Critica Sociale - Anno XII - n. 13-14 - luglio 1902
208 CRITICASOCIALE articoli passati. rn quanto nl l:'erri, chi legge i suoi scritti, chi ascolta i suoi poderosi discorsi, si accor– gerà facilmente come l'illustre scienziato faccia del socialismo un mero caso di coscienza e ""nella for– mazione delle coscienze n trovi l'unica bRse dell'u– mana salute. F'ormar le coscienze? Il metodo è veramente un po' trop1>0 rivoluzio1rnrio. Con esso tutto è risolto. Perchè disputare sul 1>lus-valore o sul concentra– mento della ricchezza? Perchè, eg-regioLuigi Negro 1 accapiglinrci sui profitti e sulla miseria? Ma an– diamo in ph1zza a fur le cosciouze, e in breve, in tutti i paesi, Jmche fra gli Ottentotti, il socialismo sar~ uua <·osacompiuta. Con simili idee, ben si capisce che !'on. !<'erri trovi l'cconomii, purn " una mf'tafisica inconcludente .,. Certo l'cronomifl pura à il gnwc torto fii limitarsi a 8tudi11r l'uomo com'è. J. 1 011. Verri va molto pil'1 in là. Egli lo crc11 1 l'uomo; egli fa. la coscienza; fa il soci1-1\ismo, fa tutto. g in modo molto semplice: col metodo rivolu:donorio ... dell'insufflazione. 1;:cco in– fatt.i, se il lettore non crede, quttnto scriveva l'ono– revole J<'erri fin dnl 1800 ('): " J. La forza. pii1 rivoluzionaria di organizza– zione JJOpolare che possa rrearsi e discipli1rnrsi è la r().~cienza sociali.~ta. " H. La l'OScienza .-:()('ialista, non si può formare se non spiegando ciò che del resto i lavoratori ca– lliscono suhito e facilmente, perchò sono conclusioni che essi sentono e trovano nella. loro vita quoti– diana e non c 1 è bisogno di esser dotti per capirle, spiegando i capisaldi delln. sociologia marxista, che, all'infuori dei dettagli cli questo o quel 1>articolare problema cli tecnicfl. economica, sta incrollabile su questi dati: - a) il sopralacoro, che solo rende pos• sibilo e spiega l'Rrricchimcnto di chi non lavora -· b) la lolla <li c/a.'l!He, che derivi, come conseguenza inevitabile dal contrnsto di interessi fra chi lavorn e chi sfrutta il htvoro altrni - c) il materiahsmo xlorico, che io prororisco chiamare determinismoeco– ·,wmico, fJer dire che, so il pane quotidiano, cioè le condizioni economiche, non è tutta In. vita umana, no ò però la condizione fondamentale e determinante, porchè a stomaco vuoto 11011 può esservi cuore edu– cato nò cervello istruito. " rrr. La creazione di questa coscienza socialista non ò possibile, llunque, se non si tiene sempre fisso lo SA'uarcloall'ideale - che sarìt la storia. reale di domani - della socializzazione dei mezzi cli pro– duzione. " lV. Qmmclo in un individuo o in una classe si è formata. questa coscienza. socialista, tutto il resto viene da sè, irresistibilmente; emancipazione da ogni sorta di pregiudizi morali, religiosi, politici e forza di pressione per ottenere dai dominanti, ,•ia via, le possibili riformo parziali, che si accettano però non come stazioni di arrivo, ma come stazioni di par– te,iza e cli transito per 1wvicinarsi poco a poco, ma irrcsistibilmenlc, alla realizzazione storica del regime socialista.. ,, Come il lettore vede, la ricetta per avere il socia– lismo ò molto semplice. Prima. si fa la coscienza (recipe un grammo di sopralavoro 1 due di lotta di classe, e un altro paio di materialismo storico). Filtta la coscienza, è filtto tutto. Il resto nasce da sèl Questa si chiunm rh·oluziono! . . . Però •- e qui ritorno 11, Luigi Negro - S<' le coscienze non si fabbricano, 11011 si 1;01>JJrimono nem– meno, per il gusto barbarico di ridurre tutto a un molto volgare rmtterialismo. La coscienza, la volontà, le idee, i sentimenti, sono dello realtà quanto i sa.– lari e i profitti, i capitali o le macchine; e sono delle forze lo <inali, se1>pure 11011 sorgono per gene– razione spontanea, reagiscono, e molto, sull'ambiente da cui scaturiscono. Hispetto poi al problema <la noi esuminato, ris1>etto cioò al mo,;imento del partito socinlista, come non vedere l'importanza della co– scienza, delln volontà, dei dolori e dei bisogni della classe lavoratrice; come non vedere, in una parola, l'im1>ortanza dell1-1. 11sicolor,ic1. in un fenomeno che, noi suoi effetti immediati, è eminentemente psicolo– gico? Certamente, in altri punti della dottrina so• ciolista, lii psicologfa del proletariato, lo studio dei suoi dolori e dei suoi hisoµ-ni 1 non c·entrano. Il so– cialismo è un prolJloma enormemente complesso, nè io sono così semplicista o così semplicione dit averlo voluto rii-olvore con unii sola t.eorica. A torto dunqu<' un altro mio critico, Hlquanto l>enevolo del resto, l'avv. Nataletti, mi rimprornra. cli aver fatto u n la• voro che " l)Otrlt.spiegfll'c il socialismo com<' t.en– denza, come movimento di coscienzt1 1 ma clw non ò una spie:razione del socialismo come teoria e come sistema che vuol sostituirsi all'ilttuiile ,, {1). Ma, santo iddio, ìo non ù cho <la ripetere a .Nata– letti quello rho ò detto al ~egro . .Kel marxismo, cioò nel tcntntivo piì1 grande che fin'ora ci sia stato d 1 interpreb:1zione del socialismo, le teorie sono varie' e tutte spiegano cli,·crsi as1>etti del ~randioso fcno• meno. ro, trascurando quelle che si riferiscono al movimento o:;rgettivo, incosciente (teoria clell'acc<'n· tra.mento delle industrie e dei ca1>itali; teoria dcli(' crisi, ecc., ccc.), di cui si ò occupato, e molto a fondo, il Bernstein; ò preso in esame il movimento cosciente del socialismo, il movimento del soch1lismo come partito, il movimento che si afferma J>Olitica– mento ed economicamente nelle leghe, nei sindacati, nei f)arlamenti e nei municipi. 'l'utto questo movi– mento merita di essere studiato? R si può studiare astraendo clalhL psicologit\ ciel proletariato? E stu• diando quesb, psicologia (ciò che Marx e i marxist.i non ilnno fatto), si elevo assolutamente mandare in bfuido Marx o il suo metodo? Cos1 il prohlcnrn. vu l)Osto per confrontar pure i diversi modi con cui ò stato risolto. . .. Sulla gran d(• importnnza del movimento socialista, ormai tur.ti conoscono le ideo di Bernstein, che .\ proclamato i1lb1mente_essere ·il moto tutto e lo .'if'OJXJ nulla. Como pure tutti conoscono le idee del 'l'urati, il quale, anche nella c,·itica, del 1° maggio p. p., ~criveva. che la rivoluzione proletaria. si erige su questi tre fondamenti : la 1>cnetrazione proletaria nei )lunicipij l'impulso da imprimersi alJa legisla– zione sociale; lo svilu1>J>Olibero e tranquillo del movimento 1>roletario. Del resto, senza formarci ai riformisti, io rimando il lettore a tutta la predicazione di Ferri sulla f·O· scienza,. e a quanto :\ scritto ultimamente Arturo Labriola sulla Hi1Jisf(i JXJpolare ('), per vedere come anche i piì.1 focOi:li rivoluzionari diano la massima importanzl, al movimento cosciente e alln psicoloµ-hl del proletariato. Arturo Lahriohl pnrla addirittura, nei predetti ar– ticoli, di una necessaria. inchiesta. " sul contenuto 11sicoloyico•sentime11fale ùol movimento operaio ,, e dice - inorridito, o adoratori delh\ mèta. futura! - che " U socialismo 11011 Jmùesserrciò e/le dovrà essere, ma f'il1 chP già è,,. l~~li aµ-giunge persi110, come 1111 'l'urat.i qualunque, che " ora il socialismo è il 11/()Vi- (1) m11Ult1 i>0J>0lrwt, ,o ma1nrto 1m, 11ag. 2;9. (') J 111101:l 01·1.z::o,itl dr/Ili crllk<t /IOCkllUla • In l{fr:Ultl popo/(we, (') mr:ùta OrlUca del &>ck1ll;mto, 1to111t1. 1 1• febbraio 1899, 1,ag. 126-27. uum. del 30 aprile l' 11eg.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy