Critica Sociale - Anno XII - n. 8 - 16 aprile 1902

120 CRITICA SOCIALll da. tutto il mondo, astenendosi perfino dal prolificare o non curando la prole; e l'egoista di specie, che trovn nel bene di tutti gli uomini rispecchiato il suo hcnc e quindi nulla fa che agli altri uomini possa s1>iacere.Ora il vero edonista. non 1>uòa1>partenere che nl secondo tipo. " On.ti questi due tipi d'ogoisti - scrive infatti Pan– leoni ( 1 ) - ò chiaro che n. lungo andare non potranno sussistere nei medesimi ambienti e simultaneamente cn• trambi, scartando la selezione il 1>rimo. Quindi, in un certo lasso di tcm1>0,non esisterà che In.seconda specie di egoisti, e con In prima saranno J)Ure scomparse le nozioni che essa fl\'Cvn intorno ai massimi e minimi edonistici o le sensazioni che dati C\'cnti su di essapro– ducovn.no . Hcstcrn.nno invece, o s11rnn110 rafforzati, i modi di sentire o di pc11snro <lolla seconda. Quindi questa deve reputn1·,ii una forma <li egoismo JJil1completa, in– tensa o perrcttn, ossin pitt egoistica anco1·a dell'altra. ,, ~oi ci permettiamo d'osservare che purtroppo, nella reaW't, Ja serio degli egoismi è pii, vasta. 'l'ra l'c• ~oismo individuale e l'egoismo di specie, non ci sono difatti l'egoismo (amiliare,l'eyoi. 1 mw di gruppo,l'egoismo cli classe, l'egoismo di 1·azza. e via dicendo? l~ gli in· dividui che a qualcuno cli questi egoismi si restrin· gono son proprio condonn11ti a 1>crire,o non possono ilweco trovare in esso, e il modo di perpetuarsi al– l'infinito, o quello di soddisfare i propri desideri e i 1>ropri hisogni meg'lio che non f:1cendo coincidere i loro intcres~i co~li intrrcssi di tutto il mondo!" i-:,•identcmento sì. i,: solo se la società fosse un tutto unito, solo se la societìt fosse un vero e proprio orgonismo, come sosteneva nella s1m rudimentale sociologia. quel furbclCchione .di 11.enenio Agrippa, potrcmmo 1 stmlinndo l' utilW L generale 1 Putilifa del– l'insieme, nclditnrla n tut.ti gli uomini e a tutte le classi come la loro util ità. Se Ja società è un organismo, i liberisti 1'm ra– gione. Allora essi possouo sostenere che i mali di unn. parte, anche piccoh1 1 sono risentiti subito e coliti stessa misura dnll 1 1tltro pn.rti. Allora possono gridare forte ai protezionisti che il danno elci consumatori è sempre, in ogni caso, il loro danno; agli operai che la legge contro i capitalisti ò una legge che fe. riscc i lavoratori; ni poveri che i provvedimenti contro i ricchi numcntcrnnno le loro miscl'ie; ap– punto come ncll'npologo antico - oggi rimesso a nuovo da molti pse11clo-scie11ziati - l'inattivW~ delle braccio. port,wn lo sfinimento cli tutte le altre parti del corpo. Ma qucsto 1 nll'infuori delle teorie e elci trattati, avviene sempre nel mondo? O non vediamo noi invece, in tutti i tempi e in tutti i paesi, gli spoglia.tori che se la godooo, vitn natural clurnnte, loro o la loro progenie, alla barba degli s1>ogliRti? .Son vedinmo i ricchi che grw,1,zzano alle spalle dei poveri? .I padroni che vivono sul lavoro degli operai? J protezionisti che scinlano coi quattrini dei consu– matori? Le nnzioni pii1 forti che si clànno il lusso della civilti\ coi proventi delle più deboli? l~ ciò facondo non sono tutti dei perfetti egoisti? Non agi– scono tutti edonisticarnento? J,: i rimproveri che a loro, o a una 1>art.c cli loro, m.ovono i liberisti non sono dm1<1uo11nttpntento cont.raddizione? . .. .Tn fin dei conti, i liberisti ripetono, nell'economiu, l'errore che i liberali ìurno sempre commesso in po• liticn. Questi, qunndo ànno voluto convertire gli uo– uomini al culto della dea Liberti\, 1'tnno sempre so• stenuto che la lihcrtà è un gran bene per tutti. B1b1otec:1.;:,lrlO 1arco " Questo vi ha di SJ)ecinlmcnto dannoso nell'im1>orrc silenzio all'CSJ)rossione d'unn opinione: che si defrauda la ,ipcric, la 1>ostcrilù.come la generazione esistente, quelli che si allontanano da una. tale 011inioneancora più di quelli che In sostengono. Se questa opinione è giusta, sono Jlrh·ali di un mezzo di lasciar l'errore per la ,·crità; se ò sbagliata, essi perdono un benefizio quasi altret– tanto im1>ortnnte: In percezione J)iù chiara e !"impres– siono J>iÌ1 ,•iva della verità, prodotta dnl suo cozzo con Pcrrore.,, Così, con grrmde apparenza di logica 1 nrn, in so– stanza, con grandissima ingenuità, StuartJ\lill ('). E"li s 1 immagi11n candidnmrnto che l'uomo ami, nella ,•ft~ pratica, ht ,•crità por hL verità; e non pensa invece che, in moltii;eimi cnHi, In ver ità, so è, in astl"fttto, un hCn<' ccrrato e voluto eia tut.ti !tli uomir1i, può ci;scrc ed è nel fotto per a lcu ni d i essi un nrnl<', scansato o comlJatt.uto come tut.ti i mali. JI chi amare, per cscmJ)io, ladro l'individ uo c he mette le mn.ni nelle tasche altrui, 11011 ò una solenne verità ? J,;IJ– bcne, l!rlatoliL forte codestn Yerità. di facchLnl ladro, e, se v1 potriì. strozziu-e, vi strozzcd'1. Così, il diro che il 'ulbmo è un imbecille, un llespotn, un tiranno 1 non è un'altra bollii vorib\? Ma si può sostenere che mm_ ta~e vcrit:\ diffusa e nhborbicata nel popolo, co~t1tm~ca un ùeno per lui? ~~d erano dei benefattori 1 1>01. capi della Chiesa, quegli indomiti 1>ropagatori cli ver~h\ che essi, poco cristianamente, è vero, ma molto log-1ca111rntf',mandavano ol ro{!o? Xo cli certo. Perchè 111 vcrit:'1, la lihcrti'I, hi :;-instizia assoluta sono un hene per tutti, solhrnto quando coloro, che 1>otrcù– h~ro .o~culh1ro la _,•eri.t:'1 1 violare la libcrL\, negar la ~msbzrn, o 110!1 nusc1rcl>boro, ciò facendo, a domare 1 loro avvers!lri, o contribuirebbero nddirittura a mol– ti_1>li.C!lrne lo forze. Oh sì! Jn questo caso, non comu• m~suno, quelle tre belle coso diventano anche tre buono cose per tutti. Ma quando hi. condizione ò di· versa·~ Quando il lupo è sicuro di mangiare in santa pncc l'ng11ello, come farete a convincerlo che la Ji. bcrtà dell'agnello sariì, un vantaggio per lui? .Passando da.i lupi agli uomini, ht cos,1,, pur troppo, 11011 cambia. L'uomo, in generale, s'infischia della veriti'1, della liberti'I., della giustizia. per gli altri, quando questo portano un danno certo per lui. .Egli non Ycclo chiaro che il proprio interesse; e, per quanto cvang-elicamonto cerchi di trattare il prossimo suo come sò stesso, non riusciri\ mai R sentire i dolori i desideri, i bisogni degli altri con quell'in– tensit.\ con cui sente i propri. Sì, ognuno potrà essere a questo mondo, e in certo ore della sua vita, l'a.v– vocnto disintereasnto degli oltl'i; ma prima lo è di sè stesso. Sicchè, solo nel caso che tutti gli uomini abbiano la stessi!. foi/.a o colla stessa forza tirino per conto loro In corda della. giustizin, questn re:storà sempre tesa in tutti i sensi egualmente . J,: quello, del restt., che ammettono, se non i lihe• rali, i liberisti. Il p~of. De Viti De Marco, criticando nel Giornale degli &onomisli del marzo l'attuale r>o· litica italiana. dei ln,vori pubblici, e annacquando di molto lo speranze che i meridionali ri1>ongono nelle lnrg-ho promesse del Ministero, scriYova: 11 L'0SJlCrionza. p11Ssata. o quella quotidi~na ci nmmnc– strnno, eho lo regioni politicamente 1>il1 forti e pilt vigili sono stnto o sono nucorn eapnci Jliuttosto cli prendere agli nitri, elio di dnro nel essi. Il Settentrione si OJ>i>Orrà nll'acquedotto o al lnvori pubblici nel Mezzogiorno; o quando si veda costretto n. cedere sopra questo punto, domanderìL o prcndtl1'Ìì.direttamente o indirettamente, in rorma di altri lnvori pubblici, compensi usurai.

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