Critica Sociale - Anno XII - n. 13-14 - luglio 1902
CRITICA SOCIALE 215 cprnsi impossibile e, compiuto, conduce i;ovcnte alla astrazione pura in contrRsto con la rcult:'ì. Il pensiero umano, nella orgunizzozione delle idee, nella loro lenta evoluzione, noi moti n1picli del ,genio, lm forse molti punti di contatto con Porganizzuzionc sociillc, e il loro studio potrebbe utilmente cammi– nare pnrallclo 1 ma il pensiero non ha ancora avut.o un :Ottrwin od un )flll'X, . .. L'inclividuo 1 spinto prima dul bisogno, poi dal de– siderio di direndere o di migliorare lo condizioni della propria esistcmm, com1>ieazioni che si riflettono sull'esistenza cli altri uomini, ossia azioni sociali. Queste determinano la ,•ibt. dclht società. ~on è sempre facile rintracciare la loro esistenza, definire i loro limiti, fissare la loro unW-1,ma sembra se 110 possa ncquisbtre un concetto sufficientemente pro• ciso, considerando per uziono inclh•iclunl c l'atto c he chiudo un ciclo psicologico completo che VA.da d alltL comparsa Al tramonto di un'idea, o c he si sv olge senza 1,resentarsi spontnncamente scindibile in pal'ti. I/azione individualo può svolgersi in pochi secondi o in un tempo relativamente lungo, ma non può mai occupare una parte considerevole della. vita di un uomo. l,a natura. di queste azioni incli\•icluali è varin, poichò esistono azioni materiali, economiche o psi• cologicho; esse possono essere inoltre esercitate suc– ccssivnn1ente o contcrnporancomcntc cht. una mcdo– simfl. pcrsonn, ma generalmente, fr1, lo varie azioni contemporanee cli un individuo, non ò difficile rico– noscere la principale e la sutt. 1111t11rn, e lo scambio cli un uomo con la. sua ozionc sociale principale ra• ramcnte conduce ad un errore apprezzabile. Così bisogna 1>ureammettere che le 11zioni sociali d'una 1>eri:1011a. uppartengono sem1>rc prevlllcntemente ad una medesima categoria, tanto che la suddetta clas– sificazione delle azioni sociali ò st11ta in ogni tempo una buona classificn.zione 1tnchc per gli uomini. L'azione sociale inclividlrnlc ò sempre infinite-:ima rispetto 11llasocietà e, collo sviluppo e coll'avanzarsi del processo cli organizzazione di questa, tende a. divonturc sempre pii't insignifìcnnto e trascurnbilo. Due casi sembrerebbero contraddire questa. teoria : quello di un uomo che, dirig-cnclo l'esplicc1zionc di una grande quantità di energia. sociale potenziale, compia un'azione finita, e il caso in cui i germi 1>sicologici gittati da un uomo su un largo cam1>0 sociale, in lungo spazio di tc1111>0, moltiplicandosi e S\'iluppandosi, rendano una tale azione ugualmente possibile. K'ell'nn caso e nell'altro, però, è C\'idcnto come lo azioni finite non siano 1111prodotto diretto cloll'individuo, ma del corpo socinlc in cui l'energh, preesisteva o si generava. J\h, tu~lc le volte che in• numcrevoli azioni coesisto110 o si succedono, per lo inugm,µ-lianzo loro e per la ~enerica legge del mi· nimo sforzo, esse si rnggruppano e si fondono, go• norando colln lenta evoluzione nuclei di azioni che, nei reciproci rnp1>orti di coavi\•cnza. e di lotta, costi– tuiscono l'organismo. Come sulla superficie pianeg• gionto cli una \'ia. le goccio apparentemente uniformi della pioggia incominciano a rnggrupparsi in un punto invece che ucll":.1ltro, poi u scorrere in alcuni luoghi, finchè scarnno dei solchi ben disposti, con– fluenti, ndatti al rapido scolo dello acque, e il di• stinto subent,ra alrinclist,i11to, il finito all'infinitesimo, così nel campo sociale dulie innumerevoli azioni in– dh•idlrn,li si generano i mot.i collettivi, lo coalizioni di interessi, lo grandi corrent.i morali, che sono gli orgilni capaci di azioni finito noli' organismo so• ciale. Di questi organi e cli queste azioni va princi1>al• mente tenuto conto nello studio della società, poichè chi presumesse prendere a fondamento gli atti indi· G no B1arco viduali farel>bc come il psicologo che, per studiare le teorie filosofiche cli un r>ensntorc, volesse tcnC>r dietro alla. vita delle sue singolo cellule cerebrali. Le azioni individuali 1 che in 1111 tempo 1>iì:1 o mono rnpitlo çoncorrono alla formaiione di un effetto so– ciale linit.0 1 in ct1si di ccccl.iono, possono emanare eia uno stesso inclivicluo, e ciò si verifica quando questi, tlurnntc tutta In sua osistenzll, abbia fatto COll\'Crgerc ogni atto ad un fìuc unico e determinato ccl abhia creato l'opera sua come un unico artefice potrebbe n pie"tra a pietra innalzare un monumen· tale e,lificio. Tali gruppi di azioni individuali ten· dono però a. diventare sempre meno im1>ortanti, in rapporto ai fenomeni sociali, per le stesse ragioni por cui le azioni individuuli, cousideratc in sè stesse, clivcutano sempre 1>iì1trnscurubili 1 e le azioni pro• dominanti, nella vita ciel grnndo org-trnismo, sono già, o clivouteranno sempre l)iÌ1, le azioni di naturn collotti vn. Di grande importanza è i1uindi la ricerca dolio condizioni e del modo con cui, dalla massa amorfa umana o dalla società, può sorgere o distaccarsi il nucleo cn1mce cli azione finita. . .. Quunclo nella psiche di molti individui trovasi un medesimo bisogno od un medesimo de~idcrio, in essi esiste llnchc l'attitudine a compiere una stessa azione sociale individuale. L1esporienza o 111 scienza, che, nel compo sociale, sono le causo detcnnina.nti la sele– ziono spontonc,,. e rnzio11alo dogli Jtt.f.i individuali e collettivi, sospingono tutti quelli che si trovano nelle suddette C(111clizioni ad un'intcsu 1 che può essere ta~ cita o mnnifesta, consapevole od inconsapevole, 111n che, in ogni caso, tende nllo 8\'olgimcnto contempo· ronco o parallelo di c1uclle nzioni individuali, allo scopo di \'incero pii1 facilmente le resistenze piì1 deboli o meno concordi. Cosl si forma il nucleo ca• pnco di azione sociale finita. Condizione indis1>cnsabilo cli stabilifa pet· esso è che f'm gli individui che lo compongono non inter– cedano più le azioni sociali su cui quello si IJasa; sicchò, dal momento cho 1111 tille nucleo ò costituito, nei suoi rapporti interni scompaiono le azioni so– chili che lo hanno clotormin ato. Un nucleo 1mò essere il risultn.to di azioni incl_i· viduali secondarie o miste, però, siccome ad ogni uomo corrisponde generalmente, come abbiamo os– sCr\'ato, una medesima aziono sociale principale, o siccome in un dato periodo storico lo nzioni indi· viduali principali sono 1)1'essochò identiche per tutti, esistono nuclei ermurnnti esclusivamente da queste. Sono blli nuclei sociali che evidentemente presen· t11no il 1m1ggiore interesse. Per la origine loro essi sono come la somma e lrL sintesi di tutto ciò che di prodominnntc o cli comune sussiste in un grnn 1111• 111crodi individui nei r11pport.isociali; l'azione finita, di cui essi sono capaci, ò Fazione principale degli individui che li compongono, ingigantita. B 1>oichùle azioni secondarie di questi indi\'idui, potendo anche trovarsi in contrasto reciproco, non concorrono alla fornrnzionc del nucleo, questo, volendo 1>crsonificarlo, ci si prnsenta come uno elci tanti individui che lo com1)ongono, ingrandito e schematizzato. Rsso ho. perduto tutt.i i CH.rnttcri secondari e rnriabili da uomo ad uomo cd lm accentuato i caratteri pl'inci· p11\io comuni: ò una specie di tipo medio, un gi– ,!prnt.c, hl cui psiche ù un solo bisogno o la. cui forza ò un'unica arme. Questo nucleo scatlll'iscc dai suoi membri come quelle i111mn~inicho si ottengono SO· vrnpponendo le fotografie dei compononti una fami• glin o un gruppo di delinquenti e in cui scom1>aiono i caratteri individuali ed emergono i tratti car11tteri• stici o le stimmati della. degenerazione. 'l'cncndo conto clelhl legge che gli organismi con-
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