Critica Sociale - Anno XII - n. 13-14 - luglio 1902

CRITICA SOCIALE 213 --------------------:------------------- autorità, certi che non ci può nuocere, tutL'al più po• \ lotta economica per sò stossu non dc,·c assorbire Tiinmo certi limiti alle trattative, al disotto dei quali tutte I.e energie proletari~, f)Orchò ò ins~fficio,nte. rifiuteremmo la ratiflcn. Sulla sua 1>ortata scr1vov11. Co.rio )forx hn dal Curiamo J)Oi ogni particolare per a,,ere li~ simpR.tin. 186[,: ( 1 ) delta cittadinanza) coefflcie11to riconosciuto offlcacissimo por In. \'ittoria . ., Di grandissima competenza. tecnica seppero dar prova anche i rapprcsentonti dei ferrovieri, nella di• ijcussionc che cbhero cogli lsJ>cttori gOYCrnativi delle ferrovie nel marzo scorso, sulle domande del perso– milc implicanti tutto il 1>roblem1t rcrroviario. A questo grado di maturitìt ò 1>ur necessario cho urrivino tutte le organizzitzioni nostre, e ci arrive– rnnno sul che ~li org-.inismi già esistenti a queì cri– tvri si ispirino. Vi sono ~iiì. in Italia piì.1 di um,. tliccinu di giornali JJrofcssionali, vi è urHL Cronam cl-ti/acoro, organo delhL '- l'e,tcrnzione dcllè Ca.mere <lei Ja.voro ,, , ma quunto son po,,eri di quello notizie che 1>iì1 m.:.=-ono per fornh1re l'educa,done cconomicu. de~li operai! E rcrchù non ispirarsi pn questo lato a. fJUanto fa il capitalismo? Da 25 111111i s pubblic<1 a Parigi un organo intitolato ap1n111to L~e capitaliste, che con– tiene tutte le notizie pii'1 minute sulle condizioni dei morenti, delle industrie e delle Borse nazionali ed estere, atte a indicare a.i capitalisti come deb– hono regolarsi nei loro 11ffori. Per non citare che una fra. quelle notizie, nel nu– m('rO del 29 gennaio l902 trovo csnminato il con– trr1ccolpo che su\Pinclustriu ostrattiv11, ciel mmc, e quindi sulle azioni dello Società minerarie, ha e:,1e1·– citi1to, sui mercati di Nuovn York e di Londro, l'an– nunzio della scoperta di ~forconi diretta. a. inutiliz– znre i g-rundi cavi trnmmthrntici di rame. Così informati, i capirnli~ti possono anche mettersi al co1>0rto; ma che ne itt1pr11n110, dcliii causa della incvit.abilc disoccupazione che potrebbe loro venirne, i minatori di rame? Quali prcCi1ttzioni possono essi 1>rC1Hlorefinchè c'ò tcm1l0 contro di essa, so igno– rnno l'invenzione di Murconi o i imoi effetti? Questo· per dimostrare che una crisi parziale in un'inclustria può esser cngio111tta.dst filtti nuovi lon– t11nissimi o diversissimi, o cho ù quindi necessario ormai che i lavoratori shrno il piì1 possibile infor– nrnti cli tutti questi ratti nl pari dei capitalisti. In rtalia purtro1>po, eh'io mi sappia, all'infuori di quulcho strcmenzita cronilca 11ottimanale nei gior- 1rnli quotidiani, non c'ò cho I' J•:ronQmista lii ~'irenzo o .il 1Joflelfi110<lelle Pi11anze, Perrovie ,, Lm;fJri 1mt,– lillci, ccc. lii Homa che cliuno notizi(" sullo stato delle industrie. 1~;80ll tutte notiiic di origine capitalista. Auguriamoci che i bollettini professionali operai meglio comprendano la loro vnu fun'l.ionc. v.r. CONCl,UD!rn DO. Oopo (JllllUto \'CIIIIÌ es1>onemlo, è inutile insistere sulla necessità di unn. migliore prepa.razione della chtS80 lavoratrice, colla orgnnizz11zione e collo co– ~11izio11i economiche, Allo lotte che deve sostenere contro il capitalismo, ed è inutile osservare che lu nrg11nizzuzio11i pili forti (~ più progredite tendono a :servirsi sempre meno clell'armc dolio sciopero, scm– l)l'P pili pericolosa e sompro meno otticace, ed a va– lersi in,•eco, come cli un vero mezzo rivoluziona.rio, dell'orgilnizzttzione tillargtlbL nazionalmente e i11tc1·• nazionalmente, per poter comb1lttere non come in 11ml. rivolta, ma come in unu battaglia ordinata. e 11reparata, di cui sieno stato il pita r>ossibile catco– lnte lo probabilità di vittoria, e per o,•itare le scon– litto sicure o probabili. Ma su questo ,,aJ la pena di insistere: che la u u Xovnntanove volte su cento l:i lottii per l'aumento dei sa.lari non ra che Se!(uiro variazioni anteriori - dalla quAle ò nata e doveva 11asceronecessariamente (in ltaliu ad esempio, ove le a.git11.zioniOJ)eraie tendono n rLstnbi• lire il li\'ello rotto dai dazi J)rotettori n. ,·antaggio dei ))rOJ>rietari produttori) - nella qunntitì, della produ– zione, nelle energie produttive llel la,•oro, nel \'alore del la\'Oro, nell'estensione o inlcnsitì1 del lavoro, nelle t1uttun.zioni dei J>rezzi torrenti, legnti nlle ttuttuazioni della. domanda. e dell'oft'erta e eonrormi alle \'arie fasi dol cielo industriale; in un,, pnrola, ò una semplice rcttzione del lnvoro contro l'nzioue antm·iore del ca.pi – tnlc. 'l'mttnre della. lotta por un aumento dei salari, in– diJ)CIHlentementc da tutte queste circostanze, non consi– dernndo che la vari,,zione del Slllnrio 1 senza tener conto di tutti gli altri cambiamenti dni quali e;;;sa clerh•a, ò J)artire da una premessa rais,, per nrrinlrc a false con- elusioni. 1t g l<'ederico Engels nota.,•1t.: u Tutti gli sforzi delle Unioni Ol)Craie 110n possono mutnro la leggo economica, cho il salnrio i,i determini mediante il rapporto della domanda o dcll'offol'i,:, nei mor– cnti del la.\'oro. Quindi le Unioni sono impotenti contro tutte le grn.ndi cause che s11lngo110n questo rapJ)orto; in uu:l crisi industriale l'a-.socinzione dO\'Oabbassare il salnrio o dissol,•ersi comJ)letamento e, dato un note,•ole innalzl\mento della domandtl di lavoro, non può iturnl– ;,.are il salario piì1 di quello che Mtrebbe conee~-,o dulill concorrenza. dei cn11italisti. Tali nssociazioni sono potenti i:1010contro le piccolo cau~e che ugiscono separatn– mente. 11 ( 1 ) Laondo, nollo scrit.to citato, .\liu·x 11111111011iva: 11 I lavoratori debbono lotlnre ml\ non debbono c1m· f{ernre il risultato ftnalo di quoito lotte di ogni giorno. Essi non debbono dimenticare che combattono gli effetti, non lo cause; che ritardano il mo,•imento discendente, ma che non ne cambiano la direzioue; che apJJlicano dei JJalliat-ivi e non guariscono la mnlattia. Non debbono quindi ltL'!Ciarsiassorbire esclush•ameuto dn <ruesto inc• vitabili scarnmuccio originato dalla te.~tardaggine tlel ciq>itnlo e dalle \':triazioni del mercato. Essi debbono capire che il regime att1mle, con tutto le miserie che irnpone, genera le condizio11i materiali e le formo sociali indispensabili ))er ricostruire la società su altre basi economiche. Invece della divis:l consen•ntrice: " Un snlario normale per una giornata normale di la,·oro li) essi debbono scrivere sulla loro bandiera la parola. <l'or• dine rivoluzionaria: 11. abolizione del salariato it· Di qui la nccestiit:'1 che il 111uvimcnru operaio o il 111ovi111cnto:socialb;ta. proccd11110 in t;Oncomitnnza, com<' tivvicne ne] Belgio, in DanimarcH, in Austria e in Ocrmania. [sohlte, lo lJnioni di mestiere progrc• dit1cono finchù si illlarga hl sferii dolio i,frutblrne11to Cflpitalistico; ma qucsl·o aumentare della potcnzu del Cil.J)itnlc porta con sè lu crisi, contro le quali le Unioni sono impotenti. Allorn o:s:sc tendono a rin- (') Stlltri,-e, prlJ' et proflt. {IHre11lr @t,rl(II, 18"1· r-, /.t.r ('011tll.:Wne (ltt/11 e1<11111e VPfl'(l/(1 "· ltt(lhlltri·ru. Kftct.'QIIII 1.'h,; .. C(IUI, rai;. ll!3.

RkJQdWJsaXNoZXIy