O· grafica sui mezzi per limitare i danni della disoccupa.– zione derivanti dall'impiego della macchina, o sul suo nuo,·o contratto di lavoro. In Franci1l (espone Giorgio Guenard nel .1/ow:emeul soci(lli.,;te, 14 e 21 giugno), dopo otto anni di discussioni, la " Fedcraziono francese dei lavoratori del libro ,. imi– tando quanto han110 fatto lo organizzazioni similari del la Ocrmanin, dell'I nghiltorra. e doli' A.merica 1 decise, nel Congresso del 1900, l'ls1ituziono di 11111\ cassa contro la di.,;occu1Jazione che cominciò a funzionai-a col 1° gen– naio t!l0I. Ogni di50ccupato (la malattia è asi;:imilata alla disoc– CUJ)aziono),che faccia parte dolla. Federazione da un anno ulmeno, 1,otr:\ rice,·oro un'indennitìL cli 12 franchi la settimana, per (i scttimanc,cioè un massimo di i2 franchi l'armo. Se ha lavorate- durante la !ilOttimana.ed ha gua– dagnato mono di 12 franchi, rice,•oril una somma com– J)lcmc11tllre.Se non c'ò spornnza cli trornr lavoro, il socio rice\'Crh. IO franchi per potere nbbandonare la sczioue do,·e non può occuparsi. I IO frauchi vengono sottratti dai 7::! ai quali ha. diritto. Una disoccupazione inferiore a 4 giorni 11011 viene indennizzata. Per ave,· diritto al soccorso convien essere iscritto alla Aezione da un mese almeno, e 11011 dovere 1>h'idi duo mesi di quote. Noi HI0I la Federazione pagavn franchi 29.591,7;; J)Or soccorso di disoccupazione, e 50.5GI,65 per malattia, In tutto so.1aa,.w, indennizzando i85 soci per disoccupa– zione, cioò il i,86 '/ 0 , e 1418 per malattia, cioè il 14 1 49 ¾, o complossinmente 40.0iG giornate di laroro. La s1>esa di 80.163,40 franch i non C:,Sendo stata coperta nepJ)urc da un contributo su1lplomenta.ro di 50 cont. al mese che detto 59.936franchi, rimase aJ)erto un deHcit di 20.217 1 40rr. Ad esso fu provveduto col fondo di riserva ammontante, alla fine del 1900, a 5-i.000 franchi, ma J>er l'anenirc si è prov,·eduto aumentando ancora di 26 cent. la quota monsilo o J>ortandola a<l J 1 25, o comprcnclendo nei soc– corsi per disoccupazione anoho gli infortuni non inden– niz;rnti por una inesatta intcrprotaziono della legge. Oltre al risultato materialo, altri se ne ebbero di Indole morale. Si sono stretti i vincoli di solidarietà fra gli operai della classe, talchò la Federazione, che conta,,a, al 1° gennaio 1900, 9132 soci o 143 sezioni, al 1° gen– naio 1902 contava 159 sezioni e 10.362 soci. )la la Fodc– razio11e sì preoccupa di comlJattcre hl disoccupazione non solo neì suoi effetti, ma anche nelltt cause. Ed oltre sostenere i suoi aderenti negli sciOJ>eri,organizza Sisto• maticamente il collocamento dei suoi membri per cor– reggere nella misura del possibile la cattiva ripartizione del lavoro, e cerca di ottenoro la.limitazione della gior– nata di lavoro e la sua. riduzione progressiva. Per dimi– nuire il rischio di malattia , 1 egll1~ nuche alla stretta esecuzione delle leggi sull'igiene nei laboratori, alla educazione degli OJlerai relativamente al contagio di certo malattie, quale la tubercolosi, o fa una vivace cam1>agna.contro il peggior ttugcllo, l'alcoolismo. Non dubitiamo che resentJ)io servirà anche alla po– tente Federazione del libro d'Italia, essa pure miuaccitlta così da vicino dalla introduzione dello macchine da comporre. 8t.
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