Critica Sociale - Anno XII - n. 13-14 - luglio 1902
CRITICA SOCIALE 203 l'intervento dello Stato La libertà individuale e l'inter– vento di Stato son appunto lo due forme di condotta ideale invocata J)er ragi;iungere il paradiso economico. E queste clue rormc idoalisticho si su5seguono e si ri- 1>ctono nei diversi periodi storici, si rincorrono continua.– monto e di continuo si contendono il campo. Con ritmo mera,•iglioso, trnmontuno o ritornano sotto 110,·ellepar– venze, ma sempre identiche nel contenuto, sempre te– leologicamente somigli:mU. L'antitesi rra i due iclcnli - l'ideale liberi.stico e Pi– elenio d'inten•ento - non ò mai I\J>pnrsa così vicina e 1rnr cosl netta nella storia, come confrontando tra. loro la J>rescnto colh, pnssata generazione. I nostri J)adri vissero e comhatterono nel nomo sacro della. libertà. e, colla conquista dolln dea, speravano di assicurarsi il Jmrndiso economico. La passata generazione fu una ge– nerazione d'ludividualisti - ccl i sogni d'indipendenza e di libertà si vollero realizzare per la forza delle ,·o• tonti\ iucli\'iduali, senza quasi mai richiedere Fintenento dello St:~to. La 1H·eseutegenerazione non è piì1 indh•i· dualista - vedo nello Stato un mezzo sicuro, uu aiuto JJotente per raggiungere Il maximum di benessere. Sia che concepisca uno Stato illuminnto, altruista, mosso da spirito d 1 equitù. o da moti\•i etici - sia che voglia attri– buire allo Stato una novella runzione, la funzione indu· striale - la generazione ))re'ìentc non s))era piì1 nello energie i~olate, temo e vedo pericoli nelfincli\ 1 idualismo, ca1>0,•olgo il sogno dei liberisti. Nella storia le generazioni si contano a giornate - ieri Individualisti, oggi desiderosi dell"intencnto dello stato. E di fronte a questo re1,011ti110 cambiamento di ideali, il nostro animo mora, 1 igliato e confuso si rivolge parecchio domande e sente parecchi dubbi. " Quali cli questi ideali sarà il migliore~ Perchè il passaggio subi• taneo dnll'unn all 1 nltni form1i cl"ìdeale? Quali le diffe, renze, quali i punti di contatto fra le duo forme ideali• stiche? ,, Il. La 1mssata gcnernziono, che ha vissuto cd opemto dal 48 al 70, eUbe In fortuna storica di realizzare gli ideali che si orn110andati maturando in Italia dal prin· cipio del secolo XIX. La sua fu una mìssiono d'azione, non di preparazione. Le idee sante di libertà, portate dal soffio ardente della rivoluziono rrancese e dalle vit• torio napoleoniche, dO\'evnno tro\'are la loro attuazione dcflniti\•a dopo il 48. In seguito alla reazione del 21, si inizia una controreazione liberistica. La libertà è l'ideale o.I quale i precursori del rinascimento ranno olocausto della propria vita. Tre grandi movimenti si determinano. Un movimento speciale, nei paesi soggetti alla. domina– zione straniera, ))Orconquistare !"indipendenza. Un mo– vimento genernle 1 per tutta la 1>enisola,in tutti gli Stati go,•ernati e dallo straniero o da principi nostrani, movi• ment.o d"indolc cssenzialmcnlc democratica, reminiscenza delle aspirazioni e dello ideo della rh 1 oluzione francese Faneuto della democrazia nella composizione clell'im- 1>resaJJOlit.ica. E, flnalmento 1 il movimento per 11uniflca– zioue del numerosi Stati italiani, la formazione idealistica di Ulm to1·za o grande Jta!ia 1 realizzazione dello storico sogno che per secoli a\'evano vagheggiato le menti ita– lia11e. Date lo condizioni J>olitichoe sociali dcl1 1 Jtalia innanzi al 48, ò naturnlo che i tre grandi movimenti accounati dovessero essere, per natura loro, essenzialmente indivi• dualisti. Dallo Stato OJlJ>ressore,a tipo feudale, nulla poteru;i sperare. 11 nemico anzi da combattere era lo St:lto, cosl com·orn formnto; lo Stato, che non ricono• sce,•a alcun diritto ai l>OJ)Oli, che ripete\':\ ogni autorità dalla forza bruta e da un dio antico ed introvabile, che lasciava sussistere il pit1 tlrorondo antngoni'5mo trn go• vernanti e governati. r,e solo energie indh'idu1\li dove• ,·ano sprigionare una forza di opposizione, un'audacia di critica demolitrice, una fede di ricostruzione 1 eia trasror– mare lo Sttito monopolista in uno Stato libero, in cui i POJ)Oli a.\'essero la loro J)nrte di diritti e non soltanto il Jleso dei doveri. Lo Stato idealizzato dai riformatori del nostro rinasci– mento è di duo SJ>ecie.Alcuni tendeva110 ad un ritorno al tipo classico, vole,'(lllO risuscitare la forma antica di Stato liUero: lo Stato repubblicano. msalivano a Roma 11111.ica o si fermavano alla ~·rancia repubblicana. Un'altra corrente si a\'\'iclnava. al tipo di Stato inglese, e si do• mandaYn In. costituzione, una i\lngna Charta che legasse il J)rinciJ)e nl J)Opolo,iniziando la trasformazione dallo Stato monopolista allo Stato cooperativista . .\la, quale che si fosse lo St.ato ,,agheggiato dai riformatori, ò no• te\'Olo come il movimento democratico abbia avuto lit coscienza netta o ))recisa che la riuscita stava solo nella iniziati\'!~ popolare e non nelrintenento s))ontaneo e dirotto dello Stato. E contro le ))ersecuzioni dei Oo,·erni sta11no le l.eghe private dei cospiratori. E contro Je re– pugnanze dei princiJ)i si hanno le sommosse dei popoli che strappano le costituzioni. Anche il mo,•lmento d'indipendenza e il mo,'imento unitario sono OJ>eraquasi esclu-.h•a doll'indh•idualismo. L'eroe, il tipo più grandioso dell'indiYidualismo 1 apJ)aro il fattore massimo delrinclipendenza e dell'unità. J.,'Jtalia non si ò uniftcata. cogli eserciti regolari, si ò unita cogli eserciti di ,•olontnri. I militi della nuo\'a Jtalia sono generosi, accorsi lilJernmonte allo armi, spint.i non da forza. coattivn 1 ma da1Jn. fede e dall'entusiasmo nel pro– prio destino o nella lll'Opria missione. Sono i grandi av• \'enturieri del rinascimento. Ubbidiscono ad un avventu– riero divino, cho li conduco a cento IJattnglio e a cento vittorie. La voco ciel ciucoirnscita un esercito che accorre fremente, \'ince e scompare, llOI' rinascere nuovamente ad una nuov,i chiamata, flno a che l'Italia sia risorta. Si ebbe, ò vero, un mo\'irnonto teorico, che face,·a capo 111\0Stato, ma fu brovo R))parizione ed ebbe JJoco se– guito o scarsi risultati. La speranza del Papato fu tlam111nr>asseggiorn; i nuovi guelfi ebbero corta Yita,ed il bel sogno di Oioberti cadde nel n1oto e durò quanto le promesse del 1>onteftcePio. Si intercedette presso i 1>rinci))i,ma i metodi di i'llachinvelli non erano piì1adatti nlle nuo,·c condizioni, e la terza Italia non potern. riCO· noscerc i J>rocedimenti politici del rinascimento pagano, idealizzati dal Segretario fiorentino. . . . Questa generazione cli indh•idualisti è individualista in tutte le suo manifestazioni: nella Yita \'issuta e nella concezione della vita; nella vita re,de e nella vita in– tellettuale. Il rappresentante dell'azioue, l'eroe, è Garibaldi. na111Jresentnnte del movimento intellottunle sono un ligure, un piemontese, un siciliano. Nell'ordine politico abbiamo M!tzzini, noli!~sfera go,·ernativ1~ Cn\'our, nel– l'ordino economico il l;'crrnrn. E sono tre grandi rap– presentanti dell'individualismo nel movimento intellet– tuale, che idealizzavauo una forma tale di società. in cui, por raggiungere la paco rra le classi e le r1izioni polilicho 1 il Uuon go\'erno dello Stato, l'armonia degli interessi, doveva bastare l'alJolizione di tutte le pastoie
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