Critica Sociale - Anno XII - n. 13-14 - luglio 1902

202 CRITICA SOCIALE Da questo quadro appare altresì che l'Austria ha permanentemente esportato in Italia assai di piÌL di quanto noi abbiamo importato in quell'[mpero. Lo stesso movimento si verifica. con la Germania sino a tutto il l8D3, dopo il quale anno il movimento si cambia a nostro favore. Con la Svizzera invece la nostra importazione colà ha di molto e permanente– mente superato l'esportazione di merci svizzere in Jtalia: il che in parte può giustificare il malcontento di quella Bepubblica verso i trattati di commercio in vigore e la sua decisa volontà di modificarli in modo ad essa piì1 conveniente. Da questi dati generali, dai quali non si potrebbero t.rarre sufficienti deduzioni, passeremo ora a. stucliarfJ singolarment.e alcuni dei nost.ri principali proclot.ti , considerandoli nel loro sviluppo industria.le e nella importanza da essi assunta nel movimento della importazione e della esportazione. ATTILIO CA.BlATI C LUIOI El~AUOI. Preghiamo quei coi·tesi lettori, clte si trovas8ero dùponibile il primo fascicolo di yuest'anno · della, Cn.rTICA SOOIA J:.,E (1° gennaio), e non tenes– sero alla raccolta,, a volercelorintct11dare. Ci faranno mt segnalato favore, esRendo quel fascicolo escw.rito. GLIIDJ~ALI ECONOMICI della passata, e tiella 1n·esentegenerazione in Italia (I) Metto chiaro il problema. Jo vndo rintracciando quali ideali economici furono vagheggiati dai nostri padri 1 e quali idealità economiche ci sorreggono e ci spronano nell'epoca presente. Vado indagando quali furono le utopie della passa.ta generazione, o quali sono le nostre utopie. Se vi ha differenza, se vi ha continuità, da quali cause furono determinati gli ideali; se furono ,,ane fan– tasticherie della mente, o sogni rispondenti a.i desiderii dei tempi. f.'idoale economico ò una delle forme pili grandiose delle idealità umane. ~: l'idealo perenne che si presenta. all'nmanifa affaticata e stanca dalla lotta incessante, contro la natura e contro gli uomini 1 JJer la conserva- (') l'l'OIUSIOIIO /\ liti oor~o m,cro 11\ ECOILOtl\11\ J)O\IIICII j lclfa I\ IS gCIHH\10 1901 nclln I(. Uull·ersltì, di Pavia. i•er unn rng!onc d"ones1ù scle!Hlrlcn ml J)ono con,·cnlcnto o ne– cess11rlo, do,·endo 11cr In primo 1·olti1 pi1rlnre da mut ci1ttedrn unl– verslt,\rl(I. <li cs11orro le mio co11vln1.!onl Intorno al l)roblem\ to1Hlll• mc11t1111di JlOlltlca ccono1111cn che dgltiu10 111 (111csto momento lo coscienze J)CIISRlll1(ICI llOSlru llllCSO. Ora credo ulllc Il (I/Ire l)Ubbllcttù lii lllh.) l)CllSlcro J)Or uun l°!lg'IOIIC csse11zl11lmento sc1cnlll1c11. lo 110oescn·ato che 111<111eeilulflml 1cm1)1 I giovani economisti lt11lh111t. l11b;l,111th:1I con entustnsmo ncll'urrlngo sclentllleo, 11to1u\ 1·n11111111 e In mcnic di nuovi ldcnll collcHl\'ISII, non lmrmo ;i.11111110 rcststcro n11n logica JlOtcntc tll nìCtrnl ,·cnuncnrc grnn(II l11t1h·ltluat1st1, elle ral)J)resentano ncnn sui, lntorez.z.11 n eoguo delh, JJMSnta geueraz.1011l'. •: Inutile ch'io raecla I nomi do! glo,•11111,cho furono sco!el nella loro tede dng!I 1nscg1mmenl! 11otcn1emc111e su{(– gesrlvl del proressorl 1•1mtnlco111e l'nrcto. ~;11ccessar10 11crtn11to 1111 Jl/ll'YC, (Il fronte Alle oselll11zlonl cd al (lubb1 111(!(IC6te g10\'UII\ eo– sc\enze, cli dcllncare I 11111111 \cl due Ideali, di n1osrrnn1e le 11J1111lhì, I Jamil <li contatto o IO 11\lferenzo. L'l11tc1110mio f11(1ucllo di dlmo– str11ro In ncccssltù del 111w,·11<1ea11 e di fronte 11110 11111\ato condlzlon1 lloll'amblCIIIO o lii rrontc 1111(1 sclcuz11. So la dlmostrtu:toue rosso ;;tuta r11ggluni11, lo n1·rel reso ml grllndo scn·lglo nt glo,·11111ccono– m!stl ltallnnl. Ulv no B1arco zione della vitp 1 per Pevolversi progrediente della speeie. È il sogno della felicità., del benessere, del possesso dei beni, della soddisrazione completa dei bisogni. Al limitare delle civilt:\ nal'rano le leggende dei Jiopoli di un paradiso terrestre, ove i beni erano disJJonibili in misura superiore al fabbisogno; l'ideale economico era raggiunto. L'ideale economico è più antico dell'ideale re/.iyioso, che del resto lascia intraHedere, dopo la vita 1 al di là 1 un altro paradiso - mistica. espressione del– Pideale economico. 'l'utti gli altri ideali sono mezzi per raggiungere la paco economicl\, il godimento senza la. fatica, la compiacenza senza il dolore. L'ideale politico segua quella rorma di Stato o di as– sociazione coattiva cho meglio ci permetterà di svilu1J· pare la nostra attività nella. ricerca del JJiacere e nella esclusione della pena. L'ideale yi11ridico rappresenta. quelle norme cli condotta perretta per l'l\ssicurazione del bene già. conquista.to, per la continuazione dei rapporti fra persone e persone, fra JJersone e cose, che rispon– dano al massimo godimento presente. Vicleale economico è la \'isione e il desiderio di un mondo, in cui le condi– zioni, che determinano i rapporti tra Puomo e l'ambiente, siano tali da permettere la soddisfazione massima dei bisogni con il minimo di sacrificio, è la ,,isione di un mondo in cui si attui la. minima possibile ditrerenz:~ t!"a quantità disponibile di beni o ra.bbisogno; in cui si possa ottenere la disposizione facile, non costosa, pronta delle ricchezze al primo apparire del desiderio. JI paradiso, quale è ide1~1ir.zatodai credenti, risponderebbe in modo assoluto a questo sogno, a questa visione, a questa aspi– razione. Ora. 1 ò notevole il fatto che sempre, anche ai primi cultori della nostra disciplina 1 l'ideale economico sia. ap– J>arso non come ideale indi viduale 1 ma come ideale col– lettivo. [/economista. è sempre stato il rappresentante di un gruppo, e questo gl'UJlPO si andò sempre suc– cessh•amente allarga.udo fino a comprendere tutta la collettività . .In questo passaggio da gruppi minori a gruppi maggiori vi furono sogni egoistici. .Ma la mis– sione altissima dell'economista fu sempre quella di av– vertire ogni apJ)arizione di un antagonismo d'interessi tra l'individuo o una classe e l'intera colletti\•ità, o còm. JJito grandioso ed ufficio JlOSitivo della scienza econo– mici\ fu semJJre quello di strappare il . ,.elo agli inte– ressi di classe. Contro gli egoistici a))petiti di alcuni JJrivilegiati, e contro le torbide concezioni morali di una filosofia decadente 1 che trova il suo ultimo e 1JH1alto mppresentante in Nietzsche, l'aspirazione idealistica del– l'economista è il raggiungimento democratico di un maximum di benessere per tutti i componenti una col– lettività. Data questa aspirazione, postulata l'equità di 1111 be– nessere collettiYo, il JJroblema si è quello di trovare la scala per salire, la scahi mistica della redemdone, cho sale al paradiso. Sul!:\. scelta di questa scala. nascono le prime e JJiì1grandi contese. 'l'alchè gli ideali degli eco– nomisti non stanno JJit't nella determinazione delle formo JJaradisiache - sulle quali forme unanime è il consenso - ma si differenziano nella determinazione dei modi pili convenienti per rag-giungere la felicità. Oli ideali economici, acluuque, sono ideali di condotta economica. Sintetizzando le forme idealir.zate di condotta econo– mica, noi riscontriamo che a due esse si riducono attra– verso alla storia. Jn determinati momenti si vuole la li– bertà. individuale e lii proclama l'indipendente esf,rinse– cazione dell'attività. umanaj in altri momenti si domanda

RkJQdWJsaXNoZXIy