Critica Sociale - Anno XII - n. 13-14 - luglio 1902

CRITICA SOCIALE 205 LE DUE M:CERIE Jleplioa, a, I,uiyl Negro. All'urticolo tclcgrnfìco del Xci,:ro (') ridpondo itdcsso colla rarrozza del.. .. Ncg-ri. rn compenso (triste com· penso, o lettore) io sarò mo!to 1~ten? telcj:~aficamcntc conciso.. \ttaccato nella mta mifltntt, a cm sono cosl 1mtcrnamente affezionnto; nccusllto di confusionismo, di cdoni!uno e di metofiitica, credo che il mio diritto nlln difesa non sia andato perento se, d:l onesto RY· vorato, t, volut0 a.spettare eh<' il mio fw,•ersario pro– ducC'sS<" h1minaccinta, compnrsu. I·~ quesb1, finalmente, ~ tlC'l tutto ,·enut11 alla luce. l.jnii::i Xc~ro infatti, nella Uit•if1fa Popolare de-I 15 giuA"nop. p., termina. i suoi lu1whi 111-ticolisullo SJH'rimmlafifm10 sorirlle, e, riha.– dC'n~lo purola per pnroht lo occuso eh,. g-ià compar– VC'ro imll11 Critica, mi offre g-C'nero:mmente il suo l'ltudio come isolenne ris,,o~rn. oll:l reritù di cui l'im 1mtai. Hu qnC'sta 111eh1forica cecità torneremo pili tnrdi. Ora 1xmlo maioni raua11w.i; Anzi ,•c.niamo i-ubico 11ll'i 1 ntricato 1>rohlrn111dei salnri in relazione ai pro– fitti. Che fantasia nùn·cn. s1>into a mcrtere il nnso in ~imil qu<'stione:' Per quulo tetra malinconia m'ero undato 1l cacciare in un h1hcrinto di cui il va/rute Or11ziiulci, d:1 una parte, e il nr,11 111enr, vale11fc Luig-i NC'µ-ro,dnll'altr1.1, a,·e,•trno pC'r tanto tempo, invono, cùrc11h1 l'uscita? :-\e il IC'ttor<' l'icordu, In colp11non fu min. Mc~somi per hcn nitre vie; spiccato il volo per il 1>lacido ciclo della psicolo~in e dell'edonismo, caddi 1 senza volerlo, tra i piedi del tf'rribi\e .Ne/.!'ro; rcstni impigliato nlht. pnnia delle sue micicliuli statistiche. Tutto questo 1>er aver voluto una volru nella mia vih1, fare il fihm– rropo; tutt~ quesr.o perchè, scoperto con mia g-rand<' ~orprc:,1n che, ncll'epocu nostru 1 la rnzza _um~1Ht. ò ufHittn non dil una, nrn da heu quattro nusene: la miseria fisic<i pura e semplice; la mi.ieri<,fisica le11~ de11ziale, e un pHiO di mi."lerie sof'iai'i; io mi propos~ con HOl)ilf' nnimo di SCC'lllitl'C llllil. tal _!:l'RVO soma ()1 muli <' di rndero se, non potendoli elidere tutti, li nvessi potuti almeno ridurre u. uno solo. . . 1,; il c·òmpito, a dire il \'Oro, finchò non u·o,·a1 ~I ~e,::ro fu fl.lcile. Infatti, che la mistriei fisica, 0:,::,:1, nel m~ndo ca1>italistico, non esista o non ahbh1 _al– meno 1>er il socialismo <' per i socialidti, alcunu 1111• porta:1z11,lo ammettono t.utti, perfìn~ il. ~egro. Co_me puro tuhi mi ammert0110 che la ,msena ltmlenz,ale . non ò che una molto spirit.osn miseria. ~ra ò sulla terzn milioria, sullu. miReri<i sociale, che In foccendil si complica. Qui i,1altafuori il mio vAICII· tisi,1imo 1Lvvers:1rio, e <1ui 1 mentre io tutto riduco a un antllf(Onismo crc~conte trif.. 8t!fari o b_isogn~ e t~nt~ dcstramrnto di gettare l~ mare I profitti j qui e:,:lt un dà. del SOA'natorc e del metnfisico, proclanrnndo che, se una miseria esiste, so uml miseria. afHig;c il pro– lotarinlO e può essere ancorn ht. molla del soci11lismo, essa non va cercata nelle tnscho snrnnle degli 01>cra~, ma nel portafo~lio rigonfio dei loro sii,:nori ptt.drom. Chi di noialtri à rRA"iono:' Qu:1lc delle due nostro miserie ò lit J)ill 111iscr11hilo? tlunlo Anzi è lit. \'era? I.a c1uestione dev 1 essf'r risolh1, o catc~oricmncnte ri· 1:1olta so 11011 si vuole elio il lettore, alJbandonato bar• barn1'11ente tra l'mui o l 1 11lt.fft miseri11, finisca come l',1sino di Hu1·i\lano. . .. Con buornt pace del Ne~ro, d(~isuoi non minuscoli articoli e delle sue t1eli<1uipedali shHistiche, io resto dell'antico p:,rerc. Kon ehc io osi ancora - dio me m• seiuupi o liberi! - di parh'i:ginre 1>cr Graziadei; nò che io voglia. piìt mettere in dubbio, adesso, in questo c111npo, l'a11111e11to gproporzionalc dei profitti rispetto ni sahtri. 'o ò peccato una ,•olta, è pcrchò t11lora, allo stRto de:_:li atti, lo rngioni ciel Xe!!rO mi pnrvNo soccombenti; nrn. oggi che il Negro torna 111\a carici, e 111>puntn contro di me le sue ire, io hatto prudentemente il tueco C' ftli diehiaro soltanto, ora come allora, che tutht.. la sun questione non mi ton,c:o o che la mia miseria - salgnno o culino i 1•rolitti - rimano disgruziatnmcnte tu stessa. ~ella •1uestione, così cara al Xcgro, entrerò un'Rlrra ,•olrn, quundo non ahhin giil. delPaltrc gtttte citi 1>el11re f' h1, cnrità 1>ei lettori sin 1tddiritturn svanit(l dal– l'1111imo mio .. \llora 111C'ttcri\rorHOconto vedere so son piì1 metafisico io, q111111do111,rlodi bisogni ere· t-<'Cmti,o piì1 rnctflfisico il Negro, quando, senza, of– frire dimostrazione alC'unu, insiste su quella nebulosi, e non f11cilmentc sostenibill' idea crun consumo ere• scente clrlla (orza-laroro. Allorn si potrà anche mc– µ-lhl stuclioro se "alftt\ ili 1>iì:1 1opinionc del C11rroll WriA"ht, citata tlallo stesso XC'gro e see?ndo In quale la (liminuzionc proporzionale dei salari " è ro1111>e11- safa. iu target misure, dafl'aumrnto della somma <l'i11- lel't,"lSi JJrelerali R11lJ}r(Xlolto nello .,, o l'o1>inione di L11i,::iNegro che chiunrn fledirente codesro com1>enso. ('OmC' f}Ure es11111inercmoullora se, cinto che un ope– rnio americano spende, per null'irsi, il :l!) ¼ del suo s11h1rio 1 menti-e un inJ,?lCtiO spende il lj ij/ 0 e un ~On· tinentule il r,5; e concc~so cho 111 spesa del primo, dul lilto mt~o/11l0 e non ,·elafii:o, supcrn. di parecchio lil spcst1. fotta dagli 11ltri due; esamineremo nllora se ò lC'cito affermare, come il ~egro affermn, essn eon ciò dimostrnto prrentoritunente che il salario IH!IA'g'ioro è almeno in pnrtc ht.con:,eguenza del mag– gior consumo della forza fisica e nen•osa del la,·o– nuore c11usato da un hlYOro 1>iì1 intenso cd e11au– rientc1 .,, l)erc•hò " il lllvorntoro amerirano clere (? !) spendere, per esser sempre, normalmente pronto al Jn\'oro, una somma monetaria doppia ~I.i<1uello con: tinentale, ossia 111111 gomnut.. molto 1uu g-n111de d1 quella nocossoria antico111e11to por ripari1re nl con– sumo dellit propria forza. cli hn•oro 11• (1) . . Con mgionamenti simili, u hase di afferm.11z10111 1 io prendo l"impcgno di dimostrare che, s1~come Hothsehilcl non s1>onclc, ma cle1:e spendere, per vivere, una somma discretamente pili grande cli quelln che non s1,cnda il suo sguattero, così la sua mttg~iore ricchezzn ò, almeno in !)arte•, In conSeA'uenzu c~cl mllJ:!.dor consumo di forza chC' il povero Bothsclulll impiega nel fare il signore. Del rf'sto - senza che io mi prenda nessun im– pc~no - non scaturiKrC' liKciu conH' un olio, d11llo arfrOJ11(\ntazioni del ~egro, In conseguenza .che un 01>cr11io omerirano, in fin di giornat,1 e pmrn, che vcrwtt il Mlario a. risarcire lo pint:;hoelci suo lnvoro, ò fi;icnnwntc o morulmonto 11\disotto di <1uei fo1·h1- 11atissimi carusi clclht..l-licilia o di quellr l't'licissim<• risaiole della Lomellina sulla cui sorte noi nbbiamo stupidnmentc lncrimuto finorn t !,usciate pure C!1e In ricchezza numenti: fute che il ca1,italismo 1>rOJ!rCd1sc1t.; nrrabatrntevi 1 o miopissimi riformisti, 1wrchè il salario dei nostri lavoratori rnggiuni.,rtl il livello che ù toccato nri p11eP1i c vili i anch,te pure, o nostri i\lus! emiµ-rnnt.i, attn,vcrso i muri e ,:tli oceani, là cto,·c vt ù.nno pro– meKsO la nrnnnn.; e olla fino turti vi accorgeret~ u che tremonclo l11voro di Sisifo vi sarete d11nnftti, e come l\wmcntata mercede corrisponderà a nHdu pem1 all'rnormc clis1)endio di <1uelltLricchezza naturale, di quella forza, di c1uell'ont:'rgia, di <1ucl!a fiorenti' ~aiuto che, senza saperlo nemmeno, i nostri lavoraton pos· siedono adesso.

RkJQdWJsaXNoZXIy